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L'Eredità dei Romani

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2009 22:45
01/10/2009 22:57
 
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Qualcosa colpisce ancor più duramente il Papato però, proprio durante il suo peggior periodo. Il Papa si trasferisce a Palma di Maiorca, dove sposta il suo potere temporale. Tuttavia la fortezza viene subito attaccata dai siculo – normanni, che vengono scomunicati. Ovviamente la Repubblica rompe l’alleanza con i normanni e li attacca in Sicilia, occupando la fortezza di Siracusa e uccidendo il Principe Lorenzo d’Altavilla. In poco tempo anche Palermo è cinta d’assedio, ma viene presa solo nel 1152, dopo una sanguinosa battaglia in cui ambo le parti perdono più di 1000 uomini. L’ultima a cadere è Cagliari, quasi priva di guarnigione, dove muore il Re Tancredi d’Altavilla, ucciso da una freccia degli abili tiratori italici. Sono i mori però ad infliggere il colpo di grazia agli “infedeli” normanni, che vengono sconfitti a Tunisi. Il loro ultimo reggente è costretto a dichiarare la fine del regno, per poi venire esiliato in Francia.

Ma per la Repubblica d’Italia il nemico ha solo cambiato volto, in quanto i mori attaccano Cagliari, ma vengono sconfitti grazie alla presenza dell’armata italiana che l’aveva tolta ai normanni. Fortunatamente però i negoziati per gli italici vanno per il verso giusto: l’ex Lega Lombarda (spostatasi in Mesopotamia) chiede una tregua, accettata (dietro pagamento) dalla Repubblica, e anche i Bizantini vengono a patti. Una volta ristabilite le rotte commerciali con l’oriente e col potentissimo Sultanato d’Egitto, un forte flusso di denaro fluisce nelle casse della Repubblica, prima potenza commerciale del Mediterraneo. Inoltre i mori sono i soli nemici dell’Italia, che può dedicarsi interamente alla conquista del nord – Africa. Il Consiglio decide di invadere il continente da Tunisi, castello già fortemente cristianizzato dai siciliani, per poi procedere lungo la costa, verso ovest. Così mentre il castello tunisino cade, inizia una violentissima guerra navale: decine e decine di galere da guerra italiane solcano il Mediterraneo centro – meridionale e distruggono la flotta moresca, grazie all’abilità e alla potenza ereditata dai grandi navigatori veneziani, genovesi, pisani e amalfitani. Durante tutto il 1155 - 1160 i mori vengono sconfitti ripetutamente in nord – Africa, infatti la maggior parte delle loro forze è occupata a nord, volta a occupare tutta la penisola iberica. Per tutti gli anni seguenti il Sultanato rifiuta di trattare, sino alla morte del Sultano, avvenuta durante la presa di Marrakech. Prima della tregua, firmata nel 1164 a Cordova, vengono prese anche le province più interne. Intanto arriva un messaggio dall’ex Re di Castiglia e Leòn (ora solo possessore della Navarra e di Bordeaux) al Papa: la presenza dei musulmani nella penisola è pericolosa per tutta la cristianità, perciò occorre che tutti i cristiani prendano le armi per liberarla dai pagani…
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