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Ancora i Turchi muovono verso Adana, ma è ultimo sussulto di corpo morente; senza pena li si ricaccia verso Iconio ed oltre, prendendo per via la bella capitale: quelli si chiudono a Smirne per estrema resistenza, ma tropo confidano in cancelli che per volere di Allah restano aperti, sono travolti dalle armi di Egitto, e così terminano i loro giorni.
Maggiore pena chiede la presa di Trebisonda, ultimo baluardo di Bisanzio, che trabocca di truppe dentro e fora; tenta un esercito sceso da Tblisi, ma è costretto ad arretrar scornato e pesto; presto si riorganizza e si fa sotto, ma attende che altri compagni d’arme cingan l’assedio a ponente; con la potente guarnigion fuor di tenzone, i Bizantini in campo le prendon sode; poi il castello vien stretto anche da oriente, e nell’inverno 1144 passa alla vera fede.
Non occorrendo altre piazzeforti fra Cesarea e Tblisi, questo luogo è mutato in città; stessa scelta si fa per Adana, ora retrovia fuor di minaccia.
Or è tempo di pensare a Nicea, che è in mano ai magiari; questi hanno osato portar vana minaccia ad Iconio; la loro presenza in Anatolia non può essere ulteriormente tollerata.
La città non è ben difesa, ma è cinta da mura maestose; occorrono due assalti prima che la catapulta riesca a fare breccia; viene presa nella primavera 1152.
Occorre armarsi fino ai denti per resistere ai tentativi di riconquista dei suoi antichi signori, che incessantemente riversano truppe oltre il Bosforo; li si tiene a bada con fatica, che paion più numerosi dei peli di un cammello. Si stima che, come Nicea, Costantinopoli abbia poderosa caserma d’armata; in più riceve innumerevoli cavalieri appiedati e montati dall’entroterra.
Con sbarco improvviso si prende Iraklion ai veneziani, che dopo lunga marcia sono in vista di Alessandria; le difese della città reggono il loro urto, ma molti prodi alabardieri soccombono ai colpi di miliziani spadieri splendidamente equipaggiati.
L’Egitto non è in pericolo, e quasi in tutto primeggia, ma ovunque volga lo sguardo possenti schiere in armi gli contendono il passo; con la primavera 1167 termina la stagione delle facili conquiste.
Allah si burla dei precoci sogni di trionfo.