È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Cronache Bizantine

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2008 16:19
31/03/2008 16:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 478
Registrato il: 10/02/2008
Città: ROMA
Età: 66
Sesso: Maschile
Barone
John il sanguinario

Il tradimento veneziano deve essere punito; per questo il Principe John viene inviato ad assediare Cipro, alla testa di quegli stessi uomini protagonisti della trionfale sortita di Rodi.
L'assedio è appena agli inizi, quando giunge la ferale notizia della morte dell'imperatore.
Incoronato sotto le mura nemiche, John inaugura subito un nuovo stile di comando e di governo. La città che si sarebbe potuto conquistare sol facendo prova di pazienza diviene un immane carnaio di cavalleggeri e fanti; gli ultimi difensori, asserragliati nella piazza centrale, vengono sterminati uno ad uno dal tiro degli arcieri bizantini e mercenari, unici uomini validi rimasti all'Imperatore.
Conclusa questa impresa, John si trasferisce nel castello di Corinto, col proposito di renderlo il pilastro della sua forza militare.
Nell'entroterra dell'Impero, tuttavia, le cose volgono al peggio.
Magiari e Polacchi assediano Iasi, che può ricevere soccorso solo da Sofia; gli imperiali cadono nel tranello e, quando i loro rinforzi sono giunti a metà strada, un'altra più numerosa armata riesce a sopraffare il valoroso, ma esiguo, presidio rimasto a Sofia.
Iasi viene, dunque, lasciata al suo destino, mentre ogni uomo atto alle armi vien fatto frettolosamente convergere su Sofia.
L'avanguardia bizantina incontra le prime forze nemiche a sud del castello, e qui si accende l'epico scontro oggi ricordato come la battaglia dei tre generali; gli alti ufficiali di entrambe le fazioni trovano morte in battaglia, ed è un oscuro capitano dei cavalleggeri bizantini a salvare la giornata guadagnandosi la promozione sul campo.
Lo stesso castello sarebbe facilmente preso, visto che neppure la sua guarnigione sopravvive alla mattanza, ma una ennesima formazione magiara impone il ripiegamento alle esauste forze di Bisanzio.
Ad ogni buon conto, la ritirata strategica consente ai bizantini di riorganizzarsi e di congiungersi a truppe fresche in arrivo da Tessalonica; l'armata così ricostituita incontra nuovamente il nemico sullo stesso campo di battaglia, e ne fa orrido e definitivo scempio, insediandosi poi fra le deserte mura.
Mentre si svolgono questi eventi, i Veneziani colgono l'occasione propizia e, con ingenti forze, travolgono le difese di Tessalonica; nè si riesce a sloggiarli con un primo, forse prematuro, assalto alle mura cittadine.
Iasi dimostra di saper resistere valorosamente, e più di un generale nemico trova la morte appena al di qua, o al di là, dei suoi cancelli ripetutamente infranti; non così Bucarest, che vanamente tenta la difesa contro gli inesauribili e meglio equipaggiati magiari.
Stante la penuria di armati e di finanze, quei teatri secondari vengono forzatamente trascurati, mentr le migliori forze dell'impero nuovamente si concentrano sotto le mura di Tessalonica; questa volta la città è rapidamente ripresa, e con essa i tesori che Venezia vi aveva incautamente trasferito.
Le nuove risorse consentono di far di Corinto fortezza, ma ancora non si ha modo di reclutare, lì o altrove, valide fanterie.
Alle già molte disgrazie che si abbattono sull'Impero viene, ora, ad aggiungersi, la guerra santa islamica per la cattura di Bisanzio. I primi ad assediare la capitale sono gli "alleati" turchi; tuttavia, la flotta domina gli stretti e, grazie ai rinforzi prontamente traghettati dall'opposta sponda, il Principe Costantino ne ha facilmente ragione. Sotto le mura di Bisanzio viene catturato il generale Derya di Damasco, poi passato per le armi quando il sultano rifiuta di pagarne il riscatto. I guerrieri scampati trovano la morte in mare, in una con i marinai che gli avean dato rifugio.
La sortita del Principe prosegue poi con la cattura del veneziano Barbo il Pazzo, che incautamente si aggirava nei paraggi con scarse forze; anche lui viene giustiziato, giacchè la serenissima rifiuta di versare i miseri cinquemila fiorni occorrenti per il riscatto.
Nel settentrione dell'Impero si distingue il generale Andronico Comneno; è lui il protagonista della riconquista di Bucarest e della successiva campagna contro l'esercito del re Magiaro che, sconfitto in campo aperto, trova rifugio nella fortezza di Bran.
Le possenti mura incutono timore, nè i modesti lancieri e mercenari a disposizione del valente generale paiono in grado di affrontar le lame dei suoi formidabili cavalieri appiedati; ha inizio così l'assedio, che si preannuncia lungo e laborioso.
L'inaspettato arrivo di una spedizione di soccorso abbrevia, tuttavia, la snervante attesa.
Comneno ignora bellamente la nuova, e non impressionante, armata, scagliando tutti i suoi uomini contro le forze del Re, che vanamente tenta di congiungere a questa le sue truppe; i suoi terribili fanti, già provati dall'assedio e decimati dal nutrito tiro degli arcieri, non reggono l'urto; il Re stesso cade sul campo di battaglia; lo stesso accade per il troppo zelante capitano accorso in aiuto. Il resto è solo inseguimento e scannatoio.
Finalmente Bisanzio dispone di una fortezza mirabilmente provvista di tutto ciò che occorre all'offesa ed alla difesa, ma Tessalonica è nuovamente in pericolo.
La garnigione cittadina è costretta ad abbandonare le mura, tempestate dal tiro delle artiglierie, e può tenere la città sol combattendo casa per casa con l'ausilio dei pochi armati che si son fatti strada attraverso regioni infestate da ribelli.
Le strade sono ancor lorde di sangue veneziano che già una seconda armata della serenissima si appressa alle crivellate mura; lo stato delle finanze è tale che sol svendendo e demolendo ogni ben di Dio si può racimolar il denaro occorrente per apprestarsi a difesa.
La drastica scelta consente, bene o male, di reggere anche il secondo urto; è nuovamente disperata lotta per vie e vicoli, e ancora una volta è strage; nell'inseguire il nemico in rotta cade anche, vittima delle superstiti artiglierie nemiche, il vero eroe della battaglia, il valente generale accorso a difesa coi suoi mercenari.
Bisanzio si appresta a tributargli funerali degni di un monarca, giacchè per una volta le sue casse rigurgitano di fiorini incamerati per il riscatto dei moltissimi che furono presi grazie al suo valore.
[Modificato da Bertavianus 31/03/2008 16:54]




Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

..:: Design by -Shrike- ::..
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:42. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com