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Il debito eterno

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    Sean Cappone
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    00 16/07/2009 14:32
    che simpaticoni. [SM=g27823]
    [Modificato da LunaRossaTraiano 16/07/2009 14:44]
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    SIR HEINZ
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    Marchese
    00 16/07/2009 14:56
    START MEGA [SM=x535726]
    LunaRossaTraiano, 16/07/2009 14.20:


    Quando c'è bisogno posson bastare anche le donnine stilizzate de "la settimana enigmistica" che di solito si trova nel cestino accanto al cesso... [SM=g27828]


    A quell'età abitavo davanti alla Dalamas, una ditta che produceva abbigliamento intimo femminile per la Perla Spa.
    Ancora ricordo la pausa pranzo di impiegate ed operaie, vestite dal solo grembiule aziendale piuttosto... ehm... birbante, sedute sul muretto, davanti alla finestra del mio bagno, a sfumazzare, civettare e chiaccherare prima di rientrare dalla pausa pranzo...ossignur che accavallamenti, oggi lo chiamano "upskirt"... [SM=x535685] bei tempi sì... e del sistema finaziario ed ecomnomico non me ne fregava un piffero... ero un grande ecologista impegnato nella rocerca ed appofondomento dell'abotudono delle foche... scusate ma ho la tastoera che non funzoona bene... [SM=g27828] [SM=g27832]
    END MEGA [SM=x535726]
    [Modificato da SIR HEINZ 16/07/2009 14:59]



    Vittoria e Felicità




    UNO STREPITOSO ATTACCO NON VALE UNA DIFESA APPENA SUFFICIENTE
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    Paolai
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    00 16/07/2009 15:14
    Bhè...vi dico la mia...

    POSTALMARKETTTTTTTTTT!!!! sezione biancheria intima [SM=x535719]

    Giù di raspone!! [SM=x535719]

    Eravamo una generzione sfigata [SM=g27827]
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    Sean Cappone
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    00 16/07/2009 17:26
    davanti a casa mia ci sono gli alberi e il corso, vale lo stesso?
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    00 16/07/2009 21:28
    Re:
    Paolai, 16/07/2009 15.14:

    Bhè...vi dico la mia...

    POSTALMARKETTTTTTTTTT!!!! sezione biancheria intima [SM=x535719]

    Giù di raspone!! [SM=x535719]

    Eravamo una generzione sfigata [SM=g27827]



    i miei stessi gusti [SM=x535698] [SM=x535702] [SM=g27820] [SM=x535692]


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    LunaRossaFalco
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    00 17/07/2009 11:58
    Re:
    Paolai, 16/07/2009 15.14:

    Bhè...vi dico la mia...

    POSTALMARKETTTTTTTTTT!!!! sezione biancheria intima [SM=x535719]

    Giù di raspone!! [SM=x535719]

    Eravamo una generzione sfigata [SM=g27827]



    SUPERQUOTONE!!! [SM=x535694] [SM=x535694]





    Prima brina, oggi, per il guerriero che tante volte si è indurito al suono della spada sfoderata.
    Non importa cadere.
    Prima di tutto. Prima di tutti.
    È proprio del fior di ciliegio cadere nobilmente
    RICORDATEVI DI SHOGUN
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    rico78
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    00 18/07/2009 14:32
    Re:
    Sean Cappone, 16/07/2009 17.26:

    davanti a casa mia ci sono gli alberi e il corso, vale lo stesso?




    Pensavamo fosse sufficiente il sole 24 ore...
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    Leporello68
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    00 18/07/2009 18:44
    Ahoooo...ma possibile che vuoi che si parta da Empire vuoi dai sommi crismi dell'economia monetaria sempre alle manovelle si debba arrivare come conclusione del discorso [SM=x535685] [SM=x535725]
    [Modificato da Leporello68 18/07/2009 18:45]



    Legio_Desaix

    Legio CLAN


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    rico78
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    00 19/07/2009 23:54
    Però ha avuto lo straordinario potere di troncare in due la discussione!
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    Paolai
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    00 20/07/2009 13:08
    Il potere oscuro della pugnetta [SM=g27827]
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    raiola
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    00 20/07/2009 15:22

    Il potere oscuro della pugnetta






    [SM=x535694] [SM=x535694] [SM=x535694] [SM=x535694] [SM=x535694] [SM=x535694] [SM=x535694]
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    Mashiminu
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    00 25/08/2009 14:57
    ho trovato questo racconto che è molto carino e fa esempi un pò più azzeccati del video:

    L'Isola dei Naufraghi - Favola che fa comprendere il mistero del denaro


    di Louis Even


    1. Salvati dal naufragio


    Un'esplosione distrugge la loro nave. Ognuno si aggrappa ai primi pezzi flottanti che gli capitano sotto le mani. Cinque riescono a riunirsi sullo stesso relitto spinto dalle onde. Degli altri compagni del naufragio nessuna notizia.

    Da ore, lunghe ore, scrutano l'orizzonte: qualche nave in viaggio li vedrà? La loro zattera di fortuna approderà su qualche riva ospitale?

    Ad un tratto, un grido si sente: Terra! Terra laggiù! Guardate! Proprio nella direzione dove le onde ci spingono!

    Ed a misura che si profila, in effetti, la linea d'una riva, i visi si rallegrano.

    Sono cinque: Francesco, il grande e forte carpentiere, che per primo ha gridato: Terra!

    Paolo, il coltivatore, è quello che vedete davanti a sinistra, inginocchiato, con una mano appoggiata in terra e con l'altra si tiene aggrappato al palo del relitto.

    Giacomo, lo specialista per l'allevamento di animali; è l'uomo con i pantaloni a righe, il quale, inginocchiato guarda verso la direzione indicata.

    Enrico, il dottore in agraria, un po' grassotto, seduto su una valigia salvata dal naufragio.

    Tommaso, ingegnere mineralogista, è l'uomo in piedi, dietro, con la mano sulla spalla del carpentiere.

    2. Un'isola provvidenziale

    Rimettere i piedi sulla terra ferma, per i nostri uomini è un ritorno alla vita.



    Una volta asciugati e riscaldati, il loro primo pensiero è di fare conoscenza con questa isola dove sono stati spinti lontani dalla civiltà. Questa isola la battezzano col nome: L'Isola dei Naufraghi.

    Un rapido giro sull'isola colma le loro speranze. L'isola non è un deserto arido. Essi sono i soli uomini ad abitarla attualmente. Ma si accorgono che altri ci hanno vissuto prima di loro, dal fatto che hanno incontrato qua e là sull'isola greggi semi selvaggi. Giacomo, l'allevatore, afferma che potrà migliorarli e trarne un buon rendimento.

    In quando al suolo dell'Isola, Paolo lo trova in gran parte assai propizio all'agricoltura.

    Enrico scopre alberi fruttiferi e spera di poterne ottenere un grande profitto.

    Francesco nota sopratutto le belle distese di foreste, ricche in legno di ogni specie: sarà molto facile abbattere alberi e costruire ricoveri per la piccola colonia.

    In quanto a Tommaso, l'ingegnere, ciò che gli interressa è la parte la più rocciosa dell'Isola. Egli vi ha notato molti segni che indicano un sottosuolo molto ricco di minerali. Nonostante la macanza di arnesi del mestiere, Tommaso crede di avere abbastanza iniziativa e scaltrezza per trasformare il minerale in metalli utili.

    Ognuno potrà dunque dedicarsi al suo compito preferito per il bene di tutti. Tutti sono unanimi nel lodare la Provvidenza per lo scioglimento relativamente felice d'una grande tragedia.

    3. Le vere ricchezze

    Ecco i nostri uomini al lavoro.


    Le case ed i mobili vengono costruiti dal falegname. Nei primi tempi, ci accontentiamo di alimenti primitivi. Ma ben presto i campi coltivati daranno un buon raccolto.

    Stagioni dopo stagioni, il patrimonio dell'Isola si arricchisce; si arricchisce non d'oro o di denaro stampato, ma di vere ricchezze: cose che nutriscono, che abbigliano, che riparano, che rispondono ai veri bisogni.

    La vita non è sempre facile come la vorremmo. Ad essi mancano tante cose alle quali erano abituati nella civiltà. Ma la loro sorte potrebbe essere molto più triste.

    D'altronde, hanno già conosciuto tempi di crisi in Canada. Essi ricordono le privazioni a cui sono stati sottoposti, mentre che i magazzini erano pieni a dieci passi dalla loro porta di casa. Almeno, sull'Isola dei Naufraghi, nessuno li condanna a vedere marcire, sotto i loro occhi, cose di cui hanno bisogno. Poi le tasse sono sconosciute. Non c'è da temere i sequestri.

    Se il lavoro è duro tavolta, almeno si ha il diritto di godere i frutti della propria fatica.

    Insomma. sfruttano l'Isola, benedicendo Dio, sperando un giorno di poter ritrovare parenti ed amici, con due grandi beni che sono riusciti a conservare: la vita e la salute.

    4. Il maggiore inconveniente

    Il nostri uomini si riuniscono spesso per discutere dei loro affari.



    Nel sistema economico molto semplice che essi praticano, una cosa ritorna in mente loro sempre più spesso: non hanno nessuna specie di moneta. Lo scambio, il cambio diretto di prodotti con prodotti, ha molti inconvenienti. I prodotti scambiati non sempre si equivalgono. Così avviene che la legna consegnata al coltivatore durante l'inverno, potrà essere rimborsata in legumi soltanto fra sei mesi.

    Molte volte viene consegnato in un solo colpo un grosso articolo, da uno degli uomimi, che in cambio, vorrebbe differenti piccoli articoli, prodotti da parecchi altri uomini, e in epoche differenti.

    Tutto questo complica gli affari. Se vi fosse denaro in circolazione, ognuno potrebbe vendere i suoi prodotti agli altri in cambio di denaro. Con la moneta ricevuta, potrebbe comprare dagli altri le cose che desidera, quando le desidera e quando vi sono.

    Tutti sono d'accordo nel riconoscere la comodità di possedere un sistema monetario. Ma nessuno di loro sa come stabilirne uno. Hanno imparato a produrre la vera ricchezza, le cose. Ma non sanno fare i segni, il denaro.

    Essi ignorano come il denaro comincia e come farlo incominciare quando non ce n'è e che si decide insieme di averlo... Senza dubbio molti uomini istruiti sarebbero altrettanto nell'imbarazzo; tutti i nostri governanti lo sono stati durante dieci anni prima della guerra. Solo il denaro mancava al paese ed il governo restava paralizzato difronte a questo problema.

    5. L'arrivo di un rifugiato


    Una sera che i nostri uomini, seduti sulla spiaggia, parlano per la centesima volta di questo problema, tutto di un colpo vedono avvicinarsi una barca guidata da un solo uomo.

    S'affrettano ad aiutare il nuovo naufrago. Gli offrono le prime cure e discorrono. Apprendono che è un Europeo, il solo superstite di un naufragio. Il suo nome: Martin Golden.

    Felice di avere un altro compagno, i cinque uomini lo accolgono con calore e gli fanno visitare la colonia.

    — “Malgrado siamo lontani dal resto del mondo, gli dicono, non siamo proprio da compiangere. La terra rende molto bene ed anche la foresta. Una sola cosa ci manca: non abbiamo denaro per facilitare lo scambio dei nostri prodotti.”

    — “Benedite l'azzardo che mi ha portato qui! risponde Martin. Il denaro non ha misteri per me. Io, sono un banchiere ed in poco tempo posso installarvi un sistema monetario che vi darà soddisfazione.”

    Un banchiere!... Un banchiere!... Un angelo venuto direttamente dal cielo non avrebbe meritato più riverenze. In paesi civilizzati non siamo noi abituati ad inchiarci davanti ai banchieri che controllano le pulsazioni della finanza?

    6. Il dio della civiltà

    — “Signor Martin, poiché siete banchiere, voi non lavorerete sull'Isola. Vi occupererete solamente del nostro denaro.”



    — “Io mi occuperò con piacere, come ogni banchiere, di stimolare la prosperità comune.”

    — “Signor Martin, vi costruiremo una dimora degna di voi. Nel fra tempo, vi possiamo sistemare nell'edificio che serve alle nostre riunioni pubbliche?”

    — “Molto bene, amici. Ma incominciamo a sbarcare tutto ciò che sono riuscito a salvare dal naufragio: una piccola pressa, della carta e soprattutto un piccolo barile che tratterete con molto cura.”

    Si sbarca tutto. Il piccolo barile intriga la curiosità della nostra brava gente.

    — “Questo barile, dichiara Martin, è un tesoro senza pari. È pieno d'oro!”

    Pieno d'oro! Cinque anime non mancarono di sprigionarsi da cinque corpi. Il dio della civiltà entrato nell'Isola dei Naufraghi. Il dio gallo, sempre nascoto, ma potente, terribile, di cui la presenza o l'assenza o i minimi capricci possono decidere della vita di 100 nazioni!

    — “Dell'oro! Signor Martin, vero grande banchiere! Ricevete i nostri omaggi ed i nostri giuramenti di fedeltà.”

    —- “Dell'oro per tutto un continente, miei amici. Ma non è l'oro che deve circolare. Bisogna nascondere l'oro: l'oro è l'anima di tutto il denaro sano. L'anima deve restare invisibile. Io vi spiegherò tutto ciò quando vi darò il denaro.”

    7. Un seppellimento senza testimoni


    Prima di separarsi per la notte, Martin rivolge loro un'ultima domanda:

    “Per incominciare, di quanto denaro avreste bisogno sull'Isola, per facilitare i vostri scambi?”

    Si guardano. Consultano umilmente lo stesso Martin. Con il suggerimento del benevolo banchiere concordano che $200 per ognuno sono abbastanza per incominciare. Appuntamento fissato per l'indomani sera.

    Gli uomini si ritirano, scambiano tra di loro, riflessioni commosse, vanno a dormire tardi, s'addormentano bene soltanto verso il mattino, dopo avere a lungo sognato l'oro cogli occhi aperti.

    Martin non perde tempo. Dimentica la sua stanchezza per non pensare che al suo avvenire di banchiere. Allo spuntare del giorno scava un fosso e nasconde il barile dentro, lo copre di terra, lo dissimula con dei ciuffi d'erba accuratamente posti, vi trapianta un piccolo arbusto per nascondere ogni traccia.

    Poi mette in moto la sua piccola pressa, per stampare mille biglietti da un dollaro. Vedendo i biglietti uscire della pressa, tutti nuovi, sogna tra sè:

    — “Come è facile fare questi biglietti! Essi daranno il valore ai prodotti che serviranno a comprare. Senza prodotti, i biglietti non varrebbero nulla. I miei cinque ingenui clienti non pensano a ciò. Essi credono che è l'oro che garantisce i dollari. Io li lascio nella loro ignoranza!”

    Arriva la sera , i cinque corrono verso Martin.

    8. A chi il denaro appena sfornato?

    Cinque mucchietti di biglietti erano là, sulla tavola.



    — “Prima di distribuirvi questo denaro, disse il banchiere, bisogna intendersi.”

    “Il denaro è basato sull'oro. L'oro, collocato nella volta della mia banca, è mio. Dunque il denaro è mio ... Oh! Non siate tristi. Io vi prestero questo denaro e voi l'userete a vostro piacere. Nel frattempo, io non vi carico che gli interessi. Visto che il denaro è raro sull'Isola, anzi non ce n'è affatto, credo di essere ragionevole, domandandovi solo un piccolo interesse dell'otto per cento.”

    — “In effecto, Signor Martin, voi siete molto generoso.”

    — “Un ultima cosa amici. Gli affari sono affari, anche tra grandi amici. Prima di toccare il suo denaro, ognuno di voi, firmerà questo documento: c'è l'impegno per ognuno di voi di rimborsare capitale ed interessi, su pena di confiscazione, da parte mia, delle vostre proprietà. Oh! Una semplice garanzia. Io non tengo per nulla ad avere mai le vostre proprietà, io mi contento del denaro. Io sono sicuro che voi conserverete i vostri beni e che mi restituirete il denaro.”

    — “È pieno di buon senso, Signor Martin. Noi raddoppieremo il nostro lavoro e vi rimborseremo tutto.”

    — “Va bene. E venite a trovarmi ogni qual volta che avete dei problemi. Il banchiere è il migliore amico di tutti... Adesso, ecco ad ognuno i suoi 200 dollari.”

    Ed i nostri cinque uomini se ne vanno contenti, la testa e le mani piene di dollari.

    9. Un problema d'aritmetica


    Il denaro di Martin circola nell'Isola. Gli scambi si sono moltiplicati, semplificandosi. Tutti si rallegrano e salutano Martin con rispetto e gratitudine.

    Frattanto, Tommaso, l'ingegnere, è inquieto. I suoi prodotti sono ancora sotto la terra. Non ha in tasca che qualche dollaro. Come potrà rimborsare alla prossima scadenza il banchiere?

    Dopo aver ragionato a lungo sul suo problema individuale, Tommaso considera questo socialmente:

    "Considerando la popolazione dell'Isola tutta intera, pensa, siamo noi in grado di mantenere i nostri impegni ? Martin ha fatto una somma totale di $1,000. Egli domanda una somma di $1,080. Persino prendendo insieme tutto il denaro dell'Isola per portarglielo, ciò farebbe $1,000 e non $1,080. Nessuno ha fatto gli $80 in più. Noi facciamo prodotti, non dollari. Martin potrà dunque sequestrare tutta l'Isola, poiché noi tutti insieme, non possiamo restituire capitale e interessi.

    “Quelli che sono capaci rimborsano per loro stessi, senza preoccuparsi degli altri, molti cadranno subito, altri sopravviveranno. Ma, il turno degli altri verrà ed il banchiere prenderà tutto. Dunque, meglio mettersi insieme immediatamente e regolare quest'affare socialmente.”

    Tommaso non ha difficoltà a convincere gli altri che Martin li ha imbrogliati. Tutti si danno appuntamento presso il banchiere.

    10. Benevolenza del banchiere


    Martin indovina il loro stato d'animo, ma fa buona faccia. L'impetuoso Francesco presenta il caso:

    — “Come possiamo noi portarvi $1,080 quando non ce n'è che $1,000 in tutta l'Isola?”

    — “È l'interesse, miei buoni amici. Non è la vostra produzione aumentata?”

    — “Si, ma, il denaro, lui, non è aumentato. Ora, c'è giustamente del denaro che voi reclamate e non dei prodotti. Voi solo potete fare del denaro. Ora voi non avete fatto che $1,000 e ne domandate $1,080. Questo è impossibile!”

    — “Aspettate amici. I banchieri si adattano sempre alle condizioni per il più grande bene del pubblico... Io non vi domanderò che l'interesse. Niente di più di $80. Voi continuerete a tenere il capitale.”

    — “Voi ci abbolite i nostri debiti?”

    — “No, mi dispiace, ma un banchiere non rimette mai un debito. Voi mi dovete ancora tutto il denaro prestato. Ma voi non mi rimetterete ogni anno che l'interesse. Se voi siete assidui a pagare l'interesse, io non vi incalzerò per il rimborso del capitale. Qualcuno di voi può essere incapace di pagare persino il suo interesse, poiché il denaro va da una persona all'altra. Allora organizzatevi come una nazione e fondate un sistema di collezione. Ciò si chiama tassare. Voi tasserete di più quelli che avranno più denaro, e gli altri meno. Purché che voi mi apportiate collettivamente il totale dell'interesse, io sarò soddisfatto e la vostra nazione andrà bene.”

    I nostri uomini rincasano metà calmi e metà pensierosi.

    11. L'estasi di Martin Golden


    Martin è solo. Qualche minuto di raccoglimento e conclude:

    “Il mio affare è buono. Buoni lavoratori questi uomini, ma ignoranti. La loro ignoranza e fiducia fanno la mia forza. Essi volevano del denaro, io gli ho passato delle catene. Essi mi hanno coperto di fiori, mentre io ingannavo loro.

    “Oh! grande banchiere, io sento il tuo genio impadronirsi dei mio essere. Tu lo hai ben detto, illustre maestro: «Che mi sia accordato il controllo del denaro di una nazione ed io m'infischio di chi fa le sue leggi.» Io sono il padrone dell'Isola dei Naufraghi, perché ho il controllo del suo sistema monetario.

    “Io potrei controllare un universo. Ciò che faccio qui io, Martin Golden, lo posso fare nel mondo intero. Che io esca, un giorno, da questa Isola: so come governare il mondo senza tenere lo scettro.”

    E tutta la struttura del sistema bancario sorge nello spirito lietissimo di Martin.

    12. La crisi del carovita

    Frattanto, la situazione peggiora sull'Isola dei Naufraghi. Anche se la produttività aumenta, gli scambi diminuiscono. Martin pompa regolarmente i suoi interessi. Bisogna pensare a mettere denaro da parte per lui. Il denaro circola male.



    Quelli che pagano più tasse gridano contro gli altri e aumentano i loro prezzi per trarne guadagno. I più poveri, che non pagano tasse, gridano contro l'alto costo della vita e comprano meno.

    Il morale diminuisce, la gioia di vivere se ne va. Non si ha più a cuore il lavoro. A che pro? I prodotti si vendono male; e quando si vendono, bisogna pagare delle tasse a Martin. La gente s'impoverisce. È la crisi. Ed ognuno accusa il suo vicino di mancare di virtù e di essere la causa della vita sempre più cara.

    Un giorno, Enrico, riflettendo nel mezzo del suo frutteto, conclude che il “progresso” apportato dal sistema monetario del banchiere, ha rovinato tutto nell'Isola. Certamente, i cinque uomini hanno i loro diffeti; ma il sistema di Martin nutre tutto ciò che è di più cattivo nella natura umana.

    Enrico decide di riunire i suoi compagni per convincerli di ciò. Incomincia da Giacomo. Subito fatto: “Eh!" dice Giacomo, "non sono affatto sapiente io; ma è da molto tempo che lo sento: il sistema di quel banchiere è più putrido del letame della mia stalla la scorsa primavera!”

    Tutti sono convinti l'uno dopo l'altro, ed un nuovo abbocamento con Martin è deciso.

    13. Presso il fabbricante di catene

    Ci fu una tempesta presso il banchiere:

    — “Il denaro è raro sull'Isola, Signor, perché voi ce lo togliete. Vi paghiamo, vi paghiamo, e vi dobbiamo ancora altrettanto che al principio. Lavoriamo, facciamo le terre più belle, ed ecco che siamo più mal presi di prima che voi arrivaste. Debito! Debito! Debito sin sopra i capelli!”



    — “Orsù! miei amici, ragioniamo un po'. Se le vostre terre sono più belle, è grazie a me. Un buon sistema bancario è il più bel vantaggio per un paese. Ma per approfittarne bisogna, prima di tutto conservare la fiducia al banchiere. Venite a me come ad un padre... Voi volete altro denaro? Molto bene. Il mio barile d'oro vale molte volte mille dollari... Tenete, io ipotecherò le vostre nuove proprietà e vi presterò immediatamente altri mille dollari.”

    — “Due volte più dei debiti? Due volte di più di un interesse da pagare ogni anno, senza mai finire?”

    — “Si, ma, io ve ne presterò ancora altrettanto così voi aumenterete la vostra ricchezza fondiaria; e voi non mi restituirete che l'interesse. Voi accatasterete i prestiti, li chiamerete: debito consolidato. Debito che potrà aumentare di anno in anno. Ma anche il vostro reddito. Grazie ai miei prestiti, voi svilupperete il vostro paese.”

    — “Allora, più il nostro lavoro farà produrre l'Isola, più il nostro debito totale aumenterà?”

    — “Come in tutti i paesi civilizzati, il debito pubblico è un barometro della prosperità.”

    14. Il lupo mangia gli agnelli


    — “Questo è quello che voi chiamate denaro sano, Signor Martin? Un debito nazionale divenuto necessario ed impagabile, ciò non è sano, ciò è malsano.”

    — “Signori, ogni denaro sano deve essere basato sull'oro e deve uscire dalla banca allo stato di debito. Il debito nazionale è una buona cosa: esso mette i governi sotto la saggezza incarnata nei banchieri. A titolo di banchiere, io sono una fiaccola di civiltà nella vostra Isola.”

    — “Signor Martin, noi non siamo che degli ignoranti, ma, noi, non vogliamo affatto questa civiltà. Noi non prenderemo più in prestito un solo soldo da voi. Denaro sano o non sano, noi non vogliamo più fare affari con voi.”

    — “Mi dispiace questa decisione goffa, Signori. Ma, se rompete il contratto con me, io ho le vostre firme. Rimborsatemi immediatamente tutto, capitale e interessi.”

    — “Ma, questo è impossibile, Signore. Anche restituendovi tutto il denaro dell'isola, non saremmo liberi.”

    — “Io non ci posso far niente. Voi avete firmato, si o no? Si! Ebbene, in virtù della correttezza dei contratti, io sequestro tutte le vostre proprietà ipotecate, come convenuto tra noi, al tempo in cui eravate cosi contenti di avermi. Voi non volete servire con beneplacito la potenza del denaro, voi la servirete con la forza. Voi continuerete a sfruttare l'Isola, ma per me e alle mie condizioni. Andate. Io vi darò i miei ordini domani.”

    15. Il controllo del giornali

    Martin sa che colui che controlla il sistema 'monetario di una nazione, controlla questa nazione. Ma lui sa anche, che, per mantenere questo controllo bisogna intrattenere il popolo nell'ignoranza e divertirlo con altre cose.



    Martin ha notato che, tra i cinque uomini, due sono conservatori e tre sono liberali. Lo ha notato dalle conversazioni dei cinque, la sera, soprattutto da quando sono diventati suoi schiavi. Litigano tra rossi e blu.

    Di tanto in tanto, Enrico, meno partigiano, suggerisce un'Unione dei Elettori, per risolvere meglio insieme, una situazione penosa per tutti... Unione pericolosa per tutta dittatura.

    Martin s'impegnerà dunque ad inasprire le loro discordie politiche il più possibile.

    Si serve della sua piccola pressa per pubblicare due foglietti settimanali: “Il Sole” per i rossi; “La Stella” per i blu.

    “Il Sole”, in sostanza dice: Se voi non siete più padroni nel vostro paese, è a causa di questi "blu" arretrati, sempre attaccati ai grossi interessi.

    “La Stella” dice in sostanza: Il vostro debito nazionale è l'opera dei maledetti rossi, sempre pronti a qualsiasi avventura politica.

    E i nostri due gruppi politici litigano sempre di più, dimenticando il vero fabbro di catene, il controllore del denaro, Martin.

    16. Un relitto prezioso


    Un giorno, Tommaso, l'ingegnere, scopre, incagliata nel fondo di un ansa, alla fine dell'Isola, e coperta da erbacce, una barca da salvataggio, senza remi, senza altra traccia di servizio che una cassa ben conservata.

    Apre la cassa: oltre al panno e qualche piccolo articolo, la sua attenzione si ferma si un libro-album ancora ben conservato intitolato: “Primo Anno di Verso Domani”

    Curioso, il nostro uomo si siede e apre questo libro. Lo legge, lo divora. S'illumina: “Mah, esclama egli ecco ciò che avremmo dovuto sapere da molto tempo.”

    Il denaro non trae affatto il suo valore dall'oro, ma dai prodotti che il denaro compra.

    “Il denaro può essere una semplice contabilità i crediti passando da un conto all'altro secondo la compra vendita. Il totale del denaro in rapporto con il totale della produzione.

    “Ad ogni aumento della produzione, deve corrispondere un aumento equivalente del denaro... Mai interessi da pagare sul denaro che non si ha... Il progessso è rappresentato, non da un debito pubblico, bensi da un dividendo uguale a ciascuno... I prezzi, aggiustati al potere di acquisto per un coefficiente dei prezzi... Il Credito Sociale...”

    Tommaso non si tiene più. Si alza e corre, con il suo libro, rende partecipi della sua splendida scoperta i suoi quattro compagni.


    17. Il denaro, semplice contabilità

    E Tommaso diventa professore:

    “Ecco, dice egli, quello che avremmo potuto fare, senza il banchiere, senza oro, senza firmare alcuno debito.



    “Io apro un conto al nome di ciascuno di voi. A destra, i crediti, che fanno aumentare il vostro conto; a sinistra, i debiti, che lo fanno diminuire.

    “Noi volevamo ciascuno $200 per cominciare. Di comune accordo, decidiamo d'iscrivere per ognuno un credito di 200. Ciascuno ha immediatamente $200.

    “Francesco compra da Paolo dei prodotti per $10. Io tolgo a Francesco 10, gli resta 190. Aggiungo 10 a Paolo, ha adesso 210.

    “Giacomo compra da Paolo per $8. Tolgo 8 a Giacomo, gli resta 192, mentre Paolo, lui sale a 218.

    “Paolo compra legna da Francesco $15. Io tolgo 15 a Paolo, resta con 203; aggiungo15 a Francesco che risale a 205.

    “E cosi di seguito; da un conto all'altro, tutto come i dollari di carta vanno da una tasca all'altra.

    “Se qualcuno di noi ha bisogno di denaro per aumentare la sua produzione, si apre il credito necessario per lui, senza interessi. Egli rimborsa il credito una volta venduta la produzione. La stessa cosa per i lavori pubblici.

    “Si aumenta anche periodicamente, i conti di ciascuno di una somma addizionale, senza togliere niente a nessuno, in corrispondenza al progresso sociale. Questo è il dividendo nazionale. Il denaro è cosi uno strumento di servizio.”

    18. Disperazione del banchiere


    Tutti hanno capito. La piccola nazione è diventata creditista. L'indomani, il banchiere Martin riceve una lettera firmata dai cinque:

    “Signore, voi ci avete indebitati e sfruttati senza alcuna necessità. Noi non abbiamo più bisogno di voi per reggere il nostro sistema monetario. Noi avremo ormai tutto il denaro che ci serve, senza oro, senza debito, senza ladri. Noi stabiliamo immediatamente nell'Isola dei Naufraghi, il sistema del Credito Sociale. Il dividendo nazionale sostituirà il debito nazionale.

    “Se voi tenete al vostro rimborso, noi possiamo rimettervi tutto il denaro che avete fatto per noi, non di più. Voi non potete reclamare quello che non avete fatto.”

    Martin è disperato. È il suo impero che crolla. I cinque diventati creditisti, il mistero del denaro o del credito non esiste più per loro.

    “Cosa fare? pensa egli. Chiedere loro perdono, diventare come loro? Io, banchiere, posso farlo?... No, Io cercerò piuttosto di non aver bisogno di loro e di vivere in disparte.”

    19. Soperchieria scoperta


    Per proteggersi contro ogni reclamazione futura possibile, i nostri uomini decidono di far firmare dal banchiere un documento attestando che egli possiede ancora tutto quello che aveva arrivando nell'Isola.

    Da dove l'inventario generale: la barca, la piccola pressa e... il famoso barile d'oro. Bisognò che Martin indichi il luogo e dissotterri il barile. I nostri uomini lo tireranno fuori dal buco con molto meno rispetto questa volta. Il Credito Sociale ha insegnato loro a disprezzare il feticcio oro.

    L'ingegnere, alzando il barile, trova che per essere dell'oro, non pesa molto: “Io ho molti dubbi che questo barile sia pieno d'oro.” L'irruente Francesco non esita più. Un colpo d'accetta ed il barile spiega il suo contenuto: d'oro, non una oncia! Roccie niente che volgari roccie senza valore!...

    I nostri uomini hanno pena a chi credere:

    — “Dire che ci ha imbrogliati fino a questo punto, il miserabile! Quanti creduloni bisogna essere, anche per andare in estasi difronte alla parola: ORO!”

    — “Dire che noi gli abbiamo ipotecato tutte le nostre proprietà per dei pezzi di carta basati su quattro palate di roccia! Ladro e bugiardo.”

    — “Dire che noi abbiamo litigato e ci siamo odiati gli uni e gli altri per mesi e mesi per una tale soperchieria! Il demonio!”

    Appena Francesco aveva azalto l'accetta, il banchiere partiva verso la foresta a tutta velocità.



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