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Alla fine del 1720 le isole Di Curracao vennero scambiate per Gibilterra con gli spagnoli. Quest'ultimi però, non potevano sapere che le isole erano piene di armate olandesi presenti lì da molti anni,
che non erano riuscite a tornare in patria. Gli inglesi reclutarono una guarnigione potentissima a Gibilterra (di fatto, un esercito), in modo da evitare attacchi in Marocco e per poter intervenire sul suolo spagnolo in caso di bisogno. Così Curracao venne rioccupata dagli olandesi, con infinita rabbia del re Carlos. Intanto nel Mediterraneo la Repubblica di Venezia attaccava le vie commerciali britanniche. Così, sotto il comando di Killian Crib, lo stesso condottiero conquistatore d'Italia, la città di Patrasso venne occupata (territorio del Peloponneso), mentre Atene venne conquistata dagli ottomani (dopo essere stata presa dai veneti). Tuttavia ciò provocò tumulti e rivolte: uniti in un unico esercito di liberazione, i rivoltosi greci attaccarono Atene e la conquistarono, fondando il Regno di Grecia, governato da una monarchia assoluta. Così, temendo altre rivolte, gli inglesi dovettero cedere il Peloponneso ai Greci in cambio di un'alleanza militare e di un accordo commerciale, molto più proficui del possesso della regione.

Due anni dopo, nel 1722, (avendo ricercato tutto il possibile) le università di Birmingham e York vennero abbattute, migliorando notevolmente l'ordine pubblico in Inghilterra. Mentre gli olandesi si espandevano in Europa, conquistando Parigi, Strasburgo e Monaco (segnando la fine degli stati di Francia e Baviera), gli inglesi comprarono da loro Curracao e Ceylon, riunendo per sempre le Americhe e per avere una base di partenza per l'invasione dell'India. Tutto ciò venne considerato pazzia anche dai generali britannici più intraprendenti. L'India era totalmente sotto il controllo dei Maratha, divenuti ricchissimi e militarmente potentissimi. Così, gli inglesi preferirono attaccare l'Impero Ottomano, loro grande alleato da anni.

Dopo numerose battaglie le città di Il Cairo, Gerusalemme e Damasco caddero (vennero conquistate e riconquistate più volte) e persino la Turchia fu messa a ferro e fuoco dai Persiani.
Così, con il predominio britannico, l'Imperatore turco venne a patti, assegnando l'Egitto e la Palestina agli inglesi, la Siria ai Persiani, alcuni territori balcanici a Russia e Austria, e Istanbul alla Grecia, anche se poi essa venne ricomprata da essi. La pace venne firmata a Nicea, con l'omonimo trattato, secondo il quale i britannici si ritiravano dalla guerra, anche se essa era destinata a continuare.

Ora, dopo aver indebolito i turchi, era possibile iniziare la conquista dell'India. A Ceylon, base della Compagnia delle Indie Orientali Inglese, vennero addestrati un numero enorme di soldati,
che però, al momento dello sbarco, fecero molta fatica a conquistare la piccola regione del Meridione dell'India. Difatti, la battaglia fu un massacro. Sebbene l'esercito inglese potesse contare su una tecnologia molto avanzata, gli indiani erano dotati di un fervore patriottico impressionante. Anche se alla fine essi persero la battaglia, gli inglesi ne uscirono estremamente deboli, vulnerabili ai seguenti attacchi indiani. Dopo quella battaglia, molti nobili inglesi comincarono a pensare che la conquista dell'India fosse una causa disperata, oltre che ingiusta. Ma di ciò la regina non si curò: ella pensava che inviando ulteriori eserciti la conquista dell'India sarebbe avvenuta in fretta. Grande errore...

Dopo quasi due anni di guerra senza limiti con gli indiani, quest'ultimi e gli inglesi vennero a patti. Il sud dell'India venne riconosciuto agli inglesi, mentre i Maratha continuavano a dominare il nord. La pace venne rotta dagli stessi indiani, ma gli inglesi avevano già diposto le loro truppe al fronte. Con un attacco simultaneo, essi attaccarono parecchie regioni indiane, occupandole con la forza. Tre mesi dopo, nel 1734, la Repubblica d'India, creatasi in seguito ad una rivoluzione durante il periodo di guerra (che diede agli inglesi un gran vantaggio) firmò un'altro armistizio con i britannici. La perseveranza di Vittoria I venne ricompensata, ma ad un prezzo enorme di vite umane: in circa tre anni e mezzo, in India avevano perso la vita circa 5 000 soltati inglesi, anche se ciò non fù di gran danno alla popolazione britannica, visto che essi erano soprattutto mercenari, prigionieri ed espatriati. Tuttavia, la Repubblica Indiana si accingeva a cadere, schiacciata da Persia e Regno Unito...

L'India dopo l'invasione inglese nel 1734
[Modificato da EasyPlayer 17/06/2009 22:30]