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Cronache di guerra al tempo di Roma: le invasioni barbariche

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2008 21:22
17/09/2008 09:51
 
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Lo stallo e la ripresa (374 - 380)
Mega puntatona per recuperare il tempo perso....


Nel resto dell'Impero si approntava il piano di difesa: Cneo il Duro “faceva pulizia” in Britannia delle rimanenti truppe celtiche e ribelli e sulla frontiera germanica si approntava un Corpo d'attacco e di Difesa. Nei territori interni venivano controllate le sporadiche, ma pericolose, rivolte e venivano date disposizioni per la costruzione a Roma del Circo Massimo, che avrebbe data la possibilità di reclutare generali.

Anche i Berberi continuavano la loro pressione su Carthago, tuttavia ormai la guarnigione era ben assortita ed addestrata e respingeva gli attacchi senza difficoltà. Nel 376 la situazione era ormai in stallo: Cneo il duro rinforzava le truppe britanniche, il Limes germanico era strettamente sorvegliato, una bireme metteva sotto blocco navale il porto di Tingi per fiaccare le forze berbere e l'orda barbara continuava ad aggirasi pericolosamente nell'Illirico: alla fine si volse di nuovo verso Salona che saccheggiò facilmente. Ancora una volta la situazione pareva difficile ma il piano Imperiale iniziò a funzionare: La Legio II Britannica, rinforzata e supportata da una potente flotta, sbarcò in Hibernia e annientò facilmente le Civiltà celta con la presa di Tata, a Corduba venne approntato un contingente di sbarco che occupasse la città di Tingi, mentre le truppe berbere erano occupate in Africa (la provincia di carthago), La Legio II Germanica continuava con le scaramucce contro i Sassoni mentre la Legio italica alla fine attraccò l'Orda.

Le battaglie sostenute entrarono a tutti gli effetti nella Storia Romana: il contingente, divisosi in due tronconi, sorprese l'orda nel fondo di una valle; gli effettivi erano circa un quinto di quelli vandali ma erano motivati e supportati da numerosi squadroni di ausiliari Sarmati. La prima battaglia contro il primo contingente vandalo si rivelò un vero successo: i cavalieri inseguirono i tiratori barbari mentre i comitatensi massacravano le unità di fanteria. Lo scontro si ripeté con un altra formazione, fino allo scontro finale con il contingente del Signore barbarico: ormai gli effettivi erano in schiacciante inferiorità, e anche se la battaglia si risolse con una sconfitta l'obiettivo della campagna d'Illiria era raggiunto: ormai l'Orda poteva contare solo su due eserciti non al massimo della forza.

Anche dal punto di vista strategico le cose si misero bene: dopo alcuni scambi di informazioni geografiche e di doni l'Impero sassanide stipulò un'alleanza con l'Impero d'Occidente; Roma poteva ora contare su un amico forte ma lontano abbastanza da non costituire minaccia.

Nel 379, mentre la legione britannica si organizzava per uno sbarco sul territorio dei Sassoni, che ormai avevano provocato l'Impero tanto da meritarsi una severa lezione, l'Orda Vandala fece una mossa forse letale: invio l'esercito più piccolo per la conquista della Pannonia. Il Praefectus tentò il tutto per tutto: invio un generale ad intercettarlo, anche se il suo contingente era ridottissimo. Il valentissimo generale giocò la carta dell'attacco notturno: 50 cavalieri e 30 arcieri a cavallo contro un esercito di 500 unità! Sfruttando le tenebre i Romani puntarono l'ala destra dello schieramento nemico, composta da contadini e da tiratori a cavallo: grazie alla forza d'urto riuscirono a spezzare il fronte nemico e , attaccando le unità ad una ad una, spaventate dalle tenebre, a distruggerle! Rimaneva l'ala sinistra: i cavalieri non si persero d'animo e con abili movimenti riuscirono a portarsi in vantaggio; ormai lo scontro era tra lo squadrone di guardie germaniche del generale e uno squadrone di cavalieri nemici; dopo un lungo inseguimento i Sarmati ebbero la meglio: il contingente era ridotto a una cinquantina di unità ma la città era salva...Nel frattempo a Ravenna si preparava un contingente di comitatensi e di cavalieri della Schola Palatina, che sotto, il comando del generale addestrato nel Circo Massimo, avrebbe dato la caccia all'esercito rimanete del signore vandalo!!!

Ormai si avvicinava lo scontro finale con i nemici dell'Impero: il contingente del Nord sbarcò in Sassonia e conquistò Vicus Saxorum, annientando gli storici nemici sassoni, mentre il Contingente del Sud si lanciò all'inseguimento dell'orda barbara. L'orda provò una reazione ma i comitatensi e gli squadroni di cavalleria romani ebbero facile gioco contro le truppe barbare e annientarono completamente i vandali uccidendo il signore e i suoi figli: l'Impero aveva dato ancora una prova della sua forza!
Il successo si completò con la conquista di Tingi (presa per fame senza combattere!) e l'annessione della Mauritania ai domini dell'Imperatore d'Occidente.

Ormai la strada sembrava spianata verso la conquista della Grecia, ma ancora una volta il fato riservò un'amara sorpresa: il popolo dei Sarmati, scacciati dagli unii, occupò i territori Goti causando a sua volta la migrazione di quest'ultimo popolo. Ai nemici esterni si aggiunse un nemico interno quando la Città di Carthago, dopo aver sostenuto innumerevoli attacchi berberi, con un incredibile voltafaccia si rivoltò al potere centrale e decise di rendersi indipendente! Anche in Gallia la situazione era un po' critica ma ancora sotto controllo.

Il Praefectus decise di posporre la vendetta per concentrare tutto il potere offensivo delle legioni sul fronte illirico: nel 380 sia il Contingente del Sud che quello del Nord furono spediti in quel teatro per controllare le orde barbariche!



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