Cronache dei Fatimiti

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Bertavianus
00lunedì 8 settembre 2008 17:40
La fede in Allah, e l’eredità dell’antica terra delle piramidi, sono i pilastri del regno di Al Zahir.
Il sultano apprezza il lento fluire del fiume del tempo, e sa di poter contare su novecento semestri per glorificare, con le opere, il vero Dio.
Suo primo obiettivo è la restituzione di Gerusalemme ai credenti, ma non al costo di esorbitanti sacrifici; l’armata liberatrice pone l’assedio alla città santa solo dopo essersi riequipaggiata presso i fabbri di Gaza; nel frattempo, saggi investimenti e tassazione modesta incoraggiano lo sviluppo delle città del Cairo e di Alessandria.
L’armata del Principe Mou Barak non tenta l’assalto alle mura; sono gli stremati difensori ad offrirsi infine alle sue scimitarre; questi sono già decimati dagli stenti, e la disperata sortita vale solo a salvare il loro onore di guerrieri. La forza di Allah guida poi i passi e la mano della spia Tamer, sicchè la gloriosa armata può irrompere nel castello di Acri attraverso cancelli spalancati.
La conquista della regione viene rapidamente completata con la presa di Damasco mentre, nei paraggi di Alessandria, vengono sbaragliate un paio di insolenti formazioni bizantine; erano venuti da invasori, vengono scacciati come cani infestati da parassiti.
Le città del regno prosperano, e vengono allestite spedizioni per la conquista di Dongala e Jedda.
In quello che chiamano A.D. 1096 (datazione qui adottata a beneficio dei lettori infedeli), eseguendo gli ordini del loro grande Imam, i Polacchi si impossessano di Antiochia.
Quei presuntuosi respingono ogni offerta di amicizia, e muovono insistentemente verso sud; il folle gesto di sfida, e la temporanea inferiorità numerica, provocano una chiamata alla Jihad.
Mou Barak, ora Sultano, li affronta con armata mista di guerrieri e devoti; non dissimile è la forza messa in campo da quelle genti del nord. I cristiani combattono con corna di terracotta, e non uno di loro sopravvive alla giornata. La santa spedizione si conclude con l’assedio di Antiochia; terrorizzati dalla sorte toccata ai lor compari, i difensori capitolano senza combattere.
Nel 1105, su saggia richiesta dei consiglieri di corte, le armate dell’Islam sbarcano a Nicosia; sei mesi dopo ne completano la conquista. E’ duro colpo per gli insolenti di Bisanzio, che perdono un ottimo castello, pronto a divenir la prima fortezza d’Egitto.
Sembrano fortezze anche le quattro città principali del regno, pur se non fortemente presidiate.
Allah benedice i suoi devoti con il dono della fertilità, e tiene desta la loro attenzione con creature moleste quali i subdoli mercanti turchi.
Night Raven
00lunedì 8 settembre 2008 19:18
[SM=g27837] Ti sei convertito eh? [SM=g27828] Seriamente passare da Novgorod a i Fatimiti (ma poi non si chiamavano Fatimidi? [SM=g27818] ) non è roba da tutti. Ma torniamo a noi. Compilmenti [SM=g27828] , bella cronaca, parti davvero bene con (il quasi) l'annientamento dei crociati ma ora guardati dalle armate cipriote... possono giocare brutti scherzi [SM=g27825] . Per quanto riguarda le guerre di religione, bhè una Jihad è molto più facile da condurre rispetto ad una crociata, quindi ottima mossa! (I mercenari musulmani costano davvero una miseria e sono un'ottima forza d'assalto) Commenta anche la mia, di cronaca ok? Anche se so già di non essere all'altezza [SM=g27821]. (tra l'altro scusa se non ti ho inserito nel sondaggio ma ho messo solo le cronache delle prime cinque pagine, ed ho scatenato un casino)

Se vedemo
Il Cavaliere Verde
00lunedì 8 settembre 2008 20:05
Come sempre le tue cronache eccellono per la cura della forma di narrazione:grandissimo! [SM=x535711] [SM=x535711]
Tattica veloce di occupazione di punti chiave davvero ben congegnata:ora non ti resta che espanderti in oriente e prepararti all'arrivo dell'Orda d'oro [SM=x535715] [SM=x535715] [SM=x535715]
Eraclio Imperatore Romano
00lunedì 8 settembre 2008 20:23
grande narrazione! complimenti! (peccato per i bizantini [SM=g27819] ) Secondo me ti conviene stringere alleanza con i Turchi e annientare i bizantini(odio dire queste cose), per poi espandere i tuoi domini "a macchia d'olio" cioè in tutte le direzioni, oppure consolidarti e prepararti all'arrivo dei mongoli....
Shivos
00lunedì 8 settembre 2008 20:40
Complimenti per la tua abilità narrativa e strategica[SM=g27811]

Ma non è pericoloso muovere contro due fazioni così vicine (Bizantini e Turchi)? Potrebbero allearsi
Mashiminu
00lunedì 8 settembre 2008 21:34
ottimo inizio; consolidati ad oriente, facendo fuori nel minor tempo possibile bizantini e Turchi; anche se mi limiterei ad arrviare a nicea; poi mi concentrerei a fermare i Mongoli e in europa continuerei le conquiste nelle isole del mediterraneo.....ripartirei sulla terra ferma, diciamo da Napoli [SM=x535690]

è per questi excursus sociali e storici che volevo votare la tua cronaca [SM=g27811]
Shivos
00lunedì 8 settembre 2008 21:42
Fermare i Mongoli non è mica semplice come sconfiggere una qualsiasi fazione 'sedentaria'....consiglio al limite di contenere la loro invasione fino a Gerusalemme, che è una città che non si può cedere all'Orda
Jean de Avallon
00lunedì 8 settembre 2008 22:12
Ciao Bertavianus, son tornato e ti vedo subito all' opera.
E' la prima volta che leggo di una cronaca di un paese mussulmano, avevo intenzione nella mia prossima campagna di sceglierne uno.
Ora aspetterò le tue cronache e se mi stimoleranno.........
Ah complimenti !!!!!
Mashiminu
00lunedì 8 settembre 2008 22:51
Re:
Shivos, 08/09/2008 21.42:

Fermare i Mongoli non è mica semplice come sconfiggere una qualsiasi fazione 'sedentaria'....consiglio al limite di contenere la loro invasione fino a Gerusalemme, che è una città che non si può cedere all'Orda




questo perchè fate quasi tutti l'errore di aspettarli; io vado a dargli il benvenuto con le armate nei pressi di Bagdad o di Yerenven e appena arrivano non sono così numerosi; solo 2 armate e mezzo e tutte distaccate; si possono accerchiare ed abbattere facilmente; dopo 3 turni ne arrivano altre 2; dopo altri 10 turni ne arrivano 3 e dopo altri 10 turni ne arrivano altre 3, per un totale di 11 armate che si muovono insieme; proprio per questo motivo si cominciano a vedere solo dopo un pò di tempo, aspettano di riunirsi prima; il bello è che non arrivano nemmeno tutte dalla stessa parte; le ultime 2 ondate vengono sempre da Baghdad; se riesce ad eliminare i turchi e a rafforzarsi in zona li può respingere tranquillamente [SM=x535715]
Bertavianus
00martedì 9 settembre 2008 01:17
Or pare opportuno che, conformememente al suggerimento dei nobili del regno, e di validi consiglieri d'altre terre, le armi d'Egitto si volgan contro i ribelli di Adana; sicchè grande armata vien formata con truppe provenienti da Nicosia ed Antiochia.
Ma il grande Imam di Roma indice una falsa Jihad contro Tunisi, e tosto si presentano al ponte di Antiochia due eserciti Magiari in marcia per quel remoto sito.
Nel dubbio che costoro possan deviar da retta via, le truppe già imbarcate li seguon passo passo sino ad Alessandria, sincerandosi infine dell'onestà dei loro intenti.
Ma breve è il sollievo, giacchè potente flotta turca assale a tradimento i pochi legni dei suoi fratelli di fede.
L'apparente disastro svela, alfine, gli imperscrutabili disegni di Allah; la sola nave superstite si ritrova in vista di Rodi, e qui l'armata può trovar, ad un tempo, gloria e salvezza.
I veneziani han lasciato pochi sergenti fuori le mura; assaliti, non si ritiran dal campo e la guarnigione della fortezza deve uscire in loro soccorso; forte di cavalieri appiedati e poco altro, col suo general va incontro a disastro senza scampati.
Facile conquista, ma non senza scorno; la fortezza di quei laidi è sì sozza che l'intera armata presto si ammala.
Metà dei prodi, benchè febbricitanti, presto si imbarca su rinnovata flotta onde tentar quel colpo su Adana di cui si disse; e su tal rotta si distrugge flotta veneziana col suo carico di armati.
Degli eventi occorsi in terraferma, nella medesima estate 1114, si preferirebbe non dire; accecati da spirito maligno, i confratelli Turchi tentano l'assedio di Antiochia, sicchè si deve massacrarli.
Allah abbia misericordia di quegli stolti.
Mashiminu
00martedì 9 settembre 2008 07:20
mi sembravi Dante [SM=g27828]
efghilmno
00martedì 9 settembre 2008 13:54
comunque confermo che si chiamano FatimiDi e non fatimiti.
Eraclio Imperatore Romano
00martedì 9 settembre 2008 14:50
Non c'è che dire, se mi trovassi alla testa dell'impero bizantino e dovessi sfidare la tua potenza Egiziana, beh.. credo che non durerei molto, forse manterrei qualche dominio in Europa. Se fermi i crociati e solidifichi tutte le frontiere forse puoi seguire il consiglio di Massiminu di non aspettare i mongoli ma di colpirli per primo. Ma combattere i mongoli non significa concentrarsi escusivamente su di loro, queste sono cose che faccio io perchè so scarso; tu potresti seguire una prudente politica nel Mediterraneo e conquistare le coste e le isole più importanti, come Sicilia, Sardegna, Corsica, e poi le coste di Africa, Spagna, Italia, anche Costantinopoli se vuoi. Non appena respinti i mongoli, dovrai si prepararti anche ai Tartari(a meno che non calino su Kiev i mongoli...allora cambia tutto..), ma potrai consolidare la tua posizione nel mediterraneo.

PS: come si indicono le Jihad?
Mashiminu
00martedì 9 settembre 2008 15:36
ti bastavere un imam (un sacerdote) con 3 di devozione e ti compare l'elenco; più è la devozione del sacerdote e più insediamenti puoi attaccare con una jihad
Bertavianus
00mercoledì 10 settembre 2008 12:26
I veterani tornati da Rodi, per se ancor provati da morbo e mal di mare, affrontano un contingente turco che cinge d’assedio i ribelli di Adana; son costretti ad un faticoso attacco in salita, sotto il tormento di tiro di balista, ma pari tormento infliggono i loro arcieri a cavallo dopo aver aggirato la posizione nemica; trionfano e fanno oltre cento prigionieri. Il generale Al Naby decide di liberarli; è volere di Allah che gli sconfitti ricevan cure per ferite e febbri.
Subito dopo accorrono in soccorso di Antiochia; i Turchi assedianti li affrontano e li battono, ma allentano la morsa sulla città perdendo la loro occasione.
Le navi tornano a Rodi e collaborano alla difesa dell’isola facendo strage di legni veneziani; ciò fino a quando vengono annientate da immensa flotta turca.
Tanti guasti ed offese non possono restare impuniti; Najm Al Din raduna possente armata e ricaccia i turchi fin sotto Edessa; qui li affronta in epica battaglia, ove per ore tutto fluttua come sabbia trasportata dal vento; la giornata è sua, e sei mesi dopo fa propria la città; subito dopo Al Naby, con pochissimi armati, cinge d’assedio la possente fortezza di Mosul; tagliata fuori da ogni soccorso, questa cade quando Al Naby riceve rinforzi da Edessa. Poi gli stendardi verdi si riaffacciano sotto le mura di Edessa, ma la sortita dei difensori, supportata dagli armati del principe Assel, ne fa rapidamente stracci per lustrar calzari.
A maggior gloria di Allah, sono riconquistate alla vera fede anche Baghdad, Aleppo ed Adana, troppo a lungo dominate da facinorosi dediti a pratiche immonde; successi vitali, ma senza storia, tosto oscurati dalla campagna di Cesarea.
Nel 1127 il generale Haram muove sulla fortezza con armata di media dimensioni; superato il passo montano si trova innanzi tal spiegamento di forze da dover frettolosamente completare i ranghi con truppe mercenarie di ogni sorta; arcieri a cavallo di varie etnie, cavalleggeri alani, giavellottisti afghani.
Il nemico sceglie di concentrare il grosso sul guado ad ovest, ove massacrerebbe chi tentasse di sloggiarlo; la fortezza resta debolmente presidiata ma, in difetto di artiglierie, non corre immediato rischio. Haram decide di assediare da sudest, ed attendere gli eventi.
Subito i turchi lasciano il guado e gli si fanno addosso, seguiti dalla guarnigione di Cesarea; è ciò che si sperava, ma il terreno non sembra favorevole alle armi d’Egitto, forzate a schierarsi su quota più bassa di pendio montano.
Sola speranza è prender rapidamente possesso di un picco dominante che trovasi più avanti a sinistra; l’intera armata si precipita in quella direzione, ma solo la cavalleria precede di un soffio il turco, che ha compreso l’importanza della posizione e vi giunge in forze; si accende confusa mischia che resta lungamente in bilico; oltre metà dei fanti fuggono il campo, e gli altri vi restano decimati; grida di allarme e funeste previsioni si susseguono senza posa, sino a che i generali si affrontano a duello; prevale Haram ed i turchi, che pur sarebbero ancora i più numerosi, si scorano al punto da divenir capri al macello. Giunge in ritardo il principe ereditario nemico con gli uomini della guarnigione, ed è forzato a risalire un canalone sotto pioggia di dardi e giavellotti; solo lui si salva con pochi cavalieri. Così il volere di Allah consegna le possenti mura al più devoto.
Nell’anno 1129 si fa di Gerusalemme capitale, non essendo saggio amministrare il regno da quel che ora è suo remoto confine.
Due anni dopo Al Naby scaccia i turchi da Yerevan, da cui poi parte per assediar Tblisi; impresa di successo che paga con la propria vita, falciata dalla guardia dell’imperatore di Bisanzio, appena caduto per il possesso della piazza.
Quando è scritto che giungano disgrazie, queste non arrivano da sole.
Quella stessa stagione vede il primo disastro per le armi dei Fatimidi; accade durante l’assalto a Iconio, dove dardo vagante di balista coglie un generale fattosi sotto per incitare i suoi presso la breccia. Scoraggiati, i guerrieri voltan tutti le spalle a quella che era parsa facile impresa; recuperano però l’onore pochi mesi dopo quando, seppur malconci, massacrano gli arroganti che credevan di poter infligger loro nuova umiliazione.
Allah favorisce chi agisce con giudizio, e quanti sanno risollevarsi dalla polvere.
Il Cavaliere Verde
00giovedì 11 settembre 2008 08:31
Complimenti!Lo sfruttamento dei terreni è fondamentale se vuoi conquistare l'Anatolia,ma mi sa che già sei ad un punto avanzato... [SM=x535693]
Resisti ai Mongoli e niente ti potrà fermare [SM=x535715] [SM=x535715]
Bertavianus
00giovedì 11 settembre 2008 13:27
Consiglio di guerra.

Uso questo sottotitolo perchè questo post non serve ad aggiornare la cronaca, ma a fare con voi il punto provvisorio della situazione.

E' la prima volta che imposto il turno di sei mesi, usando la tecnica spiegata da Mashiminu nella discussione "Un re di 150 anni".
Questi turni "accorciati" risolvono alla perfezione alcuni problemi: si ottiene una giusta alternanza delle stagioni, la distanza percorribile con gli spostamenti via terra diventa più realistica (per il movimento navale ho ancora qualche riserva), e anche la durata massima degli assedi è più aderente alla media storica.
Sul fronte negativo, segnalo l'invecchiamento precoce di tutti gli agenti e generali.

Nulla cambia nel confronto con le altre fazioni "residenziali", che hanno i medesimi vantaggi e svantaggi; sino a qui, avrei ottenuto gli stessi rirsultati anche con il classico turno biennale.
Ma ora, in una partita "classica", dovrei temere l'arrivo dei Mongoli, che invece non si faranno vivi per almeno duecento turni; nel frattempo, potrei aver già vinto la campagna lunga.
In ogni caso, potrò accoglierli con metropoli e cittadelle pienamente sviluppate (mancheranno solo le torri con cannoni), e risorse economiche tali da sostenere diverse armate.
In questo contesto, le Orde faranno meno paura, e l'ipotesi di affrontarle in campo aperto non sembra peregrina.

Magari sarà più appassionante il confronto con i popoli europei, visto che molti potrebbero mettere subito in campo moschetti ed artiglierie di precisione, non appena si scopre la polvere nera.

Per l'immediato, non prevedo di intraprendere operazioni anfibie; prima voglio catturare Trebisonda e completare la conquista dell'Anatolia. Ciò raddrizzerebbe i miei confini geografici, semplificando la difesa dell'impero.

Il copista che ha sbagliato il glorioso nome dei Fatimidi è stato fustigato.
Eraclio Imperatore Romano
00giovedì 11 settembre 2008 14:29
ti sei fustigato? [SM=x535702]
Il Cavaliere Verde
00giovedì 11 settembre 2008 15:47
Ah,e io che continuavo a dirti di stare attento ai Mongoli! [SM=x535696] [SM=x535696]
Così le cose cambiano di brutto!Beh,allora non mi resta che augurarti una buona conquista! [SM=x535694]
Bertavianus
00giovedì 11 settembre 2008 17:07
Ho fatto fustigare l'incompetente eunuco di corte cui detto le mie memorie; ora starà molto più attento...

Mi sembra inevitabile che il turno semestrale finirà per penalizzare i nomadi; concede fin troppo tempo per preparargli degna accoglienza.
Per tutto il resto sembra perfetto, si direbbe che la campagna sia stata disegnata proprio per girare sotto questa impostazione.
Eraclio Imperatore Romano
00giovedì 11 settembre 2008 20:05
nemmeno i tartari dovresti temere, o sbaglio?
Mashiminu
00giovedì 11 settembre 2008 20:27
inizialmente medieval era stato pensato per girare con turni semestrali; ma per ragioni temporali non si potevano far arrivare i nomadi troppo in là nel tempo per questo è stata fatta la scelta del turno biennale;

in un topic, mi pare di aver letto che si possono comunque modificare le date di arrivo dei mongoli e dei tartari per farli arrivare nel turno che preferisci

questa modifica va fatta in campaign_script che trovi in programmi/SEGA/medievalII/data/world/maps/campaign/imperial campaign

devi cercare la stringa che parla delle invasioni dei mongoli e dei tartari

però non ho capito come si modifica; infatti ho provato a far arrivare i mongoli al secondo turno proprio per vedere se c'ero riuscito, ma non è mai successo, chissà che avrò sbagliato
Bertavianus
00venerdì 12 settembre 2008 18:36
Ancora i Turchi muovono verso Adana, ma è ultimo sussulto di corpo morente; senza pena li si ricaccia verso Iconio ed oltre, prendendo per via la bella capitale: quelli si chiudono a Smirne per estrema resistenza, ma tropo confidano in cancelli che per volere di Allah restano aperti, sono travolti dalle armi di Egitto, e così terminano i loro giorni.
Maggiore pena chiede la presa di Trebisonda, ultimo baluardo di Bisanzio, che trabocca di truppe dentro e fora; tenta un esercito sceso da Tblisi, ma è costretto ad arretrar scornato e pesto; presto si riorganizza e si fa sotto, ma attende che altri compagni d’arme cingan l’assedio a ponente; con la potente guarnigion fuor di tenzone, i Bizantini in campo le prendon sode; poi il castello vien stretto anche da oriente, e nell’inverno 1144 passa alla vera fede.
Non occorrendo altre piazzeforti fra Cesarea e Tblisi, questo luogo è mutato in città; stessa scelta si fa per Adana, ora retrovia fuor di minaccia.
Or è tempo di pensare a Nicea, che è in mano ai magiari; questi hanno osato portar vana minaccia ad Iconio; la loro presenza in Anatolia non può essere ulteriormente tollerata.
La città non è ben difesa, ma è cinta da mura maestose; occorrono due assalti prima che la catapulta riesca a fare breccia; viene presa nella primavera 1152.
Occorre armarsi fino ai denti per resistere ai tentativi di riconquista dei suoi antichi signori, che incessantemente riversano truppe oltre il Bosforo; li si tiene a bada con fatica, che paion più numerosi dei peli di un cammello. Si stima che, come Nicea, Costantinopoli abbia poderosa caserma d’armata; in più riceve innumerevoli cavalieri appiedati e montati dall’entroterra.
Con sbarco improvviso si prende Iraklion ai veneziani, che dopo lunga marcia sono in vista di Alessandria; le difese della città reggono il loro urto, ma molti prodi alabardieri soccombono ai colpi di miliziani spadieri splendidamente equipaggiati.
L’Egitto non è in pericolo, e quasi in tutto primeggia, ma ovunque volga lo sguardo possenti schiere in armi gli contendono il passo; con la primavera 1167 termina la stagione delle facili conquiste.
Allah si burla dei precoci sogni di trionfo.

Bertavianus
00sabato 13 settembre 2008 01:11
Consiglio di guerra.

In questo ultimo scorcio di XII secolo, la cosa veramente inaspettata è lo strapotere militare dei magiari, che possono mantenere intorno a Costantinopoli un gruppo di armate equivalente a quello delle Orde; passare gli stretti, ora come ora, per me sarebbe un suicidio.
Non vedo possibilità di espansione, a meno di trasformare l'Egitto in una potenza marinara, e tentare la sorte da un'altra parte.


Il Cavaliere Verde
00sabato 13 settembre 2008 08:13
Re:
Bertavianus, 13/09/2008 1.11:

Consiglio di guerra.

In questo ultimo scorcio di XII secolo, la cosa veramente inaspettata è lo strapotere militare dei magiari, che possono mantenere intorno a Costantinopoli un gruppo di armate equivalente a quello delle Orde; passare gli stretti, ora come ora, per me sarebbe un suicidio.
Non vedo possibilità di espansione, a meno di trasformare l'Egitto in una potenza marinara, e tentare la sorte da un'altra parte.






L'idea è quella.Andare avanti via terra è proibitivo sia per la quantità di truppe che dovresti affrontare,sia per le lunghe distanze che lascerebbero agli avversari il tempo di riorganizzarsi.
Bertavianus
00domenica 14 settembre 2008 18:11
Necessità di percorrere inesplorate vie porta alla costituzione della gran flotta del Mar Nero, una decina di galere da guerra e naviglio minore con base a Trebisonda.
Questa flotta è presto padrona di quell’interno bacino ove, all’occorrenza, dona in pastura ai pesci i magiari o i polacchi che ne incrociano la rotta; ma sua missione è altra.
Le belle navi son lì per dare lesto e sicuro viaggio agli armati inviati alla conquista delle settentrionali sponde; in breve volger d’anni, Caffa, Sarkel e Kiev hanno il privilegio di conoscere la vera fede; per volere di Allah, in queste operazioni sono anche annientati due eserciti blasfemi che, sotto pretesto di una falsa Jihad, volevano partir per Gerusalemme
La quarta crociera punta alla conquista di Iasi ma, poco dopo lo sbarco, l’armata è colta e battuta da possente schiera magiara; gli scampati a quel disastro possono rendersi utili solo concorrendo alla difesa di Kiev, incessantemente messa a dura prova.
Nel frattempo, una seconda flotta è varata a Creta; sorprende gli ungheresi di Corinto sbarcando spia che spalanca le porte della cittadella alle truppe di Abdel l’Iracondo; quelle navi, però, son presto sopraffatte dal potere della marineria veneziana.
I veneziani son anche i soli capaci di portar minaccia sul suolo d’Egitto; privilegio che pagano morendo a frotte sotto le inviolabili mura del Cairo e di Alessandria; apprendono infine la lezione, e sbarcano ad est delle formidabili metropoli; muoiono più vicini alla città santa, ma muoiono comunque, sotto spade e dardi dei mammalucchi usciti da Gaza.
L’anno 1195 porta funeste nuove.
La prima è che, dopo aver patito molteplici sconfitte, gli ungheresi rubano una vittoria ai confini d’Anatolia; i loro crociati corrono verso l’interno della regione, e poco si potrà far contro la veloce schiera, fino a che non s’arresta di sua scelta.
L’altra è mera notizia portata da mercanti ed altri viaggiatori; dopo decenni di primato, par che gli abitanti d’isoletta chiamata Inghilterra oscurino in ogni campo la gloria d’Egitto.
Allah abbia misericordia di chi diffonde simili menzogne.
Bertavianus
00mercoledì 17 settembre 2008 12:28
Gli ultimi anni del secolo vedono prepotente riaffermazione delle armi Fatimidi.
I primi invasori crociati sono accerchiati e annientati senza scampo fra Adana ed Antiochia; una seconda armata, guidata dal re di Portogallo, è affrontata dal Sultano in persona a sud di Nicea.
Il Campione dell’Islam guida dodici squadroni di arcieri mammalucchi, akinji e turcomanni, oltre a un piccolo nucleo di cavalleria pesante; il nemico, che pure avrebbe il vantaggio del numero, è rapidamente avvolto e tempestato da ogni lato; fuggon per ogni dove i suoi tanti balestrieri, che si avrà agio di abbattere uno ad uno; vagano incerti i cavalieri appiedati ed altri fanti, e in questo incedere scompaiono sotto tempesta di dardi; quel re temerario ed altri centoventi cavalieri si lanciano verso il Sultano, e arrivano ad incrociar le lame; salvan l’onore, ma non la vita.
Il capitano Iamam presidia il guado che chiude la via del Bosforo; le acque del fiume si tingono di rosso ad ogni stagione, quando i magiari pagano pedaggio all’inflessibile sentinella.
Abdel il Crudele governa l’isolato avamposto di Corinto; qui lo sforzo dei magiari volge in farsa, perché sempre gli va a fuoco ogni attrezzatura, e poi passeggian inebetiti fra le posssenti di mura.
Solo Kiev corre seria minaccia, che qui tre popoli si alternano all’assalto; cadrebbe, forse, la terza o quarta volta, quando risulta impossibile tener le mura e solo un pugno di prodi può sbarrar la piazza; ma la soccorre l’armata che fallì a Iasi, e il possibile sfacelo divien mattanza; mai fu vista scena più orrenda, un viale pavimentato a sangue e sparse membra per tutta la sua lunghezza, con carcasse caramellate dal fuoco a intrecciar motivi d’ornamento. Poi giunge Shabana Zaki con truppe di Sarkel e Caffa, e inizia il rastrellamento dei dintorni.
Di Kiev va detto che ha risorsa che altrove manca; i convertiti all’Islam nati polacchi.
Son uomini preziosi perché, per lor retaggio, meglio di chiunque altro possono aggirarsi fra le tende e le case del nemico senza destar sospetto. Preparano così bene la strada ai guerrieri in armi, che il quinto sbarco non porta a battaglia né ad assedio; è calvacata trionfale nella cittadella di Iasi.
Ma ciò è ancor nulla a paragone dei trionfi del duecento.
La gran flotta del mar nero è richiamata nella zona degli stretti e, unitamente a flottiglia di Nicea, con rapida serie di battaglie fa strage di legni cristiani; così scompare anche un intero esercito ungherese, pronto a portar su Nicea proditorio colpo.
Il laido progetto si volge contro il nemico; or Costantinopoli è sguarnita e l’armata di Zein l’Onesto, in apparenza schierata a difesa di un ponte, coglie l’occasione che da tempo aspettava: con repentina mossa s’imbarca, sbarca, e ne travolge le difese coi suoi trabucchi.
Una delle armate magiare impegnate negli attacchi al guado riattraversa in tutta fretta il Bosforo e cinge la città d’assedio; ma lo sbarco immediato della cavalleria del Sultano porta a suo totale annientamento. Or il grosso di quei presuntuosi è chiuso senza scampo fra fiume e mare.
Sfuggiti alle gran stragi fra gli stretti, pochi legni con il vessillo del Grande Imam di Roma sbarcano crociati in vista di Tessalonica; ma di lor ci si darà pensiero poi.
E’ tempo che i fedeli rendano lode ad Allah per le fortune che riversa su questo immenso regno, parco nelle gabelle perché reso florido dai commerci.
Il Cavaliere Verde
00mercoledì 17 settembre 2008 13:01
Un trionfo di genio tattico e narrativo! [SM=x535693]
alexander89.
00mercoledì 17 settembre 2008 13:01
io un pensierino su costantinopoli lo farei,piazza un aio di armate nello stretto del bosforo e vedrai che il nemico cedera alla tentazione e attacchera,li hai il vantaggio dell altezza se non sbaglio
alexander89.
00mercoledì 17 settembre 2008 13:03
ops non avevo letto lultimo post,perdono [SM=g27828]
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