Cronache d'Italia-Empire Total War: Avanti Savoia!

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Shivos91
00domenica 29 marzo 2009 17:49
Premessa: questa cronaca fa parte del progetto Cronache d'Italia, e verrà in seguito inserita in una raccolta di cronache sui vari Total War circa l'unificazione italiana. Come suggerisce il titolo, qui la versione usata è Empire, e la fazione è la Savoia (che non è giocabile nell'Empire predefinito, ho usato un piccolo mod). Pur essendo, come tutte le fazioni italiane, molto più debole delle fazioni predefinite, voglio giocarla per simpatie storiche affinchè riesca ad espandersi e divenire una piccola potenza



All'alba del diciottesimo secolo, l'Europa sembra trovarsi in una situazione di pace, dopo aver assistito nel secolo scorso agli orrori della Guerra dei Trent'anni. Nondimeno, se le maggiori potenze (Inghilterra, Austria, Francia, Spagna, Polonia-Lituania) possono dirsi soddisfatte dello status quo nel continente, nella penisola italiana va sviluppandosi un pensiero politico che chiede l'unificazione della penisola sotto un unico stendardo.
Come si presenta lo Stivale d'Europa nel 1700 Anno Domini?
Nel nord-ovest comandano i Savoia, che oltre all'omonima contea governano anche Torino e Nizza
I Genovesi comandano la Liguria e la Corsica, e accumulano ricchezze con i loro commerci
Altrettanto felice è la situazione commerciale di Venezia, che nondimeno controlla soltanto il Veneto da Mantova a Udine
Il ducato di Milano e il Regno di Napoli e Palermo sono divenuti stati vassalli del Re di Spagna, che nondimeno sta perdendo potere economico e militare. Ben pochi sono felici del loro dominio nel Belpaese
Lo Stato Pontificio sede del Santo Padre ha espanso i suoi dominii inglobando la Toscana, l'Emilia, la Romagna e l'Abruzzo, oltre al Lazio e l'Umbria.

Come già si diceva al tempo di Barbarossa: può la volontà di un uomo, per quanto di ferro, fondare uno Stato potente e mantenerlo vigoroso?
Il Duca di Torino, sua altezza Victor Amadeus II della Casa Savoia, è più che favorevole ad un espansione verso oriente a danno degli stati più piccoli e soprattutto dell'occupante spagnolo
In politica estera, la Savoia è legata all'Austria. Oltre al comune odio per la Francia, che risale alla Guerra dei Trent'anni, è la stima reciproca tra il Duca e l'Imperatore di Vienna, uniti da un disprezzo per le repubbliche, a cementare l'amicizia tra i due Stati.
L'Austria è uno stato potente e non ama la Spagna; l'ideale protettore in caso di una nuova guerra contro le monarchie occidentali.

E' il 5 Maggio 1701, e a Torino giunge Hermann Hoffman, consigliere militare dell'Imperatore Giuseppe I, con il compito di riformare l'esercito sabaudo

Passano due anni, e alla prima primavera del 1703, grazie ad una particolare pressione fiscale sulla nobiltà locale e lo sviluppo delle piccole aziende tessili e vinicole, l'economia sabauda fiorisce e l'esercito si espande.
Pur essendo la Savoia uno stato dichiaratamente cattolico, il Primo Ministro Claudio Sabbatini era valdese e di simpatie filo-prussiane, motivo che lo induce a visitare Berlino e a tessere rapporti amichevoli tra i due stati. L'obbiettivo è anche prevenire un conflitto tra la Prussia e l'Austria che avrebbe indebolito i due contendenti a favore dei Francesi e degli Spagnoli
In giugno, a Genova si presenta il Comandante Supremo delle Forze Armate Vittorio Saccheri, proponendo l'annessione della Liguria alla Savoia e l'abolizione della repubblica ligure. Al rifiuto categorico dei genovesi aegue la dichiarazione di guerra, recitata con tono freddo e inemotivo dallo stesso Saccheri. A Torino la folla esulta, sicura della superiorità militare dei Piemontesi

L'Italia nel 1703, alla vigilia della guerra Sabaudo-ligure
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Ritornato ad Asti per radunare le forze armate promesse dal Ministro della Guerra Alfonso Acerbi, Saccheri nel primo luglio varca con un esercito di quasi 1000 soldati il confine, giungendo alla costa nei pressi del Finale Ligure. Attraversando la campagna con una marcia veloce per giungere a Genova e cogliere di sorpresa i soldati nemici, l'esercito incappa però nell'avanguardia ligure nel paese viticolo di Quilliano. Prima ancora che la cavalleria torinese riesca a raggiungere e sopraffare la piccola unità nemica, alle loro spalle risuonano le trombe dell'esercito genovese, che scende dai monti in numero di 700 soldati al grido 'Viva la Repubblica! Indietro i Savoia!'

Nella battaglia, la cavalleria dei piemontesi sembra iniziare per il verso giusto, circondando il generale Sebastiano Spinelli e sopraffacendolo a colpi di sciabola, ma la fanteria nemica si dimostra nemico assai più duro, per nulla demoralizzata dalla morte del loro generale. Riorganizzandosi dietro i muri di un terreno colonico, si avventano sparando contro i piemontesi, dando via ad un mezzogiorno di fuoco, che solo l'attacco alle spalle dei cavalieri del Duca riesce ad interrompere a loro vantaggio, sebbene con notevoli perdite. Le successive fasi della guerra vedono la messa in fugo di quasi tutti i genovesi, tranne che di un reggimento di fucilieri che si asseraglia dentro una casa colonica del luogo. Vengono però alfine stanati, e solo un quarto di loro riesce ad evitare la cattura

La vittoria, sebbene parziale (dei 1000 piemontesi ne rimangono ora 600) spazzò via l'esercito genovese, che dovette ripiegare sulla loro capitale. Dopo aver ricevuto ulteriori rinforzi da Torino e aver riorganizzato i soldati in rotta, Saccheri guida l'assalto alla città. Allarmati dal pericolo che corre l'esistenza stessa della loro repubblica, tutti i civili maschi di Genova (essendo l'esercito regolare stato distrutto a Quilliano) si organizzano armandosi di fucili a pietra focaia e promettendo la morte invece della resa.
Sebbene l'inferiorità numerica non sia notevole (680 piemontesi contro 500 genovesi in difesa) la disorganizzazione della Guardia Civile Ligure provoca un immensa quantità di morti, prigionieri e disertori, ad un prezzo irrisorio per i Savoia (circa 60 soldati morti)

Nel 1704, ad un solo anno dall'inizio della guerra, la Liguria viene così annessa alla Savoia, che guadagna un preziosissimo porto e nuove aziende per l'economia sabauda. Nondimeno, essendo molto forte il risentimento per la conquista, per evitare ribellioni si decide di esentare momentaneamente la regione dalle tasse.
A Torino, il Parlamento discute sul metodo migliore per sedare le rivolte e concludere la guerra. Alberto Fierro, Ministro della Marina propone lo sbarco dell'esercito a Bastia, dove si è rifugiato il governo genovese, onde giustiziarne i capi e assorbire l'ultimo possedimento ligure, e l'idea viene accettata all'unaminità.
Severiano Gagliano, gentiluomo torinese, si reca a Genova nel 1705 per controbattere ai civili che si rifiutano di giurare fedeltà al Re Amadeus II, ma durante una sua orazione a favore dei Savoia viene ucciso da un gruppo di esponenti filo-repubblicani. La tensione è sempre più alta, e Saccheri sa quanto sia importante concludere la guerra al più presto. Dipartendosi da Savona, l'esercito, riportato al numero di 1050 anime, sbarca sulla costa nord-orientale dell'isola.

Scettico ai suoi stessi occhi, Saccheri vede dinnanzi a sè due eserciti genovesi, di numero complessivo di 800 soldati, posizionati di fronte alla spiaggia. Capisce che il segreto della spedizione è trapelato e il governo genovese ha speso parte del tesoro della sua lega commerciale per reclutare mercenari e difendere l'isola fino all'ultimo sangue.
La battaglia dello sbarco riporta però una nuova, parziale vittoria del generale sabaudo, che mette in fuga l'esercito nemico a colpi di carabine e sciabole, avanzando verso Bastia.
E' il 1706 quando si consuma la più importante battaglia dell'intero conflitto, alle porte del capoluogo corso.
Stavolta, però, i Genovesi non sono riusciti ad armare i civili corsi, che non hanno mai amato il giogo sotto cui sono stati sottomessi dai vicini liguri.
L'esercito di Saccheri entra così in città dalla via principale, ma vengono sorpresi da una raffica di proiettili all'altro capo della via, da parte di cinque reggimenti armati di fucile che scagliano proiettili urlando 'Viva viva la repubblica! Indietro Savoia!'
L'esercito piemontese sembra essere destinato al macello, ma l'eroismo dei soldati a cavallo, che marciano temerari contro i proiettili lungo la via al grido 'Avanti Savoia!' del generale Vittorio Saccheri, riesce a ribaltare il conflitto. I fucilieri nemici vengono infatti travolti e catturati, il generale nemico muore in duello con Saccheri e la fanteria genovese fugge allo sbando, venendo però dopo parzialmente ricatturata dai cavalieri del Duca.

Le vittime dei proiettili nemici sono numerosi, solo una decina di cavalieri, su 80 all'inizio della battaglia, è ancora vivo al calar del sole), per ammainare dal municipio di Bastia la croce rossa in campo bianco e sostituirla con la croce bianca in campo amaranto

Da una lettera pervenuta al Primo Ministro Claudio Sabbatini in data 2 aprile 1706, firmata da Vittorio Saccheri, viene proclamato l'adesso Regno di Savoia, unito dalle province di Savoia, Nizza, Torino, Asti, Genova e Bastia.


L'Italia nel 1706, alla fine della guerra sabaudo-ligure
Eraclio Imperatore Romano
00lunedì 30 marzo 2009 13:34
però così fallisce la realtà cronologica, ci sarebbe bisogno prima di una cronaca medievale....comunque bella cronaca, ormai tanto mi pare che il progetto stia sfumando....
Shivos91
00lunedì 30 marzo 2009 14:28
Nei 5 anni successivi alla proclamazione del Regno di Savoia, l'Italia vive un periodo di pace e prosperità, che rinfiorisce l'economia sabauda danneggiata dal conflitto precedente.
Nondimeno, il Re non è soddisfatto. Sua maestà tiene l'occhio fisso oltre il Ticino. Egli vuole Milano e le industrie della Pianura Padana, vuole Venezia e un punto di contatto con l'alleato Austriaco.
Nel 1709 la Polonia Lituania, fiancheggiata dalla Curonia e dalla Russia, dichiara guerra all'Austria, fiancheggiata da Baviera, Wurtemberg e Savoia. Lo scoppio del conflitto nondimeno significa un alleggerimento dei rapporti tra Prussia e Austria, uniti da un disprezzo per i polacchi, e ciò rassicura i piemontesi.
Anche la Francia, nondimeno, attacca l'Austria e la Germania meridionale fiancheggiata dalla Spagna, e questo significa una seconda dichiarazione di guerra da parte dello Stato piemontese.
Sebbene il conflitto contro i Francesi assunma dimensioni molto modeste (l'unico atto ostile è la creazione di un gruppo di saccheggiatori a cavallo per invadere silenziosamente la Francia e sabotarne le industrie e i campi) contro la Spagna il Re ha intenzione di proclamare una nuova campagna militare, dal nome in codice 'Operazione Roncisvalle'.

Nel 1711, i piemontesi dichiarano così guerra allo Stato Maggiore Spagnolo, e le truppe dei Savoia varcano il Ticino, comandante nuovamente dal Generale Saccheri. A Milano, il governatore locale cerca di rinfoltire le fila della ridotta guarnigione spagnola assoldando i contadini della provincia.
Ma invece di rispondere alla chiamata alle armi, il popolo delle campagne vede nei piemontesi i liberatori dall'oppressivo dominio spagnolo, che da sempre vedono la Lombardia come colonia da sfruttare. Così, al passaggio di Saccheri per i campi, si odono le grida 'Avanti Savoia!'
La battaglia di Milano, combattuta in un freddo giorno di fine febbraio, vede le 1080 truppe di Saccheri opporsi a solo 240 uomini del Re di Spagna, che nondimeno combattono con buon equipaggiamento e tattica prudente, asseragliandosi dietro gli edifici. Ma la morte, durante una sparatoria nella via principale, del governatore di Milano Felipe Nazàrio, disperde i picchieri e fucilieri rimasti vivi, provocandone la fuga e l'abbandono della città. A tarda sera, la plebe urbana esulta bruciando la bandiera rossa e gialla sventolante sul municipio e vota per l'annessione al Regno di Savoia.
L'anno dopo, riorganizzato l'esercito e costituita una piccola flotta, viene messa in atto la seconda parte dell'Operazione Roncisvalle: i piemontesi sbarcano a Cagliari nella primavera del 1712, e grazie ad una spia che facilita l'ingresso in città, oltre alla scarsa sorveglianza per un'isola ritenuta secondaria dal governo spagnolo, la regione diventa dominio di Re Vittorio Amedeo II.

Ma soli pochi giorni dopo questa seconda vittoria, il Doge di Venezia invia una lettera al Primo Ministro Sabbatini a Torino, invitando il governo piemontese a lasciare Milano. In caso di risposta negativa, le truppe sono già schierate sul confine, nei pressi di Verona.
Nonostante il rifiuto di Sabbatini, una piena del fiume Oglio impedisce alle truppe venete di varcare il confine per invadere Milano, dando tempo a Saccheri di sbarcare in Liguria e fermare i Veneziani prima che raggiungano Milano.
La battaglia di Mantova, del 1713, vede un quasi totale annientamento dell'esercito veneto, privo di picchieri e quindi inerte contro la cavalleria sabauda. Saccheri rincorre le truppe venete in rotta fino a Venezia, che mette sotto assedio per 4 mesi. Dopo aver ricevuto rinforzi da Milano, guida l'attacco finale ed espugna la città, difesa da truppe decimate e/o prive di esperienza militare.
L'annessione del Veneto alla Savoia, sebbene inizialmente mal accolta dai ceti bassi di Venezia, orgogliosi della loro indipendenza, determina un incredibile aumento di prestigio e risorse finanziarie per Vittorio Amadeo, che ora può proclamarsi Re di tutta l'Alta Italia

Non solo, l'acquisizione di Venezia porta alla conoscenza di nuove tecnologie per lo Stato sabaudo, non ultima l'acquisizione di artigliera, fino ad allora inesistente nell'esercito.

Gli anni successivi vedono un peggioramento della guerra ad oriente, con i Polacchi che riescono ad occupare l'Ungheria e a minacciare Vienna isolando la Transilvania, ma anche un indebolimento dei Franco-spagnoli grazie alle vittorie dell'esercito tedesco.

Nel 1717, in Vandea, muore in un duello con un nobiluomo locale Severiano Strozzi, capo delle brigate sabaude, assoldate da Vittorio Amedeo II per saccheggiare e attaccare le strutture economiche francesi, approffitando della lontanza dell'esercito di Luigi XIV. Nondimeno, il brigante riuscirà a portare nella tomba con sè il generale vandeano, e i suoi uomini continueranno le incursioni fino ad occupare Brest, porto della bretagna
A sorpresa di molti soldati e civili, nello stesso anno viene firmata una tregua con la Spagna, a titolo di 'tregua tra i due popoli per evitare dilaniamenti nella penisola italiana'.
Ciò delude le aspettative di coloro che a Napoli e a Palermo preparavano le croci bianche in campo amaranto, sicuri di sventolare il futuro stemma dell'Italia.
Nondimeno, il re ha le sue ragioni in quest'accordo: al di là dell'impossibilità di conquistare Roma e assicurare un ipotetico collegamento tra il Sud-Italia e il Regno di Savoia, Amedeo II sapeva dell'urgenza di inviare truppe contro la Polonia per sostenere l'armata austriaca, che era sul punto di rottura.
Mentre i Veneziani si sono ritirati sulle isole ioniche e da lì eseguono azioni di pirateria contro le navi commerciali sabaude dirette in Persia e India, la Baviera compie un voltafaccia e nel 1718 esce dalla coalizione germanico-sabauda per schierarsi con la Francia, arrivando persino a linciare Baldassare Grimaldi, gentiluomo e ambasciatore piemontese, per la sola colpa di aver pubblicamente invitato i Bavaresi a rimanere fedeli al patto con Vienna, Wurttemberg e Torino.

La risposta dei Savoia, il cui potere all'interno dell'alleanza sta sempre più crescendo a discapito dell'Austria, non si fa attendere.
Nel 1719 viene creata, sotto il comando del pluridecorato Vittorio Saccheri, la Decima Legione, così chiamata non in onore alla Decima Legio di Giulio Cesare, per paragonare Francesi e Bavaresi ai Galli e Teutoni spazzati via dall'antico condottiero.
A Luglio le forze sabaude (5 reparti di cavalleria più il generale, 10 unità di fucilieri e 4 reggimenti di colubrine, in totale 1270 uomini) sono a Innsbruck, con il beneplacito degli Austriaci che non hanno forze necessarie per unirsi alla spedizione punitiva dei Savoia.
Monaco viene presa di notte con un colpo a sorpresa, essendo il grosso dele forze bavaresi dislocato ad ovest per attaccare alle spalle l'ex-alleato Wurttenmberg, la guardia cittadina massacrata e i capi del governo giustiziati pubblicamente.
Per decreto reale, il territorio della Baviera viene offerto al principe del Wurttemberg, onde rafforzarlo e aumentare la sua forza nel conflitto contro i Francesi.
Nel 1721 la Decima Legione marcia contro Praga, di recente conquistata dai Polacchi, e la occupa senza grandi perdite grazie ad un furioso cannonnegiamento che mette in fuga i pochi soldati (circa 200) di presidio. L'amministrazione della regione viene riaffidata all'Austria. In cambio dell'impegno, lo Stato Sabaudo giunse a conoscenza di svariate tecnologie militari sviluppate dalla scuola militare austriaca, come le carabine e la formazione a quadrato.
Nel 1722 si realizza infine il sogno di Sabbatini: la Prussia entra in guerra a fianco della Coalizione ed occupa la Slesia, originariamente austriaca ma successivamente occupata dalla Polonia-Lituania
Ora, i cannoni e le sciabole della Decima vengono puntati contro Bratislava, per liberare l'Ungheria dagli invasori e restituire all'Imperatore Giuseppe I il titolo di re dei Magiari

L'Europa nel 1722, durante la guerra austro-polacca
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rici90
00lunedì 30 marzo 2009 21:35
una domanda forse un pò stupida : ma veramente l'intelligenza artificiale di empire arriva a lanciare ultimatum x lasciare una città tipo quello di venezia x lasciare milano??
Shivos91
00lunedì 30 marzo 2009 22:25
No beh, loro mi hanno dichiarato guerra in sostanza, e si preparavano ad attaccare Milano. L'ho un po' romanzato. [SM=x535679]
Shivos91
00martedì 31 marzo 2009 17:02
Bratislava viene ripresa dalla Coalizione nell'inverno del 1723. Ora i Savoia possono minacciare il cuore della Polonia e colpire Danzica e Varsavia per ribaltare la guerra a favore dei sabaudo-austriaci
Ma l'anno dopo, la Francia, dopo aver sconfitto sul Reno le armate del Wurttemberg, varca i confini della Savoia e occupa Chambièrs.
Il Re supplica il Generale Saccheri di ritornare in Italia per lanciare un contrattacco contro i Francesi. Obbedendo, la Decima abbandona così Bratislava (riconsegnata agli Asburgo) e si dirige a sud per tornare in Veneto e attaccare i Francesi prima che giungano alle porte di Torino.
Sul fronte orientale sono rimaste soltanto circa 250 unità (un reggimento d'artigliera, uno di fanteria e uno di cavalleria) usate perlopiù per azioni di disturbo in Prussia Occidentale.
Nel 1725 le armate francesi occupano Chieri. Nondimeno, lo stesso anno la Decima è ormai sul Ticino, pronta a lanciare una controffensiva, denominata 'Operazione Astolfo' (in onore al Re Longobardo nemico dei Franchi) per mandare il nemico in rotta oltre le Alpi, così da inseguirlo fino a nord, occupare l'Alsazia-Lorena e aggreggarsi alle armate tedesche per puntare su Parigi, obbligare il Re di Francia ad un oneroso armistizio e spostare così tutto l'esercito in Polonia.
Chieri viene liberata però ancora prima dell'arrivo di Saccheri, dai soldati riservisti in addestramento a Torino, e così il Generale può lanciare un diretto attacco ai Francesi nei pressi di Nizza, annientando le avanguardie. L'offensiva riesce e i Savoia pochi mesi dopo sono già dall'altra parte delle Alpi, pronti a dirigersi verso Metz.
Ma nel medesimo anno, il Papa dichiara guerra ai Savoia, accusandoli di essere una fazione filo-protestante (per l'alleanza con la Prussia) e anti-francese (nazione da sempre amica del Papato) e di volere annettere Roma al proprio regno alla fine della guerra.
Essendo la maggior parte delle truppe piemontesi impegnate nell'Operazione Astolfo, le truppe pontificie hanno concrete possibilità di attaccare ed occupare Milano, Genova o Venezia.
Il Ministro della Guerra Conti, che 7 anni prima aveva pragmaticamente firmato una tregua con la Spagna, è ora consapevole della necessità di chiudere lo scenario di guerra francese, essendo quello italiano ben più urgente e quello polacco molto meno impegnativo.
In agosto accoglie così a Nizza il Ministro degli Esteri francese, per firmare la fine delle ostilità sul fronte occidentale, ma non su quello orientale.
In questo modo la Polonia viene privata di un prezioso cobelligerante, e la Decima Legione viene rapidamente riportata a Torino, e da Savona si imbarca per il Lazio, onde sbarcare ad Anzio e prendere i papisti alle spalle.
L'Operazione Astolfo viene così modificata in Operazione Teodorico.
Intanto, sul fronte orientale, la scoperta dei nuovi proiettili a mitraglia applicabili alle colubrine permette alla retroguardia sabauda di vincere prima una schermaglia contro dei panduri polacchi in netto vantaggio, e poi di prendere la semi-indifesa Danzica con un blitz, grazie a meno di una decina di uomini che mitragliano gli indifesi fanti nemici e ad un corpo di fucilieri a proteggerli.
La memorabile Battaglia di Danzica, del febbraio 1726, vede infatti le truppe del sergente Barbieri, solo 124, annientare la Guardia Civile del governatore Gabryjel Praski, 240 in tutto, al costo di 70 uomini.
Danzica verrà occupata dalle truppe sabaude per un anno, per poi venire donata al Re di Prussia in segno di amicizia. Essendo la Prussia, al contrario dell'Austria, non direttamente in guerra con la Lituania, Danzica era al sicuro da un tentativo di riconquista polacco. Purtroppo, quello stesso anno ciò che restava della retroguardia piemontese, 120 uomini, fu attaccato dopo aver preso un forte abbandonato nei pressi di Kanaus e completamente massacrato, sebbene dell'enorme esercito nemico morirono quasi il doppio di individui.
In Emilia, il generale Papista Enrico Caboto risponde con dure rappresaglie alle azioni di sabotaggio (in realtà diversivi per lo sbarco ad Anzio), ma riesce, grazie al suo servizio di spionaggio, a sapere dell'intenzione dei piemontesi di attaccare Roma con un blitz. Egli quindi si trincera dietro le mura aureliane, oltrepassate solo dai Visigoti nel 410 e dai Tedeschi nel 1529.
La Battaglia di Roma del 1728, apice del conflitto che ormai è diffuso in tutta Europa, vede i 1340 uomini della Decima Legione scontrarsi con 1120 truppe pontificie sotto il comando di Caboto. In parte si tratta nondimeno di truppe più fedeli al Papa che abili di spada. Le porte sbarrate impediscono l'ingresso alla cavalleria che deve esporsi al fuoco nemico e perdere diversi uomini, ma i fucilieri del Re tramite l'uso di rampini si arrampicano sulle mura, e grazie ad una recente invenzione dell'accademia militare sabauda, le baionette, riescono a schiacciare nel corpo a corpo le truppe civili appostate sulle mura. Mentre i cannoni tuoneggiano bombardando il centro città, le porte delle mura vengono aperte, la cavalleria entra in città e un carabiniere (soldato a cavallo munito di fucile) colpisce dritto al cuore Enrico Caboto, provocando lo sbandamento delle mal addestrate truppe nemiche. Gli ultimi ad arrendersi sono gli addetti all'artiglieria, infilzati a colpi di sciabola al grido 'Avanti Savoia! Viva l'Italia!'
Roma viene proclamata parte di quello che ora è definito 'Regno d'Italia', in onore al principato esistente nell'anno 1000 tra le Alpi e il Lazio, ma stavolta completamente indipendente. In accordo con le trattative di pace, il papa viene costretto a ritirarsi nei palazzi del Vaticano e abbandonare così ogni forma di potere politico.
L'annessione di tutto il Centro-Italia è l'evento che trasforma finalmente i Savoia in un regno di un certo rilievo. Nondimeno, l'estensione del Regno al sud-italia sembra essere al momento inattuabile, avendo la Spagna dichiarato guerra alla Polonia ed essendo necessario provvedere a ritrasferire truppe sul fronte orientale, per vendicare il massacro di Kanaus.

L'Europa nel 1728, dopo la presa di Roma
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Shivos91
00mercoledì 1 aprile 2009 20:33
Nel 1730 decede Amedeo II, se non tra i re più capaci del suo secolo perlomeno circondato da ottimi collaboratori. Sale al trono, in mancanza di eredi maschi, suo nipote Emanuele, incoronato come Vittorio Emanuele III. La Francia però contesta l'incoronazione, sostenendo che il re non sia figlio legittimo del sovrano bensì nato bastardo, e che l'unico erede sia un lontano parente del defunto monarca, di nazionalità francese. In seguito al rifiuto di abbandonare il trono da parte di Emanuele III, la Francia dichiara nuovamente guerra all'Italia. La Decima Legione, già pronta a sbarcare in Croazia e attaccare la Polonia-Lituania per ricacciarla via dai territori austriaci, deve ora tornare indietro per difendere Torino.
Nondimeno, è un'occasione decisa per applicare finalmente la rimandata Operazione Astolfo. Lo stesso anno muore il primo ministro Sabbatini.
Risalendo da Marsiglia fino a Digione, la Decima non incontra grossi ostacoli, i pochi soldati vengono massacrati con facilità. Nel 1732 Saccheri è ormai in Alsazia, che trova sgombra di grossi eserciti grazie al Wurttenmberg, che da da diversi anni bombardava la regione francese. Ad est giunge però la notizia che Vienna sta per essere assediata dalle armate polacche. Non potendo intervenire con la Decima, Emanuele III crea un reggimento di truppe lombarde e venete, istituito appositamente per difendere i territori austriaci e battezzato, parafrasando il moto dei Savoia, Reggimento 'Avanti Asburgo'.
L'anno dopo Saccheri prende Strasburgo, sulla riva occidentale del Reno, grazie all'impreparazione francese. Il comandante della guarnigione del Reno, un certo Robespierre, viene massacrato insieme ai suoi 472 uomini. Messa in ginocchio anche dalle truppe della Westfalia (entrata di recente nella Coalizione) e privata di una regione chiave, la Francia è costretta a sottostare all'armistizio imposto da Re Emanuele. Nondimeno, gli accordi di pace sono meno umilianti del previsto. Prevedono solo l'occupazione dell'Alsazia sotto la guida di Saccheri e un'alleanza bilaterale tra Francia e Savoia per impedire ulteriori conflitti.
La Prussia, che invece voleva la conclusione dell'Operazione Astolfo nell'annichilimento totale della Francia, vede l'atteggiamento dei Savoia come un tradimento alla loro causa, ed esce dalla Coalizione. Senza più il compianto Sabbatini a voler e poter riscaldare i rapporti con i Brandeburghesi, la diplomazia con la Prussia sembra destinata ad un punto di non ritorno.
Nondimeno, l'anno dopo il Reggimento Avanti Asburgo resiste agli attacchi dei polacchi e li ricaccia oltre il Danubio. Per il momento, Vienna è salva.
Nel 1735, un giovane francese libertino di Strasburgo, contrario alla cessione di Alsazia ai germanico-sabaudi, spara al Generale Saccheri durante una parata militare. L'onorevole stratega muore sul colpo.
Inorriditi da questo atto di viltà da parte dei Francesi, i Savoia rescindono l'alleanza con la Francia, ritirano la Decima Legione dall'Alsazia, che viene affidata alla Westfalia, e riportano la salma del generale a Torino, per un maestoso funerale a cui partecipa gente da tutto lo Stivale.
Dopo più di trent'anni al servizio della sua Patria, Vittorio Saccheri esce così dalla storia per entrare nella leggenda.
Negli anni si diffonde un clima di insicurezza per la morte dei tre personaggi legati all'espansione e glorificazione del Regno di Savoia (Amedeo II, Sabbatini, Saccheri), i cui successori non sembrano ancora dimostrarsene all'altezza.
La Decima Legione viene così affidata al vice di Saccheri, Demetrio Piccio, che la trasferisce in Liguria per vendicare l'affronto subito a Strasburgo. L'obbiettivo è Napoli, città rimasta troppo a lungo sotto il dominio dei Franco-spagnoli. Nel 1737 la città viene così messa sotto assedio, ma Piccio è uomo impaziente e preferisce andare direttamente all'assalto, cogliendo di sorpresa i Napoletani, abbandonati a sè stessi dagli Spagnoli e disponenti di tecnologia obsoleta. Combattono comunque con vigore, nota il generale, perchè credono di difendere la patria dagli invasori.
Lo stesso anno, un comandante toscano, Riccardo Panicucci, propone di porre fine alla Repubblica Veneta del Mediterraneo, erede della Repubblica di Venezia situata nel sud della Grecia, sbarcando in quelle terre con un esercito di cira 650 uomini. Un impresa apparentemente folle, sapendo che le forze Veneziane arrivano a quasi il doppio.
Nel 1738, al prezzo di 120 perdite (circa un terzo più del suo predecessore) Piccio conquista Napoli e annette al Regno d'Italia l'intera regione da Ancona a Siracusa. Meno fortunata sembra la spedizione di Panicucci, che viene sorpreso sulla spiaggia di Lacedemonia da 1150 veneziani. Ritirarsi però, dopo tutte le fatiche fatte per sbarcare eludendo la flotta veneta, così Panicucci dà l'ordine di attaccare. La battaglia, prima in favore di Venezia, poi ribaltatasi in favore dei Savoia con l'uccisione del generale nemico e poi di nuovo in favore dei Veneti con la morte di Saccheri durante una carica di cavalleria, viene decisa da un furioso duello in campo aperto tra i reggimenti, che riescono a riorganizzarsi evitando la rotta. I veneziani si rifugiano in una casa colonica vicina, ma il rifugio viene bombardato e loro costretti alla fuga. Dei 650 uomini di Paniccucci, ne sopravvivono solo 150, lui escluso, ma 1085 Veneti perdono la vita quel giorno nei pressi dell'antica Sparta. I sabaudi entrano così nella capitale della Morea come indiscussi vincitori, nonostante le gravissime perdite.
Sebbene la riunione geopolitica dello Stivale sia del 1737, il Re fissa nel 1738 l'anno della 'Riunificazione del popolo d'italiano', considerando anche i territori occupati da Venezia in Grecia come appartenenti al Re d'Italia
Lo stesso anno, purtroppo, accade l'inimmaginabile. Durante un ritiro della Divisione Avanti Asburgo a Venezia per un riaddestramento, i Polacchi lanciando il fior fiore del loro esercito contro i Viennesi, e la occupano. Il bieco Re di Polonia & Lituania annuncia così la fine del Regno Austriaco e l'annessione dei suoi possedimenti per diritto di conquista.
Per impedire il crollo della Coalizione, è necessario riprendere Vienna. Piccio sbarca in Croazia nel 1740, e lo stesso anno assalta la città. Dopo un furioso combattimento prima fuori e poi dentro le mura, l'esercito sabaudo vince con l'appoggio del popolo sottomesso, promettendo un'Austria 'forte e indipendente' una volta vinta la guerra con la Polonia. L'anno dopo, la Decima si avventa però a sud per prendere Zagabria, e durante quest'assenza Vienna viene lasciata ad un pugno di uomini, come avevano fatto i Polacchi. Assediata da un esercito nemico proveniente da Varsavia, le guardie sabaude riescono nondimeno a fronteggiare un esercito doppio rispetto al loro. Anche quando il nemico penetra in città, i fucilieri non abbandonano le mura, ma si acquattano ad esse così da tendere un'imboscata ai cavalieri che si illudono di aver preso un centro città sguarnito. Massacrate le truppe catturate tramite fucilazione di massa, l'Austria viene ricreata come stato sotto l'ala del Wurttemberg nel 1742
Piccio negli stessi anni prende Zagabria, Bratislava e Praga, creando un 'Protettorato di Boemia, Pannonia e Illiria', ossia terre da gestire in attesa di una loro pacificazione (ergo, allontanamento delle truppe nemiche) per poi cederle agli alleati tedeschi.
La potenza militare dei Savoia è ancora vigorosa, ma il prestigio diplomatico? L'Olanda, l'Inghilterra, la Russia, la Polonia, la Francia e la Spagna sono tutti nemici, a parole o a fatti, dei Savoia, la Prussia non è più alleata e l'Austria è ormai più un vassallo che un valido alleato.
Verso dove deve inclinarsi la politica sabauda? Verso la pace con Francia e Spagna e la promulgazione di un blocco assolutista-cattolico contro i protestanti-repubblicani del nord? Oppure bisogna seguire il piano diplomatico originario dell'Austria, e cioè di allearsi con l'Inghilterra contro Francia e Polonia? Per fare ciò, nondimeno, bisognerebbe migliorare i rapporti, stipulare un accordo commerciale e abolire la monarchia assoluta...

L'Italia dopo l'unificazione, la conquista del Peloponneso e la proclamazione del Protettorato di Boemia, Pannonia e Illiria
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Willy il Peyote
00mercoledì 1 aprile 2009 23:26
A quando "ballando sotto le stelle"?

Bella cronaca, prende [SM=g27811]
Shivos91
00giovedì 2 aprile 2009 13:31
Re:
Willy il Peyote, 01/04/2009 23.26:

A quando "ballando sotto le stelle"?

Bella cronaca, prende [SM=g27811]




[SM=g27828] [SM=g27828]
Comunque grazie
Shivos91
00venerdì 3 aprile 2009 16:07
Sono arrivato sino al 1757, con alcuni avvenimenti importanti sia di ordine militare che politico, ma la partita crasha ogni volta che valico il turno
Temo sia colpa del mod che ho usato per sbloccare la Savoia
Devo sospendere la cronaca, ma presto potrei aprirne un'altra sulla Prussia o sulla Francia
agent_45
00mercoledì 22 aprile 2009 19:43
dal 1844 ti inizieranno i veri problemi [SM=x535696] il gioco tisi bloccherà alla RUSSIA durante il fine turno e poi dovrai aspettare che si sblocchi dopo 30 minuti e poi fà tutti gli altri stati.. P.S. ciò che hai fatto tu inconfronto al mio impero non è niente [SM=x535679]
Shivos91
00mercoledì 13 maggio 2009 14:08
Re:
agent_45, 22/04/2009 19.43:

dal 1844 ti inizieranno i veri problemi [SM=x535696] il gioco tisi bloccherà alla RUSSIA durante il fine turno e poi dovrai aspettare che si sblocchi dopo 30 minuti e poi fà tutti gli altri stati.. P.S. ciò che hai fatto tu inconfronto al mio impero non è niente [SM=x535679]


Evviva l'itagliano [SM=x535725]
the eorl
00lunedì 2 novembre 2009 21:10
Re: Re:
bella cronaca [SM=g27811]
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