Con i Dardanelli Churchill ha rischiato di chiudere la sua carriera politica.
Il disastro fu' colto dall'opposizione, ma anche da molti del suo stesso partito, per togliersi dai piedi un uomo giovane, capace ma scomodissimo perche' impossibile da controllare.
Gia' allora stava affinado la qualita' dei suoi discorsi che lasciavano sempre il segno.
Lo sbarco dei Dardanelli e la successiva risalita fino al Bosforo era, strategicamente, un'azione validissima per diversi motivi.
L'energia con cui Churchill si batte' per aprire quel fronte fu' come suo solito argomentata e ostinata, ma la difficolta' logistica, i numerosi campi minati e la scarsa convinzione dei militari la rendevano difficile.
Come politico Churchill non era uomo da tirarsi indietro nel prendersi responsabilita', anche pesanti, ma riteneva (con ragione)che certe scelte dovessero essere fatte.
D'altro canto segui sempre la linea di pressare, come politico, i militari strategicamente ma lascio' sempre piena autonomia (di cui ci sono ampi scritti) ai suoi generali sul campo la decisione finale se intrapprendere l'azione e per le scelte tattiche.
Nel caso dei dardanelli fondamentale fu' la titubanza dell'ammiraglio prima e del suo sostituto in seconda a pochi giorni dallo sbarco. Dilatarono tanto il tempo del giorno X che quando l'operazione ebbe inizio era troppo tardi per avere i benefici strategici ipotizzati inizialmente.
Il polverono politico che si sollevo' ebbe come capro espiatorio il Lord dell'Ammiragliato ma le colpe maggiori l'ebbero i comandanti la flotta.
E' la stessa cosa che successe per lo sbarco in Norvegia, caldeggiato per mesi da Churchill ma rinviato numerose volte dai militari per paure diverse.
Quando alla fine venne deciso l'invio di un corpo di spedizione i tedeschi li precedettero di qualche giorno.
Probabilmente con una Norvegia blindata dagli inglesi che rassicurava gli svedesi probabilmente tutto il ferro, fondamentale per le fabbriche tedesche, non sarebbe mai arrivato in germania.
Sono convinto pero' che Churchill, nonostante le forti pressioni che fece in quei mesi per perorare la causa norvegese, non si spinse mai oltre un certo limite proprio per il fantasma dei Dardanelli che gli aleggiava sulle spalle.
Riguardo al lassismo di Chamberlain concordo con te.
E' quasi sicuro che se ci fosse stato Churchill come primo ministro sarebbe intervenuto non appena i tedeschi avessero messo piede nella Ruhr.
E' sicurissimo non appena avessero incominciato la costruzione della linea difensiva.
A parlare dei Sudeti non ci si arrivava neppure.
[Modificato da |Sargon I| 27/10/2008 00:17]