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Regno dell’Imperatore Alessio

Asceso al trono nell’anno del Signore 1080, Alessio I mostra subito di preferire il maneggio dei fiorini e della cazzuola a quello della spada.
La sua priorità è quella di portare a nuovo splendore la città fondata da Costantino, sviluppandone le potenzialità commerciali, le difese, e dotandola financo di terme.
Alla magnificenza di Bisanzio faranno eco quello delle vicine città di Tessalonica e Nicosia, sulle quali l’imperatore riversa, sia pur più lentamente, un altro fiume di denaro.
Alessio si dimostra valido combattente sgominando una truce armata di tagliagole che imperversa nel cuore dell’impero ma, tolto questo solo episodio, preferisce lasciare ad altri i fatti d’arme.
Non manca di accogliere le istanze dei nobili dell’impero, allestendo le richieste spedizioni per la conquista di Smirne prima, e di Rodi poi; queste imprese sono affidate all’impetuoso principe John, ma con l’ordine tassativo di attendere la capitolazione per fame, o la disperata sortita, del nemico
La sicurezza dei confini orientali dell’impero viene ottenuta mediante una alleanza coi Turchi; con scorno degli scettici, il trattato si rivela un successo duraturo.
Assai meno tranquilla è la situazione sui confini occidentali, ove la rivalità col cristianesimo romano viene acuita dall’espansione verso Bucarest, Sofia e Iasi, provincie ribelli ambite anche per i Magiari; il conflitto latente esplode quando, con abile colpo di mano, le armate bizantine si impossessano del castello di Sofia, mirabile per struttura ma assai scarsamente difeso.
Visti i nuovi sviluppi strategici, Alessio vuol ripetere coi Veneziani il colpo diplomatico così ben riuscito coi Turchi; ma, pur ottenendo preziose informazioni geografiche, il risultato è ben lungi da quello sperato.
Il Principe John, temporaneamente preso nelle cure di governo di Rodi, assiste allo sbarco a di un’armata veneziana sull’isola; insospettito da questa mossa, si precipita a reclutare i pochi arcieri mercenari disponibili nei dintorni. Grazie a questi inaspettati rinforzi, il successivo attacco a tradimento di quei perfidi figuri, forti di fanti ma con pochissimi balestrieri, volge rapidamente al disastro; non uno di quelli che si erano apprestati a cingere l’assedio fa ritorno alle navi.