Scritto da: Sol Invictus 31/08/2006 17.27
Ghandi faceva missioni di pace , mi sembra senza mitra non vorrei sbagliare.
Questa è l'osservazione più intelligente (per me) che abbia sentito dire negli ultimi tempi.
Chiamare "missioni di pace" delle operazioni fatte dall'esercito con armi in mano e mezzi corazzati mi sembra un controsenso, nonostante le regole di ingaggio "difensive".
Purtroppo nel nostro Paese le parole spesso mistificano i fatti e mascherano la realtà.
I pacifisti ora vengono chiamati "disobbedienti", gli inceneritori vengono chiamati "termovalorizzatori", tagliare alberi in città e costruire parcheggi si chiama "valorizzare del territorio", avere due spinelli in tasca significa essere uno spacciatore o un tossicomane (quindi rischiare il carcere o la comunità di recupero), avere dei reati (già giudicati) caduti in prescrizione significa essere stato assolto.
Purtroppo ora che la comunicazione è il vero potere (foese lo è sempre stato), basta cambiare le parole per cambiare il significato delle cose.
Non so se il discorso di Daevorn era rivolto a giustificare Israele, però se qui si inizia a voler trovare chi ha cominciato non ne usciamo fuori.
Poi mi sembra che per "contrastare" questi "terroristi" ne stanno facendo le spese troppi innocenti, da una e dall'altra parte.
Allora non so più chi è il terrorista, o che cos'è un terrorista, se è il kamikaze che si fa esplodere nel bus, il miliziano che lancia un razzo su una palazzina, la base militare che lancia un missile di notte su una scuola, il marine che stupra una ragazzina e uccide tutta la famiglia (o magari l'amico che lo filma), il regime che vuole la bomba atomica, o la democrazia che non si vuole disfare di quelle nel suo territorio e delle altre che ha disseminato in tutto il pianeta.
Da quello che sento ogni giorno, ho un po' l'impressione che manchi la volontà di pacificarsi e che tutti si stiamo nascondendo dietro a giochi di parole perché nella confusione si possono fare meglio i propri interessi a discapito degli altri.