San Bettino

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LunaRossaFalco
00martedì 6 gennaio 2009 18:16
Dopo la beatificazione fatta da Mediaset su Bettino Craxi l'altra sera, ritengo utile sentire o meglio leggere, anche un'altra campana. A qualcuno potrà non piacere l'estensore dell'articolo (Travaglio) ma, opinione personale, credo faccia bene leggere le seguenti puntualizzazioni su di un argomento che la stampa e diversi organi del potere, tendono un po' troppo "facilmente" a dimenticare.

Testo:
"Buongiorno a tutti.
Chi di noi ha avuto la sfortuna di essere sintonizzato su Canale 5 ieri a mezza sera, avrà notato uno spettacolino degno della Korea di Kim Il Sung, una specie di monumento equestre in versione televisiva a Bettino Craxi, nel nono anniversario della sua scomparsa.
Un filmino messo insieme da alcuni suoi ex famigli e ovviamente trasmesso in pompa magna, è il caso di dirlo, da Mediaset.
E' chiara la devozione di Mediaset al suo santo protettore: senza Craxi, Berlusconi non sarebbe dov'è, Mediaset non sarebbe lì visto che è sopravvissuta alle varie violazioni di legge che prima Fininvest e poi Mediaset hanno perpetrato in barba alle normative nazionali, europee, alla Corte Costituzionale, eccetera.
Grazie al padrinaggio di Craxi e poi al padrinaggio dello stesso Berlusconi che poi è andato in politica a sostituirlo.
Si comprende la ragione per cui Mediaset e Fininvest e il mondo Berlusconiano sono così affezionati allo scomparso leader pregiudicato e latitante.
La cosa interessante è che probabilmente nemmeno Mediaset si era mai ridotta così male, si era mai abbassata e umiliata a tal punto, nella sua campagna revisionista e negazionista di quello che è avvenuto nella storia italiana negli ultimi quindici-vent'anni.
Si provava imbarazzo persino per Mediaset, ieri sera, nel vedere scorrere quella specie di vita dei Santi, quella specie di agiografia di Santa Maria Goretti con gli occhiali e il garofano.
Purtroppo, molti di quelli che hanno visto quella cosa, spero pochi grazie alle vacanze, erano persone che hanno dimenticato, altri sono persone che non hanno mai saputo, altri sono persone che non c'erano perché sono giovani e quindi non hanno gli strumenti per verificare.
Forse è il caso di mettere qualche puntino sugli “i” per evitare gli effetti collaterali di queste vere e proprie armi di distruzione di massa intellettuale e cerebrale e della memoria collettiva, onde evitare che poi queste radiazioni si propaghino per anni.
Meglio fermarle, meglio immunizzarsi.
Intanto era chiaro a tutti che se fosse vero quello che è stato raccontato non si capirebbe per quale motivo questo signore è dovuto scappare dall'Italia in fretta e furia, per sfuggire a varie sentenze di condanna e a un destino di galera, visto che Craxi era stato condannato a dieci anni di galera.
Voi sapete com'è difficile in Italia riuscire a condannare un potente, non dico a dieci anni ma a dieci minuti di galera.
Lui era riuscito a totalizzare dieci anni e, se non fosse morto prematuramente, ne avrebbe totalizzati altri perché c'erano tanti altri processi per tangenti che avevano già superato la prima fase e probabilmente Craxi se la sarebbe cavata con una ventina d'anni di galera, visto quel poco che si era scoperto rispetto a quello che aveva fatto.
Soprattutto, non si capirebbe per quale motivo questo statista di fama mondiale, nei periodi di massimo fulgore, riuscisse a ottenere il 14 e qualcosa percento dei voti.
All'epoca si votava col proporzionale. Il miglior Craxi ha ottenuto meno voti del peggior Fini, perché voi vi rendiate conto di quanto poco gli italiani si fossero accorti di questo tesoro che avevano in casa, incompreso.
Il tesoro di Craxi

In compenso il tesoro ce l'aveva Craxi che in Svizzera era tenutario di due conti, il conto Constellation finanzier e il conto Northen Holding, che gli gestiva un suo compagno di scuola, Giorgio Tradati, fiduciariamente – un prestanome – sui quali accumulava i soldi delle tangenti che le più grandi imprese italiane gli pagavano.
Dalla Fiat, all'Olivetti, alla Fininvest, il gruppo Ligresti, il gruppo Torno... vari grandi costruttori, piccoli e medi.
Soldi suoi, non soldi del partito. Poi c'erano anche le tangenti per il partito che venivano gestite su altri conti, sempre in Svizzera, da un altro gestore che era il tesoriere del partito, l'On. Vincenzo Balzamo.
Sui soldi personali di Craxi andò poi a spazzolare tutto un barista di Portofino che Craxi designò al posto di Tradati, quando nel 1993 temeva che Di Pietro e il pool di Milano gli sequestrassero la roba sua.
Cioè era roba nostra però se ne era appropriato lui.
Raggio fu mandato in Svizzera: era il fidanzato della contessa Vacca Agusta , una vecchia amica di Craxi che abitava a Portofino, spazzolò i conti, portò via cinquanta miliardi di lire che Craxi teneva in quel momento e scappò in Messico, dove rimase latitante per un paio d'anni.
Una volta preso confessò e fece la lista della spesa, dimostrando che Craxi quei soldi non li usava per il partito ma per se, e infatti i giudici poi hanno ricostruito questa lista della spesa.
Una lista che fa un po' spavento se uno pensa alla fama che hanno costruito intorno a questo presunto statista, che in realtà era un comune ladro, se “ladro” ha ancora il senso che gli abbiamo dato nei vocabolari: persona che si appropria di denaro altrui.
Si era comprato appartamenti a Barcellona, New York, La Tuille, Milano, Madonna di Campiglio.
Si era comprato un aereo privato del valore di un milione e mezzo di dollari, aveva regalato alla sua amica – la possiamo chiamare così – Ania Pieroni una televisione. Non un televisore, proprio una stazione televisiva, Roma CineTV, che pagava a botte di cento milioni al mese.
Non bastando, le pagava anche la servitù, l'autista, la colf e le acquistò – sempre a questa ragazza dalle doti spettacolari – un hotel, l'hotel Ivanhoe, a Roma e un appartamento.
Poi, naturalmente, c'erano gli affetti familiari: il fratello Antonio era un signore, dev'essere anche simpatico, che si era invaghito del guru Sai Baba, quindi pascolava per le indie al seguito del Sai Baba.
Era piuttosto squattrinato e una Craxi, coi soldi nostri, gli comprò una villa e un'altra volta gli prestò 500 milioni di lire che non rivide mai più, tanto non erano suoi.
C'era la cognata che si occupava di queste vicende, mi pare che si chiami Silvy.
Poi c'era il figlio Bobo, che a Milano in quel periodo sentiva un'aria poco favorevole, e gli affittò un bel villino a Saint Tropez perché andasse anche lui esule a svernare lontano da occhi indiscreti e malevoli.
Queste ed altre sono le destinazioni di quei soldi, ma ieri sera la parola “tangenti” non è mai risuonata in tutta l'ora del cosiddetto documentario perché si parlava d'altro.
Craxi, lo Statista che fece la Storia.

Voi avete visto, a Craxi sono stati attribuiti tutti i grandi avvenimenti dell'ultimo secolo, mancava soltanto, per motivi anagrafici, che gli attribuissero anche la vittoria nella prima Guerra Mondiale alla battaglia di Vittorio Veneto o alla guerra di Crimea ai tempi del Risorgimento, o un ruolo decisivo nel Congresso di Vienna.
Ma solo perché non era nato, altrimenti l'avremmo visto spuntare anche al Congresso di Vienna con un bel parrucchino.
In compenso gli hanno attribuito la caduta di Pinochet, il ritorno della democrazia in Cile; la Primavera di Praga; la battaglia dell'Occidente contro i missili dell'Unione Sovietica.
Se l'Unione Sovietica ha dovuto disarmare e poi è tracollata è stato merito di Craxi.
Gli hanno attribuito meriti clamorosi nella vittoria di Solidarnosc in Polonia, gli hanno attribuito addirittura la paternità di Blair.
Blair sarebbe un figlioccio di Craxi: Blair non lo sa ma è un figlioccio di Craxi.
Gli hanno attribuito la caduta del Muro di Berlino, trionfi in tutto il mondo e su tutto l'Orbe Terracqueo.
Addirittura, a un certo punto, si è sentito che Craxi sarebbe il padre dell'Europa.
Noi credevamo che fossero De Gasperi, Shuman e Adenauer: no, l'Europa che ci piace come la conosciamo ora nasce a Milano negli anni Ottanta, per merito di Craxi.
Questo abbiamo sentito dire ieri sera: Craxi che lotta contro i militari sudamericani, Craxi anticomunista perché l'Italia, se non lo sapevate, è stata governata per cinquant'anni dai comunisti, tranne il periodo in cui c'è stato Craxi.
Questa è la versione che ci hanno dato, e quando si faceva accenno alla Democrazia Cristiana era per dire che questa stava con i comunisti.
In realtà non c'è mai stato nessun governo con ministri comunisti, mentre dagli anni Sessanta al Novantadue tutti i governi, salvo rare eccezioni, hanno avuto ministri democristiani e socialisti.
Si sono dimenticati di dire che questo portentoso anticomunista di Craxi governava a Roma con i democristiani e nelle giunte locali con i comunisti.
Lui governava sempre, l'alleato cambiava a seconda di chi era a disposizione.
A Milano, per esempio, le giunte rosse erano capitanate da suo cognato Pillitteri.
Ma anche di questo familismo amorale di Craxi, che aveva sistemato il cognato a sindaco di Milano, il figlio al vertice del Partito Socialista milanese, una corte di nani e ballerine non si è minimamente sentito raccontare.
E' stato elogiato Craxi perché si opponeva alla linea della fermezza, cioè voleva trattare con le Brigate Rosse, e questo elogio arriva dagli stessi che oggi ci dicono che bisogna avere una linea della fermezza contro il terrorismo, quello degli altri: quando il terrorismo ci tocca allora bisogna trattare.
Questa è la loro posizione.
Ci hanno raccontato che Pertini era un grande amico di Craxi, proprio un suo sponsor, mentre sappiamo benissimo che Pertini non sopportava Craxi e faceva delle sfuriate incredibili, anche pubbliche, nei confronti di questo ducetto che si comportava come se l'Italia fosse diventata una Repubblica presidenziale o, anzi, come una Repubblica dove comanda il premier.
Ci hanno fatto vedere che Craxi fu il primo a toccare il tabù della intoccabilità della Costituzione, come se fosse un bene predicare contro la Costituzione del proprio Paese – una cosa che si può fare soltanto in Italia, quello di sputare sulla propria Costituzione e di vantarsene come se fosse un merito.
Fu il primo a denunciare la politicizzazione della magistratura: non hanno precisato che Craxi si accorse della politicizzazione della magistratura quando i magistrati cominciarono ad arrestare i socialisti che rubavano.
Quando presero i socialisti della giunta di Torino, giunta rossa, che rubavano. Giunta capitanata da un galantuomo, come Diego Novelli, ma dentro c'erano anche delle persone che si sono scoperte essere permale e che infatti Novelli immediatamente segnalò, grazie alla denuncia di un imprenditore alla Procura della Repubblica.
Quando i magistrati andarono a prendere un altro boss socialista, Teardo, in Liguria, quando furono scoperti scandali che riguardavano ruberie socialiste in tutti gli anni Ottanta; quando Beppe Grillo fu cacciato dalla Rai per avere cominciato a dire quello che la vox populi sapeva e diceva sottovoce da tempo, cioè che i socialisti erano diventati dei gran bei forchettoni.
Craxi, quando cominciarono a prendere i ladri di casa sua, sentendo ovviamente avvicinare le sirene a se stesso, tuonò contro la politicizzazione della magistratura e questo viene addotto come un suo merito, mentre in realtà è l'inizio di una deriva devastante del potere politico che attacca il potere giudiziario quando questo ci vede molto bene e le rare volte che faceva il suo dovere, negli anni Ottanta.
Craxi aveva magistrati amici suoi: consulente a Palazzo Chigi, quando Craxi fu presidente del Consiglio tra l'83 e l'87, c'era il giudice Squillante che poi si è scoperto prendere soldi in Svizzera dagli avvocati dei suoi imputati, a cominciare da Previti.
Squillante era il consigliere giuridico di Craxi, era una specie di attaché del Partito Socialista nella magistratura romana dove era il vice capo dell'ufficio istruzione e, con il nuovo codice, il capo dell'ufficio GIP.
Era quello che decideva chi si arresta e chi no, chi si rinvia a giudizio e chi no, e infatti non rinviava a giudizio e non arrestava mai nessun socialista, nemmeno sotto tortura, era contro i suoi princìpi.
Ma questo, naturalmente, non era un giudice politicizzato perché era un giudice che, ad honorem, aveva la tessera del PSI, anzi la tessera col faccione di Bettino Craxi.
Berlinguer tirò fuori la questione morale e infatti, nel documentario, viene dipinto come un losco figuro, uno che parla di questione morale in casa socialista è come uno che parla di corda in casa dell'impiccato, o meglio uno che parla di manette in casa del ladro.
Ci viene raccontato che quando Berlinguer manifestava contro gli euromissili era pagato per fare quelle manifestazioni dall'Unione Sovietica.
Craxi, i terroristi e Saddam Hussein.

Ci viene raccontato l'episodio di Sigonella, che ancora purtroppo, secondo molti, è considerato uno degli aspetti migliori della carriera politica di Craxi perché nessuno si ricorda più come andarono le cose.
Un commando di terroristi dell'OLP, capitanati da Abu Abbas, aveva sequestrato una nave da crociera dell'Achille Lauro in acque italiane, nel mediterraneo.
Il governo italiano, presidente del Consiglio Craxi, ministro degli esteri Andreotti, ministro della difesa Spadolini, trattarono con il presidente egiziano Mubarak perché si arrivasse ad una soluzione incruenta e promisero a lui, e quindi ai palestinesi che erano in collegamento diretto con Arafat che come al solito faceva il doppio gioco, che se se si fossero consegnati non sarebbero stati affidati agli americani ma sarebbero stati giudicati dalla giustizia italiana.
Questo ufficialmente venne detto, cosa fu pattuito segretamente lo possiamo immaginare da quello che successe dopo.
Quando i terroristi, una volta consegnati, arrivarono su un aereo militare nella base americana di Sigonella, successe che gli americani tentarono di farseli consegnare per portarli in America e processarli.
Li volevano processare perché, contrariamente a quello che si erano impegnati a fare, cioè una fine incruenta del sequestro, si era scoperto che questi tagliagole dell'OLP, di Abu Abbas e dei suoi uomini, avevano assassinato un ebreo paralitico anziano americano, che era in crociera in carrozzella, Leo Klinghofer, e avevano lanciato il cadavere nel mare.
C'era la chiglia dell'Achille Lauro sporca del suo sangue.
Questi assassini gli americani li volevano processare nel loro Paese: giustamente, l'Italia disse: “il delitto è avvenuto in Italia, li processiamo noi”.
Certo, ma si sarebbe dovuto prendere questi terroristi e affidarli alla giustizia italiana.
Invece, si presero i pesci piccoli cioè i membri del commando, ma il capo della banda, l'ideatore del sequestro, Abu Abbas, fu caricato su un aereo dei servizi segreti, spedito in Iugoslavia e di lì mandato in Irak, dove c'era Saddam Hussein pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
Il governo Craxi ha preso il capo di una banda di terroristi che hanno sequestrato una nave e hanno assassinato un ebreo paralitico anziano in carrozzella a sangue freddo e lo ha gentilmente consegnato a Saddam Hussein, per evitare che venisse processato in base a un delitto commesso in Italia.
Tant'è che Abu Abbas fu condannato in contumacia all'ergastolo, ma non scontò mai la pena ed è morto due o tre anni fa a Baghdad durante le operazioni di guerra, peraltro per ragioni naturali.
Questo è il caso Sigonella: non è vero che Craxi difese a spada tratta la sovranità italiana, Craxi sottrasse il capo di una banda di assassini terroristi alla giustizia italiana per farlo scappare in Irak, dove in quel periodo c'erano le armi di distruzione di massa perché Saddam Hussein si stava occupando di gassare curdi e altre minoranze.
Ieri questo non ci è stato raccontato, ci è stato raccontato che fu un capolavoro diplomatico e che anzi furono tutti contenti, che la cosa finì a tarallucci e vino tra applausi generali.
L'On. Gerry Scotti e boom del debito pubblico.

Per fortuna c'erano gli spot, in questo vergognoso documentario, e si vedeva Gerry Scotti che annunciava qualche programma da lui presentato.
Nessuno ha raccontato che l'uomo che si vedeva negli spot, Gerry Scotti, fu candidato al Parlamento da Craxi e fu eletto deputato.
Pensate, abbiamo avuto Gerry Scotti deputato, nessuno se lo ricorda.
E' stato uno delle più grosse conquiste ottenute da Craxi a livello politico, insieme a candidature be più terrificanti, visto che in Parlamento c'erano nani ballerine e diversi furfanti.
A Craxi è stata attribuita anche la crescita delle piccole e medie imprese: faceva tutto lui, era una cosa fenomenale.
Nessuno ha ricordato che per la sua politica economica - che è stata elogiata per tutto il documentario come se fosse un grande economista, uno che ha salvato l'economia italiana - nei quattro anni in cui fu al governo il debito pubblico passò da quattrocentomila miliardi a un milione di miliardi.
Cioè, è più che raddoppiato.
Il rapporto tra il debito e il Pil, fondamentale per rientrare nei parametri europei di Maastricht, passò dal 70 al 90%.
In quattro anni un debito pubblico che era ancora abbastanza accettabile esplose e ci portò completamente fuori.
Questo è il salvatore dell'economia italiana, lo stiamo pagando ancora adesso.
Quando voi sentite dire che abbiamo settanta miliardi di euro di interessi sul debito e viene sempre attribuito a misteriose eredità del passato, bene il grosso dell'eredità si chiama Craxi.
Naturalmente, nessuno ha fatto vedere i suoi rapporti affettuosi con Licio Gelli, con Squillante, con personaggi addirittura della mala milanese.
Ci è stato detto, invece, che lui ha abbattuto l'inflazione a due cifre, ci ha trasformati in una quinta potenza mondiale, sempre naturalmente contro i comunisti che lavoravano nell'ombra perché erano i padroni dell'Italia, figuratevi.
La latitanza di Craxi.

Ci è stato detto che nel 1992 il pentapartito era in grande salute, ha ottenuto un bel cinquantadue percento dei voti e poi non si capisce cosa sia successo perché il narratore smette di parlare e si cominciano a vedere gazzelle della guardia di finanza, i magistrati di Mani Pulite, facce, circostanze e titoli di giornale.
Ma non c'è nessuno che descrive quello che è successo: è ovvio, perché se avessero dovuto descrivere quello che è successo avrebbero dovuto raccontarvi i nomi dei conti in Svizzera, i cinquanta miliardi che c'erano dentro, le spese private personali e familiari che faceva coi soldi che aveva rubato a noi.
La fuga per sfuggire, latitante, alle leggi del suo Paese, le condanne che nel frattempo si accumulavano, le confessioni che tutti quelli che gli avevano dato i soldi stavano facendo.
Alla fine ci hanno fatto sentire solo la sua versione dei fatti, cioè il suo discorso alla camera che è un altro dei grandi fraintendimenti, delle grandi leggende metropolitane perché ci viene raccontato come un grande discorso di verità e di coraggio.
In realtà non ci vuole nessun coraggio, essendo protetti dall'immunità parlamentare, ad andare in Parlamento e dire: “Signori, qui abbiamo rubato tutti: chi pensa che non sia vero si alzi in piedi e giuri”.
Questo ha fatto lui e questo si è vantato di avere fatto in un'intervista trasmessa in questo documentario.
Non ci vuole nessun coraggio perché non è che Craxi, alla fine di quel discorso, visto che diceva “ho rubato anche io”, per la sua parte di furti si è spogliato dell'immunità parlamentare e si è consegnato nella più vicina questura o caserma dei Carabinieri o della Guardia di Finanza perché gli mettessero le manette e lo portassero via a espiare la pena delle porcate che aveva commesso.
No, lui diceva “abbiamo rubato tutti” perché sottintendeva “quindi ci salviamo tutti, con una bella legge salvaladri”.
Questo era il discorso di Bettino Craxi.
Indipendentemente dal fatto che avessero rubato tanti altri - e infatti ne hanno presi tanti altri di sinistra, di centro, di destra; Mani Pulite sapete che ha preso di tutto, comunisti, persino un missino, democristiani, repubblicani, liberali – tu sai quello che hai fatto, l'hai appena detto, vai e paghi.
Questo non è avvenuto e non c'è niente di coraggioso in quello che ha fatto.
Quello era un ricatto, era un discorso ricattatorio e se c'è qualunquismo in Italia, se si dice nei bar che è tutto un magna magna, che rubano tutti, che sono tutti uguali, è colpa di discorsi come quelli.
E' colpa di chi va in Parlamento e dice che rubano tutti.
Quando dici “qua rubano tutti” autorizzi la gente a pensare che sono tutti uguali.
Voi potete pensare che i mille parlamentari che c'erano in quel momento tra Camera e Senato rubassero tutti? Evidentemente no, c'erano un sacco di persone perbene.
Semplicemente non potevano giurare sull'onestà di tutto il resto del loro partito, ma dato che la responsabilità penale è personale, su Craxi e su tanti altri si sono trovate le prove perché c'erano ma magari su altri non si sono trovate perché le hanno nascoste, su altri ancora non si sono trovate perché non c'erano.
E' quello che porta al qualunquismo, ed è strano che un uomo che con quel discorso e con le sue ruberie ha distrutto il più antico e glorioso partito cento anni dopo la sua nascita - perché il Partito Socialista è stato il primo partito italiano e Craxi lo ha distrutto, non i giudici, come Moggi ha portato la Juventus in serie B e non i magistrati – non venga ricordato come il distruttore del Partito Socialista.
Dopo che la gente ci era morta per costruirlo e per ricostruirlo durante la Resistenza, la gente ci aveva speso, dal più umile dei militanti ai grandi leader come Pertini, Nenni, Riccardo Lombardi, Turati.
Perché continuano a beatificare proprio quello che lo ha distrutto, portandolo nel fango e nello sterco?
Perché certi favori poi si pagano anche postumi: invece di raccontarci le tangenti, le valigette, i soldi, ci hanno raccontato la giustizia politica, la giustizia a orologeria, i suicidi in carcere.
Sappiate che per Mani Pulite non si è suicidato nemmeno un imputato. Quando dico nemmeno uno, vuol dire nemmeno uno: zero sono i suicidi in carcere dell'inchiesta Mani Pulite.
Abbiamo sentito parlare di golpe.
A un certo punto Craxi fa un parallelo tra l'inchiesta Mani Pulite e le bombe che la mafia sta mettendo in quel momento.
Di Berlusconi non si è parlato in tutto il documentario, come se Berlusconi non esistesse, come se gli imprenditori fossero solo De Benedetti e Romiti.
Berlusconi non c'era: i ventuno miliardi che ha pagato a Craxi tramite la All Iberian sui conti in Svizzera, le due leggi che gli ha fatto Craxi negli anni Ottanta per neutralizzare le ordinanze dei pretori sulla Fininvest, la legge Mammì che gli ha scritto su misura per mantenere il suo monopolio sulla TV privata.
Craxi che festeggia con Berlusconi lo scampato pericolo quando nell'Aprile 1993 la Camera nega l'autorizzazione a procedere chiesta dai giudici di Milano.
Berlusconi che scende in campo calpestando la memoria di Craxi, fingendo quasi di non conoscerlo e dicendo: “Io sono Mani Pulite, basta con questi partiti che rubano”.
Non si è detto una parola su niente, non s'è detto una parola sui rapporti tra Craxi e l'imprenditoria più losca del Paese.
Craxi è stato presentato come uno che contrastava le grandi famiglie del salotto buono del capitalismo, quando poi in Svizzera nei suoi conti arrivavano i soldi dalle grandi famiglie del salotto buono.
Persino De Benedetti a un certo punto confessò di aver pagato tangenti a Craxi perché se no nella pubblica amministrazione non lo lasciavano entrare.
Che la Fiat l'abbia pagato è scritto in sentenze definitive, eppure Craxi viene presentato come un ostacolo, una pietra d'inciampo delle grandi famiglie.
Alla fine si vede la spiaggia di Hammamet, il mare, il tramonto e ogni tanto compaiono anche i ritratti di Mazzini e Garibaldi, come per dire “avete capito che questo non è un latitante, ma un esule”.
Purtroppo Mazzini e Garibaldi non rubavano, questa era la differenza: non erano scappati dall'Italia perché rubavano ma evidentemente per motivi politici.
Per chi vorrà approfondire è inutile che vi dica che ci sono libri, documenti, delle sentenze (ne metteremo altre sui nostri blog).
Tenete presente che c'è un motivo per cui va in onda oggi.
Non c'è nemmeno la cifra tonda dei dieci anni, sono nove gli anni dalla scomparsa di Craxi.
La ragione per cui è andata in onda questa agiografia è perché, insieme a Licio Gelli, si sta avverando il progetto craxiano: presidenzialismo e controllo politico sulla magistratura.
E' sembrato giusto, a chi di dovere, dopo il grande ritorno televisivo del Gran Maestro Unico Licio Gelli, con tanto di grembiulino, omaggiare anche un altro ispiratore di questi tempi mefitici e laidi che stiamo vivendo.
Passate parola."
siculo-calabrese
00martedì 6 gennaio 2009 22:51
Re:
LunaRossaFalco, 06/01/2009 18.16:

A qualcuno potrà non piacere l'estensore dell'articolo (Travaglio)



A me non piace l'estensione dell'articolo [SM=g27828]
LunaRossaFalco
00martedì 6 gennaio 2009 23:42
ma leggi sfaticato che ti fa bene a te e al tuo ITAGLIANO [SM=g27828]
LunaRossa Vinsitor
00mercoledì 7 gennaio 2009 00:55
Per Siculo e chi non vuole leggere

Paolai
00mercoledì 7 gennaio 2009 02:01
Premesso che non sono mai stato socialista, premesso che men che meno sono mai stato Craxiano (GHHHHHH!!!), ma Travaglio come è suo solito si è "dimenticato" di riportare ciò che gli avrebbe fatto stonare un po' tutto...Prima di tutto con la stessa voce di Craxi è stata trasmessa questa frase "Non vorrei che le mie vicende e colpe giudiziarie cancellassero anche ciò che di buono ho fatto", detto questo credo che molto del discorso di Travaglio cada di brutto. Quella trasimissione che Travaglio chiama "documentario" ma che a me documentario non è sembrato affatto, trasemsso in pompa magna (sempre parole di Travaglio) è stato trasmesso alle 24,30 circa...o mio dio...ma se devo fare un qualcosa in pompa magna IO non lo farei di certo non in seconda serata...ma in terza!!! Vorrei sapere da Travaglio cosa definisca davvero una programmazione in pompa magna...bhà, rimarrò con il dubbio [SM=g27827] .

Vicenda Solidarnosh. Bhè proprio lui nominò Craxi, non c'è che dire. A Travaglio potrà non stare bene (ed a dire il vero nemmeno a me...) ma così andò.

Vicenda Achille Lauro, Craxi trattò direttamente con Mubarak, e lui scelse le condizioni per una resa "pacifica" dopo che i terroristi uccisero quell'amkericano di cui mi sfugge il nome. Certo, li avrei voluti vedere anche io giudicati per quello che fecero, ma una volta che un accordo venne preso con l'Egitto, non ci si poteva rimangiare la parola solo eprchè Reagan si mise a battere i piedi. Il governo Italiano all'epoca preferì mantenere la parola presa con Mubarak piuttosto che calarsi le braghe davanti agli americani. Io direi che a Travaglio non gli sta bene niente...se fosse andata in modo diverso sono certo che avrebbe detto che il governo italiano a quel tempo era troppo filo ameircano per mantenere impegni presi con il presidente Egiziano, di fatto compromettendo accordi futuri. A mio modo di vedere fu un atto di coraggio che per carità, io non avrei fatto, io li avrei dati agli Israeliani, altro che americani tanto per capirsi, ma non posso condannare un tizio che rispetta la parola data, io semplicemente non l'avrei data, e probabilemnte avrei rischiato che potessero uccidere altri passeggeri. E' giusto ciò che avrei fatto io, è giusto l'accordo che prese Craxi, difficile da giudicare, ma che sia giusto mantenere la parola data, noncredo ci siano dubbi.

Vicenda Cile. Nel programma non è stato detto che fu merito di Craxi [SM=g27827] mi chiedo se Travaglio l'abbia vista davvero quella trasmissione oppure se la sia fatta raccontare da un tizio poco attento, è stato detto da un tizio che un altro tizio disse che Craxi diede dei soldi alla resistenza. Ora di chi fossero quei soldi io ho pochi dubbi ARGH, ma che sia stato detto che fu tutto merito di Craxi no dai...non è stato detto affatto [SM=g27837] .

Vicenda missili russi. Non è stato detto che da lì ci fu uil declino della politica Russa, bensì che fu la prima sconfitta della poliotica russa sulla materia missili, ed ahimè per Travaglio è vero. Il governo italiano in quel caso fu rigido ed aprì le porte alla Nato. Poteva fare diversamente? No, visto che l'italia FA e faceva parte della Nato. Fu una scelta nemmeno troppo scelta, non si poteva semplicemente fare diversamente. I Russi mostrarono i muscoli come sempre facevano, l'Italia non poteva perchè non poteva proprio cedere ed andò bene via!

Vicenda Berlinguer, non è stato detto che i russi davano i soldi a Berlinguer [SM=g27827] è stato detto che le manifestazioni avevano "probabilmente" (parole di Craxi "penso che dei finanziamenti arrivassero dai sovietici") alcuni contributi. Del resto a quei tempi la guerra fredda andava così, mi stupisco che a Travaglio sfugga la storia della guerra fredda.

Detto ciò, lungi da me difendere Craxi che di porcate ne fece e ne fece tante, ma in quella trasmissione sono state dette cose che indubbiamente sono realtà, senza voler dipingere Craxi un angioletto (che non è stato di certo, la premessa iniziale detta proprio da Craxi presumo che a Travaglio sia sfuggita), semplicemente raccontare alcuni episodi che sono accaduti realmente. A Travaglio da fastidioc he queste cose siano accadute? Ad essere sinceri anche a me fa rodere dover ammettere che Craxi in talune cose fece atti da grande statista, però purtroppo fu così, ma malgrado questo posso pensare a lui come ad un gran ladro pur non essendo costretto a dover negare cose e fatti realmente accaduti.
Sol Invictus
00mercoledì 7 gennaio 2009 07:43
Mi sono sempre chiesto se vi era ancora qualcuno che guarda certi canali televisivi......la risposta è si e ci si discute ancora sulle notizie che raccontano.
E' un bene ,la discussione,ma vi è anche qualcuno che vi crede,e questo in cui conta silvio ,smettete di guardata i primi 6 canali della tv e non acquistate i prodotti che vi fanno pubblicità.
Paolai
00mercoledì 7 gennaio 2009 11:26
ed invece leggete i testi sacri di Travaglio, lui si che è il messia [SM=g27827] .

Dico solo che per pensare a Craxi come ad un ladro non bisogna di certo negare alcuni fatti realmente accaduti, anche se a Travaglio da fastidio [SM=g27837] . Avere una mente aperta è decisamente più importante che pendere dalle labbra di chi si dipinge come il messia senza macchia [SM=g27823] .

Esempio:
Craxi è un ladro.
Craxi è stato condannato.
Craxi è stato latitante.
Craxi non ha scontato la sua pena perchè è fuggito.
Craxi ha mantenuto la sua parola con Mubarak, malgrado fosse praticamente gay per Reagan.

Questi concetti non si escludono a vcenda, e non è necessario negarne alcuno per far si che gli altri diventino reali che Travaglio dica o meno.
LunaRossa Vinsitor
00mercoledì 7 gennaio 2009 11:37
Re:
Paolai, 07/01/2009 2.01:

Il governo Italiano all'epoca preferì mantenere la parola presa con Mubarak piuttosto che calarsi le braghe davanti agli americani.



Mi sembra di aver capito che calarsi le braghe avrebbe voluto dire consegnare i terroristi agli Americani, mentre la cosa più giusta (e secondo me coraggiosa) sarebbe stata processare tutti in Italia secondo le leggi italiane, anzichè calarsi le braghe agli Egiziani.

Cmq, citando la frase di Craxi "Non vorrei che le mie vicende e colpe giudiziarie cancellassero anche ciò che di buono ho fatto", a mio modo di vedere, quello che di scorretto e illegale ha fatto Craxi (e la portata delle sue azioni scorrette e illegali), cancella, anzi sovrascrive quello che di buono può mai aver fatto all'Italia, a sua sorella o a chiunque altro.


Paolai
00mercoledì 7 gennaio 2009 11:48
Vinsi, io non ho detto che abbia fatto qualcosa di buono. Politicamente sono sempre stato avverso a Craxi. A quel tempo ero liberale, e rimasi inculatissimo perchè idolatravo De Lorenzo...figurati ARGH! Se non ricordo male, ma potrei sbagliarmi, furono proprio i liberali a far cadere il governo Craxi.

Sto solo dicendo che il ragionamento che fa Travaglio nel dover negare a trutti i costi con il suo monologo che ciò che ha fatto Craxi non è vero è sciocco e senza senso.

Craxi era filoamericano ma di brutto a livello di schiavismo. Il suo anticomunismo lo portava ad essere un succube di tutto ciò che gli americani volevano. In quel caso specifico Craxi preferì invece mantenere buoni rapporti con Mubarak piuttosto che leccare Reagan. Motivo? Bhò! Forse ce ne sono di nascosti, forse no, forse...fatto sta che riuscì a convincere Reagan a lasciare quei terroristi. Questo E' un dato di fatto e non ci sono cavoli. Travaglio può dire di tutto, ma così è andata. Io c'ero [SM=g27828] . Non ho bisogno per saperlo di sentire Canale 5 o Travaglio.
LunaRossaFalco
00mercoledì 7 gennaio 2009 12:07
Re:
Paolai, 07/01/2009 11.26:

ed invece leggete i testi sacri di Travaglio, lui si che è il messia [SM=g27827] .

Dico solo che per pensare a Craxi come ad un ladro non bisogna di certo negare alcuni fatti realmente accaduti, anche se a Travaglio da fastidio [SM=g27837] . Avere una mente aperta è decisamente più importante che pendere dalle labbra di chi si dipinge come il messia senza macchia [SM=g27823] .

Esempio:
Craxi è un ladro.
Craxi è stato condannato.
Craxi è stato latitante.
Craxi non ha scontato la sua pena perchè è fuggito.
Craxi ha mantenuto la sua parola con Mubarak, malgrado fosse praticamente gay per Reagan.

Questi concetti non si escludono a vcenda, e non è necessario negarne alcuno per far si che gli altri diventino reali che Travaglio dica o meno.



Continuo a pensare che sia scandaloso proporre in qualsiasi fascia oraria, programmi come quello del 4 gennaio. Vuoi fare un servizio su Craxi a nove anni dalla sua morte? Fallo ma completo. Non mandarmi in onda l'elogio del grande statista, perchè alla fine ma proprio alla fine, Bettino il Grande è stato un ladro condannato e fuggito (NON IN ESILIO MA SCAPPATO) e mi dispiace, ma per me il grande statista (questo poi tutto da dimostrare) va a farsi benedire. E se ci vuole Travaglio, con tutte le sue forzature, per denunciare un evidente operazione di revisionismo, ben venga e magari ce ne fossero altri cento. Avere la mente aperta significa leggere di tutto, ascoltare di tutto e discuterci sopra come stiamo facendo ora. [SM=g27823]


Paolai
00mercoledì 7 gennaio 2009 12:46
Ma guarda che sono d'accordo con te, solo dico che se di colpa canale 5 si è macchiato (se così la vogliamo chiamare) che al di fuori di quella frase pronunciata dallo stesso Craxi quasi ad inizio programma in cui egli stesso ammetteva dio avere vicende giudiziarie che hanno oscurato (eufemismo...) le sue vicende politiche, Travaglio invece che fa? Nega fatti realmente accaduti come la vicenda Nato, Achille Lauro, Cile e Polonia solo perchè altrimenti il suo monologo non sta in piedi?

Craxi è un ladro, è un delinquente, negare fatti realmente accaduti non lo fa diventare più o meno ladro più o meno delinquente. Lo è a prescindere. Negarli però come ha fatto Travaglio è disinformazione che non ha motivo di esistere. Forse Travaglio pensa che la gente che lo ascolta è talmente idiota che se non nega fatti realmente accaduti poi possa pensare di Craxi che è stata una brava perosona? NOn lo so è una ipotesi...forse pensa che il suo pubblico non sia in grado di pensare con la propria testa e cerca di farla pensare con la sua, si questa mi sembra sia l'ipotesi più vicina alla realtà.
=massimoXmeridio=
00mercoledì 7 gennaio 2009 14:10
raga finiamola di infierire su bettino perche lui è un grande [SM=g27811]

ce gente che ha fatto na barca di sordi quando guidava lui la carrozza(bot-cct al 20%) con piccoli effetti collaterali come il debito pubblico piu alto d europa [SM=g27811]

bettino bettino bettino bettino [SM=x535722]
siculo-calabrese
00mercoledì 7 gennaio 2009 15:16
Re:
LunaRossaFalco, 06/01/2009 23.42:

ma leggi sfaticato che ti fa bene a te e al tuo ITAGLIANO [SM=g27828]



More pilu for everybody! This is the solution! [SM=g27828]
Paolai
00mercoledì 7 gennaio 2009 15:28
[SM=x535719]

LunaRossaFalco
00mercoledì 7 gennaio 2009 16:01
Se si presenta lo voto. GIURO!!! [SM=x535694]
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