su Annibale...
secondo me c'è una abisso tra il dio in terra che era il figlio di Amilcare e il si calcolatore e abile Scipione, in grado di gestire una battaglia con freddezza e lucidità, ma un generale alla vecchia maniera, che, a parte il quincunx a scacchiera contro gli elefanti usa tattiche convenzionalissime e vince per una schiacciante superiorità.
Ecco i motivi:
Annibale nn sfrutta le vittorie in Italia? Cartagine nn invia nè rinforzi ne rifornimenti, è privo di macchine d'assedio, e, posto che avesse potuto fabbricarle sul posto, si sarebbe potuto trovare impegnato in un lungo assedio che avrebbe lasciato esposta la sua UNICA armata contro la moltitudine che Roma poteva mobilitare nella penisola. Uno dei suoi meriti maggiori fu proprio quello di affrontarne una x volta muovendosi continuamente.
Scipione sfrutta la situazione politica cartaginese? NN c'era proprio nulla da sfruttare, Cartagine ha fatto tutto da sola, minata da rivalità interne e da generali, a parte Annibale, decisamente mediocri. Con un esercito, a parte i veterani di Italia, composto da truppe mercenarie, scarsamente motivate, forsi più abili individualmente dei romani ma in netto svantaggio di fronte alla coesione dimostrata dai nemici. I numidi di Massinissa nn erano alleati di Cartagine, ma di Roma. Cambiarono bandiera appena i romani sbarcarono in Africa, perchè era tra loro in corso una guerra civile che ne portò la maggior parte al servizio dell'urbe.
Non sono d'accordo con Hannibal, in quanto se Scipione si fosse trovato al posto di annibale, probabilmente in Italia nn ci sarebbe mai andato (e se avesse solo provato, con Annibale in circolazione x la penisola, nn sarebbe durato che un paio di mesi, altro che anni) , e si sarebbe trovato a soccombere in Spagna come fecero i generali cartaginesi
GLORIA AL FIGLIO DEL TUONO
[Modificato da =Hegemon= 01/12/2006 15.35]
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Di coloro che morirono alle Termopili
la sorte è gloriosa, bello il destino,
e un altare è la tomba, al posto dei gemiti il ricordo, e il compianto è lode.
Una tale veste funebre la ruggine
non oscurerà, o il tempo che tutto doma.
Questo sacro recinto d'eroi scelse ad abitare con sè
la gloria della Grecia. Testimone è Leonida,
il re di Sparta, che un grande ornamento di valore ha lasciato,
e una fame perenne.
O' xeìn, angèllein lakedaimonìois òti tède
keìmeta, toìs keìnon rèmasi peitòmenoi
Simonide di Ceo