Io non ritengo Borodino una vittoria ma più che altro un pareggio. Una battaglia combattuta senza tattica ma con la strategia chiara del logoramento. Napoleone spesso contava sul logoramento di un settore degli avversari per poi martellarlo con le riserve. In quell'occasione trovò un esercito nemico che combattè con una forza d'animo insospettabile e Napoleone non seppe (o non volle) lanciare la Guardia per l'assalto risolutivo (forse impressionato dalla resistenza russa). Insomma, Borodino più la leggo e più non mi piace.
Effettivamente, come dice Leonida e come specifica l'autore del libro su Wagram, quest'ultima è stata l'ultima vittoria di Napoleone dalla quale ha poi tratto un indiscutibile vantaggio strategico. Nella campagna del 1814, le forze erano troppo diseguali per poter trarre vantaggio strategico dalle geniali mosse dell'Imperatore.
Prima brina, oggi, per il guerriero che tante volte si è indurito al suono della spada sfoderata.
Non importa cadere.
Prima di tutto. Prima di tutti.
È proprio del fior di ciliegio cadere nobilmente
RICORDATEVI DI SHOGUN