- L’impero durante la guerra franco-tedescaLa guerra franco-tedesca imperversò sulle province occidentali dell’Impero per oltre 25 anni, interessando le marche di confine (Provenza, Borgogna, Lorena e Frisia), ma anche ducati e contee più centrali, chiamate ad una forte militarizzazione (Svevia, Baviera e Tirolo), o al sostentamento delle truppe sul non lontano fronte. Nonostante questo, però, Corrado III riuscì a garantire un certo equilibrio tra produzione e consumo, sicché l’economia germanica fu in continua crescita lungo tutto l’arco del conflitto. Grazie ad una sapiente ripartizione dei titoli e dei feudi, l’imperatore riuscì ad ottenere la fedeltà di tutti i suoi migliori generali e nobili; mantenendo l’uso paterno, ossia quello di inviare in ogni provincia un suo delegato preposto al controllo ed alla supervisione, inaugurò un piano di riforma agraria ed edile. Gli editti di quest’epoca, emanati da concili annuali che si tenevano di solito a Vienna, prevedono l’avanzamento di lavori in non più di 4 province per volta, di cui 3 province sottoposte alla costruzione di edifici e servizi amministrativi (gendarmerie, torri di guardia, arterie commerciali, scali ed empori, municipi e chiese), e l’altra destinata invece a fare “da granaio”, ossia sottoposta ad una bonifica e rotazione delle culture principali e più remunerative. Le regioni di recente conquista ad est (Pomerania e Prussia) vennero affidate al diretto e autorevole controllo di Rodolfo di Franconia; quelle ad ovest (Isle de France, Champagne, Fiandre, Normandia e Bretagna), furono rispettivamente gestite dall’Imperatore stesso (Parigi divenne il cuore dell’Impero), da Ermanno, da Ludovico e da Lotario. La Borgogna, invece, subì una dura regressione durante l’occupazione francese (1121 – 1122); tutte le infrastrutture che la rendevano una delle regioni più ricche furono praticamente rase al suolo dal nemico.
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