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La Libia: siamo gli unici che paghiamo una ex colonia?

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2008 21:53
20/10/2008 11:06
 
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Non avendo troppo tempo intanto posto questo nota tratta da wikipedia, giusto la prima a portata di mano, sul colonialismi italiano in Libia:

P.S. Piccola nota, ma le famiglie italiane espulse a forza da Gheddafi nel 70' chi li ha mai adeguatamente risarcite?



Il Regno d'Italia dopo la prima guerra mondiale avviò una colonizzazione che ebbe il culmine, sotto l'impulso di Mussolini, soprattutto verso la metà degli anni trenta con un afflusso di coloni provenienti in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione, concentrati nella costa intorno a Tripoli e Bengasi (dove erano rispettivamente il 37% ed il 31% della popolazione).

Con gli Italiani si ebbe un incremento del cattolicesimo in Libia, grazie anche alla creazione di numerose chiese e missioni. Il Vicariato apostolico di Tripoli del vescovo Camillo Vittorino Facchinetti nel 1940 soprassedeva a circa un quarto del totale della popolazione della Libia italiana (includendo i coloni italiani).


Rovine del teatro romano di Sabratha, vicino Tripoli, ristrutturato durante il FascismoIn Libia gli italiani costruirono in meno di trent'anni (1912-1940) una notevole infrastruttura (strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, ecc..) e l'economia libica rifiorí ad un livello simile a quello goduto ai tempi dell'Impero romano. Numerosi contadini italiani fecero rinverdire terreni semidesertici, specie nell' area di Cirene.

Anche l'archeologia fiorí: cittá romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana. Negli anni trenta la Libia italiana arrivó ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.[1]

Nel 1938 il governatore Italo Balbo portó 20,000 coloni italiani in Libia e fondó per loro 26 nuovi villaggi, principalmente in Cirenaica.[1]

Inoltre Balbo cercó di assimilare i mussulmani libici con una politica amichevole e fondó nel 1939 10 villaggi per gli Arabi ed i Berberi libici: "El Fager" (Alba), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" (Profumata), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (Verde), "Zahara" (Fiorita), "Gedina" (Nuova), "Mamhura" (Fiorente), "El Beida" (La Bianca). Tutti questi villaggi avevano la loro moschea, scuola, centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale, rappresentando una novitá assoluta per il mondo arabo del Nord Africa.


Dopo l' eventuale vittoria contro gli Alleati, la Libia doveva essere parte del progetto fascista di una Grande Italia nella sua sezione costiera (arancione), mentre l'interno sahariano doveva fare parte dell' Impero Italiano (verde)All'inizio della seconda guerra mondiale vi erano circa 120.000 Italiani in Libia, ma Balbo aveva in progetto di raggiungere il mezzo milione di coloni italiani negli anni sessanta.[2] Del resto Tripoli aveva giá nel 1939 una popolazione di 111.124 abitanti, dei quali 41.304 (37%) erano italiani. Italo Balbo nel 1940 aveva costruito 400 km di nuove ferrovie e 4.000 km di nuove strade (la piu nota era la Via Balbia col suo nome, che andava lungo la costa da Tripoli a Tobruk).

Il 9 di gennaio del 1939 la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del Regno d'Italia e conseguentemente considerata parte della Grande Italia, col nome di Quarta Sponda.


Italiani della Libia [modifica]
Gli Italiani della Libia erano poche migliaia quando Mussolini salí al potere e riuscí a sconfiggere la guerriglia araba, ma dopo la nomina di Italo Balbo a governatore nel 1934 il loro numero si incrementó continuamente fino ad essere quasi 120.000 nel 1940.

La seconda guerra mondiale devastó la Libia italiana e costrinse i coloni italiani a lasciare in massa le loro proprietá, specialmente nella seconda metá degli anni quaranta.

Attualmente gli italiani in Libia sono 22.530, quasi lo stesso numero del 1962, in prevalenza operai specializzati delle industrie petrolifere arrivati a fine anni novanta.

Ecco gli italiani in Libia secondo diverse stime e censimenti:

ANNO ITALIANI PERC. AB. LIBIA FONTE
1936 112.600 13,26% 848.600 Enciclopedia Geografica Mondiale K-Z, De Agostini,1996
1939 108.419 12,37% 876.563 Guida Breve d'Italia Vol.III, C.T.I., 1939
1962 35.000 2,1% 1.681.739 Enciclopedia Motta, Vol.VIII, Motta Editore, 1969
1982 1.500 0,05% 2.856.000 Atlante Geografico Universale, Fabbri Editori, 1988
2004 22.530 0,4% 5.631.585 L'Aménagement Linguistique dans le Monde

Le stime precedenti, soprattutto per quanto concerne il dato riferito al 2004, riguardano i parlanti l'italiano e non i cittadini italiani. Secondo i dati in possesso del Governo italiano e verificabili presso gli Uffici diplomatici e consolari della Repubblica in Libia, gli italiani in Libia negli anni 2000 sono meno di 1.000, poiché la manodopera delle imprese italiane non è ormai più italiana, bensì asiatica. Anche la stima sui parlanti è piuttosto generosa: in linea di massima, parlano italiano le generazioni dei più anziani nelle due grandi città (Tripoli e Bengasi), rimasti in poche decine di vecchi coloni.
[Modificato da LunaRossaTraiano 20/10/2008 11:09]




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