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Cronache di Guerra - Fatti d'arme

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2009 19:38
05/05/2008 22:54
 
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Raccolgo a modo mio un'idea del Cavaliere Verde, aprendo un topic dove ciascuno può dare idee sulle tattiche e strategie da adottare, o evitare, in combattimento.

Olaf difende Praga

Olaf era un generale la cui unica virtù universalmente riconosciuta consisteva nell'assoluta fedeltà alla corona danese.
Si aggregò alla modesta armata del proprio principe all'esclusivo scopo di consentirgli di aderire immediatamente ad una crociata per Gerusalemme, arruolando a basso costo sergenti appiedati e cavalieri che ne completassero i ranghi; in un secondo tempo, se se ne fosse presentata l'opportunità, avrebbe potuto assumere l'autonomo comando di ulteriori truppe mercenarie.
Quella crociata fu presto annullata, perchè altri pii armati avevano liberato la Città Santa; sciolto da ogni obbligo, il Principe volse subito le sue armi contro la città di di Praga, che fu strappata ai Polacchi ed in cui Olaf venne insediato come governatore.
Vi rimase con ben pochi armati, perchè la situazione locale appariva assai tranquilla, le finanze erano scarse, ed il grosso dell'esercito era richiesto altrove.
Pochi anni dopo, un esercito polacco è in vista delle mura; Olaf fa appena in tempo ad arruolare due unità aggiuntive, lancieri e balestrieri della milizia, che già si trova assediato da forze più che doppie.
I Polacchi, consapevoli che i rinforzi danesi sono già in cammino, non esitano a lanciare l'assalto pur disponendo solo di un ariete e di una scala.
Il tiro delle torri manda in fumo l'ariete, i contadini polacchi che tentano la scalata sono massacrati, il duello fra balestrieri porta allo sterminio quelli sotto le mura.
Non ci si preoccupa più di tanto guando tutta la fanteria nemica si ammassa sotto la scala, dovrebbe essere un facile masacro di uomini che vengon su alla spicciolata; ma quelli che salgono sono veterani ben equipaggiati e, pur pagando un prezzo altissimo, mandano in rotta gli inesperti difensori e si impossessano del posto di guardia.
Seguono momenti di caos indescrivibile in cui Olaf, ora caricando gli assalitori che sciamano all'interno, ora chiamando a raccolta i lancieri e bslestrieri superstiti, riesce a volgere in fuga anche l'ultimo fante nemico.
E' ancora presso le porte, e gli restano solo otto uomini della sua guardia personale, quando i popolani atterriti gli comunicano che il generale polacco, evitando la mischia, si è impossessato della piazza con oltre una trentina di cavalieri.
Lo sparuto drappello di Olaf si incammina mesto verso il centro della città per l'impari confronto finale, dicendosi che tutto sarà perduto fuorchè l'onore.
E' ancora a metà del corso principale quando il nemico, reso furioso dalla vista del suo orgoglioso orifiamma, parte alla carica per accelerare il massacro; iniziativa che gli fa perdere il controllo della piazza.
Vedendo ciò, Olaf si ritira in tutta fretta sperando di tirarseli tutti dietro; quelli, però, dopo un poco rinunciano all'inseguimento e riguadagnano la posizione.
Queste manovre si ripetono quattro o cinque volte, con i difensori che ritardano sempre più il momento della ritirata; il risultato finale non cambia, ma intanto la giornata sta volgendo al termine, si sono prese le misure e c'è una tenue speranza di beffare il nemico.
Olaf sceglie con cura il momento; avanza più delle volte precedenti ma, quando i polacchi accennano a muovergli contro, anzichè arretrare gli galoppa incontro; sembra che li voglia caricare, ma invece si infila di gran carriera in una viuzza laterale parallela alla piazza.
Due uomini della sua retroguardia non sono abbastanza lesti, e vengono abbattuti, e questa facile vittoria aumenta la sete di sangue del nemico; prosegue l'inseguimento, e si fa sorprendere dalle tenebre in quell'angusto budello. A quel punto, non potendo acquartierarsi per la notte in una città non ancora soggiogata, l'armata polacca è costretta a ritirarsi.
Così un pugno di irriducibili ebbe alfine ragione di forze cinque volte superiori.




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