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Dopo la vittoriosa “battaglia degli arzilli” si ripropose quel problema di eccedenza di armati già verificatosi dopo l'annientamento dei normanni; il Doge, pertanto, fu ben lieto di accogliere un suggerimento del Principe di Antiochia, e di richiedere al Pontefice una crociata contro Tripoli.
L'accoglimento della proposta consentì di avviare outremer un esercito condotto da Donato Cestini, marchese di Verona; egli non aveva potuto partecipare allo scontro con gli imperiali, e fu ben lieto di vedersi offerta un'occasione di gloria ancora maggiore.
Ma, a differenza dal passato, i veneziani d'oriente – pur non partecipando alla crociata - non si sarebbero limitati ad attendere il suo arrivo.
Nell'inverno 1268, ignorando volutamente l'esercito selgiuchide che minacciava da nord la fortezza, un corpo di spedizione partitosi da Adana raggiunse via mare la cittadella di Acri e la strappò al principe fatimide, con la tattica usata per la cattura di Siracusa.
I turchi credettero fosse la buona occasione per iniziare le opere di assedio ad Adana, ma bastò l'arrivo di modesti rinforzi da Antiochia perché mutassero avviso e si dileguassero verso settentrione.
Le navi del marchese di Verona raggiusero Tripoli nella primavera del 1271, in tempo per assistere alla capitolazione degli islamici innanzi ai crociati portoghesi; più o meno nello stesso periodo una armata castigliana aveva raggiunto Genova con intenzioni sospette, ma sol per esservi annientata.
Dopo breve sosta nei paraggi di Acri, Donato Cestini effettuò uno sbarco a sorpresa presso la cittadella di Dumyat (poi ribattezzata Damietta); l'esito dell'assalto, sferrato nel dicembre 1272, era scontato in partenza, perché le forze a disposizione del Sultano erano a malapena un decimo di quelle veneziane.
La cattura di Damietta consenti di effettuare, nella primavera seguente, una rapida puntata contro Alessandria; l'incursione, finalizzata al saccheggio e non alla conquista, fruttò un bottino di circa 30000 fiorini, che furono impiegati per finanziare – fra altre cose – i cantieri della banca mercantile di Antiochia e della ronda cittadina di Aleppo; non un sol uomo fu lasciato a presidio, sicché gli egiziani poterono agevolmente riprendere possesso delle macerie.
A contraltare di tali successi, vi fu la perdita della Sardegna e della Corsica, invase dai mori con implacabile efficienza. Le guarnigioni veneziane furono soverchiate dal numero degli invasori, e le solide fortezze isolane crollarono come castelli di carte.
Vero è che la Serenissima poco si curò di tale affare, tenendosi fedele al criterio di concentrare le sue energie su quelli che le parevano più urgenti ed interessanti.
Il regno crociato era allo stremo, e si dubitava potesse contrastare ancora a lungo i fatimidi; in altre circostanze lo si sarebbe aiutato, ma or era tempo di prepararsi a rimpiazzarlo.
La sua capitolazione definitiva innanzi alle forze islamiche avvenne nell'estate del 1274.
Poche settimane dopo Andrea Zen, Visconte di Acri, assalì la città con ogni uomo disponibile; la sua armata, tartassata dalle baliste cittadine e da tiri di trabucco, riuscì ad aprirsi faticosamente la strada sino al cuore della città, ma vi giunse talmente decimata da non reggere l'urto con le riserve fresche del nemico. Dovette ordinare la ritirata.
Fu per lui salutare lezione di umiltà, e per gli egiziani l'esatto contrario.
Un anno e mezzo dopo, aggirando un esercito fatimide in marcia verso Acri, Zen si ripresentò sotto le mura di Gerusalemme con armata più poderosa e meglio fornita di artiglierie; vi trovò un'opposizione del tutto trascurabile, ed ebbe l'onore di restituirla alla cristianità.
La sicurezza di Acri fu garantita da truppe che, nel frattempo, la raggiunsero via mare. Pochi mesi dopo, le navi impiegate in questa operazione annientarono una flotta moresca: un intero esercito di invasione scomparve fra i flutti.
Ultima impresa di quel memorabile anno 1276 fu la presa di Kerak, ad opera di contingente guidato da uno dei capitani del visconte di Acri.
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AD 1276
Conquistate Acri, Damietta, Gerusalemme e Kerak; perse di Cagliari, Alghero ed Ajaccio.
in totale 28 territori (saldo +1)
Alleati: Inghilterra, Francia, Magiari, Papa
Nemici: Cumani e tutti gli islamici