Forse prima dei tagli alla scuola..........................................

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SIR HEINZ
00domenica 2 novembre 2008 18:50
Allora che la facciano bene 'sta riforma perché non si colpisce per decreto e si sancisce che queste situazioni devono cessare? Noooo, si afferma invece che le realtà che verranno giudicate inutili e antieconomiche saranno soppresse.

Succederà come nella sanità: ottime strutture sanitarie sono state chiuse in nome della scarsità di utenza nell'ausl di appartenenza NON TENENDO CONTO dell'utenza che proveniva da altre ausl, che si rivolgeva alla struttura perché considerata di qualità. Tutto ciò ha favorito le strutture private(totalmente in mano ai baroni della medicina e alle loro strutture nepotistiche o di fava("nipoti da parte di fava" Ugo Tognazzi "Amici miei atto III") che, con sovvenzioni ministeriali, si accaparrano le prestazioni mutualistiche e le gonfiano a dismisura.

Per la scuola sarà più o meno lo stesso: i baroni e la struttura nepotistica con qualche scusa o qualche deroga non saranno toccati oppure verranno trasformate in strutture private con a capo gli stessi personaggi, mentre ottime realtà altamente professionali e di qualità con un uso sfrontato di 2 pesi e due misure saranno indebolite o soppresse, tutto ciò a favore del fiorire della scuola privata e delle sovvenzioni ad essa che, poverina, deve sobbarcarsi il vuoto di servizio lasciato dallo stato.

"Mi spiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo"
Alberto Sordi da "Il Marchese del Grillo"

LunaRossaFalco
00lunedì 3 novembre 2008 15:30
Visto che la discussione è estremamente civile ed articolata, visto che nonostante sia espresso nel regolamento del Forum la NON compatibilità di discorsi politici con le discussioni aperte dai partecipanti, la politica è parte integrante della nostra vita, visto che è stato richiesto e visto che spesso si parla senza aver cognizione di causa, ritorno in topic e vi posto il DDL Gelmini del 1° settembre 2008.
Faccio presente a tutti che non si può separare il DDL suddetto dalla ultima Legge Finanziaria, in quanto è proprio nella Finanziaria che sono espressi i calcoli economici relativi al DDL in questione.
Buona lettura.

DECRETO GELMINI SU MAESTRO UNICO: IL TESTO INTEGRALE

"Il Presidente della Repubblica, visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione, ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di attivare percorsi di istruzione di insegnamenti relativi alla cultura della legalita' ed al rispetto dei principi costituzionali, disciplinare le attivita' connesse alla valutazione complessiva del comportamento degli studenti nell'ambito della comunita' scolastica, reintrodurre la valutazione con voto numerico del rendimento scolastico degli studenti, adeguare la normativa regolamentare all'introduzione dell'insegnante unico nella scuola primaria, prolungare i tempi di utilizzazione dei libri di testo adottati, ripristinare il valore abilitante dell'esame finale del corso di laurea in scienze della formazione primaria e semplificare e razionalizzare le procedure di accesso alle scuole di specializzazione medica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 agosto 2008; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e per la pubblica amministrazione e l'innovazione; EMANA il seguente decreto-legge:

Art. 1. Cittadinanza e Costituzione

1. A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia.
2. All'attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Art. 2. Valutazione del comportamento degli studenti

1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attivita' ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.

2. A decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento e' espressa in decimi.

3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo. Ferma l'applicazione della presente disposizione dall'inizio dell'anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravita' del comportamento al voto insufficiente, nonche' eventuali modalita' applicative del presente articolo.

Art. 3. Valutazione del rendimento scolastico degli studenti

1. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno.

2. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi.

3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.

4. L'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e' abrogato e all'articolo 177 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni: a) i commi 2, 5, 6 e 7, sono abrogati;
b) al comma 3, dopo le parole: «Per la valutazione» sono inserite le seguenti: «, espressa in decimi,»;
c) al comma 4, le parole: «giudizi analitici e la valutazione sul» sono sostituite dalle seguenti: «voti conseguiti e il»;
d) l'applicazione dei commi 1 e 8 dello stesso articolo 177 resta sospesa fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 5;
e) e' altresi' abrogata ogni altra disposizione incompatibile con la valutazione del rendimento scolastico mediante l'attribuzione di voto numerico espresso in decimi. 5. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti e sono stabilite eventuali ulteriori modalita' applicative del presente articolo.

Art. 4. Insegnante unico nella scuola primaria

1. Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una piu' ampia articolazione del tempo-scuola.

2. Con apposita sequenza contrattuale e a valere sulle risorse di cui all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.

Art. 5. Adozione dei libri di testo

1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili. Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio. Il dirigente scolastico vigila affinche' le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.

Art. 6. Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria

1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, comprensivo della valutazione delle attivita' di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.

Art. 7. Sostituzione dell'articolo 2, comma 433, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

1. Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente: «433. Al concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia. I laureati di cui al primo periodo, che superino il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attivita' professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attivita' didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato.».

Art. 8. Norme finali

1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

2. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.

E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addi' 1° settembre 2008

NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Gelmini, Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca
Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze
Brunetta, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione
Visto, il Guardasigilli: Alfano
Cacciatori Raubal
00lunedì 3 novembre 2008 16:07
Ottimo Alex [SM=g27811]
io sono daccordo su tutti i punti
anzi ne avrei aggiunto altri riguardanti le opportunità di lavoro per i laureati.
Se c'è da fare tagli ben vengano se sono nell'interesse di coloro che studiano a tutti i livelli dalle elementari alla ricerca.
siculo-calabrese
00lunedì 3 novembre 2008 16:50
si ok, ora però scaricatevi quello completo [SM=g27824]
LunaRossaFalco
00lunedì 3 novembre 2008 17:49
siculo-calabrese
00lunedì 3 novembre 2008 18:39
ovviamente!

Il mio (o per essere più precisi quello di mia mamma [SM=g27828] ) è di ben 38 paginette (se ricordo bene). un bel mallopazza [SM=g27828]

Quello li è il formato mignon con abili tagli in cui non figurano parole come "polverizzazione dei piccoli centri" et similar [SM=g27811]
LunaRossaFalco
00lunedì 3 novembre 2008 18:43
Ci riesci a farcene pervenire una copia (formato file naturally) [SM=g27824]
siculo-calabrese
00lunedì 3 novembre 2008 18:48
quando torna mia mamma gli chiedo da dove l'ha preso e poi ve lo dico ;D
Lady Pina
00lunedì 3 novembre 2008 19:16
Intanto per farvi una idea della riforma nella sua complessità(dl.137, l.133 e correlati) potete andare a vedere sul blog della Signora Lerici:

oknotizie.alice.it/go.php?us=60401061fdf5712d

Le prime cose che saltano all'occhio sono: la frammentazione della riforma, le menzogne che si dicono riguardo al fatto che non riguardi l'università e la scuola privata e le privatizzazioni delle strutture pubbliche universitarie.


PER SICULO-CALABRESE: la polverizzazione di piccole scuole sul territorio è quella attuale, il ridimensionamento di questa polverizzazione è ciò che si vuole fare con la riforma. Si può essere d'accordo o meno ma questo andava detto per obbiettività sul testo.
=massimoXmeridio=
00lunedì 3 novembre 2008 20:38
Re:
siculo-calabrese, 03/11/2008 18.48:

quando torna mia mamma gli chiedo da dove l'ha preso e poi ve lo dico ;D



e tornata? [SM=g27823]


alexander89.
00lunedì 3 novembre 2008 21:13
luna rossa falco
caro luna rossa,io non sono un esperto in legge e per comprendere direttamente la riforma in ogni singolo aspetto si dovrebbe conoscere ogni singolo articolo e comma citato,e per questo che ci prendiamo degli avvocati e gli diamo un mucchio di soldi,visto che dici che si parla a sproposito tu li conosci?ci si deve purtroppo fidare di qualcuno che fa queste ricerche e comunica gli anelli deboli ,quindi se ti dico che ci sono tagli alle universita non sto dicendo una stupidaggine,l articolo 133 e uno di quelli che viene contestato dalle universita,lo letto anche io quel testo ma non essendo un laureato in materia ne conoscendo il codice civile e penale a memoria non mi saltano neanche a me agli occhi le magagne.

prima di dire che gli altri parlano senza cognizione di causa dovresti interrogarti se non stai facendo la stessa cosa
SIR HEINZ
00lunedì 3 novembre 2008 21:39
Alex Falco non voleva spezzare una lancia a favore di nessuno, desiderava solamente obbiettività e corretta informazione per la discussione in corso, cosa assai difficile poiché la riforma come ha detto mia moglie è spezzettata su diversi testi normativi, io penso proprio ad arte, in modo da creare confusione nei cittadini che non riescono ad avere un quadro completo della riforma.

Bruno vuoi qualche proposta seria e fattibile per l'Università?
Guardati questo.
siculo-calabrese
00lunedì 3 novembre 2008 21:45
porto notizie. mia mamma la deve chiedere alla sua amica che lo sa lei da dove si prende [SM=g27828]
LunaRossaFalco
00martedì 4 novembre 2008 09:19
Re:
siculo-calabrese, 03/11/2008 21.45:

porto notizie. mia mamma la deve chiedere alla sua amica che lo sa lei da dove si prende [SM=g27828]


Grazie Siculo.

Alex ti ha risposto Heinz. Figurati che io il 30/10 stavo in corteo. Quando dico che si parla a sproposito lo dico perchè molti che tirano giudizi su quello che sta accadendo, il DDL non lo hanno nemmeno guardato. Ma non ce l'ho con nessuno in particolare qui dentro. Era solo per chiarezza e per dare l'opportunità a chi non lo ha già fatto, di leggerlo. [SM=g27823]

LunaRossaFalco
00martedì 4 novembre 2008 10:13
E questo è il testo degli articoli della Legge 6 agosto 2008, n. 133 (La finanziaria per capirci) relativi alla scuola e all'università.

Capo V
Istruzione e ricerca

Art. 15.
Costo dei libri scolastici

1. A partire dall'anno scolastico 2008-2009, nel rispetto della normativa vigente e fatta salva l'autonomia didattica nell'adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado, tenuto conto dell'organizzazione didattica esistente, i competenti organi individuano preferibilmente i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet. Gli studenti accedono ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.

2. Al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole del primo ciclo dell'istruzione, di cui al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e per gli istituti di istruzione di secondo grado sono prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista. A partire dall'anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista. Sono fatte salve le disposizioni relative all'adozione di strumenti didattici per i soggetti diversamente abili.

3. I libri di testo sviluppano i contenuti essenziali delle Indicazioni nazionali dei piani di studio e possono essere realizzati in sezioni tematiche, corrispondenti ad unità di apprendimento, di costo contenuto e suscettibili di successivi aggiornamenti e integrazioni. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono determinati:
a) le caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, anche al fine di assicurarne il contenimento del peso;
b) le caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nelle versioni on line e mista;
c) il prezzo dei libri di testo della scuola primaria e i tetti di spesa dell'intera dotazione libraria per ciascun anno della scuola secondaria di I e II grado, nel rispetto dei diritti patrimoniali dell'autore e dell'editore.

4. Le Università e le Istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, nel rispetto della propria autonomia, adottano linee di indirizzo ispirate ai principi di cui ai commi 1, 2 e 3.

Art. 16.
Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università

1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.

2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell'Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e' trasferita, con decreto dell'Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.

3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.

4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.

5. I trasferimenti a titolo di contributo o di liberalità a favore delle fondazioni universitarie sono esenti da tasse e imposte indirette e da diritti dovuti a qualunque altro titolo e sono interamente deducibili dal reddito del soggetto erogante. Gli onorari notarili relativi agli atti di donazione a favore delle fondazioni universitarie sono ridotti del 90 per cento.

6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.

7. Le fondazioni universitarie adottano un regolamento di Ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, fermo restando il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario.

8. Le fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente articolo.

9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l'equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.

10. La vigilanza sulle fondazioni universitarie e' esercitata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nei collegi dei sindaci delle fondazioni universitarie e' assicurata la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni vigilanti.

11. La Corte dei conti esercita il controllo sulle fondazioni universitarie secondo le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259 e riferisce annualmente al Parlamento.

12. In caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione universitaria da parte degli organi di amministrazione o di rappresentanza, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente ed entro sei mesi da tale nomina procede alla nomina dei nuovi amministratori dell'ente medesimo, secondo quanto previsto dallo statuto.

13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.

14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.

Art. 64.
Disposizioni in materia di organizzazione scolastica

1. Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili.

2. Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008. Per ciascuno degli anni considerati, detto decremento non deve essere inferiore ad un terzo della riduzione complessiva da conseguire, fermo restando quanto disposto dall'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

3. Per la realizzazione delle finalità previste dal presente articolo, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e previo parere delle Commissioni Parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, predispone, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un piano programmatico di interventi volti ad una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, che conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico.

4. Per l'attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in modo da assicurare comunque la puntuale attuazione del piano di cui al comma 3, in relazione agli interventi annuali ivi previsti, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui al citato decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri:
a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti;
b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;
d) rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria ivi compresa la formazione professionale per il personale docente interessato ai processi di innovazione ordinamentale senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica;
e) revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
f) ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa;
f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'attivazione di servizi qualificati per la migliore fruizione dell'offerta formativa;
f-ter) nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.

4-bis) Ai fini di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di razionalizzazione dell'attuale assetto ordinamentale di cui al comma 4, nell'ambito del secondo ciclo di istruzione e formazione di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, anche con l'obiettivo di ottimizzare le risorse disponibili, all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole da: «Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici» sino a: «Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano» sono sostituite dalle seguenti: «L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al Capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del presente articolo».

4-ter) Le procedure per l'accesso alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese per l'anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli adempimenti di cui alle lettere a) ed e) del comma 4.

5. I dirigenti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, compresi i dirigenti scolastici, coinvolti nel processo di razionalizzazione di cui al presente articolo, ne assicurano la compiuta e puntuale realizzazione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali, comporta l'applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla predetta normativa.

6. Fermo restando il disposto di cui all'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall'attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.

7. Ferme restando le competenze istituzionali di controllo e verifica in capo al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e al Ministero dell'economia e delle finanze, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e' costituito, contestualmente all'avvio dell'azione programmatica e senza maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, un comitato di verifica tecnico-finanziaria composto da rappresentanti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Ministero dell'economia e delle finanze, con lo scopo di monitorare il processo attuativo delle disposizioni di cui al presente articolo, al fine di assicurare la compiuta realizzazione degli obiettivi finanziari ivi previsti, segnalando eventuali scostamenti per le occorrenti misure correttive. Ai componenti del Comitato non spetta alcun compenso ne' rimborso spese a qualsiasi titolo dovuto.

8. Al fine di garantire l'effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio di cui al comma 6, si applica la procedura prevista dall'articolo 1, comma 621, lettera b) , della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

9. Una quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 e' destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall'anno 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico. Gli importi corrispondenti alle indicate economie di spesa vengono iscritti in bilancio in un apposito Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, a decorrere dall'anno successivo a quello dell'effettiva realizzazione dell'economia di spesa, e saranno resi disponibili in gestione con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca subordinatamente alla verifica dell'effettivo ed integrale conseguimento delle stesse rispetto ai risparmi previsti.
LordHarald
00martedì 4 novembre 2008 13:57
Re: Re:
LunaRossaFalco, 04/11/2008 9.27:



Grazie a Lady Pina, moglie di cotanto Sir Heinz, ECCO IL LINK AL PIANO PROGRAMMATICO DEL MINISTERO RELATIVO AI TAGLI DI SPESA






No, il piano programmatico è qui

www.edscuola.it/archivio/norme/varie/schema_art64l133.pdf

è piuttosto lungo ( 16 pagine ) ma in fondo ci sono delle tabelle esaustive.

Quello postato da falco è un blog che vale la pena leggere, anche se palesemente contro, perchè fatto con estrema serietà, decisamente apolitico, cita fonti riconoscibili e critica la legge articolo per articolo per un facile riscontro, cosa che non ho visto neanche sui quotidiani accreditati [SM=x535710] .

P.S.: Interessantissimo il filmato col Barbapapà postato da Heinz [SM=g27828]
LunaRossaFalco
00martedì 4 novembre 2008 14:25
Re: Re: Re:
LordHarald, 04/11/2008 13.57:




No, il piano programmatico è qui

www.edscuola.it/archivio/norme/varie/schema_art64l133.pdf

è piuttosto lungo ( 16 pagine ) ma in fondo ci sono delle tabelle esaustive.

Quello postato da falco è un blog che vale la pena leggere, anche se palesemente contro, perchè fatto con estrema serietà, decisamente apolitico, cita fonti riconoscibili e critica la legge articolo per articolo per un facile riscontro, cosa che non ho visto neanche sui quotidiani accreditati [SM=x535710] .

P.S.: Interessantissimo il filmato col Barbapapà postato da Heinz [SM=g27828]



Chiedo scusa. Ha ragionissima Harald. Nella fretta ho postato il link sbagliato [SM=g27819]


Augusto.Carducci
00martedì 4 novembre 2008 15:20
c'è poco da leggere...la legge si conosce, e mascherando col fatto dello svecchiamento (che in effetti ci sarà) si nasconde o perlomeno si cerca di nascondere il fatto che si dimezza il personale universitario, e non certo perchè sono troppi i professori, ma semplicemente perchè quello stipendio sarà poi dirottato per tappare gli ennesimi buchi di ogni finanziaria.
Insomma, mascherano il tutto al titolo "basta baroni e vecchi in eccesso" per un semplice ciucciamento di fondi universitari.
XXI Rapax Britannicus
00lunedì 10 novembre 2008 09:51
Da "Il Sole 24 Ore" di oggi:
www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/universita-aumentro-numero-professori.shtml?uuid=b3966d10-aefa-11dd-8b24-709e218bfdeb&DocRulesVie...

L'università moltiplica i professori: dal 2000 il 32% di ordinari in più.
di Gianni Trovati

"Foggia, nata nel 1990 per gemmazione da Bari (e sede autonoma dal '99), nel 2000 c'erano 27 professori ordinari, oggi sono in 97. E mentre il vertice dell'accademia quadruplicava (o aumentava del 361,9%, per essere precisi), i ricercatori raddoppiavano e gli associati aumentavano del 67,2%, gli studenti, cioè la base su cui poggia tutta l'impalcatura delle cattedre, crescevano a ritmi assai più blandi, mettendo a segno in otto anni un +17,6 per cento. A Foggia, tanto, i conti lo permettono, visto che la quota di finanziamento statale assorbita dagli stipendi viaggia intorno al 74%, quindi lontana dalla soglia massima del 90%. Certo, in un anno è cresciuta di nove punti, ma al futuro qualcuno provvederà. La vicenda, più "antica", della Parthenope di Napoli è ancora più chiara: ordinari a pioggia (+250%), associati in raddoppio abbondante (+127%), conti in crescita (+8% nel solo 2007) e studenti in calo (-2%). Dinamiche simili tornano su e giù per l'Italia, da Cassino a Napoli fino a Sassari, e toccano anche gli atenei più blasonati come l'Alma Mater di Bologna.

Numeri come questi raccontano bene la storia del gigantismo universitario, che si è sviluppato nella selva di corsi di laurea nata dal «3+2» (sono 5.073, dopo il record di 5.412 dell'anno scorso, e radunano oltre 180mila insegnamenti) e ha portato l'Accademia italiana sull'orlo dell'abisso finanziario. Perché nell'università del «3+2» è cresciuto tutto: gli ordinari sono aumentati del 32,2% (e il peso dei loro stipendi del 63,7%), due anni fa hanno superato il numero di associati e, senza interventi tempestivi, avrebbero presto raggiunto i ricercatori. Trasformando l'università statale in una struttura rovesciata dai costi impazziti mentre gli studenti (quelli in corso, su cui vanno parametrate le strutture degli atenei) avanzavano con passo assai più tranquillo (dal 2000 a oggi sono aumentati del 10,6%) prima di fermare definitivamente la loro espansione come si vede dai numeri della scuola.

E da questi numeri è nata anche la scommessa del Governo, che si è tradotta nel piano in due tempi licenziato giovedì scorso dal consiglio dei ministri. Con il decreto si affrontano i nodi immediati (i ricercatori in attesa) e si alza una barriera contro i conti più in disordine (lo stop assoluto al reclutamento negli atenei che dedicano più del 90% del Fondo di finanziamento ordinario agli stipendi), ma contemporaneamente si mettono in pista misure di più ampio respiro (le Linee guida) finalizzate a dare alle università gli strumenti per ridurre i costi strutturalmente.
Sull'esito della scommessa ogni ipotesi è un azzardo, ma al centro dell'agenda del Parlamento ora ci sono i problemi più scottanti del mondo universitario. Le linee guida, che dovranno ispirare i disegni di legge in cui si incarnerà la riforma, puntano infatti l'accento su proliferazione dei corsi, carriere dei docenti e valutazione dei risultati.
Anche sul primo punto, a parlare sono le cifre: rispetto all'ultimo anno con il vecchio ordinamento, l'offerta universitaria ha raddoppiato il numero di insegnamenti portandoli alla quota abnorme di 180mila, molto spesso peraltro coperti con retribuzioni aggiuntive riconosciute al personale già di ruolo. Un fenomeno pagato dagli studenti, con la moneta della moltiplicazione di esami prima di arrivare alla laurea.

Il gigantismo nasce lì, alla base della piramide insegnamenti-corsi di laurea-facoltà che ha moltiplicato le cattedre e soffocato i bilanci, soprattutto con le promozioni. E la prova del nove arriva proprio dalle università più in difficoltà: all'Orientale di Napoli sono aumentati gli ordinari e diminuiti i ricercatori, e lo stesso è accaduto a Firenze, Trieste, mentre a Cassino la moltiplicazione degli ordinari avveniva mentre la platea di studenti si assottigliava. L'altro freno, essenziale, deve venire dalla trasparenza nella valutazione che, come chiesto anche dai «requisiti necessari» varati lo scorso anno, deve aprirsi anche alla voce degli studenti. Perché i rettori e gli organi accademici sono nominati da docenti e personale tecnico, e in un panorama opaco questo meccanismo può aver spinto ad assecondare qualche appetito di troppo. Su cui il ministero è ora chiamato a vigilare davvero."

Suggerisco poi di dare un'occhiata a questa tabella:
www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/universita-professori-studenti-tagli-fondi2008.shtml?uuid=de08867a-aefd-11dd-a99d-3627287c4046&DocRulesVie...

Qualcuno gentilmente mi spiega come mai a fronte di un moderato aumento degli studenti (o in alcuni casi calo), sono aumentati esponenzialmente Ordinari, Associati e Ricercatori?

Come diceva Totò: "E IO PAGO... E IO PAGO... " [SM=x535719]



LunaRossa Caesar
00lunedì 10 novembre 2008 10:51
Completamente d'accordo con Brit... Il fatto è che...
...non si può continuare a sprecare risorse per assegnare posti di privilegio a parenti ed amici.
Il cittadino che non ha conoscenze resta escluso e paga questo genere di schifezze che premia chi non ha magari competenze a discapito di uno che si è fatto un culo così.
E' questo che odio.
E non capisoc, torno a ripetere, perchè i ragazzi manifestano per non cambiare questo genere di cose.
Se un rettore consiglia ai proff di invitare gli studenti a manifestare....io una domanda me la faccio.....
Difficilmente andrei in piazza a difendere sti pezzi di merda che contribuiscono ad affossare il Paese.
Qui non si tratta di Dx o Sx, ma è palese che una parte dello schieramento politico, da anni si batte perchè nulla cambi.
E' comunque abbastanza noto che i proff....in larga parte...non sono di DX.
Questo non vuol dire niente, chiariamoci, ma mi da fastidio che per salvaguardare un serbatoio di voti si sia disposti ad uccidere l'università e quindi il Paese.
La stessa ricerca, in Italia è vista come serbatorio di voti.
Come sentito da Santoro, alla sola Università di Pisa ci sono oltre 5000 ricercatori che......non fanno i ricercatori.
Sono in gruppi numerosi in stanzette minuscole, spalla a spalla, a volte senza PC, senza strumenti di ricerca e se li hanno, spesso nessuno li ha messi in grado di funzionare.
Insomma, mi sembra che più di ricerca, siamo di fronte, anche qui, ad un serbatoio di voti.....
Bisognerebbe che invece di 5000 persone a fare poco più di niente, siano 500 se lezionati davvero in base alle prpprie capacità, ai quali siano dati spazi e mezzi.
Coem succede in quasi tutti i Paese cui la Ricerca è Ricerca e non serbatoio di voti.
Leggerò proteste e post indignati, ma io cerco sempre di essere obiettivo, e davvero non si può affermare ed insistere che oltre 5000 persone in meno di 1 metro quadrato a testa, con mezzo pc ....facciano ricerca. [SM=g27813]
Augusto.Carducci
00lunedì 10 novembre 2008 11:25
ragazzi siamo tutti assolutamente daccordo che ci siano dei problemi, anche grossi.
è anche vero che dalla nuova riforma universitaria del 2000 sono stati assunti molti professori, per il semplice discorso: più corsi, più prof, più universitari (prof) contenti.
sono pienamente daccordo ad un taglio a questo spreco, a questo eccesso, ma questo che vi hanno messo in testa è il loro motto, che hanno abilmente sfruttato per mascherare un taglio alle scuole di 8 miliardi di euro.
quando tagli così tanto non si va alla ricerca dello spreco, ma solo ed esclusivamente alla caccia ai soldi.

mia madre che è insegnante elementari, dopo 36 anni di servizio, con questa legge diverrà maestra "secondaria" poichè la sua collega ha 1 anno di servizio in più, e dopo quindi 36 anni di servizio dove tutti ancora la salutano anche quando sono diventati papà...lei si ritrova senza il suo lavoro.
vi sembra giusto? vi sembra meritocratico?

vi sembra anche meritocratico tagliare comletamente le assunzioni sia al CNR che all'ISS che alle università ai ricercatori? vabbè lo spreco, ma questo è un taglio indiscriminato...per favore aprite anche gli occhi perchè quello che dite è esattamente quello che stanno sfruttando i politici per mascherare questo taglio disumano.

servirebbe un lavoro da "cecchino" non una bomba atomica!
XXI Rapax Britannicus
00lunedì 10 novembre 2008 12:15
Augusto,
mi riferisco all'università, e mi limito a leggere i numeri.

In 8 anni i professori ordinari sono cresciuti del 32%, gli studenti del 10,6%. Come mai?

La tabella che ho allegato credo sia esaustiva e faccia riflettere.
www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/universita-professori-studenti-tagli-fondi2008.shtml?uuid=de08867a-aefd-11dd-a99d-3627287c4046&DocRulesVie...

Alcuni atenei come quello di Napoli Parthenope hanno dei numeri da brivido.

Se andiamo a prendere i bilanci delle Università di Siena, Firenze, Urbino, Pisa Trieste, leggiamo numeri che sono drammatici. Buchi da decine se non centinaia di milioni di euro.

Chi paga il conto?
Augusto.Carducci
00lunedì 10 novembre 2008 12:58
ok, lo so, sono il primo a dirlo.
ma i 40 milioni dati per salvare l'alitalia secondo te da dove venivano?
dalla ricerca...e gli 80 del prissimo anno che saranno tagliati per le assunzioni?
e quelli fino al 2011? dove vanno?
a salvare un azienda che viene spolpata da chi non importa nulla dell'azienda e che vuole solo speculare e vendere per fare soldi!

capisco ch dei tagli vanno fatti, ma non così...sono troppi ed indiscriminati.

RIPETO: cecchini non bombe atomiche!

cazzarola raga...qui fanno casini per salvare un' azienda come l'alitalia e rubano soldi dappertutto...un' azienda che ha assunto tutti andando poi in esubero di personale e poi fallita.
stesso per la fiat, e per molte altre aziende italiane...e poi chi ci va di mezzo sono le cose pubbliche...ma che scherziamo?
ma in italia le cose che funzionano al contrario? cioè il privato non fallisce ed il pubblico si?
ma spiegatemi un pò come funziona questa economia tutta italiana?

dai su ragionateci un attimo, e vi accorgerete che stanno soltanto rubando i soldi e non risanando l'università
XXI Rapax Britannicus
00lunedì 10 novembre 2008 13:20
Scusa Augusto,
ma che bisogno c'è di assumere altro personale universitario, quando la crescita degli iscritti è di tre volte inferiore alla crescita del personale?

Coi numeri visti pocanzi ritieni che il personale universitario (Ordinari, Associati, Ricercatori), retribuito coi soldi pubblici, sia sottodimensionato rispetto al numero di fruitori del servizio (studenti)?

Riguardo Alitalia ho il vomito ogni volta che ne leggo il nome. Uno dei tanti scandali italici. Un giorno vi parlo della brillantissima Tirrenia (definita una "piccola" Alitalia del mare)

I nodi stanno venendo al pettine, uno dopo l'altro. La mala gestione della cosa pubblica è divenuta insostenibile.
Ci sono Comuni, Province ed intere Regioni che avrebbero dovuto essere falliti da decenni. Enti pubblici i cui bilanci sembrano storie di fantascienza.

Il Nostro è un paese che non ha bisogno di un governo, nè di cecchini nè di bombe atomiche.

Il Nostro paese ha bisogno di un Commissario Liquidatore che curi in maniera ordinata il fallimento di una Nazione e di 138 anni di politiche assistenziali ed anti economiche patrocinate da una classe politica che è andata degenerando fino alla "NULLITA'", in un contesto dove Mafia e delinquenza organiazzata dettano legge arrivando ad appropriarsi di intere aree geografiche e settori produttivi.




siculo-calabrese
00lunedì 10 novembre 2008 14:27
Re:
XXI Rapax Britannicus, 10/11/2008 13.20:

Scusa Augusto,
ma che bisogno c'è di assumere altro personale universitario, quando la crescita degli iscritti è di tre volte inferiore alla crescita del personale?





nel calcolo hai messo che la gente viene assunta ma va anche in pensione? [SM=g27811]

i problemi ci sono, ma se in un PC non va male un'applicazione si cerca di ripararla, non si formatta il PC [SM=g27811]
XXI Rapax Britannicus
00lunedì 10 novembre 2008 14:57
Re: Re:
siculo-calabrese, 10/11/2008 14.27:



nel calcolo hai messo che la gente viene assunta ma va anche in pensione? [SM=g27811]



Certamente Siculo. [SM=g27811]

La statistica tiene conto del numero di professori e studenti e del rispettivo turnover assunzion/pensionamenti e iscrizioni/lauree.

Leggi per bene la tabella che ho allegato e dimmi cosa ne pensi.












Augusto.Carducci
00lunedì 10 novembre 2008 15:17
brit, io ti dico solo che all'università..(e ci lavoro)..ci sono beceri di 80-90 anni che non vanno via, non vanno in pensione, e continuano a svolgere (bene o male non sono io a giudicare) i loro compiti.
ora capisco che una grande testa sembra uno spreco mandarla in pensione, ma lasciare che moltissimi vecchi (passatemi il termine) blocchino completamente il meccanismo di turnover universitario è uno scempio.

la soluzione non sta assolutamente nel bloccare le assunzioni, ma nel mettere un tetto max all'età di lavoro.
allora metti una legge che dice "a 65 anni in pensione e basta".
così ti assicuro che dimezzi il personale universitario che tanto fa scomodo, e lasci che vengano assunti i giovani.
ma perchè non fanno questa legge?
perchè credi che non hanno voluto toccare la classe dei baroni che tanto dicono di voler intaccare?
perchè te lo spiego io: uno studentello che fa sciopero è un pò un dito nel culo, ma una massa di baroni che comandano e che ti sei messo contro è un dito di ben altra portata.
ecco perchè vi dico anche che i movimenti studenteschi non sono assolutamente manovrati dai baroni, ed ecco il perchè la stampa ci tiene tanto a dire il falso.
le cose stanno così
-gli studenti manovrati(falso), quindi non sanno quello che dicono
-lotta ai baroni (finta) e li si attacca anche per quello detto sopra
- di fatto: non si attaccano i baroni ma ansi si proteggono, non si difendono gli studenti, ma ansi li si scempia del tutto!
pensaci su....
LunaRossa Caesar
00lunedì 10 novembre 2008 16:24
Re:
Augusto.Carducci, 10/11/2008 11.25:



mia madre che è insegnante elementari, dopo 36 anni di servizio, con questa legge diverrà maestra "secondaria" poichè la sua collega ha 1 anno di servizio in più, e dopo quindi 36 anni di servizio dove tutti ancora la salutano anche quando sono diventati papà...lei si ritrova senza il suo lavoro.
vi sembra giusto? vi sembra meritocratico?





Assolutamente no.
Questo è un lato della manovra che non riescirei a capire.
Ma davvero succederebbe na roba del genere??
Io avrei creduto che colpisse soltanto personale moooolto giovane che ancora praticamente sta facendo "rodaggio."

Oltretutto, noi parliamo così, con non molte cognizioni di causa, manifestando pensieri che ci nascono da dentro.
Magari diciamo cazzate.
Bho!!!
IO credo di dire cose giuste...ma è così??? [SM=g27833]

Riguardo al mettere un tetto massimo d'età per eliminare sta piaga di baroni cazzoni che solo raramente restano per vero spirito di corpo e voglia di "formare" i giovano di domani (la stragrande maggioranza resta soltanto per sete di potere e, magari, perchè prima devono "sistemare" ancora qualcuno), assolutamente soluzione sacrosanta sarebbe.

Che si proteggano...non credo, ma di sicuro non si affronta di petto il problema.
E questo non mi piace.





XXI Rapax Britannicus
00lunedì 10 novembre 2008 16:30
Il tuo pensiero mi è chiarissimo Augusto.

Tieni presente però che baroni o non baroni, studentelli o non studentelli, la "baracca" economicamente non stà più in piedi.

Ci sono atenei che sono un buco perenne ed atenei virtuosi e ben gestiti in grado di mantenere un equilibrio finanziario che gli permetta di stare in piedi erogando un servizio di prima qualità mantenendo un buon turnover di personale.

Lo stesso discorso lo si può fare per i Comuni, le Province e le Regioni.

Tu dimmi a cosa è servito in questi 8 anni offrire 180.000 insegamenti, raddoppiandoli di fatto rispetto al vecchio ordinamento.

A cosa è servito aumentare del 32% il numero di Professori Ordinari;
del 8,8% il numero di Professori Associati; del 23,2% il numero di Ricercatori, A FRONTE di un aumento del 10,6% del numero di studenti?




















Augusto.Carducci
00lunedì 10 novembre 2008 16:33
ne stavo parlando l'altra settimana con mia madre...succede questo, ebbene si.

per quanto riguarda l'università la soluzione sarebbe solo quella!
non ci sono altre scappatoie.
se si dice tanto di colpire i baroni che si mandino in pensione, non che non si fanno più assunti o altro...non ha senso.
non puoi dire di odiare il baronismo e non li tocchi minimamente mentre i giovani precari se la prendono nel culo dopo 10 anni di studio e altri 10 di assegni del cavolo....ragà non scherziamo.
la tel ancora dice che i baroni ci rimettono? ma dove?????
hanno magari meno soldi per la ricerca ok, ma a livello di potere non li si è manco toccati di striscio, e poi me la chiamate lotta ai baroni?
ma cazzarola è lampante che è un paradosso questa situazione.

il mio prof resta li, con i suoi 5000 euro al mese con i suoi corsi e con tutto, io invece dopo 5 anni di università, 1 anno al CNR, 3 di dottorato il tutto malpagato e senza diritti...non avrò mai un posto.
allora guardate brevemente l'esempio (mio) e dite:
chi è stato colpito?
il giovane o il vecchio?
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