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Cronache di Guerra-Empire Total War: Col Ferro e col Sangue

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2009 23:02
03/04/2009 23:31
 
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Di come lo stendardo prussiano sventolò sul Baltico e sull'Atlantico
Molti stati hanno un esercito al proprio servizio. L'esercito della Prussia ha uno stato al suo servizio (Voltaire)
Vinceremo. Non con discorsi, né con deliberazioni della maggioranza, ma col sangue e col ferro (Bismarck)


Il volo dell'aquila nera
Nel mondo settecentesco, c'è chi va alla guerra per sete di sangue, chi la provoca per avidità di denaro, chi la condanna in nome della fratellanza e chi la vede come un male necessario.
E poi, c'è la Prussia.
Questo piccolo stato affacciato sul Baltico Meridionale, nato dall'unione dei Ducati di Brandeburgo e di Prussia, e quindi diretto erede del glorioso Ordine Teutonico, non ha infatti perso lo smalto della tradizione militare.
Lo Stato non è cresciuto accanto al militarismo lasciato dai Teutonici, ma intorno ad esso. Paladino del Luteranesimo, il Re di Prussia Friedrich I è l'unico a proclamarsi monarca tra i tedeschi, che solitamente non amano sfidare l'autorità dell'Imperatore d'Austria.
Ma nel biennio 1700-1701 la Prussia non sembra in cerca di inutili conflitti da dedicare al dio dell'odio e dei massacri, ma di precise strategie per espandere il suo regno a danno dei vicini meno amichevoli.
Nondimeno, questi due anni si manifestano con un notevole sviluppo urbanistico/industriale. Le strade vengono pavimentate, le fabbriche incentivate, i campi protetti e all'università di Magdeburgo, a sud-ovest di Berlino, Gottfried Leibniz sollecita le ricerche scientifiche, in particolar modo di carattere industriale e militare.
La Prussia non ha amici nè nemici: la Polonia occupa un corridoio tra Konigsberg e Berlino, in quanto possiede la città di Danzica, ma è piena di potenti alleati. A sud vi sono gli Austriaci, con i quali non si escludono futuri conflitti, da rimandare però a tempi di maggior preparazione. Due partiti si dibattono nello stato: coloro che vogliono allearsi con l'Inghilterra per ammorbidire i rapporti con l'Austria ed attaccare la Polonia, e chi invece vuole l'alleanza non solo con Varsavia, ma anche coi Russi loro alleati e i Sassoni loro vassalli, per potenziarsi a danno di vicini meno protetti.

L'Europa Settentrionale nel 1701
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Nel 1702, la Curonia, stato a nord-est della Prussia Orientale, invade il territorio. L'esercito, momentaneamente ritiratosi a Berlino per addestramenti, viene rapidamente tradotto a Konigsberg per difendere il sacro suolo.
La prima battaglia che coinvolge le due fazioni è Tannemberg, nel 1703. Il comandante è Von Schlobitten, uomo fresco di accademia militare, distintosi per coraggio ma non per sangue freddo.
In cielo si distende l'aquila nera incoronata, in aria risuona il corale luterano 'Ein Feste Burg ist unser Gott'.
L'esercito avanza, con un bombardamento d'artiglieria preliminare, un avanzamento sui fianchi della cavalleria e infine la sparatoria frontale dei fucilieri. Un reparto di dragoni respingono il tentativo nemico di attaccare le retrovie dell'artiglieria, le baionette dei fucilieri hanno ragione dei picchieri curonici e la cavalleria nemica si rivela meno addestrata e perde il confronto diretto con i soldati a cavallo di Re Federico I.
La battaglia è un sucesso e ricaccia i Curonici nella loro immonda patria. L'anno dopo, tamponate le poche perdite, l'esercito avanza fino a Jedelga, città principale del piccolo stato di Curonia. A presidiarla vi è il generale Zuckermann con 1524 uomini. Schlobitten ne ha 200 in meno, ma si lancia comunque all'assalto
Stavolta, qualcosa va storto. Nei combattimenti intorno alla città, la cavalleria avanza meno agilmente, l'artiglieria non riesce a bombardare con frequenza i bersagli nemici, troppo mobili, e la fanteria si ritrova più di una volta circondata per l'inferiorità numerica. Schlobitten muore in una carica per abbattere i fanti nemici. Poi, la riorganizzazione, un piccolo miracolo. I fucilieri che già avevano voltato le spalle per ritirarsi guardano indietro e vedono che la cavalleria è riuscita a mandare in rotta le unità nemiche centrali all'entrata della città, l'artiglieria è riuscita ad avanzare e a porre sotto bombardamento la fanteria stabilizzatasi dietro i primi edifici, i cavalieri nemici si disperdono per attaccare da dietro la fanteria prussiana avanzante ma vengono colpiti in pieno da una seconda scarica d'artiglieria. La città viene occupata dalle forze prussiane, i pochi nemici riorganizzatisi, perlopiù cavalieri, vengono poi facilmente abbattuti in un confronto fucile/sciabola
E' il 1705, e dopo una sanguinosa battaglia di 700 caduti prussiani contro 1524 curoniani, a Jedelga sventola l'aquila nera.
Il Re è compiaciuto, invia una lettera di complimenti al vice del compianto Schlobitten, Erich Stadelmann, ora promosso a guardia della guarnigione.
Il fatto che la Curonia avesse ottimi rapporti con Polonia (di cui era formalmente protettorato) e Russia non sembra compromettere i rapporti con queste due fazioni, che anzi riconoscono subito l'annessione del piccolo stato baltico al regno prussiano.
E' di questi anni appunto un'alleanza diplomatica tra Polonia e Prussia (che si era legata, l'anno prima, anche con Danimarca e Ducato di Hannover), che quindi dimostra, per decisione del Re, una politica filo-orientale, per battersi contro le bieche monarchie occidentali (Francia, Spagna) e difendersi dall'aggressiva Svezia.
[Modificato da Shivos91 03/04/2009 23:56]
04/04/2009 15:36
 
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La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi (Von Clausewitz)

Sotto un cielo di cristallo
Per alcuni anni lo Stato Prussiano ha il tempo di riorganizzarsi e placare i malcontenti dovuti all'annessione della Curonia, oltre a far progredire la propria economia e applicare i propri progressi anche alle industrie baltiche.
Ma nel 1708 l'Impero Svedese sbarca a Danzica, con l'intento di strappare la città al Regno di Polania e Lituania. Accondiscendo all'alleanza, la Prussia scende in guerra in favore dei Polacchi, a fianco di Russia e Sassonia.
Gli eserciti stanziati in Prussia sono due: la guarnigione di Berlino, momentaneamente inattiva, sotto il comando del Generale Leopold Von Dessau, e la Legione Martin Luther (nominata così per la particolare devozione dei suoi comandanti) a Jedelga, al comando di Stadelmann, operativa e pronta a contrattaccare nei territori svedesi a nord-est di Jedelga.
Due anni dopo, dopo lievi schermaglie sui confini, i Prussiani muovono un deciso attacco contro Riga. Gli svedesi combattono con valore, rifiutandosi quasi fino all'ultimo di arrendersi, ma l'assenza di artiglieria e l'inferiorità numerica li costringe alla resa.
L'anno dopo, però, da San Pietroburgo il Principe Gustavo III si dirige con il grosso dell'esercito ad ovest e mette sotto assedio Riga. Nel contempo, il porto di Stettino, a nord-est di Berlino, viene occupato dalla flotta svedese
Il contrattacco viene però facilmente stroncato grazie all'indecisione del comando svedese di prendere i prussiani per fame o di un attacco diretto, e alcuni mesi dopo, con i rinforzi giunti da Jedelga e Konigsberg, l'esercito di Stadelmann esce dalla città e si avventa contro il nemico. Nello scontro muore il principe svedese e viene catturato un quarto del suo esercito, mentre ciò che ne resta si ritira a San Pietroburgo.
Lo Zar Pietro il Grande, nondimeno, è desideroso di riconquistare quel comodo sbocco sul Baltico sottrattogli anni prima dagli Svedesi, e attacca la guarnigione della città prendendo gli Svedesi di sorpresa.
Nel 1714 la Legione Martin Luther sbarca, dopo aver pacificato gli stati baltici, a Abo, in Finlandia, e Stadelmann incontra il Comandante delle Forze Russe. Le due parti sottoscrivono un'alleanza militare contro la Svezia e attaccano coordinatamente la città finlandese. Abo viene assegnata ai russi e la Legione torna a Riga, in attesa di ordini dall'Alto Comando di Berlino.
Passano alcuni anni senza scontri campali degni di nota; il blocco navale su Stettino, sebbene non particolarmente lesivo all'economia commerciale marittima, impediva la circumnavigazione della penisola scandinava, guastando i piani del Ministro della Guerra Von Barfus, che proponeva uno sbarco in Norvegia prima di tentare l'assedio di Stoccolma.
Due piani sono possibili per la vittoria: o tentare un blitz su Stoccolma e difenderla fino allo sbandamento delle truppe avversarie per poi puntare su Christiania, o creare una grossa flotta, stroncare il blocco e andare invece ad invadere la Norvegia.
Si procede per la seconda via, e nel 1722 viene varata la flotta dell'Ammiraglio Gunther Frommann, a Konigsberg, con a bordo Von Dessau e il suo esercito, rinominato Legione Aquila Nera. Approffittando di una momentanea assenza della flotta svedese, L'esercito prussiano sembra in grado di attaccare Christiania senza sbarco navale.
Ma una forte tempesta li colpisce a nord della Danimarca e li sbalza innumerevoli miglia più ad ovest.
Priva della conoscenza marittima di altre nazioni, la flotta procede in direzione nord-ovest, sperando di sbarcare in Islanda (terra danese e quindi amica) per riorganizzare la spedizione
Nondimeno, in Patria la Legione Aquila Nera viene data per dispersa, e il comando delle operazioni viene affidato alla rimanente Legione Martin Luther di Stabelmann, che decide di sbarcare con un blitz in Svezia, alle porte della capitale
La Battaglia di Stoccolma dell'anno dopo vede l'espugnazione della città da parte prussiana, ma a caro prezzo. Su 1000 soldati tedeschi, quasi 450 sono caduti. Nel 1725 Re Friedrich I muore (gli succede il figlio Friederich Wilhelm I) e le armate svedesi del reparto norvegese vengono trasferite ad est per riprendere la città. Mentre le mura stanno per cedere sotto il nemico superiore, la salvezza: l'esercito Danese accorre in difesa dei Prussiani e ribilancia la partita, permettendo di attaccare da dietro l'artiglieria svedese e distrarre la cavalleria, che viene abbattuta da una scarica degli ultimi proiettili rimasti in canna ai fucilieri prussiani sulle mura. I fanti svedesi riescono a scavalcare le mura, ma vengono respinti a colpi di baionetta all'anello, recente innovazione tecnologica dell'esercito brandeburghese. Inoltre, nello stesso anno i Danesi bloccano i porti norvegesi sull'atlantico, obbligando la Svezia ad abbandonare il blocco per salvaguardare i propri interessi marittimi
Il Re, dopo aver ceduto la Svezia al governo di Copenaghen in segno di gratitudine, ordina a Stadelmann di muovere in direzione di Christiania, approffittando dell'assenza di navi svedesi nel Baltico.
Christiania sarà presa nel 1727, e annessa al regno di Prussia per guadagnarsi una testa di ponte sull'Oceano (era sottinteso che la Danimarca avrebbe concesso il transito, controllando gli stretti tra Baltico e Atlantico)
Ora che il nemico svedese era stato abbattuto, solo la Francia e l'Austria costituivano potenziali nemici per la Prussia
In una fredda mattina primaverile del 1728, la flotta della Legione Aquila Nera approda finalmente su terre verdi e fredde, credendo di essere arrivato ai fiordi norvegesi, ma non sapendo di aver viaggiato verso ovest invece che est, dopo essersi rifocillata in Islanda.
Sulla costa dello sbarco giunge poi un plotone di miliziani, i cui vessilli però non ricordano quelli della Svezia.
Alla domanda 'Chi siete?' dello spaesato Von Dessau, parco conoscitore della lingua scandinava, i miliziani rispondono con una frase inintelleggibile, ma dal chiaro tono arrabbiato e dal pesante accento francese. 'Francesi? Fuoco!' è la risposta istantanea del generale prussiano, che dopo aver abbattuto alcune guardie e messo in fuga le rimanenti, si rende conto di dove si trovano: molto lontano da casa, per la precisione in Acadia, dall'altra parte dell'Oceano Atlantico. In territorio appartenente a sua maestà Re Luigi XIV

L'Europa Settentrionale nel 1728
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[Modificato da Shivos91 04/04/2009 23:30]
05/04/2009 21:56
 
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I soldati vincono le battaglie, e i generali se ne prendono il merito (Napoleone)

Altari abbandonati
Quello che era stato il vero destino della Legione Aquila Nera, il Re di Prussia lo viene a sapere a sette anni dalla sua dipartita. Nel 1729, in un plico contenente una dichiarazione di guerra da parte dello Stato francese, Sua maestà Wilhelm Friedrich I viene a conoscenza dell'iniziativa di Von Dessau, comandante della spedizione, di levare le armi contro i francesi in Acadia, invece di consegnarle e ritornare in patria come ostaggio. Dopo la schermaglia sulla spiaggia, il generale ha infatti puntato su Fort Nashwaak, avamposto principale dell'Acadia, e l'ha conquistato annientandone le esigue difese.
La tribù locale, gli Cheyenne, ramo degli Algoncini, entrata in contatto con i nuovi padroni dell'Acadia, vede i guerrieri bianchi vestiti di blu e muniti di fucili-spade giunti dall'Oceano come i liberatori del loro popolo dal giogo francese.
Von Dessau si guadagna il favore del popolo algoncino sposando la figlia di un capotribù del luogo e arruolando diversi indiani nelle proprie fila (ne ammira il coraggio e il valore in battaglia), e ribattezza il proprio esercito 'Legione dell'Aquila Marina', dal nome dato dagli Cheyenne al generale prussiano (in quanto l'aquila è il suo stendardo e il suo esercito è giunto dal mare). Il Re lascia carta bianca a Von Dessau per l'espansione a danno dei Francesi.
Nel 1732, pacificata la regione (non tanto i nativi quanto piuttosto i coloni cattolici sono fonti di sparuti disordini), Von Dessau varca la laguna e attacca Montreal; nonostante i francesi avessero bloccato l'accesso marittimo all'altra sponda della laguna, gli esploratori indiani dell'esercito germanico avevano trovato una scorciatoia per attaccare via terra, da ovest, Montreal, capoluogo del Quèbec. I Prussiani si impadroniscono anche del più importante centro di ricerca della zona, il collegio Tres Rivières, ribatezzato Drei Flussen. L'anno dopo viene preso anche Forte Frontenac, a poche miglia di distanza, assicurando così il controllo sull'Alto Canada. I Francesi si ritirano a Terranova dopo aver perso uno scontro con la flotta di Frommann nella baia di Tadoussac.
Nel 1734 viene firmato il Patto di Londra, un accordo tra i Re di Prussia e Inghilterra per un attacco coordinato contro i Francesi e la spartizione delle loro colonie: i territori canadesi a nord della Nazione Irochese ai Prussiani, la Louisiana ad est delle Tredici Colonie all'Inghilterra.
Tutte le nazioni alleate della Prussia (meno la Russia) dichiarano guerra alla Francia.
Il Re ribattezza i territori conquistati 'Nuova Prussia', prima conosciuti come 'Nuova Francia'.
Ma l'occupazione di Forte Frontenac induce gli Huron, nativi rivali degli Cheyenne, a reclamarne il possesso, pena l'uso della forza.
Al rifiuto di Von Dessau, gli Huron scendono sul sentiero di guerra e iniziano a razziare fattorie e stazioni commerciali nel Canada Occidentale. Aquila Marina, spinto anche dagli Algoncini, che non amano gli Huron, affronta quindi il grosso delle forze nemiche a Mont Laurier, a sud-ovest di Forte Frontenac.
Lo scontro, seppure in inferiorità numerica (1500 Huron contro 986 tra Prussiani e Algoncini) si rivela comunque una vittoria, grazie soprattutto alle raffiche a mitraglia sulla fanteria nemica e al valore dei soldati Cheyenne, che stupiscono i Prussiani combattendo i nemici con arco e frecce, arma apparentemente anacronistica ma dalla frequenza di tiro ben più alta del classico moschetto. L'esercito nemico va in rotta, ma il comandante degli Huron, Kaintwakon, viene catturato e consegnato agli Cheyenne. Vivo.
La vittoria di Mont Laurier infiamma l'entusiasmo del popolo prussiano per la causa coloniale. I civili emigrano nella Nuova Prussia vedendo Von Dessau come il fondatore di una nuova patria, i soldati lo conoscono come 'Il generale che non ha mai perso una battaglia', gli Algoncini lo salutano come un liberatore
Il Nord-america nel 1735
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Intanto, in Europa, l'Alto Comando progetta un'invasione delle Fiandre (la Spagna era scesa in guerra a fianco dei Francesi) per poi puntare su Parigi e costringere la Francia alla resa e alla cessione di tutte le colonie in nord-america, da spartire secondo il Patto di Londra. Il nome in codice del piano militare è 'Operazione Carlo Magno', e l'esercito impiegato è la Legione Martin Lutero.
Per compensare le acquisizioni territoriali in Nord-america, la Prussia cede la Norvegia alla Danimarca, permettendogli così di costituire un Regno di Scandinavia ed allontando le accuse di imperialismo scagliate dagli Stati nemici.
Stabelmann arriva così nel 1736 sulle spiagge del Belgio, ma gli Spagnoli, prevedendo uno sbarco in quella zona, avevano disposto circa 4000 truppe a presidiarla (Dio solo sa dove le abbiano prese), quindi ripiega in Normandia. Appena sbarcato, si imbatte nel primo battaglione francese, nei pressi di Falaise, in lieve inferiorità numerica (966 germanici contro 1089 franchi), ma riesce a strappare una vittoria grazie alla rapidità d'azione del proprio esercito e all'impreparazione di alcuni reparti nemici. 883 francesi perdono la vita in quel pomeriggio, contro 550 prussiani. Ma il secondo battaglione francese coglie impreparato Stabelmann, il cui esercito non ha ancora iniziato a leccarsi le ferite e già deve fronteggiare un nuovo attacco alle sue spalle.
Le 625 truppe della seconda ondata riescono a sopraffare i 416 superstiti della prima battaglia. I fucilieri sono carenti di munizioni, alcuni artiglieri hanno perduto i cannoni e devono scendere nel corpo a corpo munendosi di sciabole, Stabelmann stesso perde la vita durante una carica con la quale tenta invano di travolgere la fanteria nemica.
La seconda battaglia di Falaise, o sacca di Falaise, segna quindi il totale sbando della Legione Martin Lutero (benchè i caduti francesi siano maggiori; 472 contro 332 dei nostri): i pochi superstiti vengono crudelmente torturati e massacrati poichè giudicati 'eretici' dai fanatici francesi papisti, gli stendardi vengono catturati e portati al Re di Francia.
Nell'estate del 1738, lo Stato Maggiore Prussiano è costretto a riconoscere il totale fallimento dell'Operazione Carlo Magno.
Già ad inizio anno era però ripresa l'offensiva di Von Dessau contro gli Huron, essendo state le truppe dell'Aquila ampiamente rifornite e riaddestrate. Ora il generale punta su Forte St.Marie, ex roccaforte francese, per strapparla agli Huron e reclamare il diritto di esistere della Nuova Prussia
[Modificato da Shivos91 06/04/2009 14:25]
05/04/2009 22:20
 
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è sempre avvincente leggere le tue cronache



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Meglio avere dubbi che false certezze
05/04/2009 23:21
 
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Re:
Efestus, 05/04/2009 22.20:

è sempre avvincente leggere le tue cronache




Troppo gentile [SM=g27821]
08/04/2009 01:02
 
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I vincitori hanno già vinto prima di scendere in campo. I perdenti scendono in campo e poi si arrabattono per vincere (Shun Tzu)

Sangue contro oro
Forte St.Mairie capitola nel 1739, dopo una vana resistenza. Nell'assedio muore anche Matotope, nuovo capotribù degli Huron dopo Mont Laurier, e così la tribù deve ritirarsi nei Territori Del Nord-Ovest, mai esplorati da uomo bianco.
I Francesi però tengono ancora Terranova, e da lì incitano i coloni cattolici a ribellarsi al governo della Nuova Prussia. Il governatore Alexander Von Stern attua quindi una politica per evangelizzare le colonie, perseguitando i cattolici, che vengono esclusi dalla carriera politica e militare, e convertendo le cattedrali al culto luterano.
In Europa, frattanto, il Re dispone i preparativi per un invasione della Francia da est, per occupare la Renania e puntare su Parigi, non correndo il rischio di essere scoperti in anticipo dalla flotta spagnola come avvenuto in precedenza; il nome in codice dell'attacco è 'Operazione Blu'. Il nome originale avrebbe dovuto essere 'Operazione Hohenstaufen', ma dato il fallimento dell'Operazione Carlomagno, di denominazione altrettanto maestosa, si optò per il più modesto nome di Operazione Blu. Fu concordato che la Westfalia concedesse il passaggio di truppe prussiane sino al Reno per due anni, in cambio di 3000 marchi d'oro e di incentivi sulla tecnologia agricola. Dopo la sacca di Falaise, un giovane tenente Brandeburghese fresco d'accademia militare, aveva radunato un corpo di soldati volontari desiderosi di vendicare i propri camerati caduti in Normandia, e si vocifera che egli stesso sia l'ideatore dell'operazione poi approvata dal Re. Il corpo di spedizione assume quindi il nome di 'Divisione Von Frundsberg', e nel 1740 si incammina in direzione del Reno.
Strasburgo viene assalita nel 1742, e viene facilmente presa, essendo il grosso delle truppe francesi a nord, per parare un eventuale secondo sbarco dalla Manica. La Francia viene colta impreparata da questo scacco, mentre il popolo Prussiano si esalta e i soldati della Von Frundsberg si galvanizzando, intonando il coro 'Bis Paris!' ('Fino a Parigi!'). Herzlieb, dopo aver pacificato la Renania, muove in direzione di Parigi, accampandosi a Digione a fine anno.
In una fredda mattina di inverno, i colpi di cannone dell'esercito francese di Henry Moreau svegliano i soldati prussiani, che devono far appello a tutto il loro sangue freddo, addestramento e senso militare per difendersi dall'attacco nemico. Herzlieb dispone la cavalleria ad attaccare il fianco sinistro, i fucilieri il destro e granatieri e artiglieria il centro. La carica della cavalleria ferma l'avanzata francese, i fucilieri riescono ad infilarsi nelle retrovie ed abbattere i cannonieri nemici, e le mitraglie spezzano il tentativo di carica del reparto di cavalleria d'elite di Moreau, che si ritira in direzione di Parigi. Gran parte dei superstiti lo segue, ma Herzlieb riesce a catturare numerosi prigionieri.
Intanto, dall'altra parte dell'Oceano, Von Dessau è sbarcato in Terranova e l'ha annessa al Regno di Prussia.
Passano diversi mesi prima che giungano rinforzi dall'Alsazia per rinfoltire le file, ma nell'autunno 1743 la Divisione è finalmente in vista di Parigi. Nonostante la superiorità numerica dell'esercito in difesa di Moreau (1300 uomini) l'inesperienza militare della guardia civile, l'efficace uso di granate nelle piccole e ristrette vie della città e la dissennata decisione dei francesi di barricarsi in edici distrutti a distanza con l'artiglieria provocano la caduta di Parigi.
Nel febbraio 1744, Re Wilhelm visita la capitale parigina, e a Versailles il suo rivale Re Luigi XV, attorniato dal monarca prussiano, dal ministro di guerra Von Wartemberg e da tutti i collaboratori del governo franco, firma la capitolazione dell'Impero Francese. Il re abdica in favore di suo figlio.
Per celebrare la vittoria tedesca sul nemico oltre-reniano, viene composta proprio in questi anni 'Die Wacht am Rhein', inno alla vittoria della Prussia.
Con il patto di Versailles, la Francia perde tutte le colonie, subisce l'occupazione prussiana per un anno, cede Alsazia e Lorena al Re di Prussia e si impegna a versargli una somma di marchi 30.000.
Le colonie francesi però non accettano l'annessione all'Inghilterra e si proclamano indipendenti (in contrasto con il patto di Londra).
Il Nord-america nel 1744
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L'anno dopo, essendo ritiratesi le truppe prussiane in Renania però, Felipe VI, re di Spagna, marcia su Parigi col suo enorme esercito, proclamandosi re di Francia e Spagna. Un simile affronto alla diplomazia prussiana costringe lo stato tedesco a dichiarare guerra all'ambizioso monarca. Essendo però il confronto militare decisamente impari, lo Stato Maggiore prega Von Dessau di tornare in europa con la sua Divisione, sperando che basti per pareggiare il conflitto.
Dessau ritorna alla testa del suo esercito nel 1746, con la chiara intenzione di prendere gli Spagnoli alle spalle sbarcando in Portogallo (Operazione Lusitania) per spingerlo a ribellarsi all'oppressivo governo spagnolo.
Nello stesso anno decede Friedrich Wilhelm I e sale al potere Friedrich II, detto il Grande. Si dimostra da subito un monarca ambizioso, e progetta un'espansione della Prussia a danno degli staterelli tedeschi, per sottrarli all'influenza austriaca.
Nel 1747 Von Dessau sbarca a Capo Sagres, con 4 reparti di cavalleria, 3 d'artiglieria, 4 di fanteria, 2 di fanteria Algoncina e 1 di cavalleria Algoncina. Alla domanda di un suo ufficiale sul perchè avesse deciso di far partecipare degli indiani ad una guerra europea, Von Dessau risponde 'Gli Spagnoli hanno portato guerra e devastazione tra gli Indios per due secoli. Adesso è il loro turno'
Nella battaglia di Capo Sagrès, Dessau sconfigge gli Spagnoli, uccidendo o catturando 870 uomini su 1080, ma al prezzo di 480 soldati. Ironicamente, è proprio un soldato indiano a cavallo, Coda di Lupo del 1' Cavalleria, ad uccidere il comandante spagnolo con un colpo dritto al cuore. Ora che i Prussiani sono in netta inferiorità numerica, è necessario prendere Lisbona prima che giungano nuovi eserciti dall'entroterra iberico. La città portoghese viene presa con un blitz, nonostante i rapporti di forze fossero a vantaggio dei difensori (530 prussiani, 840 spagnoli). Friedrich II ritiene l'inaspettata presa di Lisbona costituisce il pretesto giusto per firmare una tregua, grazie alla quale la Spagna e la Francia sarebbero rimasti un unico regno, ma il Portogallo sarebbe ritornato indipendente; in tal modo il Re avrebbe potuto volgere lo sguardo verso l'espansionismo nei territori tedeschi. Gli Spagnoli accettano, e Von Dessau si appresta a tornare in patria come un eroe. Purtroppo, non vi arriverà mai. Dopo aver ricevuto una ferita nella battaglia di Lisbona, le sue condizioni non sono migliorate, e quando la nave sbarca a Stettino, il gran generale è ormai morto. Non torna a Berlino su una ricca carozza coperto di onori, ma su un carro funebre accompagnato da sospiri e pianti. Ciò che resta della sua legione viene sistemato a Berlino in attesa di rifornimento e riaddestramento.
Al congresso di Francoforte, Federico II accusa alcuni staterelli della Confederazione Germanica di aver parteggiato per la Spagna invece che per i Prussiani, durante il conflitto. Tra questi, la Westfalia, che provoca apertamente Berlino a far valere il suo potere su di loro. Per tutta risposta, la Divisione Von Frunsburg nel 1748 invade Dusseldorf, annettendo il regno alla monarchia prussiana. Il Wurttemberg risponde scendendo in guerra per difendere gli stati tedeschi cattolici. Il Re promette quindi alla Von Frunsberg la creazione di un secondo esercito per schiacciare il nemico stoccardese. Nello stesso anno, però, gli Olandesi invadono l'Hannover, con i quali erano entrati in contrasto da qualche anno. Ciò priva la Prussia non solo di un valido alleato, ma anche di una testa di ponte per trasportare i soldati da Brandeburgo alla Westfalia e quindi per inviare soldati contro il Wurttemberg. Approffittando di questo vuoto di potere, gli Stoccardesi invadono Strasburgo. Nondimeno, il Re riesce a negoziare un accordo militare con la Sassonia, permettendo così alla neonata Divisione Hohenstauffen, formata sia da veterani della Aquila Marina sia da giovani prussiani e livoniani, di arrivare in Renania per difenderla dalle razzie delle avanguardie del Wurttemberg. Ripresa Strasburgo nel 1750, la Von Frunsburg si scontra con gli uomini di Sigmund Rotschild, nobiluomo-mercante di origine ebraica, e nonostante l'inferiorità numerica (1470 prussiani, 1830 stoccardesi) strappa una splendida vittoria, dovuta anche alla morte di Rotschild ad inizio battaglia per mano di un ambizioso fuciliere prussiano. Herzlieb avanza così fino ad occupare Stoccarda ed annetterla al Reich prussiano nel 1751. La Prussia acquisisce quindi importanti guadagni territoriali, ma per unificarli al Ducato di Brandeburgo è necessario prima annettere il Ducato di Hannover, in mano olandese, e non è escluso che sarà proprio lì che la Hohenstaufen avrà il suo battesimo di fuoco
L'Europa nel 1751
[IMG]http://i39.tinypic.com/2j1ahkp.png[/IMG]
[Modificato da Shivos91 08/04/2009 11:47]
12/04/2009 21:41
 
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[SM=g27811] complimenti! davvero avvincente!
attendo con ansia il seguito... diciamo che la Prussia si è appena guadagnata un ammiratore [SM=g27817]



Non so che scriverci... Suggerimenti?
25/04/2009 14:26
 
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Non andremo a Canossa (Hermann Göring)

Nemici alle porte
Occorono alcuni anni per l'assimilazione delle regioni conquistate, ma nel 1754 il Re di Prussia Federico II incontra lo Statolder della Repubblica delle Province Unite, offrendosi di comprare il Ducato di Hannover per la somma di 15.000 fiorini d'oro e alcune tecnologie militari segrete. Il rifiuto del cancelliere olandese non lascia altra scelta al monarca prussiano che dichiarare guerra alla Repubblica, per vendicare l'ex-alleato hannoveriano. Nello stesso anno la Von Frunsberg e la Hohenstaufen varcano i confini della Westfalia e si dirigono in direzione di Hannover. Per quanto ben sorvegliata, la città deve capitolare di fronte ad un asseddiante doppio in numero: inesperti nell'arte militare, gli olandesi soccombono nel corpo a corpo, essendo dotati di semplici baionette ad anello contro quelle a ghiera del Re di Prussia, ed essendo quasi sprovvisti d'artiglieria non possono rispondere al fuoco nemico. L'ottima vittoria, ottenuta grazie ad un lavoro inaspettatamente buono della Divisione Hohenstaufen, provoca il ritiro degli Olandesi ad Amsterdam, nonostante il loro esercito in ritiro si dedichi a saccheggi e devastazioni varie prima di lasciare il territorio germanico.
Nel 1756 una rivolta popolare a Parigi provoca una ribellione al dominio spagnolo e una restaurazione dell'antico potere regio francese nella persona di Luigi XVI. Le colonie del Louisiana tornano così in mano a Parigi. Approffittando dei disordini, la Hohenstaufen varca il confine belga e occupa l'indifesa Bruxelles, che accoglie quasi a porte aperte l'invasore, malsopportando lo strapotere del Re di Spagna. Nello stesso anno la Von Frunsberg è alle porte di Amsterdam, e la Repubblica delle Sette Province deve negoziare una tregua se vuole soppravivere. In cambio della pacificazione, cede l'isola di Ceylon, a sud dell'India, a Federico II. Sapendo però di aver bisogno dell'Olanda e dell'Inghilterra per tener d'occhio la rinata Francia, la Prussia offre il Regno delle Fiandre al presidente della Repubblica d'Amsterdam, in cambio di un'alleanza militare tra Inglesi, Prussiani e Olandesi di reciproco aiuto in caso di invasione francese.
Col fronte occidentale sicuro, Sua Maestà Federico II volge ora lo sguardo verso est; da sempre, egli mira a collegare i territori di Brandeburgo e Prussia Orientale. Finora, nondimeno, ogni tentativo di negoziare scambi di territorio con la Polonia si è rivelato vano, quindi l'unico modo per ottenere la terra desiderata sembra la forza. Promettendo l'Estonia alla Russia, i Prussiani sono sicuri della sua neutralità, così da dover affrontare soltanto i Polacchi e i loro vassalli Sassoni.
Nel 1758 la Prussia dichiara guerra alla Polonia, senza coinvolgere però gli alleati nel conflitto. I Danesi, nondimeno, che custodiscono ottimi rapporti con i Polacchi, rescindono l'alleanza con la Prussia.
In pochi mesi, la Hohenstaufen, situata a Berlino per approvigionamenti, varca il confine e occupa Danzica, difesa da poche centinaia di inesperti membri della guardia civile. La Sassonia dichiara guerra alla Prussia, ma la Russia smentisce le proprie ostilità in cambio della cessione della città di Riga.
L'anno dopo la Hohenstaufen è a Varsavia, mentre una parte dell'esercito polacco è in Moldavia per respingere un attacco ottomano. Ancora una volta la superiorità tecnologica prussiana controbilancia quella numerica del nemico, e i difensori della città vengono mandati in rotta dalle cariche della cavalleria nobiliare e dagli assalti della fanteria nelle vie della città. Il governo polacco fugge in Lituania, dove iniziano le negoziazioni di pace con Federico II. Le ostilità sarebbero state sospese a patto della cessione di Danzica e Varsavia, una condizione durissima per lo sconfitto, ora ribattezzato 'Regno di Lituania'. A malincuore, il monarca polacco accetta. Più ad ovest, i Sassoni si sono barricati a Dresda, sapendo di essere il prossimo bersaglio dei Prussiani; le loro previsioni vengono confermate dall'assalto della Von Frundsberg, scesa da Hannover per cingere la città sotto assedio. I primi attacchi per neutralizzare l'avanguardia nemica hanno successo, e la cavalleria sassone che cerca di attaccare i reparti d'artiglieria alle spalle viene respinta e decimata. Successivamente, però, durante un avanzamento verso il fianco ovest della città, i moschettieri difensori si riparano dietro alle fortificazioni e falciano l'avanzata della cavalleria prussiana. Inizia così un sanguinoso scontro a fuoco a logoramento, risolto infine soltanto per l'attacco di un reparto di fucilieri sul fianco destro dei moschettieri nemici; ancora una volta le baionette danno ragione alle Aquile Nere.
Nondimeno, la sparatoria è una vittoria di Pirro per i prussiani, che hanno riportato 150 morti di cavalleria e 90 di fanteria.
Si decide così un'apparente ritirata dalla città, con lo scopo di iniziare un bombardamento a distanza con i 5 reparti d'artiglieria. I Sassoni, trinceratisi in gran parte dentro edifici strategici per contrastare un secondo attacco, vengono così massacrati dal bombardamento a tappeto.
Nel 1761, sulle macerie di Dresda sventola l'Aquila Nera, intinta del sangue dei soldati che hanno difeso il Principe di Sassonia (fuggito nel frattempo a Vienna).
La Polonia si rivela altresì difficile da gestire: per aumentare l'ordine pubblico il Re decide di smantellare le scuole (essendo gli studenti i principali sostenitori dell'indipendenza di Varsavia) e di iniziare una solida campagna di evangelizzazione abbattendo le chiese cattoliche per diminuire la tensione religiosa.
Nel 1764, mentre viene ufficialmente negoziato un armistizio con la Spagna che si risolve nella cessione della regione della Florida, ribattezzata Bluhend, al Re di Prussia, e mentre la città di Dresda viene ricostruita sotto la guida degli ingegneri di Berlino, la Danimarca e l'Austria formano una coalizione per fermare l'espansione prussiana. La Von Frundsberg però blocca le forze austriache in Slesia, respingendole fino a Praga.
L'anno dopo, mentre lo Stato Maggiore Prussiano guarda con simpatia alle ribellioni in Svezia contro lo strapotere Danese, Re Federico II incontra Francesco Stefano II di Lorena, Sacro Romano Imperatore, a Monaco di Baviera, proponendo la sospensione delle ostilità in cambio di un'alleanza contro la Francia, essendo entrambi gli stati in guerra con Parigi. La Slesia sarebbe passata alla Prussia, ma la Curonia, provincia baltica sarebbe stata assegnata all'Austria.
Con tutti gli Stati Tedeschi (meno la Baviera alleata dell'Austria) sotto il controllo Prussiano, la Divisione Hohenstaufen sbarca in Danimarca ed occupa Copenaghen. L'anno prima la provincia di Svezia si era ribellata, e la Prussia l'aveva subito riconosciuta come nuova nazione, nonostante un clima di iniziale diffidenza da parte degli insorti. Grazie alle sovvenzioni economiche e militari prussiane, la neonata Svezia riesce a ricacciare i Russi dalla Finlandia e da Riga.
Nel 1770 non esistono più i vari ducati, principati ed elettorati che componevano il territorio tedesco.
Là dove c'erano Sassonia, Wurttemberg, Westfalia, Hannover, Danimarca, ora c'è il Reich Prussiano.
Il Mondo nel 1770
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[Modificato da Shivos91 25/04/2009 14:27]
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[Modificato da Ian Maayrkas 25/04/2009 14:51]



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30/04/2009 23:42
 
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Non conta se si vince o se si perde una guerra. Conta come lo si fa (Junio Valerio Borghese)

La metamorfosi dell'asino d'oro
Il blocco prussiano-austriaco sembra vanificare le speranze dei tedeschi che sognano una ribellione degli Stati assogettati alla Prussia. Sebbene la Baviera sembri diffidente verso Federico II, questi si impegna a stipulare un accordo commerciale e a garantire la pace tra le due nazioni. Nel 1772, il Re di Lituania Massimiliano II consegna una dichiarazione di guerra alle due nazioni germaniche, sapendo di coglierle parzialmente impreparate a causa della crisi economica che colpiva la Prussia e che aveva reso necessario congedare la divisione Hohenstaufen. Dopo aver già conquistato la Transilvania e la Curonia l'anno prima, l'esercito polacco del generale Josef Szasz entra in Prussia e attacca Konigsberg, forte di 900 uomini contro i 400 di presidio. La resistenza è eroica, ma vana; i polacchi occupano la città minacciando di accerchiare Varsavia. Il monarca ordina lavori di pavimentazione delle strade in tutto il Reich onde facilitare i trasporti dell'armata Von Frundsberg, di stanza a Renania. Mentre a Varsavia si approntano le difese e i reclutamenti nei limiti delle risorse economiche reperibili, a Danzica giunse la Von Frundsberg, comandata dal generale Adolf Raben. Nel 1774 Konigsberg viene ripresa con relativa facilità, ma l'Alto Comando è indeciso circa le direttive d'attacco: meglio scendere in Galizia per espugnare la ben difesa capitale polacca, o risalire le coste baltiche per affrontare le armate curonesi e successivamente espugnare la capitale Lituana? Nel frattempo, ad ovest, la guarnigione di Strasburgo respinge un'incursione dei soldati francesi a Metz. L'anno dopo, mentre Raben è in viaggio verso Jedelga, capitale della Curonia, l'armata meridionale della Polonia, comandata dal capitano Bwertowski, attacca Varsavia. I numeri sembrano dargli ragione, non fosse che gli Austriaci mandano in aiuto della guarnigione prussiana il brillante generale Eugenio di Savoia alla testa di 1200 uomini; sorprendentemente, il popolo della regione non si schiera in favore di Massimiliano II, che si presenta come 'liberatore' dei Polacchi ma che autorizza il suo esercito a bloccare le derrate alimentari, a saccheggiare le scuole e le officine e a distruggere le chiese luterane (ormai ampiamente diffuse dopo la conversione di massa degli anni precedenti). Alla fine della battaglia, infatti, una volta giunti i rinforzi dalle regioni occidentali del Reich, gran parte della guarnigione di Varsavia si arruolò nell'esercito regolare per formare la Divisione Enrico II, dal nome del Duca di Slesia che difese la Polonia dai Mongoli nel XII secolo.
Il 1776 inizia con alcuni eventi importanti a nord: i Russi riprendono Riga, precedentemente in mano svedese, e la fazione scandinava aumenta di conseguenza il suo sforzo bellico, rassicurando i Prussiani da un'eventuale impegno dello Zar Pietro I a fianco dei Polacchi. A febbraio fallisce l'incursione dell'avanguardia della Von Frunsberg a Kaudica, ma Szasz commette l'errore di inseguire gli sconfitti fino alle porte di Konisberg, dove viene sorpreso in campo aperto dagli uomini di Adolf Ruben. Dei 1000 polacchi ad inizio battaglia, solo 400 si ritirano a Jedelga. Con una pronta reazione, la Enrico II compie una marcia forzata ed attacca l'armata in ritirata di Szasz, annichilendola facilmenteaug ed entrando in città a fine anno. Con l'armata nord neutralizzata, Vilnius e Minsk rimangono completamente sguarnite da un'attacco prussiano.
Il 1777 sembra però deludere le speranze dei Brandeburghesi: dopo aver perso Riga, i Russi scendono nei Balcani per lanciare un attacco contro gli Austriaci. A fine inverno hanno già preso la Moldavia ai Turchi, e si dirigono verso Belgrad con l'entusiasmo della popolazione ortodossa nella provincia. La Baviera, nel contempo, decide di accogliere le richieste dei tedeschi anti-prussiani: dopo aver assassinato due missionari protestanti in Slesia e Sassonia, interrompe i commerci con Berlino e dichiara lo stato di guerra, forte di 2000 soldati ocn cui minacciare il cuore del Reich. Nondimeno, l'Austria si schiera in favore della Prussia e rescinde l'alleanza coi bavaresi, con gran stupore dei cattolici tedeschi. Nelle colonie americane, nel frattempo, la mancanza di rifornimenti in denaro e truppe ha reso praticamente indifendibili la Florida e il Canada, che si ritrovano a subire gli attacchi di Irochesi e Cherokee. Nonostante il ministro Von Stern invii una lettera al Re perchè invii aiuti, il monarca non fa mistero dell'impossibilità per la Prussia di aiutare le colonie americane a causa della guerra di logoramento sul fronte orientale. Forte St.Augustine, capoluogo della Florida, capitola dopo un assalto dei Cherokee di Lawoughqua; non potendo difendere le altre colonie, Federico II decide di venderle all'Inghilterra e all'Olanda, mantenendo soltanto l'isola di Ceylon.
La crisi economica trova il suo sbocco in una forte tassazione, dalle quali però vengono risparmiate le aree ad est (poichè già duramente colpite dalla guerra), l'Alsazia-Lorena (per lo stesso motivo) e le province cattoliche del sud (per non fornirgli pretesto per ribellarsi), cosicchè son soprattutto i Berlinesi a subire la pressione fiscale, aumentando il disordine pubblico. L'anno dopo le forze bavaresi marciano contro la Sassonia, mentre l'esercito prussiano è ormai alle porte di Monaco. La guardia di Dresda, comandata da Alexander Schindler, capitola contro il nemico bavarese a causa della netta inferiorità numerica. Ma nello stesso anno i Prussiani prendono Monaco, annientando la retroguardia bavarese. Con i Russi penetrati nei Balcani, la Serbia ha giurato fedeltà allo Zar, minacciando di attaccare Vienna da sud.
Approfittando dell'annullamento dell'offensiva austriaca, i Polacchi, insieme ai rinforzi Russi, marciano contro Varsavia, mentre buona parte della Enrico II è impegnata ad est per conquistare la Lituania e la Bielorussia. Le due province verranno poi annesse al Reich, ma Varsavia viene accerchiata dall'invasore, e a nulla vale il coraggio con cui combattono i riservisti della Enrico II e tutti i cittadini convertitosi al luteranesimo e fedeli al Re di Prussia. La città viene alfine espugnata dopo 21 anni di dominio prussiano, tutti i soldati difensori giustiziati e le chiese protestanti distrutte: 'Bisogna ricordare ai cittadini di Varsavia che sono Polacchi, non Brandeburghesi' dirà Massimiliano II al riguardo di queste persecuzioni. Il monarca polacco-lituano può inoltre fregiarsi della conquista dell'Ungheria, costringendo così gli Austriaci alla ritirata verso Praga e Vienna.
La cattura di San Pietroburgo da parte degli Svedesi mette però la Russia in difficoltà, così lo Zar accetta di firmare una tregua con Federico II. Viene inoltre ufficializzato lo scambio di province di Curonia e Estonia tra Prussia e Svezia.
Ma ormai il malcontento di guerra è troppo diffuso a Berlino, e in tutta la regione si formano gruppi ribelli per combattere il governo oppressore. Definitisi 'patrioti', essi intendono marciare su Berlino per giustiziare il Re ed assumere il comando, così da negoziare una tregua con la Polonia per risanare il paese. Solo pochi mesi dopo, la capitale si ritrova bombardata dai cannoni dei Patrioti, comandati da Otto Weinrich, ex-ufficiale veterano della Hohenstaufen: la loro bandiera non è l'Aquila di Prussia, ma il tricolore rosso-giallo-nero, simbolo della futura Repubblica Germanica. Tuttavia, i generali riescono a far fuggire il Re dalla città e assumono la direzione del nuovo governo, proclamando la nazione 'Repubblica Spartana di Prussia' sotto il comando del Feldmaresciallo Julian Schmidt; la monarchia viene abolita e la nazione viene dichiarata in stato prioritario di guerra, ma la pressione fiscale viene comunque abbassata. Il primo grande successo del nuovo governo trova luogo con la riuscita ripresa di Dresda nel 1781, da parte di Adolf Raben, sostenitore della Repubblica.
Ad est intanto, Hans Iffland, generale della Enrico II, tiene Vilnius e Minsk, ma non sarà facile gestire le province catturate con i Polacchi che minacciano di attaccare Danzica e Konigsberg per isolare le armate orientali della Repubblica.

L'Europa nel 1781
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[Modificato da Shivos91 01/05/2009 13:48]
06/05/2009 15:31
 
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Il mondo non è uno spettacolo, ma un campo di battaglia (Giuseppe Mazzini)

Epilogo: l'Imperatore riposa
Ogni proposta di armistizio tra Polonia e Prussia viene accantonata tanto dal re polacco quanto dai generali prussiani. Ormai il conflitto che insanguina l'Europa Orientale da Danzica a Vilnius è molto più di una guerra di conflitto: è la guerra del popolo germanico contro l'etnia slava, degli aristocratici di Berlino contro i monarchici di Leopoli, di coloro che vogliono un Impero contro i difensori dell'idea di nazione. Sotto questo clima di aspro conflitto, nell'inverno del 1781 l'avanguardia della Divisione Varsavia viene sorpresa e catturata dalla Legione Von Frundsberg di Raben nel nord-est della Bielorussia, e successivamente inseguita fino al confine della Galizia, dove avviene lo scontro tra il grosso dell'esercito polacco e i soldati di Adolf Von Raben, nella battaglia di Minsk. Con quasi 3000 uomini in totale, si tratta del più grande dispiegamento di forze dall'inizio del conflitto: nonostante la superiorità numerica, i polacchi vengono attaccati ai fianchi, con la cavalleria prussiana che manda in fuga i Panduri del fianco destro e un acceso scontro di fanteria su quello sinistro. L'unico reparto d'artiglieria polacco viene mandato in rotta con una seconda carica dei cavalieri giunti ormai a ridosso delle linee nemiche. La prima ondata di fanteria prussiana viene mandata in rotta per inferiorità numerica, ma l'arrivo della riserva e l'assalto diretto del generale ridanno impulso agli incursori e stringono la morsa d'accerchiamento intorno all'armata polacca. Una successiva carica viene diretta contro la cavalleria del generale Wladyslaw Lygas; il vile gesto di fuga dello stratega galiziano e la terza ondata dell'esercito prussiano completano l'accerchiamento e fanno pendere l'esito della battaglia decisamente in favore dei Brandeburghesi. A metà giornata, il 21' e il 36' reggimento di fanteria, insieme ai cavalieri superstiti, suonano la ritirata e riparano verso Lwòv. La battaglia campale di Minsk, con 450 perdite per i 1100 prussiani e 800 per i 1300 polacchi, rende ancora più critica la possibilità di difesa della Galizia. Nel frattempo, ad ovest, il Capitano Fromm respinge un'incursione francese per impadronirsi di Strasburgo.
In autunno è completato il ritiro dei Prussiani dall'America, le cui colonie vengono spartite soprattutto tra Irochesi e Cherokee, sebbene in parte siano state cedute agli Inglesi per una forte somma.
Nel 1782, sulle due sponde della Vistola viene formata la Divisione Brandeburgo, sotto il comando di Hans Iffland, con il compito di riprendere Varsavia. Attaccando la città con 1150 soldati a cui si aggiungono 225 di rinforzo, Iffland sorprende e annienta, dopo un lungo assedio che ricorda per certi tratti quello di Dresda, la guarnigione di Jasomir Bilski, per un totale di 1300 uomini. Perduta Varsavia, la Polonia è costretta a supplicare rinforzi da parte dello Zar, il quale però si è impegnato a non riprendere le ostilità con la Prussia prima di aver riconquistato San Pietroburgo e aver annesso la parte dei Balcani ancora presidiata dalle truppe ottomane.
Dall'altra parte del mondo, il Capitano Arthur Schlesinger, dopo aver già conteso e strappato ai persiani il commercio di spezie dalle Indie Orientali, risale fino al Canale del Mozambico dove, dopo essersi impadronito di una stazione francese per il commercio d'avorio, ingaggia una serie di scontri contro il Pirata Cobham, che depreda le rotte commerciali germaniche al largo del Madagascar.
Nel 1784, Von Raben scende in Galizia, dove reincontra il pavido generale Lygas, che lo attende nei pressi di Leopoli con tutti i superstiti delle precedenti battaglie: 1090 soldati, pronti a battersi per la sopravvivenza dello stato polacco-galiziano, ma che ben poco possono contro il nemico prussiano, stavolta numericamente superiore grazie ai rinforzi giunti da Vilnius e avvantaggiato grazie ad un nuovo pezzo di artiglieria, sviluppato in gran segreto in Baviera negli anni precedenti, le mitragliatrici Puckle, in grado di falciare un'incursione nemica con un solo sparo. Lygas non sopravviverà alla battaglia, e ben pochi soldati riuscirono a tornare a Leopoli per tentare l'estrema difesa della città.
Anche se 600 cittadini raccoglieranno i fucili a pietra focaia forniti dal re per opporsi all'invasione nemica, ogni gesto di resistenza si rivela presto vano: l'avanzata dei Prussiani non si ferma più. La città viene espugnata, il re giustiziato. Arrivati ai Carpazi, con l'intenzione di varcarli e conquistare l'ultima roccaforte polacca, Klausenberg, i soldati della Repubblica Spartana di Prussia ricevono tuttavia l'ordine di fermarsi, onde lasciare questo onore all'Imperatore austriaco.
Nel 1786 Schlesinger, dopo aver debellato i Pirati nell'Oceano Indiano, sconfigge una flotta francese al largo del Congo, ribadendo l'inattacabilità dei commerci marittimi prussiani.
Alle elezioni del 1787, le prime tenutesi dopo la deposizione di Federico II, vince la coalizione progressista, con l'intento di ridurre l'esercito, firmare la pace, avviare riforme economiche in favore della borghesia, incentivare le industrie a scapito dell'agricoltura e firmare la pace con Francia e Polonia. Per l'aristocrazia conservatrice e per il popolo agrario, che avevano sopportato l'avvento di un'oligarchia militare nella persona di Julian Schmidt, il nuovo governo di Simon Wein si presentava come una piaga da rimediare restaurando il potere regio di Federico II. Non risulta difficile aizzare i ceti dominanti della regione di Brandeburgo contro il nemico cosmopolita e rivoluzionario insito a Berlino. Nell'estate del 1789 scoppia così ciò che i governanti chiamarono il Complotto di luglio, mentre i sostenitori 'La Restaurazione Prussiana'. L'esercito si rifiuta di sedare le rivolte, Iffland e Von Raben parteggiano apertamente per l'abbattimento di quella repubblica che significava solo vuoto progressismo, laicismo e liberismo economico, in favore di una monarchia agraria, religiosa e militarista. Alla notizia dell'imminente ritorno del re,formatosi un'organizzazione paramilitare nella persona di un generale filo-monarchico, Norbert Schroder, nei pressi di Wismar, la popolazione di Berlino rifiuta di combattere contro i monarchici, lasciando ad uno sparuto e mal equipaggiato gruppo, denominato 'guardie di Wein', la difesa di Berlino dagli uomini del Re. La città viene quindi ripresa facilmente dai Restauratori, il Parlamento viene assalito e la bandiera tricolore nero-gialla-rossa ammainata in favore dell'Aquila Nera di Prussia. Disonorevolmente destituito come monarca, Federico II viene ora acclamato come Imperatore. E' il 1790, lo stesso anno in cui l'Austria debella l'ultima sacca di resistenza polacca in Transilvania e in cui l'esercito svedese conquista Mosca.
Passano alcuni anni, poi viene stabilito un accordo per ridefinire la situazione europea: con il Trattato di Berlino, l'Austria riacquisisce i possedimenti strappategli dai polacchi, la Prussia acquisisce la Curonia dalla Svezia e tutti i territori vinti al Re di Polonia durante il conflitto, mentre la Svezia deve ritirarsi da Mosca, ma acquisisce la penisola di Kola e la Danimarca, gentilmente offertagli dall'Imperatore di Prussia in cambio del dominio sui paesi baltici; e se la Russia non esce del tutto sconfitta, poichè le vengono accreditate le conquiste nei Balcani, la Polonia cessa di esistere come nazione.

Questi furono gli anni d'oro della Prussia e dell'Impero che generò; l'Impero Prussiano assicurò un'era di solida unificazione dei vari staterelli tedeschi e delle velleitarie monarchie dell'Est Europa, preparandosi al XVIII secolo come uno stato forte e indivisibile, capace di levare la sua voce in ogni continente. Nel 1798 decedeva l'Imperatore, lasciando in eredità all'Europa un Impero costruito, ancor più che con la volontà dei suoi artefici, col ferro e col sangue dei suoi soldati.
Gli anni a venire dimostreranno che la pace non era destinata a durare: ma ancora, nessuno può saperlo.

FINE
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[Modificato da Shivos91 07/05/2009 00:53]
21/09/2009 19:30
 
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sai che sei davvero bravo? ti rubo la cronaca, stampandola perchè cosi vedo di perfezionarmi nello scrivere, dato che mi piace assai hehe.
Comunque complimenti davvero, sei fenomenale
25/10/2009 21:29
 
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Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:97330171=Kaiser-Guelf, 21/09/2009 19.30]davvero complimenti sia per la gestione della campagna sia per la narrazione degli eventi spero ne scriverai un altra [SM=g27811] [/QUOTE][/POSTQUOTE]


25/10/2009 23:02
 
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Sì peccato che sia una cronaca di Empire inserita nella sezione di Medieval..... [SM=x535714]



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