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Come si evince dal titolo, si tratta del primo volume di una serie di tre dedicati all'esercito romano. Mancano ormai da anni nel panorama italiano nuovi titoli dedicati esclusivamente ad una descrizione completa e sistematica delle armi romane, essendo sia il libro di Yann Le Bohec (comunque dedicato solamente al periodo alto imperiale) che il volume di Alessandro Milan parecchio datati, mentre "The Complete Roman Army" di Adrian Goldsworthy recentemente tradotto pecca nel mettere troppa carne al fuoco in un solo volume, concentrandosi ancora principalmente sul periodo alto imperiale. Il libro (o meglio i libri) di Cascarino (già traduttore sia dello Strategikon di Maurizio che delle opere di Senofonte sulla cavalleria, pubblicati dallo stesso editore) arriva a colmare il vuoto. Il volume, splendidamente illustrato dallo stesso autore con tavole, schemi e disegni, vuole essere innanzitutto un viaggio introduttivo per il neofita nell'evoluzione dell'esercito romano, concentrandosi in particolar modo sia sui fattori tecnici (armamento ed equipaggiamento, troppo spesso ignorati dagli autori nostrani) che organizzativi, ma non tralasciando di fornire una visione a tutto-tondo: giurisprudenza, tattiche, logistica, ecc.). Le consuete fonti letterarie sono integrate sia dai dati archeologici aggiornati, che dalle esperienze ricostruttive dei vari gruppi di Reenactment, italiani o esteri. Il volume genera quindi spunti di interesse e riflessione nuovi anche nei lettori già ferrati sull'argomento; in special modo questo primo volume affronta con rigore storico un periodo della storia dell'esercito romano, molto meno conosciuto rispetto al più "famoso" periodo alto-imperiale. Chiudono il volume delle utilissime appendici sulle fonti, i sistemi di unità di misura romane e la terminologia militare ed un interessante capitolo sulle tecniche di forgiatura e produzione delle armi di bronzo e di ferro. La prefazione all'opera è di Giovanni Brizzi.



"Per tutto il tempo che ho vissuto ho bevuto con piacere , bevete dunque voi che vivete" dal monumento funebre di un legionario