KRAC DES CHEVALIERS (Crociate 2)
Dopo la conquista di Gaza il neonato Regno di Gerusalemme si è reso conto di non poter continuare a sopportare la presenza dei vicini Egiziani:l'incombere della minaccia mongola costringeva ad eliminare almeno uno degli avversari.Parte così,anche su commissione del locale consiglio dei nobili (impegnato a stilare le Assise,cioè le leggi del regno) una spedizione di valorosi che,sfidando il caldo torrido del deserto prima e le insidie della palude del delta del Nilo poi,occupa le metropoli di Alessandria e del Cairo saccheggiandole per giorni e compiendo orribili atti di violenza contro l'inerte popolazione.A niente vale la supplica del Sultano:la sua crudeltà nei confronti dei pellegrini viene ripagata radendo completamente al suolo le città che un tempo erano state lo splendore del mondo islamico e delle cui ricchezze e splendore tutti i poeti cantavano.Di quell'antico splendore rimangono solo i ricordi ormai e le città sono abbandonate e lasciate nelle mani di qui ribelli che hanno appoggiato i crociati e ora possono vendicarsi sugli antichi nemici.
Il declino degli Egiziani è ormai segnato:i fieri guerrieri Mongoli,stanchi delle continue peregrinazioni e divenuti avidi di denaro occupano le antiche e gloriose città di Antiochia e di Adana chiudendo al Sultano gli ultimi sbocchi sul Mediterraneo.A differenza che in passato,però,l'orda decide di non abbandonare subito le città dopo aver orrendamente fatto scempio dei cittadini,anzi vi si insedia definitivamente e da qui manda nelle diverse direzioni i suoi innumerevoli generali seminando il terrore e la morte tra le popolazioni locali.
Ma i pii crociati non hanno sofferto tanti lunghi anni per abbandonare la Terra del Signore ad altri infedeli peggiori dei precedenti.Il castello di Acri viene così trasformato in un Krac,una possente roccaforte crociata difesa da infinite truppe,in modo da poter resistere ai futuri assalti.Questi non si fanno attendere:il Khan,informato del coraggio dei crociati,si indigna che ci sia qualcuno che osa opporsi al suo potere e riversa su Acri migliaia di soldati esperti e assetati di sangue.Il primo attacco dovrebbe già spazzar via gli assediati e far loro abbassare il capo e chiedere pietà.Le truppe e le macchine migliori sono schierate fuori dalle mura.La vista che si presenta ai difensori farebbe gelare il sangue nelle vene a chiunque:a perdita d'occhio solo uomini e cavalieri in armature lucenti.Ma il generale cristiano sprona le truppe a combattere e a morire per Cristo e un canto di preghiera gloria a Dio si innalza dagli spalti merlati.
Parte l'attacco.I trabucchi lanciano le loro pietre distruggendo tutto ciò che è a tiro,ma le mura resistono.Solo i razzi mongoli riescono a far danno.Tutti gli arcieri e le bombarde rimasti a presidiare il primo anello si ritirano,ma sono raggiunti da centinaia di cavalieri esaltati dal successo e vengono uccisi senza pietà.
I Mongoli sono ormai sicuri del successo e come folli si riversano per le strade nella certezza di non trovar più ostacoli.Ma tutto ciò era già previsto dal sapiente generale cristiano che,fermo,aspetta con altri arcieri al secondo cancello l'avanzare della possente cavalleria asiatica,cosciente che essa è imbattibile nelle aperte steppe e che l'unico modo di sconfiggerla è cosringerla all'immobilità.E così è:senza attendere l'arrivo degli arieti o delle macchine d'assedio l'esercito nemico si ammassa ruggente sotto le seconde mura.Qui trova però una amara sorpresa:le balestre delle torri citadine cominciano a bersagliare i sorpresi cavalieri che vengono travolti anche dalla pioggia di fuoco delle frecce dei difensori.Il ritiro è immediato:più di un terzo degli invasori rimane morto sul campo e si tratta della prima sconfitta per un esercito finora considerato invincibile.
L'ira del Khan è tremenda,il suo orgoglio ferito non può sopportare una tale onta!Su Acri si riversa tutta la potenza della Nera Marea mongola in ondate continue e sempre più potenti,ma tutte si infrangno schiantandosi contro la sapiente tattica difensiva del castellano che non li fa mai giungere più in la delle soglie del terzo castello e decimandoli via via sempre più.
E' un trionfo glorioso,segno della potenza del Signore che rende forte il braccio del Suo popolo eletto.Ma quando ormai sembra tutto deciso,il Khan in persona,al culmine del furore si presenta alle porte della città senza macchine d'assedio,ma col più grande esercito che si fosse fin allora visto calcare la terra.I crociati hanno ormai acquisito un'esperienza notevole in difesa e rimangono immobili ad attendere.Non altrettando fa il Khan:accecato dalla sete di vendetta parte all'assalto con tutte le sue forze promettendo enormi ricompense a chi gli avrebbe portato più orecchie mozzate di nemici.
Ma si tratta di un errore che gli costerà caro.Ad una ad una le sue torri e i suoi arieti vengono dati alle fiamme mentre le frecce scagliate dai difensori e i colpi di bombarda seminano il panico tra gli esperti soldati mongoli.Eppure un solo ariete riesce a giungere al cancello:tanto basta per abbatterlo e permettere una nuova invasione della cinta interna.Qui una vera tempesta infuocata attende l'esercito nemico e numerosi si accendono i roghi di cavalieri che rendono irrespirabile l'aria.Ma stavolta gli assalitori non commettono gli errori passati e subito l'ariete giunge a infrangere il cancello:il generale ripiega assieme ai suoi arcieri nel cuore della fortezza e lì impartisce ordine ai suoi uomini infondendo loro coraggio.Ora il Khan è vicino all'obiettivo ed è reso prudente dal pericolo corso.Si rende conto che l'unica speranza di vittoria è quella di decimare gli assediati grazie ai suoi innumerevoli arcieri e li invita a non risparmiare frecce.Verso le mura si alza così una nube nera prima confusa e poi sempre più distinta:sono i dardi nemici,tanto numerosi da oscurare il cielo.Molti arcieri cristiani perdono la vita,ma i rimasti,ancora in folto numero,scaricano le proprie munizioni infuocate contro gli aggressori.E proprio una freccia lanciata da una torre difensiva più precisa delle altre abbatte il nobile destriero del Khan che travolge il proprio cavaliere fracassandogli il torace:c'è chi è pronto a giurare che in quel momento,per la prima volta nella sua vita,si sia dipinta sul suo volto una smorfia di terrore e di incredulità per esser stato sconfitto da un mortale.Questo fatto sconvolgente però non fa altro che acrescere la furia dei Mongoli che sono ormai decisi ad andare fino in fondo all'impresa nonostante i loro corpi ormai formino cataste fumanti davanti ai cancelli divelti e il loro sangue scorra come fiumi per le vie cittadine:l'ariete riprende a muoversi dritto verso il terzo e ultimo cancello e un contingente di fanti pesanti riesce a penetrare sugli spalti.Ma ormai le sorti della battaglia sono decise:e mentre sulle mura i cavalieri normanni hanno finalmente l'occasione di dimostrare il loro valore,il generale con la sua guardia fa squillare le trombe e parte alla carica.Alla vista di quei lucenti destrieri e al suono terribile del corno di guerra i pochi Mongoli superstiti vengono colti dallo stesso terrore del loro Khan e,abbandonate le armi,fuggono miseramente venendo raggiunti e sterminati.
Dei più di 1200 Mongoli Giunti ad Acri non uno riuscì ad uscirne vivo.
L'orda mongola,giunta in numero così formidabile in Terra Santa,capace di spazzar via le potenti armate musulmane,è ora più che dimezzata,sull'orlo della sconfitta definitiva.Il Regno di Gerusalemme,deciso ad imporsi in via definitiva,prepara un'alleanza con i Turchi.
Intanto giungono dall'oriente voci di una minaccia ancor più terrificante di quella mongola:i Tartari si affacciano su di una terra già devastata da lunghi anni di guerre.Che sarà del Regno dei Cieli? (fine 2a parte...)
PS:Non sono mai arrivato ad incontrare i Tartari.Qualcuno mi sa dare notizie?Sono davvero più tosti dei Mongoli?A parte gli elefanti e i cannoni,qual è la loro unità migliore?Sono battibili in campo aperto?Grazie...
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"Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi e i pennuti nel cielo", Carlo Magno