Anno 1160, un terribile terremoto sconvolge Nicea, 4711 cittadini muoino nel disastro. A
peggiorare la situazione ci si mette anche il Papa che proclama una crociata su Aleppo, l'impero
quindi rischiva di nuovo di subire il passaggio dei crociati occidentali.
Se nel settore civile le cose andavano male, non si può dire lo stesso del settore bellico.
Infatti Isacco Comneno, disponendo di 1100 uomini nel giro di due anni sconfigge due armate turche
di 1800 soldati la prima e 2700 la seconda, dimostrando di essere un grandissimo condottiero. Può
sembrare un'impresa impossibile, però bisogna considerare che i turchi disponevano solo di
fanteria leggera, qualche arciere e pochi tiratori a cavallo, ciò tuttavia non toglie il fatto che
il fratello del Basileus era un grande comandante.
Grazie a queste vittorie le forze imperiali si trovarono spianata la strada verso Cesarea. Isacco
non tarderà a catturarla e già nel 1163 il castello si trova sotto il dominio bizantino.
Finalmente i turchi erano stati cacciati dal continente, ora restava loro soltanto Cipro, si può
dire che la sconfitta subita a Manzikert era vendicata. Per ora Isacco decise di non occuparsi di
loro (i turhi), egli infatti decise occuparsi dell'aministrazione delle terre da poco conquistate.
Adesso Bisanzio si ritrova a dominare su tutta l'Anatolia, eccezion fatta per la città crociata di
Adana.
Nel frattempo in Occidente i siciliani, da incoscienti quali sono, dichiarano guerra all'impero.
Non è una mossa saggia perché nel giro di tre anni cadono sotto il controllo bizatino le città di
Bari e Ancona, ora Costantinopoli controlla tutta la costa occidentale dell'Adriatico. Solo in
mare sembrava che i siciliani potessero tener testa ai romei, la flotta imperiale infatte subisce
diversi rovesci per colpa dei normanni, che dispongono di una flotta molta più numerosa.
Nel nord Italia Slavos Tzimisces, 18enne coraggioso ma troppo impetuoso, parte da Bologna con
circa 600 uomini e cerca gloria tentando di conquistare Venezia, a nulla valgono le obiezioni
dell'Imperatore, il giovane generale marcia deciso in direzione di Venezia. La scelta di Slavos
sembrava essere azzeccata visto che la città era difesa soltanto dalla guardia del Doge e un
centinaio di fanti, dopo pochi giorni d'assedio però, si materializza dietro l'armata assediante
un grosso esercito veneziano, almeno 1400 uomini, non c'è via di scampo, l'unico modo abbandonare
la zona è vincere l'imminente battaglia.
Il giovane generale bizantino ordina alla fanteria di presidiare il ponte mentre lui insieme agli
arcieri a cavallo prova ad uccidere il Doge, accorso anche lui in battaglia. Sul ponte le cose non
vanno molto bene, i lancieri mercenari si danno alla fuga non appena vedono che una decina dei
loro compagni muiono,mai fidarsi troppo dei mercenari, i valorosi lancieri bizantini invece
resistono valorosamenete e cedono solo dopo aver fatto strage di nemici. Gli Arcieri a cavallo si
dimostrano ancora una volta letali uccidendo il Doge, nel frattempo però le truppe veneziane hanno
sfondato dall'altra parte della battaglia, il ponte ormai era perso e tutta la fanteria era in
rotta. A questo punto Slavos, sapendo di essere destinato a morire, suona un'ultima volta il suo
corno da battaglia e carica furiosamente i veneziani insieme ai valorosi arcieri a cavallo, Slavos
muore da vero bizantino. Il giovane generale diventa così un eroe agli occhi di tutta la
popolazione dell'impero. I veneziani però trovato il corpo di Slavos,anziché restituirlo, lo
prendono e ne fanno orribile scempio tagliandogli la testa e facendo arrivare quest'ultima davanti
agli occhi del Basileus.
Manuele diventa furibondo a quella vista e decide di vendicare il giovane eroe.
Quello stesso anno l'Imperatore parte da Pola verso Venezia con un'esercito di circa 2000 uomini
completo sotto ogni punto di vista; cavalleria pesante, tiratori a cavallo, fanteria pesante,
artiglieria, arcieri, lancieri e persino suo figlio di appena 16 anni. I veneziani presi
dall'entusiasmo per la vittoria appena consegiuta commettono il fatale errore di affrontare
Manuele con quasi tutto il loro esercito in campo aperto. I veneziani disponevano di 2100 soldati,
non uno di loro è tornato alla propria casa, tutti i prigionieri sono stati giustiziati. Rimaneva
solo Venezia da conquistare. La città fu presa e saccheggiata da Manuele nel 1169. Finalmente
giustizia è stata fatta e l'anima di Slavos poteva riposare in pace.
Ora il mar Adriatico è diventato un "lago" bizantino. Nel 1170 Manuele ottiene Zagabria dai
magiari in cambio di 15000 fiorni. Ora Costantinopoli controlla la tutta la parte orientale della
penisola italica, l'intera penisola balcanica, Creta e quasi tutta l'Anatolia. L'Impero non è mai
stato così potente dai tempi di Basilio II.
Nel frattempo varie armate crociate attraversavano l'Impero, senza creare però alcun problema.
Nel 1169 accade un altro avvenimento in Terrasanta destinato ad avere notevoli conseguenze; gli
egiziani, guidati da Saladino, conquistano Gerusalemme.