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Bisanzio e la Vera Croce (Kingdoms vh/vh)

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2008 09:38
24/11/2008 23:56
 
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Mentre Alessio entrava trionfalmente a Tikrit, la misteriosa diffusione di un orrido morbo costringeva gli egiziani a desistere dall’assedio di Acri.
Pare che la flotta inviata in soccorso di Antiochia fosse stata ostacolata da venti contrari, sicché gli alleati persero la città; in ogni caso, essendo cessata la perturbazione, due eserciti bizantini furono lesti a sbarcare e la restituirono subito alla cristianità.
L’armata condotta da John di Psachide iniziò allora la sua famosa marcia verso Baghdad, conclusasi solo nell’anno del Signore 1370. Mongoli e antioceni si erano dissanguati a vicenda ed i turchi, per quanto a fatica, avevano conservato il controllo della zona. John ingaggiò subito le avanguardie dei signori della regione - ben dotate di archibugi e artiglieria - coinvolgendo nello scontro un contingente alleato: questo si batté con molto valore ma, avendo perso il proprio condottiero, preferì poi ripiegare verso nord. Le truppe turche, ormai prive delle loro armi migliori, indietreggiarono sino ad un’abbazia abbandonata in vista della metropoli; qui vennero nuovamente investite dagli uomini di John, ed il Sultano in persona tentò di soccorrerle accorrendo con la guarnigione cittadina. Il miscredente venne sonoramente battuto, e riguadagnò le mura con poche decine di guerrieri; il giorno successivo, il fragore della bombarda cristiana gli tolse ogni speranza di salvezza.
Nel 1374 gli antioceni rinnegarono la tradizionale amicizia, bloccando i traffici marittimi di Nicosia e mettendosi in marcia verso Yerevan; immediatamente si videro assediata la cittadella di Iconio. Non ebbero modo di salvarla, malgrado l’incauto maneggio di alcuni lanciafiamme gli avesse dato un sostanziale aiuto.
Di lì a poco persero anche Mosul, ma non per assedio; i difensori furono attirati all’esterno e massacrati in campo aperto da Alessio Tzimisces.
Il nemico ebbe la soddisfazione di vincere alcuni scontri navali, ma perse la città di Kirshir ed una forza di cavalleria mercenaria iniziò a rastrellare la regione circostante.
E questi non erano ancora i colpi più duri.
Nel 1386, giunto dal mare, Gavriel Comneno assediò il temibile Krak; ne sopraffece i difensori col solo uso delle scale, mentre i suoi pochi arcieri sorvegliavano il pendio inibendo l’arrivo di un contingente di rinforzo.
Dopo mille esitazioni, i traditori osarono sfidare le moderne artiglierie fisse di Yerevan; i numerosi pezzi che avevano con sé fecero poco danno, perché gli artiglieri vennero dispersi con ripetute cariche di cavalleria; al termine della giornata, la milizia cittadina travolse i pochi scampati al tiro.
L’ennesimo disastro li colpì nel 1394 alle porte di Mosul; l’armata che ne tentava la riconquista venne annientata dagli uomini di Alessio che, in quell’occasione, volle sperimentare l’uso dei primi schioppi.
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@ Jean de Avallon
Penso che la risposta alla tua richiesta ormai sia chiara: volevo prendere Antiochia senza mandare a monte le alleanze.
Una scelta politica, che mi ha evitato anche di subire la Jihad. Avrei potuto catturare la città molto prima, affrontando meno difensori, ma avrei dovuto trucidar cristiani.




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