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Cronaca congiunta: il Normanno e il Franco-latino

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2008 17:19
03/10/2008 16:01
 
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L'ascesa dei Normanni

Nel 1080 d.C., a circa 60 anni dalla venuta dei Normanni in sud-Italia, il regno da loro fondato sulle macerie di Bizantini e Longobardi era ben lungi dall'essere prospero.
Esso si limitava difatti alle sole province di Napoli e Palermo, l'economia non era solida e le spese militari erano ingenti
Con la salita al trono di Re Ruggero, però, le cose cambiarono radicalmente: egli decise di diminuire le spese belliche aumentando però l'efficienza delle campagne. Mirava difatti a condurre i Normanni alla conquista dei vari territori sparsi per l'Italia e il Mediterraneo privi del governo di una fazione, e quindi non ben difesi
Inoltre, avviò il processo di urbanizzazione di Palermo, sino ad allora fortezza poco produttiva.
La figlia del re provide a farsi come alleati il Papa e l'Imperatore, oltre a stipularvi piani commerciali.
Con un gruppo di armate siciliane, suo figlio Emanuele sbarcò in Toscana, occupando in breve Firenze, priva di solide difese, ed annettendo così la Toscana al regno di Sicilia. Nel contempo il Re si imbarcò in Puglia onde conquistare un possedimento sull'altro lato dell'Adriatico, onde evitare il duopolio veneto-bizantino. Durazzo cadde con poche difficoltà, assicurando una nuova colonia all'Impero.
Malgrado l'arretratezza della regione, era fondamentale dal punto di vista strategico, essendo un'ottima testa di ponte per un eventuale attacco alla Dalmazia o alla Grecia.
In Italia, intanto, Palermo diveniva urbe a tutti gli effetti, e Napoli cominciava ad arrichirsi tramite la costruzione di un vero porte, mentre a Firenze venivano tracciate le prime strade.
L'economia era però ancora traballante e necessitava di tempo per essere consolidata. In alternativa, di nuovi sbocchi ottenibili in fretta.
Re Ruggero ripartì per la Sicilia insieme ad un generale albanese del luogo, Roberto di Camorana. Con esso stilò un piano per l'annessione di Corsica e Sardegna, per difendere dal lato occidentale le province di Firenze e Palermo. Il principe Emanuele fornì in persona le armate necessarie all'impresa.
Nel contempo, in Europa il regno normanno entrava anche nell'orbita di Milano, Venezia e Francia. Re Ruggero sapeva che era meglio evitare conflitti con altre nazioni cattoliche, preferendo indirizzare le campagne militari verso i semplici ribelli o i musulmani del Nord-africa. In alternativa, verso gli ortodossi del sud-est.
Prima Ajaccio e poi Cagliari caddero sotto i colpi di Re Ruggero e Roberto di Camorana, poi l'attenzione si spostò verso sud, verso la Tunisia
Ora Palermo, Napoli e Firenze erano città oltre la produzione di 1000 fiorini all'anno ed intorno all'inizio del nuovo secolo l'economia poteva dirsi solidificata
Sotto richiesta dei bizantini, era stata stipulata un'alleanza normanno-greca.
La proposta al Papa di indire una crociata contro gli infedeli tunisini fu accettata, ma i Mori occuparono la città, costringendo i Siciliani a dichiarare guerra a quest'ultimi, per non disobbedire al Papa.
La presa di Tunisi causò però un grave incidente diplomatico con la Francia, alleata dei Mori, che denunciò l'alleanza con i Normanni
Poichè Danesi e Veneziani erano divenuti amici del regno d'Oltralpe, Re Ruggero capì che era meglio appianare le divergenze con i Francesi, fatto che lo spinse ad accettare la tregua chiesta dai Mori, e a dirigere le truppe contro la Libia, ancora priva di un padrone. Durazzo rimaneva città improduttiva, ma il fatto che eserciti di più fazioni percoressero il suo territorio la rendeva in pericolo, motivo per cui Palermo invià il generale Vittorio a far la guardia alla provincia.
Nel 1120 l'alleanza con la Francia venne rinnovata, e Tripoli fu annessa al regno Normanno.
Terminato il periodo di guerra, la Sicilia si occupò quasi esclusivamente della propria economia, e già nel 1120 Napoli sfoggiò le prime strade lastricate
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