00 16/09/2008 13:18
Ove si narra della presa di Raqqa e di altre mirabili imprese

Passammo le settimane seguenti accampati presso il ponte di Aleppo presidiandolo e attendendo rinforzi che potessero rinforzare le nostre fila sì duramente provate dai passati scontri.Gli animi dei nobili franchi che sedevano al consiglio del re erano però avvelenati dall'invidia e,covando nell'ombra il desiderio di spodestare Bohemond,lo indussero a portare avanti la guerra con i vicini Turchi.Ma il mio sire,accorto e restio a mandare al macello i suoi uomini,prima di varcare il confine,riuscì ad ottenere l'alleanza con i Bizantini,nobile stirpe di discendenti di Roma,seppur allontanatisi dall'unica vera Chiesa,già impegnati in scaramucce con i nostri avversari sul versante occidentale del Regno.
Ottenuta così la sicurezza su un fronte,attese l'arrivo di un nuovo esercito che lo potesse affiancare e pose piede in terra ostile deciso a por fine al jihad.
Ad oriente di Aleppo,ad alcune giornate di cammino in pieno deserto,si trova la cittadina di Raqqa,avamposto estremo del Sultano.Qui si radunarono,in attesa di sferrare l'assalto mortale ad Antiochia,il grosso delle truppe occidentali musulmane divise in quattro possenti armate.Bohemond,consapevole che non sarebbe scampato alcuno da un assalto diretto,decise di affrontare uno per volta i generali nemici con il supporto dei rinforzi.
La vittoria riportata sulle prime due armate fu travolgente,anche grazie ad una battaglia ingaggiata nel cuor della notte per sorprendere gli assonnati Turchi.Giunse così,in breve volgere di tempo alle porte della città,protetta dagli ultime due eserciti guidati dal principe ereditario in persona.Lo scontro fu terribile:sfruttando la posizione più elevata,l'esercito crociato,con una parte delle truppe tenne a bada il grosso dei nemici fino all'arrivo dei rinforzi,e,con un reparto di cavalleria guidata dallo stesso Bohemond,caricò sui rinforzi musulmani travolgendoli e catturando il nobile generale nemico.Con gran sorpresa degli infedeli,i cristiani catturarono la maggior parte degli avversari sgominando i temibili turcomanni subendo perdite minime.
Prendere Raqqa,difesa da un manipolo di valorosi dopo la distruzione delle armate nemiche,fu cosa di ben poco conto lasciata alla gestione dei rinforzi.
Il sire franco era intenzionato,dopo aver ottenuto tanto decisiva vittoria,a liberare il figlio del suo nemico come segno di gran rispetto,ma i conti si adirarono e lo costrinsero a giustiziare i prigionieri per non incorrere nella loro ribellione.
La notizia dell'orribile massacro giunse all'orecchio del Sultano che giurò che avrebbe scuoiato vivo il capitano dei crociati e raso al suolo la capitale del suo regno.
All'orizzonte intanto si stagliava l'indizione della terza crociata che avrebbe incendiato quella Terra tanto santa quanto martoriata.



.




"Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi e i pennuti nel cielo", Carlo Magno