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Campagna Bellum Crucis 4.1 - Milano
*So che il gioco era fatto esclusivamente per partire nel 1140, ma ho voluto modificarlo per avere un po’ più tempo (tanto delle scoperte tecnologiche non mi interesso tanto)*

Milano – Anno Domini 1100

Il Duca Giorgio governa sulla grande città, crocevia di commerci estremamente redditizi, dove mercanti tedeschi, francesi, spagnoli, austriaci, veneziani, normanni e orientali si ritrovano per comprare e vendere prodotti di ogni tipo: si và dalle sete di Costantinopoli, all’ottimo acciaio spagnolo, dall’ambra dei paesi nordici, allo zucchero del Medio – Oriente.
La città di Sant’Ambrogio, appena svincolatasi dal Sacro Romano Impero, brilla come una stella tra i tanti comuni , che si spartiscono le ricchezze del nord – Italia.
Italia... Un concetto più che una parola. Qualcosa che gli stranieri non possono concepire. Il popolo italico riunito sotto lo stesso vessillo, la penisola guidata da un solo e unico governo.
Questo era il sogno di molti letterati e intellettuali italiani. Alcuni vedevano l’Imperatore tedesco come colui che avrebbe dovuto riunificare l’Italia. Belle parole, non c’è che dire, ma gli unici a poterla riunire non potevano che essere i Milanesi. E chi sennò?
I veneziani? Così impegnati con i loro commerci a oriente che non riuscivano nemmeno a vedere la minaccia ungherese e quella imperiale, che sbavavano di fronte alle loro ricchezze?
I papisti? Un papa che governa uno staterello è difficile da immaginare, pensare a uno che governa un paese intero, minacciando di eresia chiunque non esegua ogni suo ordine…
I siciliani? Che di siciliano hanno poco, discendendo dai normanni che, con la benedizione della serpe sopraccitata, hanno occupato il sud – Italia?

Fu così che con la benedizione del Signore, il Duca Giorgio affida a suo figlio uno dei compiti più ardui della storia: l’occupazione del nord – Italia. Fu così che, scendendo da Lugano, fortezza sui passi alpini, il Conte Bernardo raggruppa tutte le forze del Ducato e assedia Asti. La città cade quando le milizie milanesi, che riescono ad aprirsi un varco tra i deboli arcieri, occupano la piazza centrale mentre il grosso delle truppe piemontesi è occupato nei combattimenti a ridosso delle mura, contro i milanesi che escono dalle torri d'assedio e si arrampicano grazie alle scale. Utilizzando più o meno la stessa tecnica, tutto il nord – Italia viene occupato, con una perdita media di circa 150 – 200 miliziani ogni assedio.

In ogni caso la guida di un regno non è dettata esclusivamente dalle battagliee dai loro esiti, ma anche dalle politiche internazionali. Così il Duca manda uno dei più influenti emissari milanesi, Federico Cardona, a instaurare relazioni con i popoli europei. Fino al 1105 vengono stabilite alleanze e commerci con tedeschi, francesi, veneziani, papisti, siciliani, spagnoli, aragonesi e magiari.
Cardona si rende subito conto che quello è il periodo delle guerre nazionali: le varie fazioni danno inizio a sanguinosissime guerre, tentando di plasmare stati solidi e uniti. Inevitabilmente nascono così tensioni tra aragonesi, spagnoli, portoghesi e mori, i quali si contendono il dominio della penisola iberica; iniziano i primi scontri tra scozzesi e inglesi, nonché le prime dispute tra quest’ultimi e i francesi, mentre polacchi, russi e cumani mettono fine ai principati delle steppe, il tutto mentre le spade dei crociati cominciano ad affilarsi contro le scimitarre musulmane.
Un periodo di guerra totale sta per iniziare...