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Cronache dei Fatimiti

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2009 17:41
08/09/2008 17:40
 
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La fede in Allah, e l’eredità dell’antica terra delle piramidi, sono i pilastri del regno di Al Zahir.
Il sultano apprezza il lento fluire del fiume del tempo, e sa di poter contare su novecento semestri per glorificare, con le opere, il vero Dio.
Suo primo obiettivo è la restituzione di Gerusalemme ai credenti, ma non al costo di esorbitanti sacrifici; l’armata liberatrice pone l’assedio alla città santa solo dopo essersi riequipaggiata presso i fabbri di Gaza; nel frattempo, saggi investimenti e tassazione modesta incoraggiano lo sviluppo delle città del Cairo e di Alessandria.
L’armata del Principe Mou Barak non tenta l’assalto alle mura; sono gli stremati difensori ad offrirsi infine alle sue scimitarre; questi sono già decimati dagli stenti, e la disperata sortita vale solo a salvare il loro onore di guerrieri. La forza di Allah guida poi i passi e la mano della spia Tamer, sicchè la gloriosa armata può irrompere nel castello di Acri attraverso cancelli spalancati.
La conquista della regione viene rapidamente completata con la presa di Damasco mentre, nei paraggi di Alessandria, vengono sbaragliate un paio di insolenti formazioni bizantine; erano venuti da invasori, vengono scacciati come cani infestati da parassiti.
Le città del regno prosperano, e vengono allestite spedizioni per la conquista di Dongala e Jedda.
In quello che chiamano A.D. 1096 (datazione qui adottata a beneficio dei lettori infedeli), eseguendo gli ordini del loro grande Imam, i Polacchi si impossessano di Antiochia.
Quei presuntuosi respingono ogni offerta di amicizia, e muovono insistentemente verso sud; il folle gesto di sfida, e la temporanea inferiorità numerica, provocano una chiamata alla Jihad.
Mou Barak, ora Sultano, li affronta con armata mista di guerrieri e devoti; non dissimile è la forza messa in campo da quelle genti del nord. I cristiani combattono con corna di terracotta, e non uno di loro sopravvive alla giornata. La santa spedizione si conclude con l’assedio di Antiochia; terrorizzati dalla sorte toccata ai lor compari, i difensori capitolano senza combattere.
Nel 1105, su saggia richiesta dei consiglieri di corte, le armate dell’Islam sbarcano a Nicosia; sei mesi dopo ne completano la conquista. E’ duro colpo per gli insolenti di Bisanzio, che perdono un ottimo castello, pronto a divenir la prima fortezza d’Egitto.
Sembrano fortezze anche le quattro città principali del regno, pur se non fortemente presidiate.
Allah benedice i suoi devoti con il dono della fertilità, e tiene desta la loro attenzione con creature moleste quali i subdoli mercanti turchi.




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