Voi fate l'errore di confondere i Mongoli con gli Unni o gli Sciti. Non erano semplici barbari che calavano da una collina contando di schiacciare i fanti nemici sotto gli zoccoli dei propri destrieri, avevano strategie raffinate che gli hanno concesso di trionfare contro nemici numericamente superiori e apparentemente meglio equipaggiati
Leggete questo pezzo sulla Battaglia di Leignitz
L'armata mongola presentava una grande mobilità tattica e velocità grazie anche agli arcieri a cavallo più leggeri e veloci rispetto ad un nemico corazzato ed appesantito, per questo più lento. La tattica adottata constava di una serie, di finiti attacchi ed ingannevoli arretramenti effettuato da gruppi armati disposti a raggiera il cui scopo era di frammentare le ordinate fila nemiche, conducendo i compatti squadroni avversari in una trappola in cui avrebbero subito attacchi a i fianchi. Tale schema, utilizzato pressoché invariato in tutti grandi scontri armati era reso possibile a seguito di un continuo addestramento ed un altrettanto efficientissimo sistema di comunicazioni sul e al campo di battaglia, che faceva uso di un articolato codice che prevedeva l’uso di bandiere; esso funzionava a cascata per cui i ranghi superiori potevano interagire con tempestiva lucidità sugli eventi dello scontro. Tale sistema era assolutamente sconosciuto dai cavalieri europei fra i quali, durante la mischia, non esisteva pressoché comunicazione per disporre le truppe e quanto meno per disporre un nuova tattica se necessaria. L’entità delle truppe coinvolte in tale scontro è assolutamente impossibile da stabilire in modo rigoroso. I dati forniti dalle fonti europee sono a dir poco esorbitanti, per la sola Legnica vennero calcolate 100.000 unità! Più recenti studio di storia militare mongola, attesta il numero a 20.000 uomini che includeva un buon numero di cavalleggeri dotati dai archi. Nella Historia Tartarorum del francescano C.de Brida Monachi, si suppone una forza mongola composta da 10.000 unità, che si ridusse a 8.000 dopo lo scontro a seguito delle perdita subite.