UN POPOLO DI EVASORI di Francesco Anfossi

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XXI Rapax Britannicus
00venerdì 28 agosto 2009 13:19
UN POPLO DI EVASORI di Francesco Anfossi
www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=773144

A quanto ammonta l’evasione in Italia? Le cifre sono enormi: si parla di un imponibile sommerso di 316 miliardi di euro. «Ma chi non versa le tasse sa che sta rubando la luce dei lampioni, la benzina dei poliziotti, l’asfalto delle strade su cui cammina?»

(WSI) – Ebbene sì, anche l’Avvocato. Magari con stile, ma pur sempre evasore (al limite "evasove" con la erre roulée). L’Agenzia delle entrate sta indagando su un suo "tesoretto" depositato in Svizzera e mai dichiarato al fisco, inevitabile sbocco della contesa sull’eredità che vede la figlia Margherita Agnelli contrapposta alla madre Marella. Sul piatto, una cifra che andrebbe da uno ai due miliardi di euro.

Ma non perseguiamo solo miliardari», fa sapere Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate. In questi giorni è in atto una vera e propria offensiva di mezza estate contro gli evasori: si parla di 170 mila capitali illegalmente custoditi nei paradisi fiscali: conti in Liechtenstein, a Montecarlo e in Svizzera. La Guardia di finanza ha dichiarato una vera e propria guerra all’evasione e all’elusione. Gli 007 delle Fiamme gialle tra l’altro si sentono più forti per via del decreto anticrisi (che prevede la sanatoria dello scudo fiscale) e alla possibilità di incrociare i dati tra banche italiane e banche estere, fino a ieri impossibile.

Sta di fatto che le cifre scovate e sottratte agli evasori equivalgono a una Finanziaria. Nei primi sette mesi dell’anno il monte dei redditi in nero scovati è di 3,3 miliardi di euro. Di questi oltre un miliardo è stato rintracciato nelle transazioni intercorse nei paradisi fiscali. Quanto all’Iva, oggetto misterioso per molti carrozzieri, dentisti ed elettricisti e via evadendo, i soggetti denunciati per omessa dichiarazione sono stati 3.557, per un miliardo e 800 mila euro. Bruscolini, se pensiamo che secondo uno studio dell’Agenzia delle entrate a cura di Massimo Marigliani e Stefano Pisani l’Iva evasa supera la soglia dei 270 miliardi di euro.

Ma non è solo l’Italia che sta cambiando. È il mondo. La lotta ai paradisi fiscali riguarda tutte le amministrazioni finanziarie dell’Occidente. In prima linea ci sono gli Stati Uniti di Barack Obama, intenzionati a far emergere gli enormi patrimoni sottratti al fisco in primo luogo dalle multinazionali americane e nascosti negli Stati "off shore", come le isole Cayman. Questo vento forse arriverà a cambiare l’anomalia italiana. Perché una cosa è certa, come spiega Roberto Ippolito, direttore delle relazioni esterne della Luiss e autore di una lunga inchiesta sull’argomento (Evasori, Bompiani) gli italiani sono un popolo di poeti, di eroi, di santi, di navigatori e di gente allergica alle tasse: «Senza offesa per nessuno: accanto ai salari e agli onesti cittadini, è fuori discussione che siano evasori in larga parte. Del resto questa è la fama conquistata nel mondo».

Ma a quanto ammonta l’evasione in Italia? Le stime sono diverse. La prima, prudente, relazione al Parlamento del ministero dell’Economia, a cura dell’allora viceministro Vincenzo Visco, parla di una cifra superiore a cento miliardi l’anno, circa sette punti di Prodotto interno lordo. L’intera spesa sanitaria in Italia. Ma l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre è convinta che le somme sottratte siano molte di più, con un imponibile sommerso di 316 miliardi di euro e quindi un buco, sommando anche i contributi previdenziali, di 150 miliardi di euro.

La politica di lotta all’evasione e all’elusione fiscale è partita con una certa efficacia con il Governo di Centrosinistra di Romano Prodi e del viceministro delle Finanze Visco, come ha riconosciuto Il Sole 24 Ore, il giornale di Confindustria. Ma anche l’attuale Governo Berlusconi ha continuato su questa linea. Le sanzioni, per coloro che si ostineranno a non dichiarare i redditi sottratti al fisco nonostante la sanatoria prevista dallo scudo fiscale del ministro dell’Economia Giulio Tremonti (si parla di una stima di 100 miliardi di euro che potrebbero rientrare), oscillano dal 200 al 400 per cento del capitale non dichiarato.

Naturalmente il problema non può essere affidato solo alla Guardia di finanza. C’è anche una mentalità che va cambiata. Perché l’Italia è il Paese dei furbi. Non ci sono solo i casi eclatanti (tra l’altro tutti conclusi con un ravvedimento e un lieto fine, soprattutto per l’Agenzia delle entrate, come con big Luciano Pavarotti, Valentino Rossi, Alberto Tomba, Loris Capirossi, Andrea Bocelli, e "ultimaora", Tiziano Ferro, ancora tutta da dimostrare). Siamo un popolo che ha poco o nulla da dichiarare. Prendiamo Perugia: 30.480 auto di grossa cilindrata in circolazione e solo 2.271 redditi oltre i 100 mila euro. Qualcosa non torna. Il 23 maggio 2007 a un controllo delle Fiamme gialle su professionisti, imprenditori e commercianti liguri, 96 su cento sono risultati non in regola. «E i quattro in regola probabilmente non erano liguri», direbbe forse il genovese Beppe Grillo.

«Ma chi non versa le tasse sa che sta rubando la luce dei lampioni, la benzina dei poliziotti, l’asfalto delle strade su cui cammina?», si chiede Roberto Ippolito nel suo mai abbastanza lodato Evasori. Forse una campagna informativa non guasterebbe. O, quanto meno, toglierebbe qualsiasi alibi ai soliti furbi.

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«FACCIAMONE UN VANTAGGIO»

Davvero per gli evasori nel mondo e in Italia la festa è finita? Lo chiediamo a Victor Uckmar, genovese, classe 1925, grande esperto di diritto tributario (è attualmente docente a Bologna di Diritto tributario internazionale). «La risposta immediata è che l’Italia rimane una terra di evasori. Lo desumiamo sia da quello che leggiamo nelle cronache che raccontano le operazioni della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate sia dalle dichiarazioni medie di professionisti, commercianti e imprenditori, con indici così bassi di capacità contributiva. Quella è evasione, è evidente».

Perché l’Italia è tradizionalmente terra di evasori fiscali?

«Perché non c’è mai stata la volontà di combatterla. Fa un po’ parte del carattere degli italiani, come la mania di passare col rosso o di fare i furbi saltando le code. È stato storicamente addirittura un fatto patriottico. Mi spiego. Quando entrai nella Resistenza, a Novi Ligure, come primo incarico il comando partigiano mi mandò a far la posta all’esattoria per indurre i contadini a non versare le imposte, perché andavano a finanziare Mussolini e il nemico. Confesso che non ho mai avuto compito più facile di quello. È un po’ un’abitudine latina, lo vediamo ad esempio in Argentina. Ma ci sono anche altre ragioni».

E quali?

«C’è un sistema fiscale piuttosto sperequato. Si dice che la pressione fiscale, che in Italia si attesta sul 42 per cento, è in linea con gli altri Paesi dell’Occidente. Ma è come la storia del pollo di Trilussa. I redditi da capitale sono tassati al 12,5 per cento. I redditi dei lavoratori autonomi arrivano a oltre il 50 per cento. La disparità è evidente. I redditi tassati alla fonte con ritenuta non sfuggono. Quelli che forniscono servizi, dai carrozzieri agli idraulici sfuggono eccome».

Diciamo che all’idraulico polacco si preferisce l’idraulico italiano, senza voler generalizzare.

«Ci sono anche delle questioni malposte. Anche l’opposizione fa la sua parte. Franceschini voleva tassare coloro che avevano dichiarato più di 120 mila euro definendoli "ricchi". Ma quelli non sono ricchi, semmai contribuenti che vivono un po’ più agiatamente dei pensionati e degli impiegati. Anche perché è difficile trovare i veri ricchi nelle liste dei contribuenti. Quelli incapsulano i loro capitali, le loro plusvalenze e i loro utili in scatole finanziarie sottratte al fisco. L’Italia è piena di scatole del genere».

Sarebbe il caso di rompere le scatole, continuando la metafora...

«Direi di sì, ma dobbiamo dire che c’è una ripresa della lotta all’evasione».

Con quali frutti?

«È presto per dirlo, ma l’evasione può essere anche una sorta di tesoretto utile a fare di necessità virtù. Negli altri Stati per sanare il deficit e il debito pubblico salassato negli ultimi mesi per sostenere l’economia e la finanza, si andrà a pescare nelle tasche dei contribuenti. Noi in Italia invece possiamo recuperare l’evasione fiscale, abbiamo una scorta pari a sei anni di arretrati per fare man bassa. La nostra anomalia può diventare la nostra forza, la nostra occasione». (F.Anf.)


[SM=g27837]

Giorgio.94
00venerdì 28 agosto 2009 15:02
Sei un grande Britannicus! [SM=x535711]

Riesci sempre a trovare articoli interessantissimi! [SM=g27828]

... 316 miliardi di euro... non è possibile... [SM=x535713]

Che grande [SM=x535730]

SIR HEINZ
00venerdì 28 agosto 2009 15:29
Ma non è lo stesso Uckmar consulente fiscale dell'EVASORE Valentino Rossi?

Lo stesso che ha maledetto la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi on line sbandierando la violazione della privacy, anche se la legge in questione non prevede come dati sensibili da proteggere quelli della condizione economica?

Lo stesso che ha benedetto l'accordo Usa-UBS cosicché a fronte di una delazione di 5000 conti di cittadini americani si possa salvare il segreto su tutti gli altri?

Andiamo bene, della serie predicare male e razzolare anche peggio.

Non credo che un docente di diritto fiscale non conosca i meccanismi di un fenomeno che in economia si chiama "ipocrisia fiscale" o di un fenomeno tutto italiano detto "doppia tassazione".

Magari se si evitassero sprechi tipo i 100 milioni per portale del turismo o se volassero meno bustarelle o se si pretendesse il pagamento di 100 MILIARDI di tasse arretrate del gioco d'azzardo si otterrebbe un introito maggiore....vabbè utopia con questa classe politica....e con questi economisti prezzolati. [SM=x535722]
XXI Rapax Britannicus
00venerdì 28 agosto 2009 15:48
FUORI I NOMI DI CHI FREGA IL FISCO di Giampaolo Pansa
[SM=g27825]

@Hienz
Solo l'ultimo stralcio è un'intervista ad Uckmar.
In effetti sarebbe da premiare per l'ipocrisia ed il falso moralismo.

Lui che in oltre 50 anni di carriera ha sctitto chilometri e chilometri di pubblicazioni su come "eludere" il fisco, sia chiaro per carità, non evasione... [SM=x535696]

Vabbè... si vede che comincia a sentire di essere arrivato alla fine del suo "viaggio terreno" e vuole cominciare a preparasi per quello ultraterreno cercando di predicare bene sul finire dell'esistenza, dopo aver aiutato a razzolare male per decenni.

Visto che l'argomento può interessare, eccovi questo articolo di Giampaolo Pansa.
www.wallstreetitalia.com/articolo.aspx?art_id=773358


FUORI I NOMI DI CHI FREGA IL FISCO di Giampaolo Pansa

Non sono un esperto di psicologia delle masse. Ma vedo ciò che succede nella mia testa e in quella di tanta altra gente uguale a me. Mi sento sempre più irritato. Ogni anno, quando si pubblicano i redditi della mia provincia...

(WSI) – Forse m’illudo. Forse è soltanto il sogno di un contribuente onesto. Ma sento che siamo all’inizio di una rivoluzione culturale che, prima o poi, riuscirà a sconfiggere l’evasione fiscale. A confermarlo arrivano segnali da tutto l’Occidente. La crisi economica e finanziaria ha mandato in bolletta i governi. Gli Stati non hanno più soldi. Dunque dove trovare le palanche per gli interventi ordinari e per quelli eccezionali?

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Si possono ridurre le spese, ma non oltre un certo limite. Si possono aumentare le tasse, però strozzerebbero ancora di più i consumi, il volano necessario alla ripresa. Inoltre si andrebbe incontro a una rivolta dei contribuenti onesti. Loro hanno sempre pagato e, invece di essere premiati, sarebbero costretti a pagare di più. Dunque non resta che una strada: dare la caccia agli evasori. Dichiarargli una guerra senza quartiere. Obbligarli a sborsare. E sputtanarli davanti all’opinione pubblica.

I governi non sono soltanto in bolletta. I più avvertiti si rendono conto dei cambiamenti di stato d’animo in chi ha sempre versato il dovuto. Non sono un esperto di psicologia delle masse. Ma vedo ciò che succede nella mia testa e in quella di tanta altra gente uguale a me. Mi sento sempre più irritato. Ogni anno, quando si pubblicano i redditi della mia provincia, scopro di essere ai primissimi posti. Come se fossi tra i ricconi della mia zona, invece che un giornalista con un buon stipendio e un autore di libri che vende bene.

Allora mi faccio delle domande. Dove sono i grandi redditieri, i commercianti forti, i ristoratori di grido, i capi della banca X o dell’impresa Y? Controllo meglio l’elenco e non li trovo. O li trovo in basso. Quasi fossero percettori di redditi modesti, da poveracci. Eppure li conosco, anche se alla lontana. So che vita fanno. So in quali case abitano. So che spendono e spandono. Ma per il fisco quasi non esistono.

Al cospetto di questa vergogna avverto un fastidio di anno in anno sempre più acuto. E comincio a chiedermi se debbo continuare a essere tra i fessi della compagnia. La domanda successiva è inevitabile: forse è bene che inizi anch’io a fregare il fisco. Oppure, meglio ancora, che cominci a incrociare le braccia e a scioperare, non presentando la dichiarazione dei redditi almeno per una volta.

Certo, se lo facessi da solo il fisco mi stangherebbe. Ma se lo faccio insieme ad altri diecimila o centomila contribuenti, nessuno sa che cosa può accadere. Voglio citare un vecchio adagio, adatto a quanto sto dicendo. Se un tizio fuma sotto un cartello che avverte "Vietato fumare", il tizio viene multato. Ma se a fumare in quel luogo sono dieci, venti, cinquanta persone, il cartello viene tolto.

Insomma si rischia una rivolta dei contribuenti onesti. Qualche governo comincia a capirlo e a temerlo. Per esempio, il governo degli Stati Uniti, il Paese che per primo ha iniziato una guerra vera contro gli evasori. A partire dai furbastri che, per frodare il fisco, hanno nascosto milioni di dollari nei paradisi fiscali: in Svizzera, ma non soltanto lì.

Sul Sole 24 Ore di venerdì 21 agosto, Claudio Gatti ci ha descritto un personaggio sconosciuto in Italia. È Douglas H. Shulman, quarantadue anni, il "commissioner", ossia il capo, dell’Irs: l’Internal Revenue Service, l’equivalente della nostra Agenzia delle entrate. A nominarlo in quell’incarico, nel novembre 2007, era stato George W. Bush e l’amministrazione di Barack Obama l’ha confermato.

Gatti racconta che Shulman è stato anche fortunato. Pochi mesi prima della sua nomina, ha bussato alla porta dell’Irs un manager dell’Ubs negli Usa, Bradley Birkenfeld. Aveva una confessione da fare: la sua banca svizzera era responsabile di un’enorme frode fiscale. Da anni permetteva ai propri clienti americani di evadere le tasse per centinaia di milioni di dollari.

Shulman ha stretto un patto di ferro con il Dipartimento della Giustizia, per seguire insieme la pista offerta dal banchiere. Così hanno sfiancato la resistenza dell’Ubs e del governo svizzero. Costretti a consegnare i nomi di chi aveva nascosto i dollari in territorio elvetico. Proprio in questi giorni, Birkenfeld è stato condannato a quaranta mesi di prigione, con uno sconto di pena assai forte.

Pure il governo italiano ha bisogno di soldi. Le nostre emergenze si stanno moltiplicando. La ricostruzione dell’Aquila, gli interventi nel Mezzogiorno, gli aiuti alle aziende in crisi, la cassa integrazione da rifinanziare, i buchi della sanità da colmare, e mi fermo qui. Anche per questo è da apprezzare che il ministro Giulio Tremonti abbia messo in moto l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza. Aprendo la caccia agli evasori, e non soltanto a quelli che hanno portato i soldi in Svizzera. Su tutto domina il rebus dell’avvocato Agnelli: anche lui ha truffato alla grande il fisco?

Un lettore del Riformista ci ha scritto temendo che sia una caccia finta, fumo negli occhi e basta. Il "Bestiario" non la pensa così. Forse è cominciata anche da noi la rivoluzione culturale di cui ho parlato all’inizio. E forse non si fermerà neppure davanti alle porte dei consulenti che hanno aiutato i clienti a nascondere al fisco i guadagni, trasferendoli nei paradisi fiscali. Negli Stati uniti sta già avvenendo. Perché non dovrebbe accadere anche da noi?

Tuttavia sentiamo il bisogno di una prova. La nostra Agenzia delle entrate ci dia presto un po’ di nomi di evasori, meglio ancora se illustri. Li sbatteremo in prima pagina. E gli onesti si sentiranno un po’ meno cornuti e mazziati.

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[SM=x535693]
Shivos91
00venerdì 28 agosto 2009 16:03
Va precisato però che al governo abbiano gente che fa sparire una parte delle tasse sottobanco per pagarsi yacht e ville al mare, senza contare gli innumerevoli privilegi governativi. Quindi sì al combattere l'evasione fiscale, ma anche assicurarsi che quelle tasse finiscano in opere pubbliche e sanità, non nelle tasche degli arraffoni.,
=massimoXmeridio=
00lunedì 31 agosto 2009 14:12

Ora però si rischia di finire in flame.

Chiudiamo plz.

NB: RILEGGETEVI IL REGOLAMENTO DEL FORUM PER FAVORE.

XXI Rapax Britannicus
00lunedì 31 agosto 2009 14:16
Se si riesce a non finire il flame si può parlare di un malcostume TRASVERSALE che prescinde dal credo politico...

Vorrai mica dire che l'evasione ha un colore ed una latidune. [SM=x535684]

Che poi la politica abbia avallato certi comportamenti è un altro paio di maniche...
Shivos91
00lunedì 31 agosto 2009 14:26
Re:
=massimoXmeridio=, 31/08/2009 14.12:


Ora però si rischia di finire in flame.


Non mi riferivo al governo attuale in particolare.
XXI Rapax Britannicus
00lunedì 31 agosto 2009 15:02
Ci mancherebbe che colpe e malcostumi pluridecennali che accompagnano 150 anni di vita repubblicana, venissero addebitati solo all'attuale governo.

Ahimè l'evasione è una piaga che ha radici ben più remote. [SM=g27813]
=massimoXmeridio=
00lunedì 31 agosto 2009 20:28
1'... questo e' un sito di gioco e tale deve rimanere, poi in linea di massima (ma proprio di massima) si possono postare anche notizie e/o informazioni di carattere politico, di cronaca o quant'altro ma solamente sotto forma di notizia e si capisce bene il perche'...

2'...qui dentro oltre a persone 'molto giovani' ci sono altre con decine di primavere sulle spalle che sanno benissimo come stanno le cose e non sara' sicuramente un post a fargli cambiare un idea politica e/o di comportamento sociale; quindi per evitare le inutili discussioni che poi alla fine sfociano sempre in flame, cerchiamo di lasciare perdere questi generi di argomentazioni...grazie

p.s.
..se qui dentro fossimo stati degli 'Stanilisti' come hai scritto tu, molto probabilmente a quest'ora ti ritrovavi solo con una copertina in un gulag in Siberia e non con solo 4 Warning sul tuo profilo...

p.p.s.
...e cmq. qui dentro vige la piu' democratica delle dittature e' bene ricordarlo ogni tanto...
rankstrail
00lunedì 31 agosto 2009 21:45
Si ma io avevo ricevuto un solo warning e poi sono diventati 4 e non so perchè. Comunque date un'occhiata QUA
LunaRossaTerrore
00lunedì 31 agosto 2009 22:10
Re:
rankstrail, 31/08/2009 21.45:

Si ma io avevo ricevuto un solo warning e poi sono diventati 4 e non so perchè.



...sai come', il tasso d'interesse di questi tempi e' molto elevato.. [SM=x535691]




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