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Cronache di Guerra: A Magyar Királyság

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2008 12:20
14/10/2008 13:53
 
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La brillante azione di resistenza all'assedio di Sofia del 1170 porta il conte Vladislàv a contrattaccare, portando l'esercito magiaro nella Tracia sud-orientale, con obbiettivo Costantinopoli. Se la capitale dell'ormai decadente mondo bizantino fosse stata annessa al Kyralisàg, nulla avrebbe più ostacolato lo strapotere ungaro nei Balcani, e avrebbe permesso di prendere forse anche Smirne e Cipro, ponendo così fine all'Impero Romano e assicurando tutta la costa occidentale dell'Anatolia, nonchè una solida roccaforte vicino alla Terrasanta
Il Basileos Stefanos è impegnato a Smirne e non può accorere in difesa della città, così manda contro gli Ungari i resti del suo esercito reduce dagli scontri coi Turchi: 400 fanti bizantini, 50 lancieri greci e 200 arcieri a cavallo, insieme alla guardia cavalleresca del generale: il comandante è suo figlio Costantino XI. Contro 250 tra cavalieri appiedati e fanti croati, 100 cavalieri pesanti e 50 arcieri a cavallo

La battaglia dei Boschi di Edime, nell'anno dopo, vedrà i cavalieri ungari, supportati da fanti corazzati e da un piccolo numero di arcieri a cavallo, spezzare prima la difesa dei pur ottimamente equipaggiati fanti greci, poi volgersi verso la foresta per andare a scontrarsi contro la pesante cavalleria bizantina di Costantino e i suoi arcieri a cavallo. Il piccolo numero di lancieri greci non riesce ad avere ragione degli impetuoso cavalieri della Transilvania, e lo stesso Costantino muore in duello col Conte Vladislàv.
L'anno dopo, invece di puntare su Bisanzio il Conte insegue i resti dell'esercito bizantino per annientarlo, e una volta ricevute le catapulte da Sofia passa all'assedio di Costantinopoli, dotate di ottime mura ma difesa da pochi soldati.

Un anno prima, a Ventimiglia l'esercito milanese di Digione si era scontrato con la retroguardia magiara di Milano, decretando un'amara sconfitta per quest'ultima. Ora, nel 1172, il ciclopico assedio milanese attacca Genova, difesa da soldati numerosi ma mal equipaggiati. Cosa possono fare 300 lancieri, 400 fanti e 200 balestrieri contro i cavalieri e i fanti corazzati milanesi? L'Italia era una penisola di pace, non vi erano fortezze vicine che potessero assicurare soldati forti e generali abili
Ma in nome dell'unità della penisola, i soldati di stanza nella città combatterono come leoni, sotto la guida di un semplice gruppo di lancieri, che anche quando più del 60% dei soldati di difesa fu abbattuto, riuscì ad uccidere Mario dell'Isoletta, comandante milanese, ribaltando le sorti dell'assedio grazie ai rinforzi provenienti dalla Lombardia.
Alla fine, anche gli ultimi soldati di Genova caddero nella difesa della città, ma nel contempo i cavalieri magiari di rinforzo annientarono le truppe milanesi che avevano preso il cancello, e in breve giunsero alla piazza centrale, dove affrontarono il resto dei soldati milanesi (60 balestrieri e 100 miliziani)
Con la morte del Principe Milanese fallì un'altra volta la possibilità per Milano di riprendersi un feudo italiano.

Ora era la guardia del defunto Akòs a voler prendere Marsiglia, per vendicare la sua morte per mano delle truppe papali (alleate con Milano) di quattro anni fa.
Nel 1174 l'Ungheria entrano così a Marsiglia, mentre in Grecia l'Imperatore Tàbor occupa Corinto.

Ma nel 1175 il Re ormai sessantenne decederà, ponendo fine alla brillanta campagne di Grecia.

Nello stesso anno il conte di Bran Arpàd Kuzimierz lancia un'offensiva per riprendere Iasi, poco sorvegliata dai Russi che hanno trasferito truppe sulla sponda nord-orientale del Mar Nero, per contrastare l'avanzata dei Turchi.
Iasi cade così di nuovo in mano ungara, mentre dalla penisola di Crimea sbarca in Ucraina un contingente di Caffa che intende riprendere Kiev.
Nel 1175 il Duca di Boemia Csàk si unisce alla divisione crimeiana con i suoi cavalieri di Praga, ma propone di arrecare danno ad una città ben più grande di Kiev: Riga, florido porto sul mar Baltico.
Due anni dopo, mentre la marcia forzata del Duca Csàk ha spinto l'esercito ungaro a riddosso dell'Estonia, un grosso esercito russo, presumibilmente proveniente da Minsk, assedia di nuovo Iasi.

Lo Zar, che non vuole combattere su due fronti (la Russia non era un paese florido economicamente essendo costituito al 70% da castelli) invia un messaggero a Roma per chiudere le ostilità sul fronte moldavo, lasciando Iasi agli Ungari e prevenendo l'attacco su Riga.

Il nuovo Kiraly Viktor, che deve combattere anche milanesi, tedeschi e bizantini, ed è conscio della difficoltà che avrebbe comportato cattolicizzare quelle regioni fieramente ortodosse, accetta la pacificazione. Ma come impiegare adesso le armate residenti in Estonia?
Il Duca Csàk decide, tramite il noleggio di 50 cog sul Baltico, di sbarcare su Amburgo e attaccare i Tedeschi anche da Nord, con l'aiuto danese

Più a Ovest, il Duca Herbèrt Kuzimierz di Baviera, 'Lo Sciacallo del Reno', aveva abilmente, seppure con grandi perdite complessive di uomini, sgominato i tre più robusti eserciti tedeschi, nelle famose tre Battaglie del Reno. Di tutto il sangue versato sul germanico fiume, però, solo un terzo sarà ungaro.
Ora è il turno di Berna, nel 1178, a cedere sotto l'assedio di Kuzimierz, creando così una Svizzera sotto l'egida ungara. Ma Herbèrt non si ferma qui, lui vuole ben altro come prova della definitiva superiorità del Kiraly sul Kaiser. I tedeschi 50 anni prima avevano preso la loro capitale, ora sarebbero stati gli Ungari a prendersi la loro
Nel 1180 il Kiraly rilascia un acconsenso al piano del Duca Hèrbert per attaccare Francoforte.
Nello stesso anno però, da Nord era giunta l'armata del Duca Csàk, che, essendo Amburgo già in mano danese, aveva disceso al medesimo modo su Francoforte, ponendola sotto il quadruplice assedio dei due Duchi e di due armate danesi, di cui una sotto il controllo del Principe Christièn di Arhus.
La capitale tedesca deve soccombere sotto questo ciclopico assedio, e al tavolo delle trattative Hèrbert e Csàk insistono sull'annessione di Francoforte al Regno Ungaro ('La Germania l'abbiamo sconfitta noi', ripeterà il Duca di Baviera durante le trattative)

Molto più ad est, Costantinopoli cadeva e veniva saccheggiata dalle truppe dell'ora Duca di Tracia Vlàdislav, lasciando al controllo bizantino solo Smirne e Cipro.

Nel 1182 il Kiraly lancia ufficialmente l'Operazione Odoacre: un contingente niceano avrebbe dovuto strappare ai bizantini la rocca di Smirne, ben difesa ma indebolita dagli attacchi Veneziani, che miravano a riconquistarsi uno sbocco sul continente dopo anni di permanenza solo su Creta e Rodi (gli stessi Ungari li avevano ridotti così nella guerra Magiaro-Veneta di un secolo fa). Frattanto, di Cipro si sarebbe occupato Alàdor il Crociato, l'Eroe di Gerusalemme, che aveva reso cristiano il Santo Sepolcro e avrebbe potuto ora radunare i resti del suo esercito crociato per sbarcare sull'isola bizantina.

Nicea aveva da anni un grosso contingente ai suoi ordini, per garantire l'ordine pubblico in momenti di tensione religiosa, e disponeva di efficaci armi d'assedio: i trabucchi. Nel 1185 i Veneziani tolgono l'assedio da Smirne e se ne ritornano a Rodi, e l'armata niceana ne approfitta così per scendere verso la rocca anatolica e porla sotto assedio. Gli ordini del Kiraly sono di effettuare un blitz, per evitare che le altre armate fedeli al Basileos residenti nei dintorni spezzassero l'assedio. Lo stesso anno da Acri parte il battaglione cipriano, composto da tutti gli ex-crociati sotto l'egida di Alàdor. In breve sbarcano sull'isola e la mettono sotto assedio

Nel 1187 l'impero bizantino, dopo 792 anni di storia, non esiste più. Con la presa di Smirne e di Nicosia, tutte le armate bizantine si sono ribellate, e il Basileos Stefanos, che aveva inutilmente tentato di convincerle a riprendersi Smirne, viene esiliato in Egitto per ordine del Kiraly.
Ora un diplomatico ungherese promette al Kaiser la fine della Guerra dei Re, con l'Impero Tedesco ristretto alla sola provincia di Metz, e sua figlia in matrimonio al Kiraly ancora giovane. Il Re Ungaro non si fida della Francia e preferisce mantenere un castello di distanza tra Francoforte e Parigi.


Lo stesso anno viene occupata Palermo, grazie ai rinforzi provenienti dalla roccaforte di Corinto, e viene imposta una tregua ai Siciliani, ormai privati di buona parte del loro potere militare
Con la pace ormai garantita su tutti i fronti, inizia un periodo di decollo economico, dove il tesoro reale ammonta ormai a 100.000 fiorini

Il mondo alla fine della Guerra dei Re, con la ripresa di Iasi e dopo l'Operazione Odoacre
[Modificato da Shivos 15/10/2008 10:50]
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