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Gesta Gallesi

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2008 10:11
05/11/2008 23:43
 
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Kingdoms vh/vh
Re Llywelin era perfettamente consapevole che gli inglesi avrebbero fatto di tutto per stroncare nel sangue la recentissima indipendenza della sua gente; si era fatto un nemico potente, forse anche troppo, e occorreva batterlo in astuzia.
La sua prima accortezza fu di instaurare buone relazioni con gli altri casati dell’arcipelago; missione ottimamente svolta dal fido Madoc che riuscì a negoziare un trattato commerciale con gli Scozzesi e persino un’alleanza coi Norvegesi; purtroppo egli non potè completare il disegno raggiungendo anche l’Irlanda, perché la sua nave fu intercettata e affondata dalla flotta nemica.
Ad evitare di logorare preziose armate che, viste le ristrettezze economiche del regno, difficilmente avrebbero potuto rimpiazzare le perdite, le truppe di Caernafon e Montgomery si disposero a difesa, e le torri della città furono dotate di baliste. In effetti il Principe Dafydd dovette difendere Caernafon a più riprese, infliggendo gravissime perdite agli inglesi lasciandogli varcare il primo cancello e trattenendo il tiro degli arcieri fino a quando non si avvicinavano alla seconda cerchia di mura; quelle epiche giornate sempre si conclusero con l’inseguimento ed il massacro dei nemici in fuga da parte del principe stesso ed altri cavalieri.
Le mura di Montgomery, invece, mai furono assalite dal nemico; vedendo piccoli contingenti nemici avvicinarsi alla spicciolata, il re preferì uscire dalla città e sbaragliarli in campo aperto.
In questa prima fase, l’unica spinta offensiva fu affidata al nobile Rhodri che, dopo aver radunato sotto le sue insegne un adeguato esercito supportato da catapulta, liberò rapidamente Cardiff dalla dominazione straniera.
La cittadina fu immediatamente dotata di un porto e, dopo aver armato una singola nave, Rhodri iniziò una serie di incursioni ispirate alle consuetudini dell’alleato vichingo.
Il suo primo obiettivo fu il castello di Gloucester, che investi e diede alle fiamme; si reimbarcò immediatamente per evitare di restarvi assediato da un esercito in avvicinamento da nord; l’impresa venne poi ripetuta in Cornovaglia, con le stesse esatte modalità.
Queste razzie non comportarono grandi sacrifici ed arricchirono notevolmente il tesoro, non fu fatto alcun tentativo di conservare le due contee, e gli inglesi se le ripresero senza problemi; ma erano scossi e indecisi, e la loro principale armata meridionale si rintanò nel fortino a nord di Gloucester senza null’altro osare.
La stagione delle vere e proprie conquiste territoriali ebbe inizio sul finire degli anni settanta.
Per cominciare fu preso il borgo di Shawsbury, dove fu lasciata una modesta guarnigione; quando gli inglesi tentarono di riprenderselo, Hywell Fuellt uscì in forze da Montgomery e li sconfisse sonoramente per due volte. Allo stesso tempo, Rhodri beffava nuovamente il nemico sorprendendo la modesta guarnigione del castello di Shaftsbury.
I due nobili si concessero il tempo strettamente necessario al riposo delle truppe e marciarono simultaneamente l’uno verso Oxford, l’altro verso Winchester; entrambe avevano catapulte al seguito, il che gli consentì di travolgere senza indugio le modeste difese inglesi.
L’inverno del 1283 portò una sorprendente novità: Londra era caduta in mano all’Alleanza dei Baroni. Gli insorti non seppero difenderla dal contrattacco delle truppe lealiste, e si affrettarono ad inviare un’ambasceria presso re Llywelin; il Galles ebbe, così, un nuovo alleato.
I nuovi problemi nel cuore del reame indussero la corona inglese a richiamare indietro una poderosa armata che si accingeva ad assediare nuovamente Caernafon; ma commise l’errore di non richiamare anche il contingente guidato da Tostig Underwood, che venne assalito e catturato fruttando un buon riscatto.
Il momento andava sfruttato. Per ordine del re, Hywell non poteva far altro che badare alla difesa della ricca città di Oxford, ma Rhodri aveva carta bianca per l’invasione del Sussex.
La cosa gli riuscì ottimamente; un piccolissimo contingente inviato a prender possesso del forte a sudest di Winchester funse da esca per attirare gran parte della guarnigione del castello di Arudel; circa cinquecento sergenti corazzati tentarono l’assedio dell’avamposoto, e furono falciati quando il nobile lasciò la cittadina per piombargli addosso. Arudel stessa cadde poche settimane dopo.
Fu anche possibile un nuovo sbarco in Cornovaglia, contea risollevatasi dal precedente saccheggio ma ancora malamente difesa; Edwin se ne impossessò, per rimanervi.
Rhodri dovette tornare a Winchester, sia per disperdere un contingente inglese che la aveva messa sotto assedio, sia per prepararsi a soccorrere Oxford; il nobile Hywell non era ancora sotto assedio, ma dagli spalti della città vedeva campi brulicanti di nemici.
In quel medesimo periodo il re stesso uscì da Montgomery per soccorrere Shrewsbury, ottenendo una brillante vittoria. Prima ancora di rientrare in città impartì un ordine sorprendente: “demolite gli opifici dove si producono catapulte e trabucchi, non ci serviranno più”.
Era l’estate 1288, e la polvere nera stava per mutare il volto della guerra.







06/11/2008 00:18
 
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La volevo fare io una cronaca sul Wales....ripiegherò sulla campagna teutonica.

Complimenti, ottima capacità narrativa [SM=g27811]
06/11/2008 07:31
 
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ahahahahha

poveri inglesi, distruggerai il loro florido impero [SM=x535693]



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06/11/2008 13:36
 
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mi hai messo voglia della campagna britannica anche a me!
per ora lascerò perdere tutte le altre campagne per questa.

Tornando a te Bertavianus, come sempre, un'ottima strategia politica e militare, unita inoltre ad uno spiccato senso della narrazione, rendono le tue cronache inimitabili [SM=g27811] [SM=x535693] . Effettivamente gli inglesi "dovrebbero" essere la fazione più forte, ma non lo sono! per il fatto che hanno troppi nemici e troppi confini da difendere.



- - - - - - - - - - - - - - - - - - -



« So che avrei vantaggi se abbandonassi la città, ma via non posso andare... Non vi lascerò mai. Ho deciso di morire con voi! »

« Da oggi Latini e Romani sono lo stesso popolo, uniti in Dio, e con l'aiuto di Dio salveremo Costantinopoli. »



« Darti la città, non è decisione mia né di alcuno dei suoi abitanti; abbiamo infatti deciso di nostra spontanea volontà di combattere, e non risparmieremo la vita. »



07/11/2008 00:07
 
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Un nuovo assedio di Londra da parte dei baroni costrinse la maggior parte delle truppe inglesi a lasciare precipitosamente l’Oxfordshire; i pochi rimasti nella regione furono dispersi da Hywell con una battaglia svoltasi sotto un insistente piovasco.
La scomparsa di questa minaccia consentì a Rhodri di concentrarsi su un’altra costante preoccupazione; l’enclave britannica di Gloucester e la grande armata nel forte poco più a nord.
Per questa impresa fu raggiunto da Thomas Iago che, come lui stesso in precedenza, aggirò l’ostacolo passando via mare; insieme investirono il castello e, quando i veterani addetti alla catapulta ne infransero i cancelli, la guarnigione non ebbe scampo.
L’armata inglese nel forte non ebbe il tempo di intervenire, anzi ebbe notizia della disfatta dei commilitoni quando si ritrovò essa stessa sotto assedio.
In quei giorni giunse notizia della definitiva repressione della rivolta dei baroni, che privava il regno di un utile alleato, ed altra non meno preoccupante; re Edoardo era tornato dalle crociate con un vasto seguito di cavalieri templari.
Gli inglesi ripresero coraggio, e subito mossero all’attacco di Arudel con circa quattrocento uomini ed un paio di trabucchi. La situazione del castello pareva disperata, perché poteva schierare a difesa solo duecento fra miliziani e contadini, oltre a ventisei arcieri saethwyr. Incredibilmente, la disperata carica dei contadini disperse gli artiglieri prima che potessero far danno, e gran parte dei prodi villici riuscì a riguadagnare la protezione delle mura. Gli inglesi abbandonarono ogni cautela e si incolonnarono per lo sfondamento del cancello; molti morirono trapassati dai dardi, ancor più per le ustioni da olio bollente, generale e cavalieri sotto un tempestar di lame e forconi appena varcato l’ingresso; tutti gli altri volsero in fuga, senza riuscire a capacitarsi di esser stati battuti da truppe sì modeste. Ma figura ancor più meschina fece il grande esercito nel forte presso Gloucester, che finì per capitolare senza nemmeno combattere.
Il trionfo incruento non poteva essere più tempestivo; occorreva correre in soccorso di Oxford, ora minacciata dall’armata del re inglese in persona.
Di questo si incaricò Iago, radunando sotto le sue insegne i migliori veterani della campagna di Gloucester ad eccezione dell’artiglieria, che lo avrebbe rallentato; gli altri contingenti si portarono a Shrewsbury per future operazioni.
La rapida marcia di Iago indusse il sovrano inglese a ritirarsi verso Nottingham, e poi ad asserragliarsi nel torrione a metà strada fra quella fortezza e Londra.
A Iago si unì Hywell, portando con sé buona parte della guarnigione di Oxford. I due prodi cavalieri si apprestavano ad assediare Re Edward quando si presentò un’alternativa migliore; attirarlo fuori attaccando una piccola formazione che tentava di raggiungere l’armata del sovrano.
L’onore del primo ingaggio tocco a Iago, che aveva con sé l’esercito più numeroso e una truppa dotata cannone ad organo reclutata nei paraggi. Inizialmente le cose si misero male, perché Edoardo riuscì a guadagnare la sommità di una collinetta da cui i suoi balestrieri templari a cavallo, per la verità smontati, godevano di un eccellente campo di tiro; l’inizio dello scontro fu un vero calvario per gli arcieri, fanti ed artiglieri costretti ad avanzare in salita. Occorreva forzare la situazione; dopo aver sfruttato, per quanto possibile, l’effetto del tiro di artiglieria, Iago lanciò all’assalto tre unità di fanteria leggera; queste riuscirono a disperdere i tiratori nemici, consentendo una avanzata relativamente sicura alla duplice fila di ronconieri che li seguivano.
Mentre sulla sommità della collina si accendeva una mischia caotica, i templari a cavallo sciamarono di lato facendo strage di arcieri; ma le urla di vittoria gli si strozzarono in gola quando vennero, a loro volta, travolti dalla cavalleria gallese fino ad allora tenuta in riserva.
Fu a questo punto che giunsero sul campo Hywell ed i suoi, ed i fianchi della collina ruscellarono di sangue. Fra i mille rivoli vermigli vi fu anche quello uscito del monarca, squarciato da un falcione.
Nei borghi del Galles si sarebbe presto udito il pianto di mille vedove, ma il più formidabile esercito nemico si era dissolto in meno di un’ora, e la via che menava a Londra era aperta; nel gelido inverno 1299 iniziò la costruzione di torri mobili ed arieti.




12/11/2008 14:57
 
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Buon giorno cavaliere, vedo con gioia che è ricominciata, complimenti senza indugi verso gli archibugi ...
Ricorda che la prima "crociata" gallese fu vinta grazie alla conoscenza del territtorio sfruttando le cosidette "marside" (non so se si scrive così).
Al servizio Tuo cavaliere Jean
[SM=x535700]





PS
Tra un pò ricomincio con una bella sfida......................
[Modificato da Jean de Avallon 12/11/2008 15:00]





12/11/2008 21:14
 
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Hywell prese Londra nella primavera successiva e, poco meno di un anno dopo, conquistò pure Canterbury. Nell’inverno del 1303 l’esercito raccolto sotto le insegne di Adaf sottomise Chester, che però fu ceduta ad una nuova alleanza di baroni insofferenti del proprio re. Questa decisione, che confermava la vecchia amicizia con la nobiltà inglese dissenziente, consentì all’esercito vittorioso di muovere senza indugio alla volta della fortezza di Lancaster; il principe nemico non ebbe il tempo di rafforzarne la guarnigione, e cadde come l’ultimo dei suoi armigeri.
Ultimo episodio di questa serie di facili conquiste, intervallate dalla resa per fame di vari fortini, fu la presa di Norwich; era tenuta solo da un esiguo contingente di cavalleria, che nulla potè fare quando una moltitudine di scale venne appoggiata alle mura.
Nel frattempo Lliwelyn dedicò la sua attenzione alla realizzazione di opere pubbliche che, unitamente ad una vasta rete mercantile ed alla conversione di alcuni castelli già inglesi, avrebbero portato giovamento al tesoro della corona.
Nella primavera del 1312 fu possibile lanciare un attacco in grande stile contro la possente cittadella di Nottingham. All’operazione presero parte venticinque unità assortite, fra cui una vecchia catapulta, un cannone ad organo mercenario e la prima bombarda di produzione gallese; il parco di artiglieria non tardò ad avere ragione del primo cancello e ad aprire una breccia nella seconda cerchia di mura. Il re nemico, ed alcuni nobili minori, caddero nella difesa di quel varco, l’ultima grata fu varcata inseguendo fanti e cavalieri in rotta: la vittoria non fu mai in dubbio, ma la strenua resistenza di irriducibili cavalieri appiedati impose un pesante tributo.
Occorsero altri undici anni, costellati da sporadici scontri campali ed assedi di forti, prima che Thomas Iago giungesse sotto le mura di York; la città ed il re inglese non ebbero scampo.
A quel punto le cose si complicarono perché gli scozzesi si erano alleati con gli inglesi e, pur senza ancora intraprendere azioni ostili, si schierarono in modo da ostacolare l’assalto finale a Carlisle, ultima città in mano al nemico. Poi gli higlanders passarono all’offensiva, impadronendosi di un forte a nord di York e muovendo con tre eserciti verso la città. Due di queste armate furono sconfitte da Bleddyn, nel corso di due epiche battaglie campali. Entrambe le volte si trovò in svantaggio numerico e, pur infliggendo perdite sostanziali, i suoi fanti ed artiglieri furono sopraffatti; ma pure gli arcieri e la cavalleria nemica erano stati messi fuori combattimento, e gli uomini dal grande spadone furono sommersi da nubi di frecce sino a restare inermi sotto le ripetute cariche dell’esigua cavalleria gallese. La terza armata, l’unica ad aver cinto l’assedio, fu annientata dalla sortita degli uomini di Iago.
Gli eventi di York fornirono ad Adaf l’occasione propizia per portarsi sotto Carlisle, e battere le forze di Frame il Pazzo in campo aperto; in quell’occasione, tuttavia, il re inglese riuscì a porsi in salvo. Perì poco tempo dopo nel tentativo di riguadagnare l’interno della città assediata; un contingente autonomo di cavalleria lo sorprese prima che potesse varcare il portone nord, mentre Adaf ed i suoi fluivano dalle brecce aperte sul lato opposto.
La sua bella vittoria, purtroppo, fu funestata da due notizie inaspettate: il buon re Lliwelyn era venuto a mancare, e i baroni alleati cui era stata consegnata Chester si rivoltavano come serpenti proclamandosi eredi del casato inglese testè soppresso. Era l’anno 1330.
-----------
Vi ringrazio per l'apprezzamento.
Confesso di non conoscere molto la vera storia gallese, e di ignorare cosa siano le marside.
La conoscenza del territorio è effettivamente essenziale, e me la procuro con costanti ricognizioni di spie.




12/11/2008 22:27
 
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Nota
Le "marside" è un dialetto, indicano zone paludose dove solo la conoscenza del terreno permetteva un passaggio.
Durante la guerra per l' indipendenza del Galles, la forza di Llywelin erano inferiore sia numericamente che tecnicamente a quella inglese così, il principe gallese fece scavare grandi buche in questi terreni per renderli ancora più insidiosi.
L' esercito inglese inseguendo i gallesi sul loro terreno, persero uomini, armi e viveri durante la campagna inoltre, venivano attaccati di notte.
I gallesi sapevano come muoversi così costrinsero gli Inglesi a ritirarsi.
Grazie al principe Llywelin il Galles fu unito per la prima volta veramente, ma purtroppo ....................................


Mi sembra che tu sia arrivato proprio quì ..............







13/11/2008 07:32
 
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maledetti scozzesi, sempre ad aiutare gli inglesi stanno XD

se mi sente rico hihihih

grande campagna Bertavianus, certo che ti tradiscono un pò in troppi è XD



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13/11/2008 17:52
 
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Purtroppo in queste campagne tutte le fazioni ti attaccano dopo che hai conquistato circa 20-25 territori....è successo anche a me nella Campagna Teutonica
Un consiglio: non avere pietà degli ex-alleati, una volta che ti dichiarano guerra preferiranno la distruzione totale alla tregua
14/11/2008 14:06
 
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Lliwelyn era morto per malattia, ma corse voce che gli inglesi lo avessero avvelenato.
Folle immense di guerrieri accorsero spontaneamente da ogni parte del regno al grido di “morte ai traditori”, consentendo la formazione di quattro poderose armate; le prime due, guidate da re Dafydd, strinsero Chester d’assedio, le altre braccarono l’esercito del sedicente principe d’Inghilterra, avventuratosi ad est con propositi offensivi.
La città fu rapidamente espugnata, compiacendo così anche una nuova combriccola di cospiratori inglesi che, dopo aver versato un modesto tributo, si affrettarono a reclamarne la consegna. Il Re li squadrò per bene, poi fece tremare le volte della sala di udienza ruggendo una risposta rimasta proverbiale: No fwessis ah caar. Non si sentì mai più parlare dell’Inghilterra e dei suoi baroni, anche se occorsero diversi anni per stroncare i briganti che infestavano le loro antiche terre.
Nel frattempo, gli scozzesi avevano provato a rialzare la testa, con il risultato di farsi bellamente massacrare sotto le mura di Carlisle e di York. Il secondo di questi eventi aprì a Bleddyn la strada di Newcastle Upon Tyne, che sottomise incontrando scarsissima resistenza.
Nel 1348, anno in cui Adaf cingeva d’assedio Dumfree, e Owain il forte scozzese che sorvegliava il ponte sulla via di Edimburgo, scoppiò un’epidemia che dispensò ovunque lutti e miseria. Le due operazioni furono brillantemente concluse, ma Owain fu stroncato dal morbo poco dopo il suo ingresso trionfale nella capitale scozzese; celebrate le esequie, parte delle sue truppe scattarono all’assalto di Perth, travolgendone rapidamente le difese.
Il 1362 vide la presa di Glasgow, e due scontri campali nei paraggi di Edimburgo. Gli scozzesi, che si erano portati in zona con una gran massa di cavalieri feudali, furono nettamente battuti da Iago il Grezzo; questi schierava numerosi picchieri delle higlands, ed una unità di pistolieri cui aveva assegnato il compito di difendere gli artiglieri.
Queste vittorie gli consentirono di muovere all’assedio di Stirling, dove vinse ancora ma trovò la morte; e con lui moltissimi dei suoi, perché quella cittadella disponeva di eccellenti artiglierie fisse e di splendidi equipaggiamenti per le truppe. Vantaggi che, di lì a poco, si rivolsero contro i vecchi dominatori, portando nella tomba il re di Scozia e gran parte della sua armata.
Nella primavera del 1367 Bryce Iago si imbarcò e fece vela per Dublino, ultima conquista necessaria al coronamento dei piani del regno. Parendo che l’intero popolo d’Irlanda si fosse radunato nei paraggi della città, le navi sbarcarono un solo uomo: Phelip la spia. Costui appurò che la situazione era persino peggiore di quanto non apparisse dal mare, ragion per cui l’operazione venne differita. Bryce ripiegò sulla conquista della remota isola ribelle di Islay, comunque utile a soddisfare i desideri dei consiglieri della corona.
Anche il Principe Tegonwy decise di imbarcarsi; lo fece nel porto di Newcastle Upon Tyne, col proposito di colpire a sorpresa la lontana Aberdeen.
Era l’anno 1370, e nella città di Montgomery non si riusciva a risolvere il mistero della grande caserma d’armata, voluta per addestrare archibugieri ma risultata poi inidonea allo scopo.
-----------------
Molto interessante questa faccenda delle paludi trappola; quasi dei campi minati ante litteram.
Il consiglio di Shivos è entrato in esecuzione.
Non capisco perchè la caserma d'armata non rende dispoibili le truppe che dovrebbe darmi; questione di tempo o che?
Il Gaelico di Dafydd è un tantino maccheronico.
[Modificato da Bertavianus 14/11/2008 14:08]




14/11/2008 15:18
 
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OK hai superato brillantemente i complotti, solo questione di tempo per la tua salita al trono di imperatore di quelle isole.

[SM=x535720]





14/11/2008 15:45
 
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Re:
Jean de Avallon, 14/11/2008 15.18:

OK hai superato brillantemente i complotti, solo questione di tempo per la tua salita al trono di imperatore di quelle isole.

[SM=x535720]




inizia pure con i brindisi [SM=x535720] e le feste [SM=x535729], il più è fatto [SM=x535693]



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16/11/2008 20:55
 
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La crociera del principe diede i frutti sperati: Aberdeen si credeva talmente sicura da mantenere una guarnigione di soli quarantotto nobili delle higlands, i quali nulla poterono fare per arginare la marea umana che gli piombò addosso.
Bryce Iago, lasciata Islay, sbarcò sotto le mura della cittadella di Dunstaffnage, all’epoca residenza del re di Scozia. I gallesi disponevano di un buon vantaggio numerico, e raggiunsero rapidamente il cuore della roccaforte; ma qui li attendeva l’elite delle Higlands, che li ributtò oltre il cancello. Bryce venne abbattuto dalla cavalleria del sovrano mentre riorganizzava i suoi; quelli lo vendicarono quasi subito, massacrando il re nemico. Ancora una volta i fanti tentarono di prendere il controllo della piazza, e ancora vennero messi in crisi da un pugno di irriducibili; ma un gruppo di arcieri era riuscito a sgattaiolare sui bastioni più interni, e iniziò a decimare gli avversari tirando verso il basso. Furono questi uomini, sostenuti da artiglieri disposti a menar le mani, ad aver ragione degli ultimi difensori.
Triste a dirsi, tanti sacrifici furono pressocchè vani; i residenti si ribellarono all’occupazione, e la malconcia armata dovette ritirarsi sui monti più a sud. Qui, però, seppe resistere con tale valore a forze soverchianti da far guadagnare al suo capitano un titolo nobiliare.
Molto meglio andarono le cose nei territori storici della Scozia: i cannoni delle torri di Edimburgo fecero strage di assedianti e, nel 1382, uno sbarco a sorpresa fruttò la cattura della cittadella Inverness. In questa impresa le artiglierie gallesi sperimentarono nuove geometrie di tiro; mentre la bombarda faceva fuoco sul cancello, un mortaio iniziava la demolizione del muro interno alle sue spalle; poi avanzò sino ad inquadrare le torri dell’ultimo posto di guardia, che furono zittite prima che la bombarda arrivasse a sfondare l’ultima grata. Pochi anni dopo, re Tegonwy catturò Inverlochy con un metodo similare; il mortaio fece breccia sulla seconda e terza cerchia di mura, col risultato di fare anche strage di arcieri.
Nel frattempo era iniziata la campagna d’Irlanda. Il primo passo fu la facile conquista di Derry, che richiamò a nord i vari eserciti schierati intorno alla capitale; il secondo fu la cattura di Downpatrick, ottenuta con un secondo sbarco, e costata solo undici uomini.
Nella primavera del 1388, dopo aver superato la resistenza di un fortino tenuto da un pugno di mercenari, quattro immense armate irlandesi iniziarono l’assedio di Derry. In quegli stessi giorni, però, due eserciti gallesi investivano le difese della loro capitale.
Il primo assalto a Dublino fu il peggior disastro della storia gallese; l’esercito del principe dovette sostenere da solo tutto il peso dello scontro, mentre quello guidato da Cadwogan rifiutava di unirsi ai combattimenti. L’incompetente si degnò di muoversi solo quando la giornata volgeva al termine e Rhys era già stato catturato dal re nemico; anche allora, si limitò a guidare una carica di cavalleria che lo portò a morire con il sovrano irlandese.
In ogni caso, pur riuscendo ad arricchirsi con un riscatto principesco, l’odiosa città non ebbe modo di riprendersi; fu immediatamente assalita da Goronway che, sbarcato da Caernafon, assunse il comando dell’esercito che era stato di Cadwogan. Quell’armata era quasi intatta, e gli bastò sciamare attraverso le brecce ancora aperte per sopraffare gli ultimi difensori.
I destini del Galles erano compiuti; ora aveva sovranità su trentaquattro contee, e nessun nemico poteva più impensierirlo.




18/11/2008 10:11
 
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Complimenti, veramente poco tempo per finire la campagna.

Ciao [SM=x535693]
[Modificato da Jean de Avallon 18/11/2008 10:11]





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