...macché...
Si tratta di un'antico rito ludico in onore dei personaggi di riguardo. La sua denominazione scientifica, lo dico per chi non avesse fatto il classico, è "gioco delle tre carte".
Il nobile diplomatico che ha l'onore di rappresentare il gioco, estrae una carta da sotto la tunica, la fa vedere un attimo, poi ne estrae un'altra, idem come sopra, e via con la terza. Dopodiché rivolge all'illustre convenuto la frase sacra del rito: "ndo' stammesso l'asso? Butteme no deca sopra che vedemo se te disce bene..."
Se il nobile convenuto c'azzeccava, il nobile diplomatico concludeva il gioco con una donazione in denari ed una frase augurale, che suonava più o meno così "li mortacci, mo ce credi che se becca?".
Se il nobile convenuto non c'azzeccava, il gioco sacro terminava, mentre i denari poggiati sulla carta ("...no deca") venivano accettati quale pegno di amicizia tra i due popoli e sarebbero stati ovviamente spesi in elemosine fuori dal tempio di Afrodite...
Si narra che il nobile Porzio, legato imperiale nelle Gallie, abbia ottenuto una sequenza di ben 50 pegni di amicizia da nobili locali, prima di ricevere improvvise comunicazioni che richiedevano urgentemente la sua presenza altrove...
Il mio sangue tinge gli stendardi d'Italia
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