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Cronache d'Italia-Empire Total War: Avanti Savoia!

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2009 21:10
29/03/2009 17:49
 
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Premessa: questa cronaca fa parte del progetto Cronache d'Italia, e verrà in seguito inserita in una raccolta di cronache sui vari Total War circa l'unificazione italiana. Come suggerisce il titolo, qui la versione usata è Empire, e la fazione è la Savoia (che non è giocabile nell'Empire predefinito, ho usato un piccolo mod). Pur essendo, come tutte le fazioni italiane, molto più debole delle fazioni predefinite, voglio giocarla per simpatie storiche affinchè riesca ad espandersi e divenire una piccola potenza



All'alba del diciottesimo secolo, l'Europa sembra trovarsi in una situazione di pace, dopo aver assistito nel secolo scorso agli orrori della Guerra dei Trent'anni. Nondimeno, se le maggiori potenze (Inghilterra, Austria, Francia, Spagna, Polonia-Lituania) possono dirsi soddisfatte dello status quo nel continente, nella penisola italiana va sviluppandosi un pensiero politico che chiede l'unificazione della penisola sotto un unico stendardo.
Come si presenta lo Stivale d'Europa nel 1700 Anno Domini?
Nel nord-ovest comandano i Savoia, che oltre all'omonima contea governano anche Torino e Nizza
I Genovesi comandano la Liguria e la Corsica, e accumulano ricchezze con i loro commerci
Altrettanto felice è la situazione commerciale di Venezia, che nondimeno controlla soltanto il Veneto da Mantova a Udine
Il ducato di Milano e il Regno di Napoli e Palermo sono divenuti stati vassalli del Re di Spagna, che nondimeno sta perdendo potere economico e militare. Ben pochi sono felici del loro dominio nel Belpaese
Lo Stato Pontificio sede del Santo Padre ha espanso i suoi dominii inglobando la Toscana, l'Emilia, la Romagna e l'Abruzzo, oltre al Lazio e l'Umbria.

Come già si diceva al tempo di Barbarossa: può la volontà di un uomo, per quanto di ferro, fondare uno Stato potente e mantenerlo vigoroso?
Il Duca di Torino, sua altezza Victor Amadeus II della Casa Savoia, è più che favorevole ad un espansione verso oriente a danno degli stati più piccoli e soprattutto dell'occupante spagnolo
In politica estera, la Savoia è legata all'Austria. Oltre al comune odio per la Francia, che risale alla Guerra dei Trent'anni, è la stima reciproca tra il Duca e l'Imperatore di Vienna, uniti da un disprezzo per le repubbliche, a cementare l'amicizia tra i due Stati.
L'Austria è uno stato potente e non ama la Spagna; l'ideale protettore in caso di una nuova guerra contro le monarchie occidentali.

E' il 5 Maggio 1701, e a Torino giunge Hermann Hoffman, consigliere militare dell'Imperatore Giuseppe I, con il compito di riformare l'esercito sabaudo

Passano due anni, e alla prima primavera del 1703, grazie ad una particolare pressione fiscale sulla nobiltà locale e lo sviluppo delle piccole aziende tessili e vinicole, l'economia sabauda fiorisce e l'esercito si espande.
Pur essendo la Savoia uno stato dichiaratamente cattolico, il Primo Ministro Claudio Sabbatini era valdese e di simpatie filo-prussiane, motivo che lo induce a visitare Berlino e a tessere rapporti amichevoli tra i due stati. L'obbiettivo è anche prevenire un conflitto tra la Prussia e l'Austria che avrebbe indebolito i due contendenti a favore dei Francesi e degli Spagnoli
In giugno, a Genova si presenta il Comandante Supremo delle Forze Armate Vittorio Saccheri, proponendo l'annessione della Liguria alla Savoia e l'abolizione della repubblica ligure. Al rifiuto categorico dei genovesi aegue la dichiarazione di guerra, recitata con tono freddo e inemotivo dallo stesso Saccheri. A Torino la folla esulta, sicura della superiorità militare dei Piemontesi

L'Italia nel 1703, alla vigilia della guerra Sabaudo-ligure
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Ritornato ad Asti per radunare le forze armate promesse dal Ministro della Guerra Alfonso Acerbi, Saccheri nel primo luglio varca con un esercito di quasi 1000 soldati il confine, giungendo alla costa nei pressi del Finale Ligure. Attraversando la campagna con una marcia veloce per giungere a Genova e cogliere di sorpresa i soldati nemici, l'esercito incappa però nell'avanguardia ligure nel paese viticolo di Quilliano. Prima ancora che la cavalleria torinese riesca a raggiungere e sopraffare la piccola unità nemica, alle loro spalle risuonano le trombe dell'esercito genovese, che scende dai monti in numero di 700 soldati al grido 'Viva la Repubblica! Indietro i Savoia!'

Nella battaglia, la cavalleria dei piemontesi sembra iniziare per il verso giusto, circondando il generale Sebastiano Spinelli e sopraffacendolo a colpi di sciabola, ma la fanteria nemica si dimostra nemico assai più duro, per nulla demoralizzata dalla morte del loro generale. Riorganizzandosi dietro i muri di un terreno colonico, si avventano sparando contro i piemontesi, dando via ad un mezzogiorno di fuoco, che solo l'attacco alle spalle dei cavalieri del Duca riesce ad interrompere a loro vantaggio, sebbene con notevoli perdite. Le successive fasi della guerra vedono la messa in fugo di quasi tutti i genovesi, tranne che di un reggimento di fucilieri che si asseraglia dentro una casa colonica del luogo. Vengono però alfine stanati, e solo un quarto di loro riesce ad evitare la cattura

La vittoria, sebbene parziale (dei 1000 piemontesi ne rimangono ora 600) spazzò via l'esercito genovese, che dovette ripiegare sulla loro capitale. Dopo aver ricevuto ulteriori rinforzi da Torino e aver riorganizzato i soldati in rotta, Saccheri guida l'assalto alla città. Allarmati dal pericolo che corre l'esistenza stessa della loro repubblica, tutti i civili maschi di Genova (essendo l'esercito regolare stato distrutto a Quilliano) si organizzano armandosi di fucili a pietra focaia e promettendo la morte invece della resa.
Sebbene l'inferiorità numerica non sia notevole (680 piemontesi contro 500 genovesi in difesa) la disorganizzazione della Guardia Civile Ligure provoca un immensa quantità di morti, prigionieri e disertori, ad un prezzo irrisorio per i Savoia (circa 60 soldati morti)

Nel 1704, ad un solo anno dall'inizio della guerra, la Liguria viene così annessa alla Savoia, che guadagna un preziosissimo porto e nuove aziende per l'economia sabauda. Nondimeno, essendo molto forte il risentimento per la conquista, per evitare ribellioni si decide di esentare momentaneamente la regione dalle tasse.
A Torino, il Parlamento discute sul metodo migliore per sedare le rivolte e concludere la guerra. Alberto Fierro, Ministro della Marina propone lo sbarco dell'esercito a Bastia, dove si è rifugiato il governo genovese, onde giustiziarne i capi e assorbire l'ultimo possedimento ligure, e l'idea viene accettata all'unaminità.
Severiano Gagliano, gentiluomo torinese, si reca a Genova nel 1705 per controbattere ai civili che si rifiutano di giurare fedeltà al Re Amadeus II, ma durante una sua orazione a favore dei Savoia viene ucciso da un gruppo di esponenti filo-repubblicani. La tensione è sempre più alta, e Saccheri sa quanto sia importante concludere la guerra al più presto. Dipartendosi da Savona, l'esercito, riportato al numero di 1050 anime, sbarca sulla costa nord-orientale dell'isola.

Scettico ai suoi stessi occhi, Saccheri vede dinnanzi a sè due eserciti genovesi, di numero complessivo di 800 soldati, posizionati di fronte alla spiaggia. Capisce che il segreto della spedizione è trapelato e il governo genovese ha speso parte del tesoro della sua lega commerciale per reclutare mercenari e difendere l'isola fino all'ultimo sangue.
La battaglia dello sbarco riporta però una nuova, parziale vittoria del generale sabaudo, che mette in fuga l'esercito nemico a colpi di carabine e sciabole, avanzando verso Bastia.
E' il 1706 quando si consuma la più importante battaglia dell'intero conflitto, alle porte del capoluogo corso.
Stavolta, però, i Genovesi non sono riusciti ad armare i civili corsi, che non hanno mai amato il giogo sotto cui sono stati sottomessi dai vicini liguri.
L'esercito di Saccheri entra così in città dalla via principale, ma vengono sorpresi da una raffica di proiettili all'altro capo della via, da parte di cinque reggimenti armati di fucile che scagliano proiettili urlando 'Viva viva la repubblica! Indietro Savoia!'
L'esercito piemontese sembra essere destinato al macello, ma l'eroismo dei soldati a cavallo, che marciano temerari contro i proiettili lungo la via al grido 'Avanti Savoia!' del generale Vittorio Saccheri, riesce a ribaltare il conflitto. I fucilieri nemici vengono infatti travolti e catturati, il generale nemico muore in duello con Saccheri e la fanteria genovese fugge allo sbando, venendo però dopo parzialmente ricatturata dai cavalieri del Duca.

Le vittime dei proiettili nemici sono numerosi, solo una decina di cavalieri, su 80 all'inizio della battaglia, è ancora vivo al calar del sole), per ammainare dal municipio di Bastia la croce rossa in campo bianco e sostituirla con la croce bianca in campo amaranto

Da una lettera pervenuta al Primo Ministro Claudio Sabbatini in data 2 aprile 1706, firmata da Vittorio Saccheri, viene proclamato l'adesso Regno di Savoia, unito dalle province di Savoia, Nizza, Torino, Asti, Genova e Bastia.


L'Italia nel 1706, alla fine della guerra sabaudo-ligure
[Modificato da Shivos91 29/03/2009 23:01]
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