Complimenti ragazzi! mi è piaciuta l'idea di far narrare la cronaca ad un cappellano cardinalizio. Avevo pensato di fare lo stesso ma utilizzando le corrispondenze dal campo di generali, chierici e diplomatici.
Dunque, vado avanti con la mia narrazione usando a tratti queste facilitazioni.
Anno del Signore 1302: conclusa l'incoronazione imperiale, Godwine di Salisburgo, detto l'Iracondo, trasferisce la sua sede a Firenze, designandola quale nuova capitale del regno. Le conquiste dei territori siciliani, portate a compimento intorno alla fine del XII secolo da Eusebio di Salisburgo, zio di Godwine, e cugino del defunto Guglielmo il Cavalleresco, costringono Godwine a tenere conto dello spostamento dell'asse imperiale verso il Mediterraneo, garantendo non solo maggiore equilibrio burocratico/amministrativo, ma anche maggiore considerazione per le isole e le città di Ajaccio e Iraklion. I primi anni di regno trascorrono in tranquillità, e sull'Impero prospera la pace; a nord, il massiccio aumento di truppe nelle città di Amburgo e Francoforte (quest'ultima antica e sontuosa capitale) ha indotto i danesi a desistere dai ripetuti attacchi per il dominio totale del Baltico dell'Ovest; a est, le truppe magiare si sono ritirate entro i confini ungheresi, mentre la secolare alleanza con l'Impero Romano d'Oriente garantisce una leale convivenza, oltre a proficui scambi economici, tra Ragusa, Zagabria e la Grecia ortodossa. La penisola italica è invece totalmente imperiale, a eccezione di Roma: qui, il papa inglese mantiene un atteggiamento di diffidente distacco dall'aquila imperiale. A ovest, infine, scomparsa la minaccia francese, i confini imperiali si assestano lungo un confine che va da Marsiglia a Reihms, confinando a sud con gli Spagnoli, padroni della fortezza di Tolosa, a nord con gli Inglesi, che controllano Parigi, Angers, Caen e Antwerp. Lontana è, infine la minaccia musulmana, bloccata dai bizantini fino almeno ai Carpazi. Nel 1307, però, cade l'ultima Roma: Costantinopoli finisce in mano Mora e Bisanzio è costretta ad arretrare verso ovest.
L'Impero è economicamente prospero; più di 60.000 fiorini stipati nelle sue casse consentono lo sviluppo di porti, laboratori, fortificazioni, gilde e monumenti cristiani. Amburgo, Norimberga, Francoforte, Vienna, Genova, Bologna, Venezia, Napoli, e quasi tutte le restanti città imperiali, conoscono in questo periodo una fioritura senza pari. I problemi cominciano però a partire dal 1309 quando, dalle oscure foreste della Sassonia compare un rosseggiante vessillo inglese che marcia verso Francoforte. La città franca, priva di opportune difese è costretta a barricarsi entro le mura per almeno due anni, mentre l'Imperatore Godwine si trova di fronte ad una scelta difficile: la lunga linea di fortificazioni che percorre l'Impero da sud a nord sul versante occidentale gli consentirebbe una facile conquista di tutti i possedimenti continentali inglesi, ma attaccare l'Inghilterra significherebbe inimicarsi il papa devoto al sovrano anglosassone.
Da un epistola di Guglielmo il Pazzo, generale di stanza a Francoforte, erede del trono imperiale:
"A Godwine Imperatore di Roma, devotamente suo cugino Guglielmo.
Sire, da quindici lunghi mesi ormai il mattino tedesco si macchia di vergogna, anzichè di aurora. I lavori nei campi sono interrotti, i raccolti vengono depredati dai barbari inglesi, e la vista della nostra terra è offuscata dai vessilli leonini. Fabbri, mercanti, minatori, pellegrini, sacerdoti e venturieri sono bloccati in città, poichè gli anglici non lasciano uscire nessuno, e si appropriano delle carovane provenienti da Amburgo, Norimberga e Metz. In assenza di materiali quali legname e ferro, le costruzioni sono bloccate e le truppe non possono essere opportunamente addestrate. Ma più di tutte le disgrazie, è l'onta a pesare sul mio capo. Prego Lei, prego Iddio ogni giorno che il Sacro Impero possa trovare la forza per porre fine a questo assedio, portato senza rispetto alcuno al cuore dell'Impero; mentre dovunque, a oriente e occidente, la vita trascorre banalmente, Francoforte è lontana dalla gloria e dalla prosperità.
In fede,
Guglielmo.
Febbraio a.D. 1310"
La situazione diviene ben presto insostenibile e così Godwine decide per l'attacco agli inglesi, facendo leva sulle notevoli armate stipate a occidente. Per rompere in breccia l'assedio di Francoforte, un contingente di 500 uomini viene inviato dalla rocca alpina di Staufen. Agli inglesi basta questo per ritirarsi nella regione di Antwerp. L'armata imperiale, però, procedendo sul suo cammino, e sorretta da contingenti provenienti da Francoforte liberata, raggiunge a spron battente le truppe inglesi affrontandole sul campo. L'armata inglese, costituita in buona parte di arcieri e miliziani, è distrutta dalla fanteria pesante tedesca, e dai colpi di catapulta. Nell'anno del signore 1312, quattro armate muovono nel cuore del regno continentale inglese. Due, provenienti da Berna e Digione, marciano alla volta di Caen; un'altra proveniente da Reihms, alla volta di Parigi; la quarta, la gloriosa legione partita da Staufen, si muove alla volta di Bruges. E' proprio Bruges la prima città a cadere, nel 1313; intanto, gli inglesi tentano una manovra militare avvolgente muovendo un'enorme legione da Caen a Parigi. La legione inglese si sposta parallelamente alle due legioni imperiali che, poco più a sud, attraversando i boschi della Francia occidentale, tendevano in direzione di Caen. A questo punto, i piani si modificano:
da un'epistola di Hans di Norimberga, generale della legio prima occidentalis di stanza alle porte di Parigi e governatore di Digione, indirizzata al capitano Wikerus, a capo della legio secunda occidentalis accampata nei boschi a nord di Tolosa:
"Capitano, in qualità di suo superiore, ordino a lei, alla sua legione, alla sua fede, di muovere la legio secunda in direzione di Parigi, con gran celerità e marciando da sud, fino a raggiungere la truppe sotto il mio comando alle spalle. Le nostre vedette hanno infatti riferito che, mentre la secunda e la tertia marciano verso Caen, proprio da Caen giunge un'immensa armata nemica che ha per obiettivo rompere in breccia l'assedio di Parigi. Capirete bene che, se noi fossimo sconfitti, all'armata inglese sarebbe consentito un varco ampissimo verso Metz, Digione, Berna e Marsiglia: dilagherebbero nei nostri territori che la grande mobilitazione degli ultimi due anni ha lasciato sguarniti, e l'Impero sarebbe esposto ad un rischio insormontabile. Caduto il centro del nostro fronte occidentale, anche le due legioni che marciano verso Caen, e quella che ha preso Bruges nel marzo, resterebbero isolate, e preda della riorganizzazione nemica. Caen, dal canto suo, è una fortezza vacante: una sola legione sarà più che sufficiente a conquistarla. Ordini per conto mio al capitano Thorsten di proseguire, ma lei torni immediatamente a Parigi. Da soli siamo perduti.
Hans di Norimberga, Parigi, Aprile 1313".
per ora questo è quanto. che dite mi sono dilungato troppo? o posso continuare?