Direi che le mie battaglie più spettacolari si sono svolte in montagna; un po' per lo scenario, un po' per il pesantissimo effetto del terreno sul movimento e la stanchezza delle truppe.
Arroccato in difesa su un cucuzzolo con poche e scomode vie di accesso, mi è riuscito di replicare la battaglia di Agincourt tartassando di frecce i nemici in avvicinamento, e di mandare in fuga con una carica finale di fanteria i poveracci sfiatati giunti sino in cima; una grande vittoria contro forze soverchianti.
Più difficile, e di maggior soddisfazione, la situazione in attacco.
Qui, contro una esercito abbastanza numeroso e ben posizionato, ho dovuto trovare il modo di portar su i miei in condizioni decenti.
La massa della fanteria ha dovuto fare una marcia lunga e tortuosa; nel frattempo arcieri, balestrieri e cavalleria correvano direttamente incontro al nemico per disperdere le sue truppe da tiro e consentire lo schieramento finale dell'esercito in alta quota.
I miei "apripista" hanno pagato un duro pedaggio iniziale, ma alla fine ho avuto la soddisfazione di schierare due compatte linee di lancieri e cavalieri appiedati che, con l'aiuto della poca cavalleria ancora in grado di battersi, hanno costretto il nemico a fuggire giù per la scarpata.