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"Perché i Talebani stanno vincendo (per adesso)" di Kimberly Kagan

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 09:00
01/09/2009 09:00
 
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"Per vincere in Afghanistan occorre una nuova strategia" di F. Rampini

www.repubblica.it/2009/08/sezioni/esteri/afghanistan-18/nuova-strategia/nuova-strategia....

NEW YORK - La guerra in Afghanistan si può vincere solo cambiando strategia, la situazione sul terreno è "grave". Parola del generale capo delle forze Nato, l'americano Stanley McChrystal, che ieri ha consegnato un rapporto molto atteso. Che non fa sconti a nessuno, e prelude a nuove richieste anche per gli alleati europei. "La guerra si può ancora vincere", è il massimo dell'ottimismo che il generale è riuscito a infilare nel rapporto. Per il resto dipinge una situazione critica, come preludio alla richiesta imminente di nuove truppe. Un serio problema per Barack Obama: l'Afghanistan è ormai diventata la "sua" guerra e non più un semplice lascito di George Bush da liquidare. Da quando l'attuale presidente l'ha definita "un conflitto di necessità", ha fatto propria la tesi secondo cui combattere i Taliban è indispensabile per proteggere l'America da nuovi attacchi terroristici di Al Qaeda. In questo modo Obama si è esposto in prima persona, diventando il prossimo bersaglio dei movimenti pacifisti, che già annunciano mobilitazioni nelle prossime settimane.

Il generale McChrystal ha assunto il comando delle truppe americane e della Nato in Afghanistan a giugno, con l'esplicita missione di operare una svolta nel conflitto. Nel frattempo Obama aveva autorizzato l'invio di altri 21.000 soldati americani. Ma dall'arrivo di McChrystal la gravità della situazione sul terreno si è accentuata. Luglio ha segnato un record storico di vittime: 44 soldati americani uccisi, il massimo in un solo mese dall'inizio del conflitto nel novembre 2001. L'escalation è proseguita in agosto: un nuovo record con 47 morti solo fra gli americani. In parallelo è cresciuta nei sondaggi la maggioranza degli americani contrari alla guerra. Un'analoga escalation di vittime ha colpito il contingente britannico, il secondo più numeroso, creando serie difficoltà politiche in patria anche a Gordon Brown.

"La situazione è grave ma il successo può essere alla nostra portata" si legge nel rapporto McChrystal. A quali condizioni? "Richiede una revisione strategica nell'applicazione degli obiettivi, nell'impegno e nella determinazione, e più compattezza negli sforzi". La gran parte del contenuto del rapporto è rimasta riservata, nota per adesso solo alla Casa Bianca e ai vertici del Pentagono. Si sa però che il generale capo ha fatto proprie le raccomandazioni più volte espresse dagli alleati Nato, compresa l'Italia: in particolare l'idea che la sfida in Afghanistan non può essere vinta solo con mezzi militari, ma richiede un maggiore sforzo per innescare lo sviluppo economico, dare sicurezza alla popolazione, porre le fondamenta per uno Stato di diritto e una società civile funzionante. Sono compiti di "nation-building" per i quali sono necessarie vocazioni e specialismi diversi da quelli delle forze armate. Usare meno forza, concentrarsi di più sullo sviluppo e il buongoverno, è uno dei pilastri del rapporto McChrystal. Che però si scontra con la dura realtà messa a nudo dalle elezioni afgane: uno spettacolo di brogli, irregolarità e corruzione. Lo scrutinio ha messo a nudo l'inadeguatezza del governo Karzai, il cui bilancio nel creare condizioni di normalità è disastroso.

Anche sul piano della sicurezza il rapporto McChrystal evidenzia carenze e ritardi del governo afgano. Tra le conclusioni del documento c'è la richiesta di un sostanziale potenziamento delle forze armate e di polizia locali. Attualmente ci sono sulla carta 134.000 poliziotti e 82.000 soldati afgani. La maggioranza sono male addestrati e poco armati. Come si è visto durante le elezioni, non hanno la capacità di assicurare condizioni minime di sicurezza contro gli attacchi dei Taliban. E spesso la principale occupazione degli uomini in divisa è l'estorsione di tangenti alla popolazione.

In questo quadro pare inevitabile che al rapporto McChrystal faccia seguito da parte del Pentagono una prossima richiesta di nuove truppe, sia americane che degli altri paesi Nato. A fine anno - includendo i 21.000 soldati Usa aggiuntivi già previsti - l'insieme delle forze alleate arriverà a quota 110.000, di cui 68.000 americani. Dai vertici del Pentagono è filtrata in via ufficiosa la seguente stima: per avere buone chances di successo nella strategia di contro-insurrezione, cioè per poter conservare il controllo delle aree riconquistate ai Taliban, garantendo alla popolazione condizioni di sicurezza, ci vorranno 32.000 soldati in più. Il segretario generale della Nato, Anders Rasmussen, da Bruxelles ieri non ha escluso che una quota di questo sforzo aggiuntivo debba essere fornito dagli alleati europei: sia sotto forma di militari che di finanziamenti e contributi all'addestramento. Anche se Rasmussen ha precisato che prima deve essere il governo afgano a fare la sua parte. Un auspicio che nelle condizioni attuali sembra poco più che retorico.




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