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Il Doge prepara tre grandi armate, composte per lo più da lancieri e balestrieri, pronte a colpire la Lega. Un’armata lombarda sconfina in Toscana e il Doge utilizza tale pretesto per attaccare i comuni. Circa duemila soldati sbarcano a Genova e la cingono d’assedio, mentre alle porte di Milano avviene uno scontro durissimo, in cui le armate veneziane, forti di 3500 soldati circa, perdono più di 1000 uomini, ma almeno riescono a spazzare via i lombardi e ad assediare la città.
Genova, dopo aver atteso invano i rinforzi, viene espugnata dopo sei mesi dai veneziani, che perdono circa 500 uomini, contro i 300 lombardi di guarnigione. Milano subisce lo stesso destino, e le perdite per i veneziani cominciano a farsi consistenti. Lugano, quasi sguarnita, viene presa, mentre un diplomatico veneto si reca a proporre un accordo ai comuni, ormai sradicati dall’Italia e spostatisi in Provenza. La pace viene firmata nel più tardi 1128, anno che segna anche l’assedio di Ajaccio, che cadrà nel 1132.