00 08/12/2008 20:27
Luci e ombre nel Regno dello Shah
Nel 1420 le forze persiane erano schierate sotto le mura di Tbilisi, capitale della Georgia, baluardo, insieme all'Impero di Trebisonda, della cristianità in Oriente. Il comandante del potente esercito persiano era un uomo che aveva passato una vita di lutti ma che alla fine era divenuto governatore di Erzerum, Mongke di Shiraz; l'assedio procedeva bene e presto la città avrebbe ceduto per fame ma un evento improvviso costrinse quel generale così cauto a sferrare l'attacco: una forte armata della vicina Orda d'Oro era in prossimità della città e dell'accampamento persiano, apparentemente per una "ricognizione". Mongke capì che doveva prendere al più presto la città per evitare che i mongoli lo attaccassero e che si ritrovasse stretto tra le fortificazioni georgiane e questi ultimi. La battaglia di Tibilisi viene ora riportata da due scritti, uno di parte persiana del cronista ufficiale dell'armata imperiale, e uno dal diario di un soldato georgiano:

"I nostri erano disposti sotto le mura della città, sei divisioni di fanteria corpo a corpo, otto di fanteria a distanza e 4 divisioni di cavalleria, composte da arcieri a cavallo e dall'armata del generale.
Per tutta la notte i nostri non fecero altro che discutere sui possibili saccheggi, mentre Mongke rimase accigliato durante tutta la sera: sembrava già sapere cosa ci aspettava.
Alle otto di mattina, un sole splendido, cui si accompagnava un torrido caldo, cominciò la battaglia. Quei cristiani erano disposti sulle mura, il loro re Aleksander li incitava a combattere, si odevano le sue voci da fuori le mura. I reparti di fanteria corpo a corpo avanzarono molto rapidamente uno si posizionò con l'ariete iniziando lo sfondamento della porta, altre due, con scale e torri, assaltarono le mura nemiche. Quegli infedeli si battevan da leoni! Con un coraggio che potrei paragonare a quello di un Dio, essi tennero i nostri impegnati sulle mura per un paio di ore, tanto che molti dei nostri già volevano darsela a gambe, finchè non cedette la porta avversaria. A quel punto Mongke ordinò la Jihad e alla testa dei suoi cavalieri entro in Tbilisi mentre il resto degli eserciti georgiani sulle mura venivano catturati o distrutti: le mura erano nostre, ma la battaglia non era finita. Le forze georgiane erano concentrate al centro della città e si preparavano al peggio; dopo un'accurato riordino delle forze, i soldati persiani attaccarono le forze cristiane. Incredibilmente quel manipolo resistette con una volontà ed un coraggio che nemmeno noi, potemmo ignorare. Il generale ordinò un'ultima disperata carica dei suoi cavalieri, uccise molti georgiani ma alla fine cadde, emtre i suoi soldati cominciavano a sbandare. Il comandante Hay-Shan ordinò allora la ritirata per preservare almeno un po' di quell'esercito che aveva fatto tremare la cristianità ma che era stato battuto dalle nuove Termopili"


"Agosto 1420
Il nostro re ha dimostrato ancora una volta il suo valore battendo un esercito più grande e difendendoci. Che Cristo ci aiuti perchè il Regno di Georgia non cesserà mai.."


Fu una sconfitta umiliante e sonora, quando lo Shah ne ricevette la notizia uccise senza motivo il messaggero che gliela portò e ordinò che ogni cristiano nell'impero venisse ucciso. Fu una strage di proporzioni bibliche, ma l'umiliazione più grande venne quando si seppe che, nel 1421, Tbilisi era occupata dai Mongoli dell'Orda d'Oro. A consolare tale sconfitta avrebbe dovuto il generale Halil di Tus prendere Bostra, porta d'accesso al Mar Rosso, ma questa cadde prima sotto attacco egiziano, con ulteriori costì morali e psicologici sul sovrano. Nel 1424, forse sapendo della situazione incerta dell'Impero, il Sacro Romano Imperatore indisse una crociata su Baghdad. Occorreva dunque, per ragioni di sicurezza, lasciar perder per n po' il fronte Arabo e occuparsi dei khanati turchi in Anatolia e dell'ancora intatto Impero di Trebisonda. All'esercito di ritorno da Bostra si aggiunsero reparti da Erzerum ed Edessa: lo Shah voleva una vittoria rapida e non essere umiliato nuovamente contro un regno infedele. Frattanto i soldati persiani stracciarono ogni rapporto con l'Orda d'Oro e con un gesto quanto mai disonesto occuparono Tbilisi, rivendicandola come una "giusta conquista" e compiendo un enorme massacro di abitanti. A Erzerum iniziana inoltre la cotruzione della prima fabbrica di cannoni dell'impero, segno che anche questo si stava modernizzando..
[Modificato da Eraclio Imperatore Romano 08/12/2008 20:27]



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« So che avrei vantaggi se abbandonassi la città, ma via non posso andare... Non vi lascerò mai. Ho deciso di morire con voi! »

« Da oggi Latini e Romani sono lo stesso popolo, uniti in Dio, e con l'aiuto di Dio salveremo Costantinopoli. »



« Darti la città, non è decisione mia né di alcuno dei suoi abitanti; abbiamo infatti deciso di nostra spontanea volontà di combattere, e non risparmieremo la vita. »