La crisi

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Ciliegio-Sama
00mercoledì 22 luglio 2009 09:35
Ieri sera riflettevo con alcuni miei amici di come ce la stanno mettendo in culo con la crisi.
Ci dicono che la crisi stia finendo, che ormai il peggio è passato, che è stato fatto tutto il possibile ed al meglio per affrontarla.

Intanto ci distraggono...Berlusconi e le sue troie...il calcio degli acquisti milionari...le vacanze gossippare dei nostri vip...e mentre noi ci distraiamo e caliamo le braghe, ecco che ce lo prendiamo in culo con la rincorsa.

Scusate i termini.

Cassaintegrazione e mobilità. Questi sono i protagonisti nascosti di questi mesi.

Mia moglie a dicembre si ritrova nuovamente senza lavoro, con laurea da 110 e lode in biotecnologia, dottorato e master. E NON troverà altro, dato che qui in Piemonte stanno smantellando le strutture (come a Roma, giusto per dire). Da lei la cassa e la mobilità la fanno da padroni.

Un mio amico che lavora all'Azimuth (quella delle barche) dice che stanno per chiudere...che non riescono a vendere più manco un gommone. Cassa per 1200 persone e lo stabilimento a grosso rischio.
Quindi si ferma una ditta, mi dite voi? No. Se ne si ferma una, così importante poi, tutte le ditte satelliti crepano, ma di loro non si parla.

Stanno crepando degli interi settori, ed una volta che si chiude la baracca è solo questione di tempo prima che altri ne occupino il posto (cinesi, indiani, rumeni...).

Un altro mio amico lavora in un'azienda media di consulenza informatica...la cassa regna sovrana.

Piccole-medie e grandi aziende di Torino...sono tutte in difficoltà. La cassa sta toccando un pò tutti. Le aziende investono meno perchè ci sono meno soldi. Alla fine uno dei punti fondamentali è questo.

L'azienda per la quale lavoro come informatico sembra tenere botta, ma il nostro cliente ha già detto di volere diminuire le spese, per cui il mio gruppo di lavoro sarà ridimensionato. "Ridimensionamento"...mannaggia...una parola che sembra del cazzo, eppure....eppure...eppure qualcuno se ne starà a casa. Qualcuno di noi. Magari io, chi lo sa.

Io non so bene come siete messi voi.
La situazione è tragica, ce la stanno facendo passare sotto gli occhi come se ormai tutto fosse alle spalle. Ma non è così.

Verso ottobre, novembre, dicembre, sotto Natale, le prime casse finiranno...ed allora cosa succederà? Ho seguito una riunione in cui si stimava che il 40% delle persone non riuscirà a trovare un altro lavoro. Significa una persona su due quasi.

Io la vedo davvero grigia e per la prima volta in vita mia mi sto chiedendo se valga la pena cambiare paese. Un pensiero che non mi aveva mai sfiorato. Ed adesso?

Cassa, mobilità...il mondo intero sembra in ginocchio.
Ma i nostri politici continuano a dirci che va tutto bene, che il peggio è passato. Io sono convinto che il peggio ce l'abbiamo davanti e ce l'abbiano davanti i nostri figli.

Su una cosa però sembrano essere più o meno tutti d'accordo. La situazione attuale sarà lo standard. Come dire, scurdammoce del passato, è come essere nati un'altra volta.
Se prima la crisi avveniva ogni 3 anni. Da adesso in poi avremo 3 anni di crisi.
E così che futuro possiamo offrire ai nostri figli?

Forse vedo tutto grigio, eppure mi basta guardarmi un pò interno, ma intendo proprio a due passi da me, e tutto mi sembra nero.

Continuiamo a parlare di Travaglio, Grillo, Berlusconi e le sue zoccole, questo vuole la classe politica, dato che manco loro sanno che pesci prendere.

Interessante questo articolo di stamattina della repubblica.

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/economia/scudo-fiscale/commento-giannini/commento-giannini.html
LunaRossaFalco
00mercoledì 22 luglio 2009 09:54
Per quello che posso dire, nel mio piccolo, facendo il rappresentante e stando nel commercio, l'indotto (così si chiama tutta la massa di fabbriche e fabbrichette, alcune molto grandi e altre molto piccole), sta soffrendo terribilmente. Proprio ieri un titolare quasi mi implorava di fargli avere degli ordini; sono al 60% in meno rispetto al primo semestre dello scorso anno. Mancanza di liquidità quasi cronica e poco lavoro stanno facendo il vuoto.
Poi parlo con mia moglie del bar pasticceria di nostra proprietà e li sembra che crisi sia una parola sconosciuta. Non so che pensare... [SM=x535678]
Paolai
00mercoledì 22 luglio 2009 11:29
Re:
Ciliegio-Sama, 22/07/2009 9.35:



Io la vedo davvero grigia e per la prima volta in vita mia mi sto chiedendo se valga la pena cambiare paese. Un pensiero che non mi aveva mai sfiorato. Ed adesso?




Per andare dove? In quale paese in questo momento non c'è la crisi?

QUando si dice che la crisi è finita (UH [SM=g27837] ) non vuol dire che sia finita, è che si presume che si sia toccato il fondo, ma non che sia finita.
Purtroppo la crisi è mondiale e non solo Italiana, purtroppo si fa per dire! Gli Stati Uniti per esempio stanno vivendo una crisi ancor peggiore della nostra.

Adesso si devono raccogliere i cocci, la frana è finita a mio parere, ma i danni che ha provoato vengono fuori solo quando scavi e vedi che è rimasto: poco.



SIR HEINZ
00mercoledì 22 luglio 2009 12:04
Il Patrigno di Lady Pina vive a Los Angeles ed ha una piccola impresa per l'assemblaggio di componenti elettronici. Chiude, mette a a casa 15 dipendenti e se ne va in pensione...sempre che l'assicurazione non fallisca...altrimenti saranno cavoli amari per lui.

Proprio domenica scorsa mi ha detto in skype che da loro c'è una nuova ondata di crisi e di perdita di potere d'acquisto del dollaro nel mercato interno... [SM=g27825]

Qui non trapela nulla bisogna andare in internet per cogliere dei segnali della cosa.

Fra due-tre mesi arriverà anche qui, oggi ho sentito che la Banca d'Italia ha lanciato un allarme riguardo la crescita del debito pubblico...rischiamo il blocco dei titoli dello stato e dei fondi monetari garantiti, come minimo... [SM=x535696]
Leporello68
00mercoledì 22 luglio 2009 12:45
Sono gli effetti della follia monetarista, che a mio vedere non potrà essere curata.

Ci siamo abituati al paese del bengodi accumulando debito e stampando ricchezza di carta. Questo non solo in Italia, anche se da noi abbiamo come sempre fatto faville. Con la crisi economica si aprirà nelle casse statali un probabile buco di 40 miliardi che sinceramente non so cove possa essere coperto. Con il rimpatrio? Mah... Consideriamo che per evitare il fallimento di qualche stato si stanno tenendo i tassi artificiosamente negativi con buon pace di chi ha condotto comportamenti probi non ricorrendo al debito sistematico. Le nostre amministrazioni pubbliche locali sono fallite da tempo,ma con la magia degli swap raddrizzano tutto.

Il nostro cancro si chiama diritti acquisiti, con questa bandiera si è legalizzato un saccheggio continuo che ora è dogma di stato.
Nessuno vuole mettere in campo misure drastiche e così il baratro del congelamento del debito si avvicina, perchè non vedo molte soluzioni che congelare interessi.
XXI Rapax Britannicus
00mercoledì 22 luglio 2009 13:11
Concordo al 100% con Desaix.

Il delirio monetarista ha raggiunto l'apice in questo biennio, dopo anni ed anni di abusi e di lassismo da parte delle autorità finanziarie e politiche.

Il modello "americano", concepito sul vivere al di sopra delle proprie possibilità indebitandosi per far fronte persino alla spese correnti, si è infaustamente propagato alla (un tempo) morigerata Europa.

Desaix,
Congelare interessi tu dici... Avremmo MILITARMENTE la forza di sostenere ed imporre questa decisione? Perchè alla fine li si va a parare...










Leporello68
00mercoledì 22 luglio 2009 14:10
Re:
XXI Rapax Britannicus, 22/07/2009 13.11:

Concordo al 100% con Desaix.

Il delirio monetarista ha raggiunto l'apice in questo biennio, dopo anni ed anni di abusi e di lassismo da parte delle autorità finanziarie e politiche.

Il modello "americano", concepito sul vivere al di sopra delle proprie possibilità indebitandosi per far fronte persino alla spese correnti, si è infaustamente propagato alla (un tempo) morigerata Europa.

Desaix,
Congelare interessi tu dici... Avremmo MILITARMENTE la forza di sostenere ed imporre questa decisione? Perchè alla fine li si va a parare...





Essere in europa dovrebbe permettere una manovra del genere.
Non escluso un bel prelievo forzoso comunque, ma il grosso del debito è detenuto dall'estero (penso sul 75%) quindi rimarrebbe un problema di politica estera più che interna.
Sinceramente qua continuiamo a pensionare e chi mantiene ora in vita bilancio INPS sono gli immigrati e i loro contributi. Ma girando vedo che questi (tutte queste microimprese che nascono e compensano la morte delle nostre) imparano velocemente l'andazzo italico del nero.

Le nostre riforme se noti invece parlano sempre di 2012, 2015 come non ci fosse un deficit attuale pazzesco. Sono ben consapevole che l'iniezione di liquidi di quest'altro giro di giostra potrebbe procrastinare nuovamente il conto, ma significherebbe comunque interessi molto più alti e ulteriore peso sulle partite correnti di questa spesa.

E' a livello globale che però noto come si stia preparando la strada a qualcosa di nuovo per il dopo fallimento del sistema basato sulla carta dollaro. Sicuramente i trent'anni passati li ricorderemo come molto piacevoli [SM=g27816] soprattutto i giovani.

Nel mio piccolo vedo sempre più schiavi finanziari, dipendenti che hanno nel 70% già azzerato il TFR, che ricorrono a usura finanziaria ancora drogati (perchè questo è il termine giusto) dall'illusione monetaria, che qualsiasi spesa imprevista mette in ginocchio talmente son tirati i cordoni. E anche personalmente per spese straordinarie non posso non intaccare il risparmio accumulato.

Penso questo sia l'ultimo raschiamento prima della definitiva presa di coscienza: stiamo andando ad intaccare l'accumulo (spesso fatto in contropartita del debito statale) di stock di risparmio privato (penso tu abbia cifre ben più precise sui flussi di fondi).

XXI Rapax Britannicus
00mercoledì 22 luglio 2009 14:38
Temo che il debito interno sia pressochè equamente ripartito.
Circa 45% interno - 55% estero.

Di conseguenza, ahinoi, avremmo anche un grosso problema di politica interna.

Il "colpo di genio" in realtà l'hanno avuto gli americani, collocando i 3/4 del loro debito all'estero, la maggioranza del quale a Cinesi e Giapponesi, i veri GABBATI malgrado la loro decantata millenaria saggezza...

Praticamente sono 40 anni che gli americani (come stato e come privati) si fanno mantenere dal resto del mondo, piazzando il loro debito a chicchesia sotto forma di bigliettoni verdi e Treasury Bond.
Geniale!

Si prospettano tempi bui per la nostra scalcinata Italia.

Su una cosa sono comunque d'accordo coi politici quando dicono che il "peggio" è alle spalle.

Verissimo! E' proprio alle spalle, inteso come di dietro e noi siamo pronti a prenderlo nel c...

Scusate l'eufemismo.








Ciliegio-Sama
00mercoledì 22 luglio 2009 14:41
Mi trovo d'accordo con Desaix.
In due riusciamo ora come ora a mettere da parte 600-700euro al mese, senza discoteche, cinemi, ristoranti...gli unici lussi me li permetto io (ma per quanto) con due hobby.
Ci basta una seduta dal dentista per azzerare l'introito sul cc.

Chiaramente con un ingresso così basso, la spesa che uno si permette è irrisoria. Le vacanze inesistenti, giusto per dirne una delle più frivole.
Leporello68
00mercoledì 22 luglio 2009 15:04
Non so quanto gabbati o mariuoli questi cinesi.

Hanno imparato in un lustro, tecnicamente e professionalmente, quanto gli stati occidentali in 50 anni di sviluppo.
Ora quelli che tengono il mondo per le palle sono loro, sono sicuro che fra non molto si riprenderanno Taiwan (o meglio questa rientrerà di sua sponte). L'Asia è in loro stretto controllo, dall'Indocina alla Korea.

Per quel poco che ho avuto a che fare in un viaggio quasi vent'anni fa mi hanno fatto una grande paura, perchè la loro cultura non esiste più, non hanno un'etica di alcun tipo che non sia il denaro.

Facciamo l'ipotesi peggiore, gli USA danno il giro con la moneta: a quel punto chi si ritrova con materie prime (mezza Africa e Asia è nelle loro mani per tacere delle risorse russe), infrastrutture, know how e uno stato dove il controllo individuale è totale?
|Sargon I|
00mercoledì 22 luglio 2009 15:22
Ma tanto abbiamo il berlusca che con una ritoccatina di lifting agli occhi (per farseli un po' piu' a mandorla) e due barzellette in cantonese te li conquista con la simpatia ..... dopo essersi messo a 90° naturalmente. [SM=x535697]

Intanto. per prepararmi, quest'anno ho riattato l'orto, invaso per meta' da rovi e selva. [SM=g27832]

Sol Invictus
00mercoledì 22 luglio 2009 15:40
Concordo con Cily sul fatto che con le puttane di Silvio ce lo vogliono metter in culo.
Negli stati uniti la questione non è paragonabile alla nostra, per 2 motivi:
1)Il paese è grande ,la crisi principale la sta vivendo la costa owest la costa est invece no.
2)Il governo sta lavorando per arginare la crisi.
in tutti i casi la situazione è decisamente diversa anche per la mentalità degli statunitensi.

il peggio della crisi l'avremo dopo agosto e in italia si prolungherà anche per tutto il 2010 ,in europa già in primavera piano piano si riprenderà .
il problema Italiano è grave per un motivo principale ; il prossimo anno lo stato come farà con il 48% in meno di tasse pagate dagli Italiani?????
come pagherà le spese ?

Per i giovani volenterosi in Italia non vi è nessun posto dove lavorare già da qualche anno.
SIR HEINZ
00mercoledì 22 luglio 2009 15:47
Desaix scusa ma che c'entrano le pensioni?

In materia di pensioni nel passato ci sono stati degli eccessi che hanno premiato gente che con 15 anni di lavoro se ne andava in pensione (e ci sta tuttora) ma adesso stiamo nettamente sotto la soglia dell'equità.

La pensione non è mica un regalo, la strapaghiamo.
L'infortunio idem.
La mutua pure.
Il TFR sono soldi nostri che prestavamo ad enti ed imprese a interessi irrisori, alcune categorie se li sono visti letteralmente rubare dai fondi salvabanche.

L'INPS ed enti collegati hanno, nonostante le scellerate amministrazioni del capitale a favore di mafia, IOR e Cooperative di vario genere, i bilanci attivi che sarebbero ancora sufficienti se non venissero salassati per coprire altri buchi.

Non dimentichiamoci che ci sono 100 e rotti miliardi di euri di tasse non riscosse che sarebbero dovute dalle società che gestiscono il gioco d'azzardo e lotterie varie.

Stessa cosa vale per la crisi, che non è stata provocata dal prestito al consumo o dai conti correnti in rosso come vorrebbero far credere tuttora sventolando i protocolli del piffero di Basilea e Vattelapesca, ma è stata determinata dalla logica di speculazioni finanziarie e appropriazione selvaggia delle commissioni, quando invece con un minimo di buona condotta economica si sarebbe potuta evitare.
Ciliegio-Sama
00mercoledì 22 luglio 2009 16:14
Re:
Sol Invictus, 22/07/2009 15.40:

Concordo con Cily sul fatto che con le puttane di Silvio ce lo vogliono metter in culo.
Negli stati uniti la questione non è paragonabile alla nostra, per 2 motivi:
1)Il paese è grande ,la crisi principale la sta vivendo la costa owest la costa est invece no.
2)Il governo sta lavorando per arginare la crisi.
in tutti i casi la situazione è decisamente diversa anche per la mentalità degli statunitensi.

il peggio della crisi l'avremo dopo agosto e in italia si prolungherà anche per tutto il 2010 ,in europa già in primavera piano piano si riprenderà .
il problema Italiano è grave per un motivo principale ; il prossimo anno lo stato come farà con il 48% in meno di tasse pagate dagli Italiani?????
come pagherà le spese ?

Per i giovani volenterosi in Italia non vi è nessun posto dove lavorare già da qualche anno.




E quindi quale può essere il possibile scenario in, diciamo, 5 anni?
Giovani che non trovano lavoro, 50-60enni che non troveranno lavoro.
Emigrazioni...dove? Altrove, dovunque ci sia un qualche margine di possibilità.
Delinquenza in ovvio aumento e questo a cosa può portare? Misure ovviamente più drastiche, che non avranno altro effetto che un bel scuotere una lattina di coca chiusa.
Lavoro in nero a palla.

L'arte italiana dell'arrangiarsi portata agli estremi.

No, io non credo che l'Italia possa essere un bel paese in cui vivere prossimamente e lo dico con una bambina di un anno e mezzo in casa. Che situazione...


Leporello68
00mercoledì 22 luglio 2009 16:21
Non sono d'accordo. Questa crisi finanziaria è l'esplosione della pratica scellerata di praticare una politica monetaria continuamente espansiva, cioè denaro per tutti indiscriminatamente.

Sembra quasi che la gente non abbia goduto di queste politiche di inondazione perenne negli ultimi trent'anni, ma invece l'elevato tasso di indebitamento, la ricchezza sfacciata e ostentata diffusamente, ti fanno capire che tutti gli abusi a valle sono stati permessi dalla politica monetaria a monte.

L'inps sarà in attivo perchè letteralmente gode di una rendita di posizione: preleva (succhia) l'impossibile dal lavoratore per mantenere lo stock di pensioni pagate agli ex lavoratori. Per quanto pensi che si possa andare avanti? Io vedo una contrazione enorme del tasso di risparmio perchè il giochino di tenere un'inflazione nominale ridicola, quando quella reale ti erode il valore, non funziona più. Siamo d'accordo che quanto versato oggi sarà un'elemosina in futuro, e invece la gente si accetta questo prelievo forzoso che permette a quelli venuti prima di prendere molto avendo versato poco. Questi sono i diritti acquisiti a cui accennavo prima.
Un'inflazione reale taroccata nell'ultimo decennio ha permesso di salvare la baracca, ma la morale è che il livello reale del percepito è bassissimo.

Ma poi quell'attivo è reale? Bisognerebbe capire quali servizi eroga direttamente e quali ha scaricato sulle amministrazioni locali e periferiche, il cui debito è letteralmente esploso, vero iceberg della finanza italiana. Anche la CI ti fanno credere che siano soldi delle aziende e dei lavoratori accantonati: grande bluff perchè i fondi sono finiti tempo fa e ora è tutto a carico statale.

Il TFR non è prettamente remunerato a livelli irrisori visto che è rivalutato oltre il 3%.
eagle327
00mercoledì 22 luglio 2009 19:17
scusate l'intromissione... sono giovane non ho esperienze lavorative e sto studiando per essere ammesso all'università. la situazione ai miei occhi appare grave. mia mamma(settore mobili) racconta ogni sera di come ogni giorno facciano l'impossibile per cercare nuovi ordini... mio padre(settore resistenze) deve affrontare gli stessi problemi anche se il suo settore regge meglio vista l'essenzialità del suo prodotto. non nascondono che la situazione delle loro aziende è critica. il governo dice che il peggio è passato. l'opposizione dice che è una balla. i giornali cercano scandali. quasi più nessun riferimento diretto alla crisi solo notizie riguardanti le manovre. sono preoccupato per il futuro. ma anche "fiducioso" in una possibile svolta non tanto italiana quanto americana. mi sorge spontanea una domanda:come ha fatto a formarsi un debito come il nostro? io quando non ho i soldi per comprarmi qualcosa come un videogioco o un fumetto non lo compro. non vado a indebitarmi. chiu ha permesso unpo scempio simile? [SM=x535713]
Ciliegio-Sama
00mercoledì 22 luglio 2009 22:05
Beh Eagle, il tuo è un ragionamento a mio parere "sano", ma non è proprio la normalità.
L'indebitarsi per qualsiasi cosa è ormai divenuto uso comune anche nel nostro paese. Lo chiami in maniera diversa...la chiami "rata". Ma ormai paghi a rate qualsiasi cosa.

Non hai i soldi per le vacanze? Non c'è problema, rateizzi.
Non hai i soldi per la macchina? E che problema c'è?
Un PC nuovo? Solo 99euro al mese...

Io personalmente non ci arrivo a capire nè la situazione monetaria italiana nè tantomeno quella globale. L'economia come materia non è mai stata parte del mio background. Ora invece sento il bisogno di capire come siamo finiti in questo mare di melma. Può essere un primo passo per capire come tirarcene fuori....forse [SM=x535696]
Paolai
00mercoledì 22 luglio 2009 23:37
Cili, i principi della finanza sono in gran parte teorie. Non si possono capire per filo e per segno i motivi di una crisi finanziaria, si possono solo presumere.

Fonte Wilkpedia

"La recessione economica è una condizione macroeconomica caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente ed in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione."

Quando c'è quindi una crisi? QUando la produzione è minore di quella che si potrebbe ottenere. Alla luce di questo puoi forse diree che l'indebidamente del singolo privato possa far si che la produzione della comunità diminuisca? Niente affatto, assolutamente il contrario. In soldoni, se alcuno tiene risparmio, la produzione aumenta, perchè è la richiesta setssa che aumenta. Il consumismo che piaccia o no è l'antitesi della recessione. Troppe bestialità vengono dette per farci capire meno di ciò che invece è palese se solo ci si fermasse poco poco a ragionare.

La moneta, i soldi la ricchezza in denaro o come la si vuole chiamare non è altro che merce, merce come può essere il pane, la benzina, qualsiasi cosa. Quando è che una merce perde valore? QUando la richiesta di questa stssa merce si abbassa. Quando è quindi che il denaro perde valore? QUando c'è poca richiesta, quando nessuno vuole denaro, semplice. Capisci quindi che il blocco improvviso di debiti e crediti fa si che il denaro nelle nostre mani abbia d'improvviso minore potenza di acquisto. L'indebidamento privato quindi è l'ultima delle cose che influenzi negativamente una recessione, tutt'altro.

Si può parlare ore ed ore dei motivi che possano influenzare positivamente o negativamente una crisi finanziaria senza cavarne un ragno. Cosa però importante e che molti sembrano non riuscire a capire è che il denaro è merce, merce di scambio. Su questo non ci sono santi, così è, anche se è difficile concepirlo. Più questa merce è richiesta meno recessione c'è, meno questa merce è richiesta più l'economia tutta ristagna.
LunaRossa Vinsitor
00giovedì 23 luglio 2009 00:14
Forse può interessare...
Visto che si sta toccando l'argomento e si comincia a parlare di moneta, debiti, ecc. ecc., forse questo video può dare qualche chiarimento. Non so se conoscete Eugenio Benettazzo, io è da quando ero a Parigi che lo sento parlare di crisi in arrivo:



XXI Rapax Britannicus
00giovedì 23 luglio 2009 09:41
Non riesco a vedere il filmato dall'ufficio, ritengo cosa utile offrire però un supporto di lettura, quindi posto alcuni articoli.

Conosco assai Benetazzo ed i suoi articoli offrono sempre INTERESSANTISSIMI spunti di riflessione.

Non voglio dire che sia "Vangelo", tuttavia è bene che TUTTI, a partire da coloro i quali dovrebbero rappresentarci in Parlamento ci riflettessero su... Buona lettura.

Ottobre Rosso: Aspettando il default ?
di Eugenio Benetazzo - Pubblicato il 15/07/2009
www.eugeniobenetazzo.com/ottobre_rosso.htm

Riceviamo ogni giorno bombardanti rassicurazioni da portavoce di organi istituzionali che il peggio sembra sia passato e che per rilanciare l'economia bisogna solo iniziare a spendere e consumare. Tutto questo in evidente contraddizione con quanto si sta paventando invece negli States, innanzi alla più grande crisi occupazionale della loro storia, forse peggiore di quella degli Anni Trenta. Più che affermare che il crollo è terminato mi sento di dire che siamo innanzi ad un rallentamento della caduta. La mia personale view vede infati un sostanziale miglioramento del climax finanziario a livello interbancario dovuto soprattutto agli interventi di stato ed a un ridimensionamento degli impieghi. Su quest'ultima voce ritengo che abbiano molto da raccontarci tutti i piccoli e medi imprenditori che in questi ultimi mesi oltre ad una contrazione violenta dei loro fatturati, adesso si vedono negato o revocato l'accesso al credito: inutile dire di come tutto questo avrà spiacevoli conseguenze sulla fiscalità diffusa.

Qui sta il vero pericolo in questo momento di mercato ovvero come gestire nei prossimi trimestri il crollo dei fatturati che in prima battuta si riversa in conteziosi occupazionali e sucessivamente va a ledere la vita intrinseca dell'apparato statale. Vedo infatti che nonostante si possano reperire dati agghiaccianti sulla dimensione della crisi, nessuna forza (o forse bisognerebbe dire farsa) politica si sta preooccupando di come gestire o tamponare l'ormai annunciato crollo del gettito fiscale che si sta delineando per l'anno d'imposta 2009. Già alla fine del primo bimestre di quest'anno Bankitalia ha emesso un gravoso monito sulla sensibile contrazione delle entrate, suscitando non poche preoccupazioni su come verranno gestiti le minori entrate. A riguardo per ben comprendere i rischi che si stanno delineando per il sistema Italia (al pari di altri paesi occidentali) mi permetto di riassumere la dinamica evolutiva della fiscalità diffusa, in modo da consentire a tutti di voi di percepire la reale dimensione della spesa pubblica italiana. Dai dati riferiti alla fine del 2008 possiamo ricavare la seguente torta che ripartisce il debito italiano (oltre 1.660 miliardi di euro) in quattro contenitori: 3/4 del debito sono titoli a medio lungo termine (metà dei quali in mano ad investitori non residenti) ed il restante suddiviso in prestiti e debiti a breve termine. Significativo è il contributo della raccolta postale che concorre a finanziare quasi un decimo del debito. Tutto questo montante di debito genera interessi passivi per oltre 80 miliardii di euro, oltre il 5 % del PIL (significa che l'azienda Italia è finanziariamente oppressa e a meno di fenomenali colpi di spugna non vi è possibilità di ripresa, in quanto gli oneri finanziari incidono eccessivamente sulla vita del paese minandone la capacità di ripresa).

Lo stato italiano è un azienda come tante altre con costi e ricavi propri: i costi sono le spese necessarie a mantenere la sua infrastruttura ed a pagare gli stipendi al personale statale, mentre i ricavi rappresentano le entrate che derivano dall'imposizione fiscale diretta ed indiretta. Il duplice grafico a torta descrive invece come spende e come incassa lo stato italiano, suddividendo per aree di spesa e categorie di entrata.

Tanto per iniziare potete notare come le entrate siano superiori alle uscite di circa 15 miliardi di euro, questo statisticamente è in linea delle attese in quanto si verifica regolarmente negli ultimi cinque anni, tuttavia non rappresenta il bilancio complessivo delle spese ed entrate per lo stato in quanto dobbiamo aggiungere anche le voci di entrata e spesa delle partite in conto capitale (come investimenti e contributi alla produzione) che negli ultimi cinque anni sono state sempre superiori ai 50 miliardi, portando quindi l'indebitamento netto ad oltre i 40 miliardi (questo significa che l'azienda Italia ha necessitato negli ultimi cinque anni di almeno 40 miliardi, 43 per essere precisi nel 2008, al fine di essere finanziarimente in equilibrio): questa considerazione spiega perchè il debito pubblico è in continua lievitazione.

Il bilancio dello stato per quel che concerne la fiscalità diffusa pesa circa la metà del debiito pubblico a medio e lungo termine, con 666 miliardi suddivisi tra imposte dirette, indirette e contributi sociali: questo fa comprendere l'effettivo carico di oneri a cui sono gravati contribuenti e mondo imprenditoriale. Particolarmente inquietante è il peso che ha il welfare italiano sul PIL (ovvero il pagamento di pensioni sociali, di anzianità e di vecchiaia) che assorbe quasi il 40 % delle entrate correnti, a dimostrazione di come ormai il Titanic Italia si stia trasformando sempre più in un cimitero di elefanti. Curiosità: nella voce altre entrate il peso delle accise sugli idrocarburi si attesta a 20 miliardi di euro (in linea con la media degli ultimi cinque anni), mentre raddoppia decisamente il contributo apportato da lotto e lotterie, passando dai 6 miliardi del 2003 ai 12 del 2008.
La voce di spesa più interessante in termini di analisi per macroaree è relativa agli stipendi del personale, oltre 170 miliardi, suddivisa in 94 miliardi per il personale delle amministrazioni pubbliche ed in 78 miliardi per gli enti locali e previdenziali (gli impiegati e dirigenti di INPS & Company costano nemmeno 4 milardi). Focalizzandosi sulle spese per il personale per tenere in piedi gli apparati ministeriali si scopre quanto segue (guardate la torta):

Pubblica istruzione, difesa e ministero dell'economia rappresentano oltre il 70 % della spesa per stipendi all'apparato statale (fa riferimento al ministero dell'economia per esempio tutto il corpo della Guardia di Finanza). Da una attenta analisi si palesa come la voce riferita un tempo alla "sanità" sia del tutto inconsistente: nella fattispecie il nuovo Ministero della Salute e del Lavoro risulta semplicemente coordinare e gestire l'Istituto del Servizio Sanitario Nazionale, il quale eroga prestazioni sul territorio attraverso enti locali quali le aziende ospedaliere (facenti parte del bilancio delle amministrazioni locali e non centrali). Pertanto il peso della cosidetta sanità pubblica (almeno dal punto di vista dell'onere occupazionale) deve essere estrapolato dai 78 miliardi di cui si menzionava precedentemente: per ragioni espositive me ne occuperò in un prossimo redazionale.

Sulla base di quanto sino ad ora esposto proviamo a fare una disamina sullo scenario dei conti pubblici italiani, se le entrate caleranno in proporzione al crollo del PIL possiamo stimare un gettito minore di 20/25 miliardi rispetto al 2008, senza considerare che ci sono piccole e medie imprese che stanno valutando addirittura di chiudere per sempre la propria attività (a mio avvisio stanno percorrendo la strada migliore). I costi di esercizio dell'azienda Italia purtroppo sono difficilmente negoziabili, dispetto magari un'azienda industriale che può chiedere l'intervento della Cassa Integrazione Guadagni o meglio ancora ridefinire parte dei propri costi industriali come gli oneri di manodepera. Non è possibile delocalizzare gli insegnanti delle scuole italiane e nè diminuire le prestazioni del servizio sanitario o il pattugliamento del territorio da parte delle forza dell'ordine. Ad ottobre pertanto bisognerà pensare dove iniziare a tagliare oppure come raccogliere velocemente 40/50 miliardi di euro, in questo senso abbiamo in pole position il prossimo condono per il rientro di nuovi capitali oltre frontiera, il quale se produrrà i risultati finanziari attesi non farà altro che spostare in avanti il problema.

Le uniche area di spesa sulle quali è possibile intervenire velocemente sono rappresentate dagli oneri sul debito pubblico, che se fossero semplicemente la metà degli attuali permetterebbero un avanzo netto annuale di oltre 40 miliardi, significa che ogni anno lo stato italiano avrebbe 40 miliardi (quasi il 3 % del PIL) da poter spendere per abbattere ancora il montante di debito residuo oppure per politiche sociali con interventi a pioggia sul territorio. Considerando che metà del debito a medio lungo termine è in mano ad investitori non residenti potrebbe essere proposta una qualche forma di congelamento degli interessi al fine di limitare l'onere finanziario: questa affermazione vi potrà sembrare azzardata o ridicola, tuttavia la matematica ormai non lascia molto all'immaginazione per quanto abbiamo sin'ora trattato.

Ricordo che quando l'Argentina dichiarò il proprio default (ovvero impugnò il proprio debito), il rapporto debito/PIL si attestava oltre il 120 per cento ed i 3/4 del debito erano sottoscritti da investitori esteri. Alla fine del 2008 il rapporto debito/PIL italiano era al 105 per cento: ora considerando che al momento in cui scrivo, questi dati riguardavano più di sei mesi fa, mentre oggi sappiamo che il debito pubblico italiano si attesta a 1.750 miliardi di euro e le proiezioni sul PIL italiano parlano di una contrazione superiore al cinque per cento (visione ottimistica), mi verrebbe da dire che il debito/PIL italiano per la fine del 2009 potrrebbe stimarsi oltre il 115 per cento.

Ognuno di voi pertanto tragga le relative conclusioni: almeno questi sono dati contabili oggettivi che non possono essere smentiti o tacciati di catastrofismo. Purtroppo anche per il nostro paese si delinea sempre più il cosidetto scenario argentino ovvero uno scenario per il paese con un'economia debole e una moneta troppo forte che porta alla perdita di competitività e al continuo ricorso all'indebitamento. Non mi stupirei se venisse paventata anche una superpatrimoniale improvvisa sui depositi con prelievi coatti per tamponare il più possibile l'emorragia finanziaria che si sta delineando per i prossimi semestri (vi ricordo che già nel 1991 il Governo Amato si invento il prelievo del 6 per mille su tutti i depositi dalla sera alla mattina).
Altre soluzioni che consentano di risolvere velocemente quanto sollevato non ne vedo, a meno di iniziare a tassare la prostituzione o ridefinire la spesa di rappresentanza popolare (dal consigliere comunale all'europarlamentare passando dal dirigente dell'ASL). Su queste considerazioni intravedo pertanto un clima politico da ottobre rosso per il nostro pease con l'attuale governo che potrebbe esporsi ad una improvvisa destabilizzazione politica a causa della continua cantilena messa in onda ogni giorno sul tubo catodico del tutto va bene a fronte di un peggioramento ingestibile dei conti pubblici.

La recente candidatura di Beppe Grillo alla guida del PD (che mi sento di appoggiare pienamente), qualora lo portasse alla guida del partito, forse potrebbe dare quella sterzata improvvisa al timone del Titanic Italia per evitare di colpire l'iceberg che ormai si è avvistato a prua. E per una volta tanto non ci sarebbe niente da ridere con un comico alla guida di un movimento popolare che punta ad un rinnovamento e rinascita nazionale.



Apro poi un topic su una articolo che trovo MOOLTO interessante, chiamato "Manifesto economico" sempre del Benetazzo.







Ciliegio-Sama
00giovedì 23 luglio 2009 10:24
Insomma dici che è quasi ora di chiudere il conto e tenere i soldi sotto il materasso? [SM=g27817]
Paolai
00giovedì 23 luglio 2009 10:35
Re:
XXI Rapax Britannicus, 23/07/2009 9.41:


Altre soluzioni che consentano di risolvere velocemente quanto sollevato non ne vedo





Se finalmente qualcuno fa la premessa come in questo articolo è stato fatto che lo stato non è altro che una azienda come un'altra, ma gestita malissimo al contrario di tantissime aziende private che collassano non per la loro produzione ridicola, ma perchè strozzata dallo stato che deve mantenere i suoi parassiti, la parola privatizzazione non dovrebbe scanzalizzare.

Soluzione quindi? Privatizzazione. Non è utopia, bensì l'unica soluzione. Ma se lo dice Tremonti è merda. Speriamo lo dica Grillo.



XXI Rapax Britannicus
00giovedì 23 luglio 2009 11:00
@ Cily

LOL!
Bravo, così se ti si brucia il materasso o se una banda di mariuoli te lo frega, la prendi in quel posto ancor più velocemente...

Scherzi a parte, E' ORA CHE LA GENTE SI INFORMI, CHE STUDI (seriamente).

E' ora che la gente legga, si istruisca, rifletta, analizzi e mediti, che la gente impari a pensare e ragionare con la propria testa.

Io sono francamente allibito quando sento le FANTOMATICHE RICETTE per uscire dalla crisi.

Quando vedo che per "uscire dalla crisi" si stanno usando i metodi che nella crisi ci hanno portato, mi viene il mal di testa.

Io ho una mia opinione riguardo questa crisi. La vedo come il frutto di ECCESSO DI CAPACITA' PRODUTTIVA, non più fisiologicamente assorbibile.

Io sposo la tesi di coloro i quali ritengono che le basi di questo sfacelo economico e finanziario siano state gettate 62 anni or sono.

Negli ultimi 60 anni si è stravolto un concetto basilare. Un tempo si produceva e si consumava per vivere, oggi, ahimè si vive per produrre e per consumare, arrivando ad accumulare un eccesso di capacità produttiva cui purtroppo riescono ad accedere solo una piccola parte degli esseri umani.

Leggetevi questo articolo e meditateci su un pò:

"Il Falò delle Banalità"

di Eugenio Benetazzo Pubblicato il 20/11/2008

Le emittenti nazionali fanno ormai a gara ad organizzare nei loro palinsesti la tal puntata di turno incentrata sulla crisi finanziaria del 2008, invitando uno stuolo di politici e pseudo giornalisti finanziari improvvisati economisti che fino a qualche mese fa se ne uscivano con sparate del tipo "tanto l'economia europea è sana e la crisi dei mutui più di tanto non cagionerà danno al nostro sistema bancario". Opinionsiti degni di un titolo di laurea honoris causa rilasciato dall'Università per Barbieri di Paperopoli. Adesso sono diventati tutti catastrofisti e terroristi finanziari, alla faccia del falso ottimismo e garantismo che si sciorinava nei dibattiti pubblici sino a qualche semestre fa. Una fenomenale opera di banalizzazione e volgare semplificazione di quanto sta accadendo che non consente di spiegare in modo esaustivo a livello socioeconomico e macroeconomico l'attuale scenario di mercato.

Mi piace in particolar modo come vengono dipinti e rappresentati i mutui subprime (che tra l'altro esistono da decenni) ovvero come mutui erogati agli homeless che girano con le buste ed i carrelli della spesa rubati a qualche jet market. Niente di più fuorviante: quando in realtà rappresentano mutui erogati a soggetti che hanno un credit score (punteggio di merito creditizio) inferiore a 670 punti (su una scala valori che va da 500 a 850), in seguito a tardivi o mancati pagamenti su prestiti precedentemente concessi o impegni di pagamento verso utenze di servizi primari (bollette della luce, gas e telefono). Dai subprime si devono distinguere i mutui "nodocs" ovvero "no documents" quelli concessi a soggetti privi di un lavoro a tempo indeterminato e senza mezzi patrimoniali propri, mutui che erano sin dall'inizio destinati ad essere titolarizzati (faccio notare che questa tipologia di mutui ipotecari li hanno erogati anche in Italia ai cosi detti precari, i nuovi morti di fame in giacca e cravatta).

Sappiate comunque che oltre il 25 % della popolazione americana rientra nella categoria di affidamento subprime, mentre il restante 75 % si divide nelle altre due fasce: i soggetti prime e midprime. Tuttavia l'apoteosi di questo falò di banalità propinatoci dai media nazionali l'abbiamo con le spiegazioni sull'origine della crisi (secondo loro passeggera) riconducibili ad una semplice argomentazione: le banche americane che hanno prima concesso mutui a tutti e successivamente hanno cartolarizzato all'inverosimile. Niente di più fuorviante ! L'attuale scenario che stiamo vivendo non rappresenta infatti una crisi generale del sistema finanziario quanto piuttosto una fase terminale che scaturisce dalla convergenza delle conseguenze economiche e sociali causate dal WTO. L'Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization), nata dalle ceneri del GATT (un sistema multilaterale di accordi internazionali per favorire il commercio mondiale voluti dagli USA nel 1947 per controllare e dominare l'economia di tutto il pianeta) ha uno scopo principe ovvero promuovere la globalizzazione di tutti i mercati, tanto finanziari quanto alimentari. Un mercato globalizzato presuppone l'abbattimento di tutte le barriere commerciali (dazi e restrizioni doganali) unito all'abolizione dei sussidi all'agricoltura assieme alla libera circolazione dei capitali.

Proprio il WTO ha reso conveniente e possibile le tanto famigerate delocalizzazioni produttive che hanno rappresentato sia per gli USA quanto per l'Unione Europea un autentica emorragia di posti di lavoro e capitali a favore di paesi come la Cina e l'India che adesso vengono considerate le due fabbriche del pianeta. Le grandi corporations industriali, sfruttando le economie di scala attraverso i ridicoli costi di manodopera di questi paesi, hanno potuto in questo modo aumentare a dismisura i loro profitti a parità di output produttivo, il quale poteva venire assorbito solo dai mercati occidentali statunitensi ed europei. A fronte di questo diabolico arricchimento di pochi si è contrapposto un drammatico depauperamento in Occidente a causa della polverizzazione dei posti di lavoro ed a causa della concorrenza spietata di prodotti e beni di consumo importati che spazzano via per convenienza economica sul prezzo quelli autoctoni.

La trasformazione del tessuto sociale ed imprenditoriale tanto negli USA quanto in Europa, che adesso devono convivere con il mostro che hanno creato ovvero un esercito di impiegati ed operai senza alcuna prospettiva lavorativa ed una occupazione a singhiozzo, ha lentamente impoverito il paese creando nuove sacche di povertà e disagio sociale a ritmo costante. Solo con il ricorso al debito questi zombie globalizzati hanno potuto continuare a consumare come prima, fino a quando non si è raggiunta la saturazione finanziaria. Nessuno ha fatto ancora notare come in questi ultimi anni tutto è stato venduto a rate, dalle abitazioni alle vacanze alle isole tropicali, causa estinzione della capacità di risparmio, soprattutto nelle giovani generazioni. Il peggioramento dello scenario planetario porterà ad un consistente ridimensionamento dei fatturati delle imprese a cui faranno seguito un crollo del gettito fiscale ed un aumento vertiginoso della disoccupazione.

Le borse in questi termini ci possono aiutare a leggere il futuro: si comportano letteralmente come un termometro che misura la temperatura dello stato febbrile, i loro continui crolli rappresentano un sensibile ridimensionamento delle proiezioni degli utili attesi in futuro e quindi della capacità di fare profitto per le aziende nei prossimi anni. Dalla contrazione del credito bancario concesso alle imprese passando per il crollo del mercato dei consumi, le aspettative future sono tutt'altro che confortanti. Per comprendere la gravità di quanto stiamo vivendo vi voglio ricordare che durante la Grande Depressione degli anni Trenta oltre il 60 % della popolazione mondiale era impiegata nel settore primario (agricoltura) e le donne non avevano una presenza consistente nel mondo del lavoro visto che la società era organizzata attorno al modello della famiglia patriarcale. Oggi l'1 % del pianeta mantiene il restante 99 % sul piano alimentare, mentre la società è caratterizzata da una spiccata presenza della donna nel mondo lavorativo a cui si deve affiancare il modello di famiglia mononucleare che ha sostituito quella patriarcale. Se in futuro dovessimo descrivere all'interno di un libro quest'epoca infelice e la sua futura evoluzione, adesso ci troveremmo a leggere la prefazione.


Che dite?

@Paolo
quoto... L'Azienda Italia va messa in liquidazione coatta amministrata. Smontata pezzo per pezzo e riassemblata.


















=massimoXmeridio=
00giovedì 23 luglio 2009 13:56
Re: Re:
Paolai, 23/07/2009 10.35:






Soluzione quindi? Privatizzazione. Non è utopia, bensì l'unica soluzione. Ma se lo dice Tremonti è merda. Speriamo lo dica Grillo.






seeeee
fosse cosi facile
qui a reggio calabria hanno privatizzato monnezza,acqua,società autobus ecc
risultato:
noi paghiamo di pi piu ed il servizio è lo stesso
in piu nel periodo di elezioni vengono quelli di FORZA TAGLIA e ti dicono: votami che ti faccio entrare nella società di raccolta monnezza"
ormai siamo perduti, come l impero romano dopo il 379....


XXI Rapax Britannicus
00giovedì 23 luglio 2009 20:12
E poi dicono che la passera non fà dimenticare la crisi.

E' bastata quella tempesta di poppe e di culi tre post più sù, che la crisi ce la siamo dimenticata tutti... [SM=g27816]






Paolai
00giovedì 23 luglio 2009 20:26
Risolvere la crisi economica mondiale!?!?

CHIU' PILU PITUTTI!
Sean Cappone
00giovedì 23 luglio 2009 20:26
cosa intendiamo col concetto di crisi? se ci ragionate su capite che la risposta è gia nel mio altro intervento.
Conte dei Conti
00venerdì 24 luglio 2009 13:40
Le crisi,
caratterizzano il passaggio da un determinato tipo di società, in questo caso quella basata su capitali, consumi, investimenti e globalizzazione, a un'altra di stampo prevalentemente "tradizionale"
ed "antico". Si sa che l'economia mondiale dipende almeno
il 98% dall'economia americana. Di conseguenza, se la cisi comincia
negli USA, si farà sentire anche in Europa e in Asia.
Secondo il mio personale parere, l'unico modo per contrastare la crisi
è combattere la globalizzazione e le banche "mondiali", fornendo più campi da coltivare al federalismo fiscale e all'autoconsumo.
XXI Rapax Britannicus
00venerdì 24 luglio 2009 13:43
Re: Le crisi,
Conte dei Conti, 24/07/2009 13.40:

caratterizzano il passaggio da un determinato tipo di società, in questo caso quella basata su capitali, consumi, investimenti e globalizzazione, a un'altra di stampo prevalentemente "tradizionale"
ed "antico". Si sa che l'economia mondiale dipende almeno
il 98% dall'economia americana. Di conseguenza, se la cisi comincia
negli USA, si farà sentire anche in Europa e in Asia.
Secondo il mio personale parere, l'unico modo per contrastare la crisi
è combattere la globalizzazione e le banche "mondiali", fornendo più campi da coltivare al federalismo fiscale e all'autoconsumo.



[SM=x535693]
Condivido al 100%.

Leporello68
00sabato 25 luglio 2009 17:25
Non penso che quel 98% sia ancora reale col peso delle nuove economie asiatiche, comunque di reale c'è che quelle stesse economie si sono sviluppate col pazzesco debito contratto dai cittadini americani ed europei, questo è l'unico effetto "economicamente" positivo causato dall'orgia monetarista, perchè a livello invece di pianeta, di risorse, di ecosistema sono evidenti i disastri di uno sviluppo così scriteriato (anzi saranno sempre più evidenti perchè forse ora è uscita solo la punta dell'iceberg).

Leggevo oggi le stime sulle entrate in pesante contrazione, e avendo un'attività so perfettamente che questo è solo l'inizio perchè il vero anno anno orribilis è quello in corso, non certo quello passato.
L'articolo però finiva con la stessa dubbia ricetta di sempre additando nell'evasione di presunti 200.000.000.000 da parte di alberghi, ristoranti e negozi il mancato pareggio.

Non voglio entrare nell'analisi del dato, ma purtroppo sulla cecità di vedere sempre il lato delle entrate come carente e non quello delle uscite come fuori da ogni senso umano. Con questo atteggiamento siamo arrivati al punto che anche fossero incamerati quei 200 miliardi sarebbero istantaneamente spesi per attività improduttive, aumentando stipendi, assumendo indiscriminatamente e foraggiando quel subsrato di parassiti che mangiano a tutti i livelli dell'apparato statale. Le stesse amministrazioni pubbliche hanno lavorato sempre con questo sistema del più spendi più ti danno l'anno prossimo.


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